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Visita al Palazzo Nazionale a Queluz, vicino Lisbona

Il Palzzo Nazional di Queluz era la residenza estiva dei reali di Portogallo: si trova a Sintra ed è chiamato la Versailles portoghese.

Il Palazzo di Queluz è un palazzo in stile barocco situato nell'omonima parrocchia del comune di Sintra, benché sia più vicino a Lisbona, da cui dista una dozzina di chilometri.

Questa attrazione di Queluz, un po' pomposamente definita la Versailles portoghese rispetto alla quale è decisamente più piccola, è stata uno degli ultimi grandi palazzi rococò costruiti in Europa, la cui storia si è profondamente intrecciata con quella del Casato di Braganza che ha dato i sovrani del Portogallo per due secoli.

Inizialmente concepita come residenza estiva di Don Pietro quando questi non aveva aspirazioni di diventare re, in seguito è divenuta a periodi alterni la residenza reale ufficiale.

Storia del Palazzo di Queluz

La proprietà su cui sorse il palazzo venne acquisita dai regnanti portoghesi nel 1640 e, più tardi, re Giovanni IV la destinò fra le spettanze del secondogenito del regnante, in quanto tale non destinato al trono. Fu così che vi andò ad abitare Don Pietro, figlio di Giovanni V. I lavori di costruzione del palazzo, sotto la direzione dell'architetto Mateus Vicente de Oliveira, iniziarono nel 1747 e proseguirono fino al 1755, quando furono interrotti a causa del grande terremoto del 1755 che rase al suolo parte di Lisbona e di Sintra, e le maestranze edili vennero utilizzate nei più urgenti interventi di ristrutturazione delle città. Al di là delle disastrose perdite in termini umani ed economici, il terremoto diede un notevole impulso allo sviluppo delle arti nel paese lusitano: molte idee e concetti nuovi presero piede in questo periodo. Quando nel 1758 i lavori ripresero, il progetto iniziale del Palazzo di Queluz venne completamente rivisto: da un punto di vista strutturale, si volle costruire un edificio lungo e basso, decisamente più stabile, mentre dal punto di vista stilistico ci si allontanò dall'appesantimento del barocco per affidarsi alla leggerezza quasi divertita del rococò. Uno stile che si addiceva perfettamente all'abitazione di un principe senza gli oneri del governo e solo gli agi della nobiltà da godere. Del resto, ciò valeva non solo per Don Pietro, ma anche per il sovrano Giuseppe I, suo fratello maggiore, che di fatto aveva lasciato il governo in mano al Marchese di Pombal, il quale faceva di tutto per lasciargli godere la bella vita.

Nel 1760 fu proprio Pombal a organizzare il matrimonio fra Don Pietro e l'instabile Maria I, figlia di Giuseppe I – e quindi sua nipote – ed erede al trono. Pombal incoraggiò la coppia a vivere, coi propri figli, nel palazzo, benché non ancora terminato, anche per tenerli lontani dai luoghi in cui si prendevano le decisioni. Quando Giuseppe I morì, Maria I divenne la prima regnante donna della storia del Portogallo e la prima cosa che fece fu quella di togliere il potere a Pombal. Negli anni seguenti, Don Pietro co-regnò assieme alla moglie assumendo il nome di Pietro III, occupandosi principalmente delle questioni religiose – era molto devoto – lasciando alla moglie tutte le altre, e più delicate, questioni. Fu in questo periodo che il Palazzo di Queluz, ricavato in un riparato avvallamento, divenne il luogo in cui la coppia regnante si ritirava dagli affari di stato. Nel 1786 morì Pietro III, poco dopo che i lavori erano stati portati a termine, e nel giro di pochi anni il palazzo divenne la residenza a tempo pieno della regina, anche perché la sua salute mentale andava progressivamente peggiorando e averla in questa residenza di campagna significava poter tenere nascosta ai suoi sudditi la sua ormai conclamata pazzia.

Il ruolo di reggente venne affidato al figlio che poi sarebbe diventato re Giovanni VI, il quale governò il paese dal Palazzo di Mafra. A seguito della distruzione del Palazzo di Ajuda - costruito in legno per cercare di sfuggire ai crolli causati dai terremoti ancor ben vivi nella memoria dei regnanti - causata da un disastroso incendio nel 1794, Giovanni VI si spostò con tutta la famiglia al Palazzo di Queluz, che tornò ad essere la principale residenza reale. Venne aggiunto un piano a un'ala per accogliere la principessa e i suoi nove figli. Nel 1807, per sfuggire all'invasione delle truppe di Napoleone Bonaparte, la famiglia reale fuggì nella colonia brasiliana e nel palazzo s'insediarono le truppe del Generale Junot che fece apportare diverse modifiche.

