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Cenacolo Vinciano: visita al museo con l'Ultima Cena di Leonardo

Qui si trova l'Ultima Cena di Leonardo, uno dei capolavori assoluti della storia dell'Arte. Siamo a Santa Maria delle Grazie, il convento di Milano.

Il lascito di quel genio indiscusso ch’è lo scrittore, pittore, inventore, disegnatore e progettista Leonardo Da Vinci conta innumerevoli creazioni fuoriuscite da una mente brillante, quasi extraterrestre, capace di generare autentici capolavori celebrati in tutto il mondo. Il Belpaese è cresciuto e seguita a svilupparsi artisticamente grazie anche alle intuizioni straordinarie del nostrano innovatore, conservandone la produzione in musei roccaforte della cultura ai massimi livelli.

La Gioconda, per fortuità storica, si fa ammirare al Louvre di Parigi ma Milano si tiene stretto quel magnifico dipinto simbolo dell’interpretazione pittorica relativa al precetto cristiano, l’Ultima Cena, opera somma così esemplare, studiata e controversa da essere dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO. L’ambiente avente l’onore di custodirlo è il Cenacolo, in cui è stato istituito il Museo del Cenacolo Vinciano, incastonato nel refettorio del chiostro facente parte della Chiesa di Santa Maria delle Grazie. E’ qui che dal 1498 campeggia su una superficie murale di 4,60 m di altezza e 8,80 m di larghezza la sintesi scenica del grande Leonardo, a forte rischio danni durante la Seconda Guerra Mondiale: nel 1943, infatti, una bomba si abbattè sul refettorio ma, miracolosamente, la parte ospitante il dipinto non rimase coinvolta scongiurando la tragedia, che avrebbe privato MIlano di uno dei suoi più iconici punti di interesse.

La Storia del Cenacolo VInciano

La storia di questo eterno caposaldo dell’arte, classificato ufficialmente come dipinto parietale a olio su intonaco (definizione didascalica secondo perfetto manuale d’arte moderna) risulta travagliata e complessa. Non si tratta di un affresco poiché Da Vinci decise di svincolarsi dalla tradizione in merito alla pittura su muro che imponeva una rapida stesura del colore sull’intonaco umido, preferendo adottare un proprio metodo sperimentale (tipico della pittura su tela) imprimibile sull’intonaco asciutto, così da poter intervenire a più riprese con i colori a secco su tempera grassa incrementando i particolari con cura maniacale ed enfatizzando con rara potenza visiva effetti di luce e incisive trasparenze.

Una scelta infelice in quanto i primi segni di deterioramento, sbiaditure e crepe si manifestarono quasi subito (le prime avvisaglie incombettero già nel 1517), cosicché per rimediare all’errore intercorsero le mani di vari autori impegnati in difficoltosi restauri preposti a salvarne la primigenia bellezza. L’ultimo intervento risale al 1999 a seguito di ca. 20 anni di dedizione necessari per rimuovere le innumerevoli ridipinture e portare nuovamente alla luce l’impianto originario nella sua veste naturale. Questi lavori iniziarono nel 1977 e presupposero l’impiego di tecniche e strumenti all’avanguardia. Uno dei più ostinati detrattori dell’Ultima Cena, l’architetto Giorgio Vasari, pronunciò all’epoca queste sentenziose e pesanti parole: “Un lavoro tanto mal condotto che non si scorge più se non una macchia abbagliata”.

Nel 1612 furono in molti a temere la completa distruzione dell’opera, tra i quali si distinse in tal frangente il cardinale di Milano Federico Borromeo, che fece eseguire una replica pioniera di tantissime altre successive copie. La migliore appare oggi quella del Giampietrino, allievo di Leonardo, stimata anche per il rispetto delle dimensioni a differenza della più piccola riconducibile alla mano di Marco d’Oggiono.
L’Ultima Cena rappresenta l’ultimo pasto di Gesù in compagnia degli apostoli nella sera in cui Egli rivelò ai 12 di essere stato tradito: alla sconcertante rivelazione seguì il breve confronto con Giuda, pronto a consegnarlo al Sinedrio.

Una curiosità: proprio sopra la testa della figura centrale rappresentata dal Cristo è stato scoperto – nel corso del più recente restauro – un residuo di buco che, da quanto emerso da vari studi, sarebbe risultato funzionale a Leonardo come “punto di fuga” atto a ricoprire un riferimento per il disegno prospettico complessivo.

Come arrivare al Cenacolo VInciano

Milano è raggiungibile da molteplici tangenziali, A8 da Como e Varese, A4 da Torino, A1 da Bologna, A7 da Genova, A1 e A4 da Bergamo; le tre stazioni ferroviarie in città sono la Stazione Centrale in Piazza Duca d’Aosta, la Stazione Garibaldi in Piazza Freud e la Ferrovie Nord in Piazzale Cadorna; utilizzabili le linee metro MM1 con fermata Conciliazione e MM2 con fermata Cadorna o tram 20, 24, 29, 30. Aeroporti disponibili Malpensa e Linate.

Informazioni utili, orari, prezzi e giorno di chiusura del museo

Museo del Cenacolo Vinciano

Dove: Piazza Santa Maria delle Grazie, 2 – Milano
Periodo d’apertura: dal martedì alla domenica
Orari di visita: dalle ore 8.15 alle 19.00 con orario continuato e ultimo ingresso alle 18.45
Contatti: per informazioni e prenotazione biglietti tel. 02/89421146 od online su www.cenacolovinciano.org. Prenotazione obbligatoria per gruppi max. 25 persone
Costo biglietti: intero € 6.50 (+ € 1.50 per diritto di prenotazione), ridotto € 3.25 (+ € 1.50 per d.p.) dai 18 ai 25 anni, gratuito (+ € 1.50 per d.p.) under 18 e over 65.

 Pubblicato da il 24/04/2017 - 8.384 letture - ® Riproduzione vietata

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