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Sovicille (Toscana): il Castello e cosa vedere nella cittadina in provincia di Siena

Sovicille, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Sovicille dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Colli boschivi e un paesaggio che sorride di cuore sono i tratti fondanti del territorio circostante Sovicille, sorta di isola immersa nel verde, un “luogo soave” come recita la contrazione latina Suavis locus ille dal cui il nome sembrerebbe derivare. Nel comprensorio della Montagnola senese in Toscana, questo “borgo non borgo” ha ormai la sontuosa identità di una cittadina in piena regola a fronte del fatto che la sua popolazione supera sebbene di poche unità i 10.000 abitanti.

Storia

Le origini si attestano romane se non addirittura etrusche, ma vanno più che altro considerati i più significativi sviluppi ed espansioni verificatisi in epoca medievale, quando Sovicille si trovava a essere una cosiddetta “terra di confine” fra le contese aspre e pungenti del Vescovato di Siena in conflitto con Volterra, tenzone politica alla quale non tardarono ad aggiungersi lo Stato senese e la famiglia degli Ardengheschi, la cui influenza interessava gran parte della Maremma. Tali contese, anziché impoverire il suolo urbano, rilanciarono anno dopo anno l’economia complessiva dell’abitato, tempestato di insediamenti, castelli, borghetti (se ne annoverano almeno 55 e tra di essi Tonni, Toiano e Tegoia non hanno risentito dello scorrere del tempo rimanendo pressoché immutati) e un numero imprecisato di case coloniche a testimonianza di un florido attivismo esercitato nelle campagne.

Una crescita progressiva soprattutto in ambito architettonico prendeva piede quasi interamente fra le mura quattrocentesche: fu così che i maggiori simboli costruttivi della cittadina sorsero adeguatamente protetti e accorpati, pievi di ingente preziosità, sottoborghi, castelli, chiese e ville a pavoneggiare un panorama di interesse magnetico.

Cosa vedere a Sovicille

Tra queste perle d’indubbio valore scenografico e storico, a spiccare con decisivo vigore è la Pieve di Ponte allo Spino, fra i più pregevoli edifici rurali d’età romanica della Toscana che si fregia di una Madonna col Bambino, angeli, santi e un vescovo dipinta nel Cinquecento da Bartolomeo Neroni detto Il Riccio. La veduta del complesso si riempie puntualmente di magnificenza, colmando lo spettro visivo di elementi che appagano grandemente, il tiburio romanico pisano, le absidi addossate, il campanile che alterna monofore e bifore e, infine, il chiostrino duecentesco.

Molto simile ma dall’estetica assai diversificata, la Pieve di San Giovanni Battista a Rosia (a poca distanza dall’Eremo di Santa Lucia) non dissimula affatto la propria estasiante bellezza infusa in facciata da una torre campanaria che si staglia fiera e inamovibile con una suggestiva successione verticale di finestrelle: dal basso in alto le monofore divengono bifore, trifore e quadrifore dando un percettibile effetto incrementante. L’impianto basilicale a forma rettangolare conferisce alla struttura un’impressione di solidità incredibile, compatta anche all’interno dove si trovano diversi arredi datati, il fonte battesimale trecentesco, l’altare sul quale si riporta la raffigurazione della Madonna in trono col Bambino Gesù, San Sebastiano e Sant’Antonio Abate realizzata nel XV secolo da Guidoccio Cozzarelli.

È medievale anche la Pieve di San Lorenzo Martire, affacciata sulla Piazza del Castello. Riporta una considerevole quantità di caratteri neogotici, in parte disseminati laddove impera l’architrave bizantina su cui è scolpito il ludo venatorio. Gli affreschi che sono conservati all’interno evidenziano l’abilità di maestri d’arte come Giorgio di Giovanni, Alessandro Casolani, Rolando Montagnani e Paolo Angeli.

Colpisce sensibilmente la veduta frontale della Chiesa di San Michele Arcangelo presso Brenna: vi si accede percorrendo una scalinata in pietra mediamente ripida, rimasta ancorata ai tempi della fondazione, l’XI secolo. Di esigue dimensioni, ospita al suo interno un Crocifisso ligneo policromato del ‘300 e un San Michele Arcangelo dipinto al centro dell’altare maggiore da Niccolò Franchini.

Un esempio di minimalismo coniugato all’essenza del luogo di culto lo offre la Chiesa di San Bartolomeo a Orgia (a pochi passi c’è il Museo del Bosco a carattere etnografico), altro frutto della concezione costruttiva adottata nell’XI secolo ma rimaneggiato ampiamente nel Settecento. La pala con il Martirio di San Bartolomeo è ascrivibile al Seicento.

