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Paros, (Grecia). Cosa vedere sull'isola: cittą, spiagge, feste e vita notturna

Paros, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Paros dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Per chi ama l’arte questo è il luogo mitico dove si è sintetizzata la marmorea bellezza degli dei dell’Olimpo. Per chi preferisce il cinema dalla risata lieve è piuttosto, più banalmente, lo scenario del film degli eternamente giovani “Immaturi”. Per tutti, esteti della classicità e fans di Raul Bova, un’isola quasi perfetta. Nel senso che ognuno potrà trovare ciò che desidera: spiagge – è ovvio – ma anche labirinti candidi di case e cortili, chiese arroccate, panorami struggenti, notti stroboscopiche e matrone ridenti al ritmo del bouzouki. Tutto questo in un’isola di soli 120 km di costa. Davvero non ci si può lamentare.

Si, perché Paros, nel cuore dell’arcipelago delle Cicladi, ha una lunga storia e un radioso futuro. Del presente inutile dire: basta saltare in sella ad un motorino per capire che non c’è che l’imbarazzo della scelta. Il tutto in una isola bella e sorridente. Che si offre a chi arriva da lontano senza perdere la propria fierezza e il valore dell’armonia. E mai ci sarà un valore più tipicamente greco.

Come arrivare?
Paros è comoda. Nel senso che raggiungerla è abbastanza facile L’isola infatti è proprio sulla rotta dei traghetti che dragano l’Egeo e in meno di quattro ore si può saltare dal porto del Pireo alle spiagge dell’isola. La distanza si riduce di parecchio con i catamarani veloci (ma il prezzo quasi raddoppia). Non solo: dalla modaiola Mikonos non serve più di un’ora e decisamente meno dalla dirimpettaia isola di Naxos (www.ferries-greece.com/it). Vi sembra ancora troppo? Allora volate. I collegamenti aerei con la capitale Atene sono almeno due al giorno garantiti dalla compagnia Olympic (www.olympicair.com/en). In 45 minuti passerete dalla vista sull’Acropoli a quella sul capoluogo dell’isola Parikià.

Il capoluogo, Paroikia
Una volta atterrati potrete bruciare i nove km (ci sono bus cadenzati e più comodi taxi con prezzo fisso per la corsa dallo scalo in città) che separano l’aeroporto dal capoluogo. Che da brava capitale cerca di accontentare tutti. Questo significa che negli ultimi anni la cittadina si è molto sviluppata. Ma non si è “bruciata”. Anche se certamente durante l’alta stagione la movida pulsa e romba tra il lungomare e le viuzze intorno al castello. Nei cortili, una volta custodi della vita familiare, invece ora si mangia.

Ma prima di nutrire il corpo un po’ di nutrimento spirituale verrà dalla visita della Ekatontapiliani, la chiesa delle cento porte (contatale pure: in realtà sono molte meno). E’ una delle chiese ortodosse più venerate sulle isole greche e ha una lunga storia. Fatta di devozione ma anche di crolli. Si dice che il progetto e la prima costruzione risalgano al terzo secolo e che poi abbia subito diversi rifacimenti e rimaneggiamenti in seguito a terremoti e sogni di ampliamento come quelli dell’imperatore Giustiniano. Ovviamente poi le leggende e le fole sulla sua storia sono legione. Provate a farvele raccontare da qualcuno dei fedeli: la chiesa è aperta dal mattino sino a tarda sera e ospita anche un piccolo museo. Un sorriso vale più di molti vocabolari.

