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Donnavventura 2010: il reportage di viaggio di Chiara, tra l'Italia e l'Egitto (14 pagine)

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El Shalatin: Beduini nubiani, cammelli e 77 giorni di viaggio

La polvere ti si attacca addosso per il caldo. Già di prima mattina il sole scalda e si riflette sulla sabbia gialla del deserto. I budini sono abituati a certe temperature, per loro è normale, non ci fanno neppure caso, indossano lunghe tuniche e voluminosi turbanti per proteggersi la testa. Ancor più noncuranti sembrano i loro dromedari, sarà per quell’espressione stralunata e curiosa allo stesso tempo o per il muso apparentemente sorridente e gli occhi dolci. Non rientrano certo fra gli animali più “belli”, non hanno la fierezza del leone o la grazia del cigno, si muovono sulle lunghe zampe ossute e osservano pacati ciò che li circonda, questo almeno quando sono in libertà. Ma qui ad El Shalatin, a due passi dal Sudan, sono nel posto peggiore, si tratta infatti di uno dei più importanti mercati di dromedari di tutta l’Africa occidentale e da qui partono alla volta dei macelli del Cairo. Brutto affare per loro, ma non per i beduini che contrattano e che vivono di questo. L’amarezza nasce nel vedere il modo in cui vengono trattati, non sono risparmiate loro bastonate e rimbrotti per far si che, quieti, aspettino di essere marchiati, venduti e caricati su camion dove vengono stipati con la stessa considerazione con cui si impilano i sacchi di patate. Costituiscono un’importante risorsa per i beduini, indispensabili fino a non molto tempo fa quando a loro si affidavano per trovare acqua nel deserto, ma ancora oggi sono compagni fidati, comunemente usati per spostarsi tra le dune e la sabbia. Entrare in contatto con una realtà così forte lascia un po’ sgomenti, vedere animali a cui viene legata una zampa cosicché non possano scappare non è certo uno “spettacolo” a cui sia piacevole assistere, per quanto ci sia la consapevolezza che rientra nell’ordine delle cose, almeno da queste parti. Ma anche questo è viaggiare. La nostra avventura non è fatta solo di scenari da sogno e sguardi sorridenti, ci sono anche gli aspetti più terreni della vita delle persone che si misurano con un quotidiano lontano dal nostro. Calpestare quella stessa polvere, ascoltare le contrattazioni, osservare i gesti ed i volti è comunque un privilegio e, a volte, i privilegi si pagano, non foss’altro che con l’amarezza.
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