Quando il sovrano tornò in patria, lasciò la regina Carlotta Gioacchina a Queluz ma lui si trasferì a Mafra, tornando a Queluz solo saltuariamente, l'ultima in occasione della sua morte. Si diceva che l'ambiziosa regina, di casato spagnolo, tramasse contro il re per ottenere vantaggi a favore suo o della corte spagnola della quale non aveva mai smesso di sentirsi parte. A Queluz viveva in grande stile, ingaggiando un'orchestra che Beckford descrisse come la migliore in Europa, e aveva anche un teatro privato nei giardini, di cui oggi non resta nulla. Dopo la morte della regina, Queluz tornò a essere residenza reale solo a intermittenza, senza mai più tornare essere la residenza primaria dei reali di Portogallo.

Il figlio di Carlotta Giacchina, re Michele, abitò nel palazzo durante i tre anni di guerra civile che combattè contro il fratello re Pietro IV, prima di essere costretto ad abdicare e andare in esilio. Dal 1853 la famiglia reale visse principalmente nel ricostruito palazzo di Ajuda a Lisbona. All'assassinio di Carlo I, nel 1908, il palazzo divenne proprietà dello stato. Nel 1934 subì un incendio che distrusse larga parte degli interni e, restaurata, dal 1940 è stato aperto al pubblico in qualità di museo, esibendo la sua ricca collezione di mobili, tappeti, dipinti, ceramiche e porcellane orientali ed europee. Oggi alcune delle stanze vengono utilizzati per eventi pubblici. Un'ala del palazzo, il Padiglione della Regina Maria, attualmente è adibito ad accogliere i capi stato stranieri in visita al paese e qui risiede anche la Scuola Portoghese dell'Arte Equestre.

Esterni del Palazzo Nazional a Sintra

La sobria facciata esterna del palazzo – che sembra voluta per non far sospettare le meraviglie interne - dà direttamente su una piazza cittadina che circonda con due ali basse e simmetriche: l'ala meridionale termina in una cappella dalla cupola a cipolla e quella settentrionale contiene le cucine e gli alloggi della servitù.

Altra cosa è la “facciata cerimoniale”, assieme ad alcuni cortili interni ideata da Oliveira, senza dubbio la più famosa del palazzo. Di proporzioni classiche, con decorazioni a imitazione del marmo e cartigli scolpiti sopra le finestre, con le ali racchiude un cortile che contiene i “Giardini Pensili”, così chiamati perché, come quelli dell'antica Babilonia, sorgono su una terrazza. L'altra parte del palazzo è l'ala occidentale, conosciuta anche come ala di Robillon – il maestro di Oliveira – e qui si trovano gli eccessi dell'architettura barocca e rococò.

Ha un colonnato dorico che corre per l'intera lunghezza delle sue facciate occidentali e meridionali, il cui tetto fornisce un balcone dotato di una balaustra adornata con volute, statue e trofei araldici e interrotta da pesanti frontoni. Quest'ala contiene un'entrata al palazzo raggiunta da rampe di gradini, ingegnosamente disegnati per creare un'illusione prospettica.

Le Stanze di Stato

La Sala delle Maniche è l'unica degli appartamenti di stato a non aver subito danni dall'incendio del 1934: è una lunga galleria rivestita di piastrelle dipinte che conduce all'infilata delle stanze di stato, tutte completamente restaurate. La Stanza della Musica è decorata con pareti di legno dorate e dipinte, e presenta un soffitto con cartigli dipinti dall'intricato disegno, simile a quello del vestibolo della Reggia di Caserta. Questa stanza è decorata in uno stile più neoclassico di quello di altre stanze, in quanto ridisegnata nella seconda metà dell'Ottocento, un periodo successivo a quello in cui il barocco rococò era in auge. Qui si tenevano i grandi concerti per i quali il palazzo andava famoso, prova ne è il grande piano in stile Impero con applicazioni dorate ancora qui dislocato. Sopra al piano è appeso un ritratto di Maria I. Come molte altre stanze del palazzo, la Stanza della Musica è illuminata da grandi lampadari di cristallo.

La Stanza da Ballo fu disegnata da Robillon nel 1760 che, per crearla di forma ovale, unì cinque stanze più piccole. Gli ornamenti rococò in bronzo dorato assumono la forma di pesanti dorature nelle pareti e nel soffitto, di una tale sfarzosità da essere stati comparati con quelli del castello di Amalienburg in Baviera. Le pareti e le porte sono ricoperte di specchi mentre il soffitto dipinto e dorato è sorretto da cariatidi dorate.

La Stanza degli Ambasciatori, a volte chiamata anche Stanza del Trono o Sala degli Specchi, anch'essa disegnata da Robillon, è una delle più ampie del palazzo. Nel soffitto Francisco de Melo vi ha dipinto la famiglia reale portoghese mentre assiste a un concerto durante il regno di Maria I. La stanza dal pavimento a scacchi in marmo bianco e nero, è molto ampia e luminosa, occupa l'intera larghezza del palazzo e ha alte finestre su entrambi i lati. In mezzo a ogni finestra c'è una consolle semicircolare sopra la quale vi sono specchi a muro adornati con candelieri di cristallo. La pedana del trono, allocata in un'abside, è fiancheggiata dal colonne dorate e ricoperte di specchi.

