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Nuoro (Sardegna): il centro storico ed il Museo Deledda

Nuoro, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Nuoro dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

La postazione sopraelevata nel cuore della Sardegna, dominante sui corsi d’acqua che fendono il territorio, consentiva di controllare i traffici tra la valle del Tirso e il bacino del Cedrino.

Storia

Non deve stupire, di conseguenza, che Nuoro sia stata abitata sin da tempi antichissimi e che nelle diverse epoche se la siano contesa popoli di varie parti del Mediterraneo. Impettita sulla cima di un altopiano granitico, a 600 metri s.l.m., oggi è una bella città di 37 mila abitanti, capoluogo dell’omonima provincia della Sardegna centro-orientale.

Il centro storico e cosa vedere

Incastonata nell’entroterra dell’isola – una delle isole italiane più belle – la città è un concentrato prezioso di opere d’arte, architetture, tradizioni suggestive e scorci poetici, da visitare con calma secondo un ritmo pacato, come nelle città mediterranee più solari. Tra gli edifici più interessanti c’è la Cattedrale di Santa Maria della Neve, pregevole monumento del XIX secolo realizzato secondo il gusto neoclassico. Fondata per volere del vescovo Giovanni Maria Bua, venne progettata dall’architetto Antonio Cano e la costruzione fu inaugurata nel novembre del 1835. Meritano una particolare attenzione l’altare maggiore, dedicato anch’esso a Santa Maria della Neve, e gli affreschi del soffitto, ma anche l’imponente dipinto di Alessandro Tiarini che raffigura la deposizione di Cristo.
Il nuovo Duomo andò a sostituire l’antica Pieve di Santa Maria ad Nives, citata ad esempio in un documento quattrocentesco e probabilmente costruita alla maniera catalana.

Ma tra gli edifici di culto più rilevanti di Nuoro c’è anche la chiesa della Madonna delle Grazie: la sua realizzazione fu concessa nell’ottobre del 1679 da parte del vescovo Alghero Francesco Lopez de Urraca a Nicolau Ruju Manca, e ancora oggi domina il suggestivo quartiere di Seuna. Ristrutturata recentemente, la chiesa presenta linee semplici ed essenziali, di gusto quasi rustico, ma la facciata è austera e di grande effetto: un grande portale centrale è affiancato da semicolonne che reggono un massiccio architrave, a sua volta sormontato da un timpano triangolare. Figure bestiali e floreali, che richiamano i motivi gotico-catalani, se ne stanno su stipiti e capitelli, mentre la parte alta della facciata è dominata da un elegante rosone in trachite, probabilmente desunto dalla precedente chiesa di ‘Santu Milianu’ ormai scomparsa.

Il Museo Deleddiano

Ed eccoci giunti nella zona più ‘poetica’ di Nuoro: passeggiando nel centro ci si trova al cospetto della casa natale di Grazia Deledda, culla della grande scrittrice che vi abitò dal 1871 al 1936 e che ottenne il Nobel nel 1926. La dimora è perfettamente in linea con le architetture circostanti, situata al numero 42 di una via intitolata alla letterata, arricchita all’interno dall’arredamento originale e oggi sede del Museo Deleddiano. Vi si possono ammirare gli ambienti reali in cui la scrittrice trasse l’ispirazione in gioventù, e vi si possono consultare vari documenti riguardanti la sua produzione e la sua biografia: cimeli di vario tipo, prime edizioni italiane e straniere, ricostruzioni di scenari descritti nei suoi romanzi, soprattutto nell’autobiografico ‘Cosima’.

È dedicata a un illustre personaggio anche la Piazza Sebastiano Satta, piazza-monumento situata proprio nel cuore di Nuoro, tra Corso Garibaldi e il rione di Santu Prédu, ideata da un grande artista contemporaneo e intitolata al ‘Vate di Sardegna’ vissuto tra il 1867 e il 1914. Perfezionata nel 1967 con il contributo dello scultore Costantino Nivola, oranese formatosi in America accanto ad artisti notevoli come Le Corbusier, la piazza ha uno stile minimalista ma presenta alcuni inserti caratteristici, che richiamano il territorio e la specificità del paesaggio sardo: sono le riproduzioni in bronzo dei massi granitici del monte Ortobene, colosso immortale visibile sullo sfondo.