Quindi è tempo di piaceri più terreni: dopo avere sfiorato il castro veneziano infilatevi in quella che tutti conoscono come Market street: aspettatevi gente – molta- locali, profumi di griglia ma per fortuna nessun’auto. Il centro è pedonalizzato. Il divertimento è farsi trascinare dalla folla, sbirciare nei negozietti e cercare un posto giusto per la cena. All’interno di un cortile (per cui allungate lo sguardo per cercarlo) si trova, per esempio, il ristorante Apollon (www.apollongarden.gr). L’ambiente è grazioso, i sapori quelli classici della cucina di casa. Questo spiega perché sia tanto spesso pieno. Quando poi la notte inizia a fremere i turisti si spostano sul lungomare: la prassi è passare da un locale all’altro. I buttadentro poliglotti faranno di tutto per invogliarvi prima ad entrare e poi a restare a godervi la maliarda compagnia di un bicchiere di ouzo.

Una pausa, parlando di storia
Prima di riprendere il nostro viaggio una doverosa - si spera non noiosa - divagazione storica. La città – e l’isola – lo richiedono. La ricchezza e l’importanza dei diversi insediamenti di Paros infatti si spiegano solo guardando indietro. Quando qui non ci si veniva certo per stendersi al sole. L’isola è stata abitata sino dai tempi dei Micenei ma soprattutto dopo le guerre persiane divenne ricca grazie a quello che stava nascosto nelle sue colline: il marmo. Le sue rocce infatti diventarono le più richieste per la costruzione di templi e statue e buona parte dei tesori che ora vediamo nei musei sono stati proprio incisi nel marmo di Paros. Un esempio? La Venere di Milo. Nonostante prenda il nome dall’isola dove è stata ritrovata ha forme maliarde incise nel marmo di Paros. Come dire che la bellezza, qui, è di casa. Una osservazione che si può sottoscrivere andando alla scoperta del secondo centro dell’isola: Naoussa.

Naoussa
Questa cittadina, a circa dieci km da Parikia, è il centro della costa nord e da subito si presenta come una vezzosa elegante ma non troppo sfacciata. Che si promette senza darsi fino in fondo. Così nel porticciolo continuano a dondolare i caicchi dei pescatori del posto mentre nelle casette dove un tempo di riparavano le reti ora si miscelano cocktail d’importazione e si ascolta musica lounge. Durante il giorno è una buona base di partenza per visitare le spiagge della zona come Kolibithres - e le sue rocce - o Katholiko (che qualche cartina chiama Monastiraki). Il sole sta iniziando a scendere? Avete voglia di passeggiata dopo una indigestione di luce e acqua salata? Perfetto. Raggiungete il porticciolo e iniziate a vagare. Intorno a voi troverete resti di antichi palazzi e un castro innalzato in nome di San Marco, chiesette immacolate, vicoli piacevolmente attorcigliati, una piazza elegante e alcuni musei. Il profumo dei fiori ve lo porterà il meltemi.

Per la cena la scelta è ampia e la materia prima arriva dalle barche ormeggiate a pochi passi: qui la pesca resiste e la flotta di caicchi è ancora ampia e attiva. La gente del posto suggerisce il ristorante Moschonas (www.moschonasrestaurant-paros.com). Anche il vino viene dai campi dei proprietari.

In giro per l’isola
Per spostarsi, come detto, si possono usare i bus che percorrono senza sosta le stradine di Paros. In alternativa, oltre l’auto, basta uno scooter a noleggio. Le distanza non sono mai tali da spaventare. E non serve essere assi del motocross.

In direzione sud, rispetto al capoluogo, ci si dirige verso il monte Profitis Ilias (come sempre in Grecia, il più alto dell’isola) dove sta aggrappato il monastero di Moni Christou tou Dasous. Da quassù, affacciandosi alle pietre un tempo rifugio per decine di monaci, si scorge il paesino di Pounda da dove partono le barchette che portano ad Antiparos, lo scoglio gemello. Un tempo le due isole erano attaccate: ora le separa un braccio di mare che si supera in pochi minuti.

