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Trino (Piemonte): visita al comune del vercellese

Trino, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Trino dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

In prossimità della riva sinistra del Po e a ridosso delle colline del Monferrato, Trino (detto spesso Trino Vercellese, nulla ha a che fare con il significato teologico della Trinità n.d.r.) s’adagia nell’umido ma bellissimo vercellese, proprio a una manciata di chilometri dal capoluogo in quel Piemonte tappezzato di risaie, paludi bonificate e terrazzamenti agricoli.

La coltivazione del riso rappresenta qui l’attività principale, tassello essenziale di un’economia legata a stretto filo a un’agricoltura che rimane sempre e comunque poliedrica, di sostegno agli oltre 7.000 abitanti del borgo.

La centrale nucleare

Non va omesso, tuttavia, che esiste un secondo comparto di enorme rilevanza, ovvero quello relazionato alla produzione di energia elettrica, garantita nell’ordine dalla centrale elettronucleare Enrico Fermi e dalla centrale termoelettrica Galileo Ferraris, due porte costantemente aperte sul futuro e l’innovazione.

Il territorio favorisce invero la piena estrapolazione delle risorse terriere ma anche la sua contemplazione se ci si riferisce al Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino, area protetta di 584 ettari a carattere boschivo planiziale, affascinante fotogramma della Pianura Padana pre-antropizzazione. A volte l’amena posizione ha giocato al paese brutti scherzi, su tutti le alluvioni che colpirono il centro cittadino nel 1994 e nel 2000, ma ciò è comunque poca cosa rispetto agli intriganti benefici arrecati da una natura benevola e generosa.

Cosa vedere a Trino Vercellese

C’è inoltre da considerare il censo architettonico focalizzato per la quasi totalità sul genere ecclesiale di cui fanno parte tanti begli edifici sacri che rispecchiano la mirabile veste del complessivo patrimonio artistico locale. È arte la Parrocchiale di San Bartolomeo, fondata agli inizi del Duecento ma rifatta nel ‘600 riducendosi da tre a una navata, unitamente ai rifacimenti ottocenteschi di una facciata classicheggiante che introduce degnamente un interno contenitore di opere perlopiù rinascimentali: eccettuata la Madonna col Bambino ascrivibile al Trecento, sono del periodo cinquecentesco il trittico dell’Immacolata Concezione ordito da Gerolamo Giovenone, le tele raffiguranti l’Incoronazione della Vergine e santi e il Gesù fanciullo con San Giuseppe e la Madonna, oltre al Crocifisso ligneo e vari saggi di esemplare pittura piemontese.

È altresì arte la Chiesa di San Michele in Insula, la cui romanicità viene alterata elegantemente dal pronao innanzi la porta d’ingresso, elemento dichiaratamente settecentesco. La Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, accorpata al convento dei frati domenicani (che custodisce resti di un antico chiostro di fattura quattrocentesca), mantiene invece un’austera struttura gotica che divampa lungo il campanile, eppure la facciata dissente stilisticamente palesandosi neoclassica. L’intera Chiesa di San Lorenzo è barocca e la sua bellezza viene ulteriormente rimarcata dalla facciata in cotto. Più distaccata perché a qualche chilometro dall’abitato la Chiesa della Madonna delle Vigne.

L'Abbazia di Lucedio

Discorso distinto si merita la splendida Abbazia di Santa Maria presso frazione Lucedio, complesso cistercense fondato nel lontano XII secolo che ricoprì il ruolo di feudo monacale piuttosto redditizio in quanto a esso veniva in passato assoggettato un quantitativo ingente di lotti di terra. Oggi perdura la grandiosità di tale eminenza architettonica che si fregia di uno stupefacente campanile a pianta ottagonale in cui è manifesto lo stile gotico lombardo, un arioso chiostro, ambienti magnifici come ad esempio la Sala dei Conversi dotata di volte a vela e la Chiesa del Popolo eretta nel ‘700 appositamente per le famiglie contadine desiderose di ritirarsi in preghiera. Il progetto si deve a un allievo di Juvarra, tale Giovanni Tommaso Prunotto, molto attivo alla corte dei Savoia. Le attrattive dell’abbazia si legano esplicitamente alle leggende che aleggiano su di essa, leggende che accennano insistentemente a cripte segrete, fiumi ipogei, abati mummificati e riuniti in una misteriosa sala.

Dove finisce la leggenda inizia la storia, quella vera e palpabile che in frazione Leri Cavour espande la realtà concreta vissuta dalla famiglia Benso, che di queste terre possedeva all’epoca ben 900 ettari in principio parte di una grangia (zona di immagazzinamento di derrate alimentari, fattorie e cascine a destinazione prettamente contadina). Entro i confini si trovano la Chiesa di Leri progettata da Francesco Gallo e la tenuta che fu di proprietà del celebre statista Camillo Benso conte di Cavour.

Eventi, sagre e manifestazioni

Tornando a Trino centro, si segnala infine la grande manifestazione che anima ben cinque giorni di caldo agosto, la Festa Patronale di San Bartolomeo.
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In auto da Vercelli si consiglia di prendere la SS 455, proseguire sulla SP 31 in direzione di Trino; la stazione si trova sulla linea ferroviaria ChivassoAlessandria; dal capoluogo vercellese si può anche partire in pullman e arrivare dunque a Trino con le linee extraurbane 59, 60 e 95 dell’Atap; l’aeroporto più vicino dista poco più di 60 km ed è il “Sandro Pertini” di Caselle Torinese.

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