La Cappella, durante l'occupazione del palazzo da parte di Pietro III e Maria I, fu uno dei luoghi centrali della routine della corte. Non a caso la cappella fu la prima parte del palazzo a essere completata e venne consacrata già nel 1752. Nonostante durante il regno della coppia fosse Pietro a occuparsi delle questioni religiose, il fervore religioso di Maria, detta anche Maria la Pia, non era secondo a quello del marito: entrambi prendevano parte a funzioni religiose più volte al giorno. Dopo la morte di Pietro, la regina abbandonò tutte le festività a palazzo e i ricevimenti di stato assomigliarono sempre più a delle messe, fino a quando la sua instabilità psichica e il fanatismo religioso non degenerarono in malattia conclamata. Queluz e la sua capella, dotata di una grande cupola a cipolla, divennero il suo permanente ritiro dal mondo fino a quando fu costretta a fuggire in Brasile.

Appartamenti privati

Le stanze private del palazzo sono molto più piccole e raccolte delle più formali stanze di stato e contengono molti oggetti appartenuti a coloro che vi abitavano. La Sala da Pranzo è il luogo dove la famiglia reale aveva i suoi pasti. Le decorazioni seguono gli stessi schemi di alcune delle stanze pubbliche, con pannelli di piastrelle dipinte che riportano corgigiani in ambientazioni pastorali. Il Boudoir della Regina era una delle stanze private usate da Maria I durante il suo soggiorno a Queluz. È disegnato a forma d'arco, con un motivo intrecciato sul soffitto che riflette l'intarsio del pavimento, per dare l'idea di essere sotto a un pergolato e non al chiuso di quattro mura.

Il raffinato intarsio distingue queste piccole stanze, più intime, dalle più grandi stanze ufficiale dove un tale delicato lavoro sarebbe stato rovinato da un uso più massiccio. Vicino al boudoir c'è la Stanza da Letto della Regina: fu da questa stanza che le urla della regina impazzita, vennero udite dal romanziere William Beckford, che visitò il palazzo nel 1794.

La Stanza da Letto del Re è stata descritta come una delle stanze più fantasiose del palazzo: benché di forma quadrata, dà l'impressione di essere circolare, con un soffitto a cupola supportato da colonne ricoperte di specchi e cartigli con scene tratte dal Don Chisciotte. Pietro IV morì in questa stanza nel 1834, lo stesso luogo in cui era nato 35 anni prima, com'è ricordato da un busto.

I giardini del Palazzo Queluz

Il Palazzo di Queluz è rinomato anche per i suoi giardini ornamentali sul retro, chiaramente ispirati a quelli di Versailles. Le influenze fiamminghe, inclusi i canali, sono invece opera del giardiniere olandese Gerald van der Kolk, che assistette Robillon dal 1760.

Le terrazze formali e le camminate sono arricchite da statue e fontane ma l'elemento di spicco è il Portico dei Cavallini, un tempio da giardino affiancato da due statue equestri allegoriche che raffigurano la Fama e due sfingi, surrealisticamente vestite con abiti ottocenteschi, in un'inconsueta commistione tra formale e fantastico.

Questo tema surreale si trova anche nelle sculture del Ratto delle Sabine e della morte di Abele, alternata con statue di asini in abiti umani. In fondo al giardino vi è una grotta con tanto di cascata, una novità per il luogo visto che fu la prima artificiale mai realizzata nei pressi di Lisbona. Un viale di enormi magnolie delinea l'approccio all'ala Robillon. Le pareti del canale, lunghe più di 100 metri, sono decorate con piastrelle dipinte che rappresentano paesaggi marini: durante il XVIII secolo, i canali furono lo scenario di feste a palazzo durante le quali le barche sfilavano in processione con sopra personaggi in costumi allegorici. I giardini contengono diverse fontane, fra cui un con tritoni e delfini attribuita al Bernini.

Informazioni utili per visitare e come arrivare a Queluz

Il Palazzo di Queluz è raggiungibile da Lisbona con i bus n. 25, 101 e 106 e da Sintria
Il Palazzo è aperto ogni giorno dell'anno, ad eccezione dei giorni di Capodanno e Natale, anche se può capitare che qualche sala e/o settore siano temporaneamente chiusi per lavori di restauro oppure perché adibiti ad eventi specifici. L'orario di apertura va dalle 9:00 alle 18:00 (chiusura della biglietteria un'ora prima) in ogni periodo dell'anno.

Il costo del biglietto cumulativo che comprende la visita dell'interno del palazzo e i giardini è di 8,50 € per gli adulti e di 7,00 € per chi ha tra i 6 e i 17 anni o più di 65. È possibile visitare solo i giardini, al prezzo rispettivamente di 3,50 € e 2,50 € per le due categorie di età sopra indicate. L'ingresso è gratuito per i bambini di meno di 6 anni. Acquistando i biglietti online dal sito ufficiale https://www.parquesdesintra.pt/en/ si beneficia di uno sconto del 5%. Un altro metodo per risparmiare è quello di acquistare biglietti cumulativi che comprendano altri siti dell'area di Sintra.

 Pubblicato da il 16/04/2017 - 6.291 letture - ® Riproduzione vietata

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