Proseguendo il giro si raggiunge poi il borgo di pescatori di Aliki, dove ora sono molte le case di recente costruzione in affitto, e quindi si scende verso sud arrivando quasi a trovarsi di fronte alla vicina isola di Naxos. Una sosta la merita il paese di Marpissa dove è divertente infilarsi nei vicoli cercando un posto tranquillo per una sosta. Il villaggio, costruito ad anfiteatro, svela al viaggiatore più curioso mulini a vento e chiesette e gli abitanti amano molto la propria storia e le proprie tradizioni: la riprova arriva ogni anno il 6 di agosto quando si celebra la Trasfigurazione. In quel giorno le stradine silenziose si ingolfano di vita e la gente brinda e balla fino a tardi al suono del violino e della lira.

Non è ancora tempo di riposare però: il prossimo villaggio, ovvero Pròdromos, potrà sorprendere con i suoi contrasti di colore. Bianco delle case, schizzi di fucsia dei fiori, le porte ovviamente blu. Nelle ore calde del giorno è il posto giusto dove mangiucchiare olive con la feta e riempirsi gli occhi delle mille sfumature della tavolozza dell’azzurro. Verso sera poi, quando il sole bonario inizia a picchiare con meno impegno, è il momento di fare uno sforzo: da qui parte un sentiero bizantino lastricato in marmo che in poco più di un’ora e mezzo di marcia porta a Lefkes. Qui le feste per la Pasqua sono un evento imperdibile. Ma anche d’estate sarà una sosta che ricorderete a lungo.

Un ricordo che coinvolge anche Lefkes. Dal capoluogo sono solo 11 chilometri ma valgono cento volte tanto. A Parikia infatti, lo abbiamo detto, si respira la vita ai tempi del turismo moderno: qui a Lefkes, a 250 metri sul mare, si torna invece indietro, nel passato. Un viaggio scritto nella passeggiata tra le architetture tradizionali (oltre ai cubi bianchi candidi qui ci sono palazzetti neoclassici) e dalla stravagante assenza di rumori: qui le auto non circolano. Ci sono però alcuni alberghi, più o meno spartane stanze in affitto e taverne: se volete per qualche giorno uscire dalla pazza folla è il posto che fa per voi. Nella piazza centrale la taverna coperta di viti del ristorante Klarinos è poi perfetta per fare incetta di sapori guardando il tramonto.

Il giorno successivo poi si potrà scendere verso le onde in cerca di spiagge. Come per tutto il resto c’è ampia scelta: da Livadi, la spiaggia del capoluogo, alla ampia Marselo, attrezzata e presa d’assalto dai clienti di un campeggio, dalla piccola Krios alla Mikri Santa Maria, dove le taverne servono a ritmo continuo koriatiki e dolmades. Basta spostarsi di poco per trovare angoli dove fare il bagno più o meno in solitudine. E spesso vi faranno compagnia i timidi pesci intravisti con la maschera impegnati a danzare sul fondo.

Spiagge
Oltre alla già citata Livadi, sono tante le spiagge da non perdere, vi citiamo solo Marchello, Krios, Agios Fokas, Monastiri e Chrissi Akti. Se volete scoprire tutte le spiagge più belle di Paros, leggete l'articolo dedicato!

Vita notturna
Parikia, Naoussa e Pounta. Sono questi tre gli spot della vita notturna sull'isola di Paros. Ma mentre nei primi due paesi la movida inizia, grosso modo, dopo il tramonto a Pounta già in pieno sole, a metà pomeriggio, è facile trovarsi avvolti di musica techno mentre silfidi in bikini ballano sui tavoli. Insomma, qui non è vita notturna: ma festa perenne.
A Parikia la zona più vivace è quella in fondo al lungomare dove sono allineati diversi locali: tanto che l'area è chiamata La via delle discoteche. In realtà non sono tutti club dove si balla ma ci sono anche parecchi pub dove bere un cocktail ascoltando musica: e qui molti iniziano la serata, passando da un locale all'altro per poi finire in una disco.
Una delle più celebri, e sempre affollata, è l’Hard Rock ( ma non è collegata con la catena internazionale) dove si balla all'aperto sia con il rock sia con la techno. All'Evinos, invece, si balla al chiuso e si beve all'aperto. La musica è un mix di rock e funk e dalla terrazza si gode una bella vista. Appena più fuori dal centro va forte il Dubliner che con le sue diverse sale accoglie un pubblico eterogeneo.
Affollato anche il Kialoa bar club, sempre sullungomare di Parikia. I barman del locale si vantano di preparare i migliori cocktail dell'isola e il dj spazia dalla musica commerciale ai successi della classifica greca. Anche Zorba si scatenerebbe.
Più adulta, sicuramente, la fauna che si da appuntamento al Pirate: qui la musica è prevalentemente jazz e le atmosfere sono molto più rilassate.

