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La Libia del Sud-Est. Tour nel Sahara sulle tracce del Paziente inglese

La Libia è oramai un paese ben conosciuto dal turismo, non solo per le bellezze architettoniche di Leptis Magna, Sabrata e la medina di Ghadames (patrimonio UNESCO), ma anche per il suo deserto ormai meta di un turismo quasi di massa. Molte organizzazioni propongono circuiti nel massiccio dell’Akakus, dove si attraversa un tappeto di sabbia con ampie vallate alla scoperta di pitture rupestri risalenti al periodo neolitico. Si può anche dormire in comodi campi tendati e fare una puntatina ai laghi dell’erg di Ubari. (deserto di dune )

Questi laghi rappresentano un fenomeno unico e inspiegabile, a tutt’oggi, in tutto il Sahara. Arrivarci è anche molto divertente e impegnativo in quanto il percorso si articola nelle stupende dune dell’erg. Ma per chi è alla ricerca di una piena immersione nei grandi spazi sahariani la meta ideale è il sud-est della Libia.

Questa ampia zona desertica è stata meta di ricerche da parte di L. Almasy conosciuto attraverso il film “Il paziente inglese”. Almasy fu un grandissimo esploratore, tra l’altro, dell’area del Gilf Kebir egiziano e del deserto libico. Fu il primo a raggiungere l’oasi di Al Khofra con un’auto proveniente dal Gilf Kebir egiziano, inoltre scoprì le pitture rupestri nel sud del massiccio del Jebel Awaynat, grande montagna al confine con Egitto e Sudan . E’ possibile un viaggio-spedizione con buone auto 4X4 che partendo dal vulcano di Waw an Namus raggiunge l’oasi di Al Khofra , il Jabel Awaynat e le grandi dune del Great sand sea. Sono tutti luoghi che da soli varrebbero un viaggio. La grande caldera del vulcano di Waw an Namus rappresenta un fenomeno unico in tutto il Sahara.

L’esplosione vulcanica ha dato luogo a laghi e palme che attorniano l’antico cono, in un contesto di sabbia nera e gialla, creando un piccolo angolo di Islanda in pieno Sahara. Da lì si prosegue attraverso le dune dell’erg di Rebiana fino ad arrivare all’omonima oasi, popolata da alcuni insediamenti tebu. I tebu chiamati anche “tubu” o “daza” rappresentano un’etnia nomade del Sahara tra la più interessanti. Definiti in modo dispregiativo “gli zingari del deserto” per la loro caratteristica sociale basata sull’individuo e non sul clan familiare non sono mai stati sottomessi né dai francesi né dagli italiani e nemmeno forse dagli Arabi. Ancora oggi in alcuni aree del tibesti ciadiano sono in ribellione. Da Rebiana proseguiamo verso le sabbie vergini del Jabel Awaynat attraversando zone ricche di paleosuoli, che testimoniano come fino al periodo neolitico fossero popolate e ricche di acqua e di animali.

Il massiccio del Jabel Awaynat è un punto di riferimento per le carovane e luogo di confine tra Libia, Egitto e Sudan; racchiude nei fiumi fossili che scendono dalle pendici pitture rupestri tra cui quelle scoperte da Almasy di una bellezza straordinaria. Da lì si rientra verso Al Khofra per attraversare il grande mare di sabbia. Il percorso è all’inizio una piana di sabbia da cui emergono pinnacoli di rocce. Si possono ammirare due grandi crateri meteoritici scoperti di recente, alcuni relitti di aerei risalenti all’ultimo conflitto mondiale, per poi affrontare la parte più impegnativa del viaggio, cioè le dune del grande mare di sabbia. Solo con ottime macchine e autisti capaci si può fare questo percorso per i passeggeri occorre solo una buona motivazione ed essere in buona salute, le bellezze di questo mare cristallizzato rappresentano qualcosa che sicuramente non si dimentica.

Fonte:Associazione di viaggi e spedizioni sahariane
Cap180° - Enrico Manfredini - Tel. 348 6032039
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