L’Ortobene, infatti, è per eccellenza il monte dei nuoresi: tra le sue foreste e le sue rocce granitiche ospitava villaggi medievali come quelli di Gortove e Séuna, ed è tuttora un angolo magico di grande fascino naturalistico, con boschi appassionanti per escursionisti e amanti della natura. La vetta, che raggiunge i 955 metri di altitudine, talvolta è spruzzata di neve e regala scorci ancora più incantevoli, e dalla cima si possono godere alcuni belvedere davvero suggestivi sul Monte Corrasi di Oliena, in direzione Supramonte, verso il Gennargentu e il mare.

Da vedere ‘sa conca’, una residenza rustica ricavata in un grande corpo granitico cavo a forma tondeggiante, ma anche le tracce di un antichissimo borgo medievale nella zona di ‘Sedda Orthai’, l’area archeologica delle Domus de Janas, che secondo la tradizione sarebbero le ‘case delle fate’, e le necropoli del neolitico ed enolitico. Alla sommità del monte sorge la chiesetta campestre di Nostra Signora ‘e su Monte, e qua e là si rimane affascinati dai cosiddetti ‘rocciai’, cataste naturali di rocce nate con l’erosione dei venti e delle intemperie, spesso caratterizzate da forme bizzarre che ricordano figure animalesche o leggendarie.

Sagre, eventi e manifestazioni

A proposito di leggende, la componente tradizionale è molto sentita a Nuoro e dintorni, e si esprime attraverso tante ricorrenze imperdibili e celebrazioni popolari o religiose. Una grande importanza, per la valenza turistica ma soprattutto per la devozione dei cittadini, ha la celebre Sagra del Redentore che ogni anno si ripete per una settimana circa alla fine di agosto: per l’occasione si tiene una grande sfilata coi costumi tipici della Sardegna e si celebra una solenne funzione religiosa che ha sede proprio ai piedi della statua del Redentore.

Da non perdere anche la Festa della Madonna delle Grazie, che si rifà a un’antica tradizione secondo la quale un pastorello, nel XVII secolo, trovò una piccola statua di legno raffigurante la Madonna, che si rivelò miracolosa: da quel momento, ogni anno il 21 di novembre, dodici giovani nuoresi sfilano in processione coi costumi tradizionali e offrono alla Madonna 12 ceri a nome dei 12 rioni cittadini.

Il 17 gennaio la Festa di Sant’Antonio Abate porta in città tanti grandi falò, intorno ai quali ci si incontra consumando in compagnia fave con lardo, vino e pane carasau, ma anche cantando, ballando e sfidandosi nel leggendario gioco della morra. Infine, nel mese di febbraio, è un’emozione assistere al carnevale barba ricino, con le maschere caratteristiche dei vicini villaggi.

Clima e quando andare

Ad abbracciare tanta vivacità c’è un clima mediterraneo temperato, con estati abbastanza calde e inverni freschi, generalmente non rigidi, e un maestrale ricorrente. Il valore medio annuo va dai 13 °C ai 15 °C, e in estate sono rare le giornate che superano i 35 °C, grazie alla brezza marina che riesce a soffiare sino alla città mitigandone la calura. Nonostante la mitezza del clima non è raro che una nevicata faccia visita ai nuoresi: ogni anno cadono circa 20-25 cm di fiocchi candidi, ad agghindare anche la bella Sardegna di bagliori lunari e argentei.

Come arrivare

Per arrivare a Nuoro si può atterrare all’aeroporto di Oristano o di Olbia. Ad Olbia, a poco più di 100 km dalla meta, si trova anche il porto più vicino: da qui, in auto, si prendono la SS 131 DCN e la SP 45, mentre da Oristano si percorrono la SS 131 e la SS 131 DCN seguendo le indicazioni.
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