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Martigny (Svizzera): la cittą, l'anfiteatro e l'arco alpino

Martigny, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Martigny dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Giulio Cesare ne parlò in merito alla conquista della Gallia, tra il 58 e il 50 a.C., e i Veragri l’avevano eletta capitale; fu teatro di una grande battaglia tra questo popolo e le truppe romane di Galba nel 56 a.C., e ancora oggi numerose testimonianze raccontano la presenza romana sul territorio sin da tempi lontani. Siamo a Martigny, tra le montagne e le valli del Canton Vallese, nel cuore della Svizzera: la bella cittadina di 15 mila abitanti, famosa per il suo anfiteatro, per i suoi musei, ma anche per la posizione strategica nell’arco alpino, rappresenta una rinomata meta turistica estiva e invernale.

Martigny occupa l’ansa che il Rodano descrive nel Vallese, al crocevia tra vie di comunicazione importanti che conducono ai passi del Sempione, del Gran San Bernardo e della Forclaz. Tutt’intorno al centro i rilievi più dolci sono ricamati di vigneti e alberi da frutto, prima che il territorio si impenni verso picchi ben più maestosi: fragole, albicocche, uva e asparagi sono solo alcuni dei prodotti che assorbono il sole generoso di questa zona svizzera, per andare ad arricchire la prelibata cucina locale.

Non è un caso, dunque, se in passato personaggi di spicco come Rousseau, Goethe, Stendhal o Liszt si lasciarono rubare il cuore da questa località. Ma prima del loro arrivo si collocano già, sulle spalle di Martigny, ben duemila anni di storia appassionante, che vedono per protagonisti i celti, i già citati romani nonché le truppe napoleoniche. In seguito la cittadina divenne la prima sede episcopale della Svizzera, e oggi colpisce per il pregio degli edifici storici e sacri, in particolare per gli antichi quartieri di La Bâtiaz e Vieux-Bourg.

Il polo d’attrazione culturale più importante è senza dubbio la Fondazione Pierre Gianadda: racchiude alcune mostre notevoli come il Museo Gallico-Romano, custode delle vestigia di un antico tempio gallo-romano, e il Museo dell’Automobile, ma anche esposizioni d’arte con opere di Picasso, Chagall e Balthus. Ad abbracciare l’edificio c’è un magnifico parco con sculture e un padiglione estivo dedicato a Leonardo da Vinci.

Da vedere anche il Museo dei Cani San Bernardo, una razza famosa di questa zona. L’esposizione è dedicata a loro, alle loro caratteristiche e alla loro storia, ma anche all’Ospizio del Gran San Bernardo. L’edificio, moderno e curato, ha un piano adibito alle mostre temporanee, mentre al piano terra presenta tante cucce abitate da altrettanti esemplari, pronti a vivere e giocare liberamente sotto gli occhi del pubblico nel grande parco fitto di alberi.

Dal punto di vista naturalistico, il territorio intorno a Martigny ha in serbo tante sorprese affascinanti. Le Gole del Durnand, ad esempio, offrono uno scenario selvaggio, che contrasta fortemente con le atmosfere accoglienti della città. Situate a sud della città, sono collegate da un percorso di un chilometro in cui si susseguono scale, tunnel e gallerie: per raggiungerle si parte dal borgo di Le Borgeaud, dove il Durnand fluisce nella Dranse, attraversata dal ponte che conduce alle emozionanti gole. Le pareti rocciose, a dir poco sublimi, sono strettamente addossate le une alle altre su entrambi i lati del fiume, e con ben 14 salti fanno scrosciare l’acqua verso la valle della Dranse.

Gli amanti della natura apprezzeranno anche il labirinto della vicina località di Evionnaz, dove oltre 18 mila siepi di tuia compongono il più grande dedalo del mondo, per un totale di tre chilometri di percorso costellati di tesori, giochi e intrattenimenti per grandi e piccoli. Situato tra Martigny e St.Maurice, il labirinto si diverte a disorientare gli ospiti per poi premiarli con un grande parco divertimenti, dove si possono provare gli slittini, la parete da arrampicata, il campo da minigolf e tante altre attività ludiche e sportive. Durante le feste il parco organizza delle divertenti giornate a tema, e per ristorarsi sono sempre aperti i bar, i risoranti e la crêperie.

A breve distanza da Martigny – una ventina di chilometri - merita una visita anche Le Châtelard, da cui si può prendere la funicolare a due cabine più ripida del mondo, oppure il treno della ferrovia a scartamento ridotto, per arrivare al lago artificiale di Emosson.

Nell’arco dell’anno sono numerose le occasioni di festa e di svago, e in ogni stagione vengono organizzate manifestazioni culturali o dal sapore tradizionale. L’anfiteatro romano, ad esempio, nei mesi estivi diventa un’arena per il cinema all’aperto, mentre in autunno fa da palcoscenico ai tipici combattimenti di vacche per l’elezione della regina della Foire du Valais, ovvero la Fiera annuale del Vallese. A dicembre, invece, è tempo di Mercatini di Natale.

Infine non si può dimenticare che da Martigny, a bordo del Mont Blanc Express, si raggiunge in un’ora e mezza Chamonix, rinomata località vacanziera francese, attraversando il ripido tratto a scartamento ridotto che affascina i turisti con ghiacciai, cascate e gole mozzafiato. La corsa del Mont Blanc Express comincia qui per approdare, a 2840 metri di quota, a Salvan, il borgo che ospitò i primi esperimenti di telegrafia senza filo di Guglielmo Marconi.

Per arrivare a Martigny ci sono diverse possibilità. Chi viaggia in auto può percorrere l’autostrada A9 e imboccare l’uscita Martigny, quindi seguire le indicazioni fino alla meta. In treno da Ginevra occorre un’ora e 40 minuti di viaggio, da Bâle tre ore e 20 e da Zurigo tre ore e dieci. Gli aeroporti più vicini sono quelli di Ginevra, Zurigo e Bâle-Mulhouse.

Giunti a destinazione ci si immerge in un clima frizzante, freddo d’inverno e piacevolmente fresco d’estate, con precipitazioni invernali scarse ad eccezione di qualche bella nevicata. Le temperature medie del mese più freddo, gennaio, vanno da una minima di -2°C a una massima di 4°C, mentre in luglio, il mese più caldo, si passa dai 19°C ai 29°C. Le precipitazioni toccano il picco massimo in giugno, quando piove in media per una decina di giorni.
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 Pubblicato da - 11 Febbraio 2011 - © Riproduzione vietata

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