Di origine romanica, la Pieve di San Bartolomeo allocata a San Rocco a Pilli reca tracce medievali parzialmente mascherate dai rifacimenti neoclassici eseguiti nella prima metà dell’Ottocento. Un’aria rinascimentale insistente aleggia negli interni coperti da volta a botte cassonata e nell’altare marmoreo che si fregia di tabernacolo a tempietto.

La Pieve di Santa Mustiola ricopre il ruolo insindacabile di monastero e a Torri viene spesso visitato per il magnifico chiostro dall’invidiabile integrità romanica, strutturato in due ordini, il più basso scandito da archi tricromi sostenuti da colonnine esili, quello alto di più massiccia postura e dalle colonne decisamente più tornite. Una Madonna col Bambino di Luca di Tommé trova posto nella chiesa.

Realmente scevra di qualunque abbellimento, la Chiesa di Sant’Andrea in Ampugnano si presenta di aspetto povero, fatiscente ma merita una visita per il Cristo Benedicente collocato sul timpano. A Radi una strada acciottolata conduce alla Chiesa di Santa Maria appartenente al locale castello. Di lineare semplicità, questo luogo sacro si differenzia dagli altri per il campanile a vela e la copertura a capriate.

Abbiamo riscontro anche di punti d’interesse più piccoli ma non meno monumentali, vedasi la Cappella della Fattoria di Malignano, progettata in stile neoclassico da Agostino Fantastici su mandato della famiglia Finetti. Da vedere e ammirare il pronao con le sue colonne doriche a sorreggere un architrave ove appaiono metope e triglifi. Il Romitorio di Cetinale era un tempo destinato agli alloggi degli eremiti, disposti su quattro piani.

Non nasconde la propria intatta eleganza Palazzo Lechner, la cui scalinata scende in direzione del parco. Di curvilineo orientamento settecentesco, la dimora ha trovato una collocazione sulla cinta muraria che delimita il nucleo antico di Sovicille, di palese forma ellittica secondo genius loci etrusco.

Il Castello

Ovunque si rilevano tenute dapprima sorte come veri manieri a scopo difensivo, oggi ville dotate di gusto sopraffino. Emblematico il Castello di Celsa, divenuto residenza, poi riadattato a fortilizio e poi definitivamente stabilizzato in dimora gentilizia con tanto di giardino all’italiana. A proposito di giardini, sontuoso il parco che attornia Villa Cetinale, la cui doppia scalinata a forbice infonde alla facciata un’imponenza elevata. L’area parcale si definisce più precisamente come giardino degli agrumi costellato di aiuole, siepi e maestosi cipressi che si susseguono lungo un viale di meraviglie e ordine quasi maniacale.

Sovicille rimane ogni modo una località di discendenza rurale e a testimoniarne il lignaggio campestre intervengono il Molino del Pero, Molino del Palazzo e Molino di Serravalle. Discorso a parte per il Ponte della Pia, dedicato alla nobildonna senese Pia de’ Tolomei. Ella, a quanto si racconta, fu uccisa dal secondo marito poiché accusata di tradimento: il consorte la gettò dalla rupe oggi chiamata “Il salto della contessa”. Qualcuno afferma di aver scorto sul ponte il suo fantasma, che sarebbe solito apparire nelle notti di luna piena vestito di bianco e sollevato da terra. Pia de’ Tolomei trova menzione nella "Divina Commedia" di Dante Alighieri, Purgatorio V 130-136. Il ponte appare in alcune scene del film "Brancaleone alle crociate" diretto da Mario Monicelli e interpretato da un esilarante Vittorio Gassman.

Eventi, sagre e manifestazioni

Il calendario degli eventi a Sovicille alterna cultura, folklore e gastronomia con l’autunnale Sagra della Polenta, organizzata lo stesso mese della Festa della Montagnola. A novembre impera la kermesse Sapori della Cinta Senese DOP, mentre giugno è il mese del Terrarossa Etnofestival e della Sagra della pastasciutta. In piena estate si celebra la Festa patronale di San Rocco a Pilli.

Come arrivare a Sovicille

Percorrere la Superstrada Firenze – Siena, uscire a Siena Ovest e imboccare la SS 73 fino a Volte Basse, poi a destra prendere la direzione per Sovicille; non provvista di autonoma stazione, la località si raggiunge con autobus extraurbani in partenza dalla stazione di Siena; l’aeroporto di Firenze dista ca. 95 km dalla cittadina.

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