Alla scoperta della Sardegna: la sua storia e la sua geografia
Sardegna, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Sardegna dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Situata nel Mediterraneo, culla delle maggiori civiltà delle antichità, figlia di popoli che migliaia di anni fa ne colonizzarono coste e isole, la Sardegna spicca grazie alle opere dei Nuragici e per la modesta distanza che la separa dall’Europa o dall’Africa, suscitando motivi di grande interesse per un numero di viaggiatore sempre in aumento, alla ricerca incessante di territori che circondano la loro terra d’origine.
Alla lunga denominazione romana seguì un periodo in cui i traffici commerciali tra l’isola e l’Italia diminuirono notevolmente, a partire dal periodo bizantino fino al Medioevo (eccetto i contatti con Pisa e Genova) per proseguire ancora sotto l’Aragona e la Spagna, fino al ‘700.
Per oltre un millennio possiamo dire che la Sardegna fu davvero un mondo a parte, tenendo conto anche delle distanze e all’insicurezza della navigazione, dovuta alle incursioni dei pirati che terminarono solo nei primi anni dell’800.
Nel 1720 l’isola rientrò a far parte della penisola italiana, giovandone politicamente ed economicamente, sotto il dominio dei piemontesi. Fu grazie al regno di Sardegna, formato dalla stessa, Piemonte, Liguria, Savoia e Valle d’Aosta, a consentire, nel 1861 la riunificazione dell’Italia. È quindi per via delle dominazioni straniere che l’isola di distingue dalla penisola e dal resto dell’Europa sia nel paesaggio che nell’economia e ovviamente nella popolazione stessa.
La Sardegna, nonostante la fama delle coste, si potrebbe definire decisamente montuosa, anche se non a quote elevate, a causa dell'erosione che ne ha plasmato, per milioni di anni, l'antico rilievo, creando gole, valli, pareti e rare pianure ed altopiani, sempre ricchi di rocce e pietraie. L’isola dei pastori, così chiamata per via dell’allevamento del bestiame (favorito dal territorio rispetto ad altre risorse), fu, fino al secondo dopoguerra, anche l’isola delle miniere e dei minatori, con insediamenti minerari su quasi tutto il territorio, alcuni anche di grande rilevanza, come ad esempio nella provincia di Cagliari nel Sulcis-Inglesiente (l’area mineraria più importante d’Italia) ma anche in tutta la Barbagia (Nuoro) e nel Sassarese.
Per quanto riguarda la zona della Gallura, invece, la produzione economica più caratteristica è quella del sughero ricavato dalla corteccia delle querce, diffuse naturalmente e in parte artificialmente a partire dal ‘700. La campagna sarda è la meno abitata della nazione, escluse alcune aree adibite ad agricoltura in cui i contadini ed i pastori vivono presso i loro poderi. La maggior parte dei sardi, dunque, vive nei paesi e nelle città e se lavora in campagna fa ritorno a casa ogni sera.
A partire dagli anni del secondo dopoguerra, il mondo dell’isola si è comunque uniformato a quello europeo, ma non dimentichiamo che non più di cento anni fa, un viaggiatore che avesse deciso di raggiungere la Sardegna sarebbe stato visto come un attuale esploratore!! Ma nonostante questo, attualmente non mancano le visite di grandi personalità incuriosite da questo straordinario cocktail di vecchio e di nuovo in cui sopravvivono ancora, soprattutto nei paesi più piccoli, le usanze tipiche e dove anche i più giovani sono disposti a sostituire per qualche tempo i capi alla moda per indossare gli splendidi costumi antichi e sfilare alle feste patronali, come ad esempio alla celebrazione della Sartiglia ad Oristano (il Carnevale), di S. Efisio a Cagliari il 1° maggio, alla Cavalcata Sarda a Sassari (fine maggio), al Redentore a Nuoro (fine agosto).
Alla lunga denominazione romana seguì un periodo in cui i traffici commerciali tra l’isola e l’Italia diminuirono notevolmente, a partire dal periodo bizantino fino al Medioevo (eccetto i contatti con Pisa e Genova) per proseguire ancora sotto l’Aragona e la Spagna, fino al ‘700.
Per oltre un millennio possiamo dire che la Sardegna fu davvero un mondo a parte, tenendo conto anche delle distanze e all’insicurezza della navigazione, dovuta alle incursioni dei pirati che terminarono solo nei primi anni dell’800.
Nel 1720 l’isola rientrò a far parte della penisola italiana, giovandone politicamente ed economicamente, sotto il dominio dei piemontesi. Fu grazie al regno di Sardegna, formato dalla stessa, Piemonte, Liguria, Savoia e Valle d’Aosta, a consentire, nel 1861 la riunificazione dell’Italia. È quindi per via delle dominazioni straniere che l’isola di distingue dalla penisola e dal resto dell’Europa sia nel paesaggio che nell’economia e ovviamente nella popolazione stessa.
La Sardegna, nonostante la fama delle coste, si potrebbe definire decisamente montuosa, anche se non a quote elevate, a causa dell'erosione che ne ha plasmato, per milioni di anni, l'antico rilievo, creando gole, valli, pareti e rare pianure ed altopiani, sempre ricchi di rocce e pietraie. L’isola dei pastori, così chiamata per via dell’allevamento del bestiame (favorito dal territorio rispetto ad altre risorse), fu, fino al secondo dopoguerra, anche l’isola delle miniere e dei minatori, con insediamenti minerari su quasi tutto il territorio, alcuni anche di grande rilevanza, come ad esempio nella provincia di Cagliari nel Sulcis-Inglesiente (l’area mineraria più importante d’Italia) ma anche in tutta la Barbagia (Nuoro) e nel Sassarese.
Per quanto riguarda la zona della Gallura, invece, la produzione economica più caratteristica è quella del sughero ricavato dalla corteccia delle querce, diffuse naturalmente e in parte artificialmente a partire dal ‘700. La campagna sarda è la meno abitata della nazione, escluse alcune aree adibite ad agricoltura in cui i contadini ed i pastori vivono presso i loro poderi. La maggior parte dei sardi, dunque, vive nei paesi e nelle città e se lavora in campagna fa ritorno a casa ogni sera.
A partire dagli anni del secondo dopoguerra, il mondo dell’isola si è comunque uniformato a quello europeo, ma non dimentichiamo che non più di cento anni fa, un viaggiatore che avesse deciso di raggiungere la Sardegna sarebbe stato visto come un attuale esploratore!! Ma nonostante questo, attualmente non mancano le visite di grandi personalità incuriosite da questo straordinario cocktail di vecchio e di nuovo in cui sopravvivono ancora, soprattutto nei paesi più piccoli, le usanze tipiche e dove anche i più giovani sono disposti a sostituire per qualche tempo i capi alla moda per indossare gli splendidi costumi antichi e sfilare alle feste patronali, come ad esempio alla celebrazione della Sartiglia ad Oristano (il Carnevale), di S. Efisio a Cagliari il 1° maggio, alla Cavalcata Sarda a Sassari (fine maggio), al Redentore a Nuoro (fine agosto).
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