A Naoussa la notte si vive nel centro del paese, proprio di fronte alla baia dove sono ormeggiate le barche. E spesso i locali di tendenza sono ricavati nelle stanze dove una volta si riparavano le reti. I prezzi in media sono un po' più alti che nel capoluogo e talvolta, all'ingresso, c'è anche una certa selezione dei clienti in base al look. Ricordatelo.
Il Café del Mar ha una doppia vita: durante il giorno è un bar mentre alla sera si trasforma in un dance floor. La programmazione musicale va dagli anni '90 ai successi commerciali. Sulla terrazza il panorama è splendido.
Al Linardo di solito si fa tardi: qui, in una palazzina vecchia di secoli, si ascolta la musica più di tendenza e si va avanti a fare festa sino all'alba.
Uno dei locali da tempo sulla cresta dell'onda è il Nostos, appena fuori dal centro. Qui si trova sempre una grande folla sia di greci sia di turisti stranieri. Per molti è il locale più divertente dove ballare, fare amicizia e tirare mattina.

Un’isola in festa
Paros, come detto, è un’isola abbastanza ampia da ospitare diversi paesi vivi e vivaci e legati, con un forte rapporto, con la tradizione. Ecco perché oltre alle spiagge sa offrire un’attrattiva in più: le feste popolari.

La prima data da segnarsi, per chi avesse la fortuna di essere nell’Egeo in primavera, è la Pasqua. Come ovunque in Grecia le celebrazioni per la Resurrezione sono sentite e coinvolgono tutta la popolazione. A Paros tutti i paesi iniziano a festeggiare dipingendo di bianco le case e le chiese mentre nelle cucine si alza il profumo dei biscotti tradizionali e del tsoureki il pane che si mangia, appunto, durante gli estenuanti pranzi in famiglia.

Il 23 giugno poi nel borgo di Aliki si celebra Giannis Klidonas, una festa durante la quale vengono accesi grandi falò e gruppi di abitanti intonano canti tradizionali. Si tratta della versione locale della festa di San Giovanni molto sentita non solo nell’Egeo. Il primo week end di agosto poi ecco la festa del pesce e del vino. Inutile spiegare di cosa si tratti: la gente scende in piazza e le tavolate sono declinazioni sterminate di sapori.

Infine la festa più importante è quella del 15 agosto quando si celebra l’Assunzione. La sua storia si perde nella notte dei tempi e le celebrazioni coinvolgono tutti. Le cerimonie più suggestive sono quelle nella cattedrale di Parikia, nela Panaghia Ekatontapyliani, mentre intorno esplodono fuochi di artificio e nelle piazze si suona la musica tradizionale. E’ questa una buona occasione per imparare a danzare sfruttando la sorridente pazienza dei vecchi che saranno lieti di mostrarvi i passi. Sicuramente alla fine della serata avrete brindato con loro, bevuto forse un bicchiere in troppo di vino ma non sarete mai pronti a sfidare Zorba il Greco. Ma vi sarete divertiti. Il bello è che anche gli dei, quelli scolpiti nel marmo di Paros, forse hanno ballato con voi.
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 Pubblicato da - 04 Settembre 2015 - © Riproduzione vietata

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