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Hohhot (Cina), visita alla storica capitale della Mongolia Interna

Hohhot, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Hohhot dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Hohhot, storica capitale della Mongolia Interna, è una località vivace, con un bel museo e alcuni caratteristici templi raggruppati all’interno del perimetro della città vecchia, oltre che un punto di partenza ideale per escursioni verso la steppa. Dal punto di vista geografico, Hohhot, che in mongolo significa “Città Azzurra”, sorge ad oltre 1.000 metri di quota nella parte centro-meridionale della regione autonoma della Mongolia Interna, circondata dal Daqing Shan e dall’Hetao Plateau a sud. Negli ultimi decenni, la città ha conosciuto un notevole sviluppo, aumentando le proprie dimensioni fino a superare i 4.000.000 di abitanti e dotandosi di un’importante università e numerose industrie impegnate prevalentemente nella lavorazione della lana.

La fondazione dell’insediamento risale alla fine del XVI secolo, quando il sovrano mongolo Altan Khan ordinò di costruire i primi edifici intorno alle più antiche lamasserie e ad alcuni templi. Capitale della Mongolia Interna a partire dal 1952, Hohhot è oggi una località piuttosto prosperosa che nel quartiere più antico conserva ancora alcune tracce del suo nobile passato. Numerosi turisti la visitano ogni anno in quanto punto di partenza per escursioni nelle steppe circostanti verso Xilamuren, Gegentala e Huitengxile, dove si può gustare un assaggio delle pittoresche tradizioni mongole.

Quasi tutte le attrattive di Hohhot si trovano nel centro antico della città, spostato a est rispetto alla moderna area commerciale. Tra i siti di maggiore interesse turistico spicca il Palazzo Imperiale, assai simile a quello di Pechino, anche se di dimensioni molto più ridotte e in stile manciù. La sua costruzione fu intrapresa nel 1625 da Nuerhaci, ma a completarlo fu il figlio Huang Taiji 11 anni dopo, nel 1636. Il complesso comprende 70 palazzi, per un totale di oltre 300 stanze, suddivisi in tre ali, ognuna delle quali presenta un proprio stile peculiare. Nel primo cortile, che si estende all’estremità orientale dell’edificato, si affacciano 10 palazzi, 5 per lato, che fanno da ala alla struttura principale e accolgono le sale del Museo delle armi.

La splendida struttura principale è invece quella del Palazzo degli Affari Maggiori, un ambiente ottagonale che presenta splendidi soffitti a cassettoni e ospita un elaborato trono in stile manciù, sul quale fu incoronato nel 1643 il primo imperatore della dinastia Qing, Shizu, che regnò da Pechino dal 1644 al 1661. Il cortile centrale ospita, oltre alla Porta Daqing, il palazzo Chongzheng, la torre della Fenice e il palazzo Qingning, mentre nel terzo cortile trova spazio il magnifico padiglione Wenshuo, che custodiva i libri classici dell’enciclopedia fatta redigere dallo stesso Qianlong.

Sempre per quanto riguarda le bellezze di carattere architettonico, Hohhot vanta alcuni meravigliosi templi. Uno dei più conosciuti è il Wuta Si, ovvero il “Tempio delle Cinque Pagode”, costruito in stile indiano buddhista, che raccoglie 1.563 raffigurazioni del Buddha scolpite sui muri. Molto bella è anche la lamasseria di Da, la Da Zhao, la più grande tra le antiche lamasserie cittadine, al cui interno sono ben conservati affreschi commemorativi della visita di Kangxi, imperatore di epoca Qing, e una preziosa statua argentea del Buddha alta più di 3 metri. Attraversando la strada si raggiunge un’altra lamasseria, la Xilitu Zhao, più volte restaurata negli ultimi due secoli e storica residenza dell’undicesimo Grande Buddha Vivente nel XIII secolo.

Il museo più conosciuto e rappresentativo di Hohhot è l’Inner Mongolia Museum, un allestimento situato in pieno centro che espone in maniera esaustiva e dettagliata la storia e i modi di vita tradizionali mongoli, anche se la mostra più importante e apprezzata dai visitatori riguarda strettamente le tante conquiste di Gengis Khan. Nel museo sono visibili gli abiti classici della tradizione mongola, armi e oggetti quotidiani, inclusa un’antica yurt; inoltre si può passare in rassegna una collezione di fossili di dinosauro e un intero scheletro di mammut ricoperto di pelo rinvenuto in una miniera vicino a Manzhouli.

In città ci sono due pagode: quella settentrionale, situata a nord-est del centro, e quella meridionale, che si erge su Danan Jie. Non molto distante si estende il parco Zhongshan, che ospita alcuni bei padiglioni, chioschi, gallerie e un teatro all’aperto dove spesso si esibisce l’ottima troupe acrobatica di Shenyang. Il parco del Lago Meridionale, invece, raccoglie le acque del fiume Hun ed è un luogo ideale per rilassarsi navigando in barca tra padiglioni e salici piangenti. Infine si può visitare uno zoo dove ammirare alcuni rari esemplari di fauna cinese, dal panda maggiore e minore, alla tigre della Manciuria, fino alla scimmia dorata.

Il clima è semi-arido, caratterizzato da lunghi e rigidi inverni che si contrappongono ad estati miti, gradevoli, ma piuttosto brevi. Tra dicembre e febbraio le temperature sono stabilmente al di sotto dello zero, con valori minimi che in gennaio scendono fino a -20, mentre in luglio e agosto le massime si attestano intorno ai 27 gradi, con minime comunque inferiori ai 16. Ad accomunare tutte e quattro le stagioni dell’anno è la scarsità delle precipitazioni, che superano di poco i 100 mm di pioggia al mese solo in luglio e agosto, per un totale annuo complessivo intorno ai 400 mm. A causa del fenomeno della desertificazione, a Hohhot si verificano in numero sempre maggiore improvvise tempeste di sabbia, particolarmente frequenti soprattutto all’inizio della primavera.

L’aeroporto cittadino, il Baita International Airport, dista 35 chilometri dal centro in direzione est ed è raggiungibile imboccando la Xinhua Lu. In città ci si può muovere con gli autorisciò, in bicicletta, noleggiabile presso la stazione ferroviaria e in quasi tutti gli alberghi, o sui mezzi pubblici, il cui servizio non è però proprio impeccabile. Dalla stazione degli autobus extraurbani partono frequentemente mezzi diretti a Baotou, Wuchuan e Bayan Obo, mentre Xilinhot è troppo distante per pensare di raggiungerla su gomma. I collegamenti ferroviari sono numerosi e consentono di muoversi agevolmente verso Pechino, distante 10-12 ore, ma anche Baotou, Datong e Yinchuan.
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 Pubblicato da - 05 Novembre 2010 - © Riproduzione vietata

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