Cerca Hotel al miglior prezzo

Carnevale Veneto 2024

Le sfilate di Carnevale più belle in Veneto: quando e dove sono

Date e programmi di tutti i Carnevali in Veneto

Il Carnevale di Bovolone

Carnevale di Bovolone
» Date e programma 2024

Dal 13 Febbraio 2024
al 06 Aprile 2024 *

* Date non continuative!

Il Carnevale di Ceggia

Carnevale di Ceggia
» Date e programma 2024

Dal 04 Febbraio 2024
al 13 Febbraio 2024 *

* Date non continuative!

Il Carnevale di Chioggia

Carnevale di Chioggia
» Date e programma 2024

Dal 08 Febbraio 2024
al 13 Febbraio 2024 *

* Date non continuative!

Il Carnevale di Sappada

Carnevale di Sappada
» Date e programma 2024

Dal 28 Gennaio 2024
al 13 Febbraio 2024 *

* Date non continuative!

Il Carnevale di Sedico

Carnevale di Sedico
» Date e programma 2024

Dal 04 Febbraio 2024
al 18 Febbraio 2024 *

* Date non continuative!

Conosci altri Carnevali? Segnalaceli

Maschere, tradizioni e feste del Carnevale in Veneto

La città di Venezia e l'antica Repubblica sono legate a filo doppio al Carnevale inteso come trasgressione. Erano le maschere, intese non come personaggi ma come l'insieme dei veli, pizzi e stoffe usati per celare il volto a consentire il realizzarsi di ogni desiderio. Un palcoscenico in cui i ceti più abbienti, ma anche quelli più popolari, si muovevano con naturalezza. La bauta era la "maschera che ogni disuguaglianza agguaglia", usata sia dagli uomini che dalle donne, per nascondere il volto e favorire incontri amorosi e avventure. Fra i personaggi più noti del Carnevale veneto troviamo Pantalone, ricco mercante che teme di perdere la fortuna accumulata e quindi è tanto guardingo da apparire spilorcio. In realtà e nonostante impennate e borbotii è buono e pieno di umanità. Il nome pare derivi da San Pantaleone, celebrato a Venezia o dal termine “pianta-leone”, il gesto con cui lo stendardo della Serenissima veniva piantato in ogni territorio conquistato. La terza ipotesi è che il nome ricordi i suoi lunghi pantaloni. Accanto a Pantalone troviamo la mite figlia Rosaura. Colombina è la fedele compagna di Arlecchino che, insieme a Brighella gode della cittadinanza veneta. Per lei le origini risalgono al periodo di Plauto e delle sue commedie, quando compare fra le ancelle e ne diventa maestra nel suggerire alla padrona nuove astuzie. Qualche tempo dopo, la commedia dell'arte trasforma la sua condizione da schiava a serva ma ne conserva il ruolo di complice dei tradimenti e dei sotterfugi della padrona. Il suo nome, a dispetto dello status che la vuole sempre a fianco di Arlecchino, può cambiare. In alcune situazioni si chiama Violetta, altre volte Diamantina, Corallina o Franceschina. Altre addirittura Arlecchina. Mastro Sogar è la maschera tipica del Carnevale di Verona, in particolare del quartiere di San Michele Extra. La compagna si chiama Sogara mentre nelle sfilate è accompagnato dai Sogareti, ragazzi che incarnano a pieno lo spirito del carnevale. Ogni anno viene eletto il nuovo Mastro Sogar, sempre vestito con gli abiti tipici del 1600 con camicia di flanella bianca e pantaloni alla zuava. L'investitura avviene nei primi giorni di gennaio. Altro personaggio del Carnevale di Verona è Facanapa o Fracanapa, anti-Pantalone nato a metà dell'800. Caratteristiche sono il naso a pappagallo, gli occhiali verdi, il cappello a larghe falde, la cravatta rossa, il giubbone bianco a code lunghissime. Altra figura tipica è quella di Papà del Gnoco rappresentato come un uomo anziano, rubicondo e con una lunga barba bianca. Come scettro ha una grande forchetta in cui è infilzato uno gnocco di patata. Cavalca una mula e dispensa caramelle ai bambini quando si muove. Altre maschere sono quelle del Zanni, da Giovanni, servo-contadino rozzo ma astuto e avido che comunque rifiuta sfruttamento e ingiustizie. Tabarrino, dalle origini antiche, è ispirato al comico veneziano Giovanni Tabarin oppure al tabarro che contraddistingue il costume. Riappare, dopo essere scomparso con la morte di Tabarin, come mercante acido e dispotico. Nelle Alpi venete sono diffuse altre maschere tipiche dei carnevali alpini come la Zinghenésta, la figura più importante dei carnevali delle Dolomiti. Rappresenta la ragazza più graziosa del paese, vestita sfarzosamente protagonista anche dei racconti tramandati dagli anziani della Valle del Biòis. Poi c'è il matazin, il lakè, il roncer, il puster, i pajazi, i ber, gli spazzacamini, i brutti e i belli.

Il Carnevale di Venezia è uno degli appuntamenti del Carnevale più esclusivi ed apprezzati. Il primo documento che ne testimonia l'esistenza risale al 1094, quando il Doge Vitale Falier fa riferimento a divertimenti pubblici e li identifica con la parola Carnevale. La Serenissima si ispira alle abitudini romane del "panem et circenses", quindi dell'offerta al popolo di divertimento e cibo. I festeggiamenti e l'ingordigia del Carnevale servono ad abbattere le differenze sociali rendendo tutti uguali, grazie alle maschere e ai comportamenti libertini generalizzati. Solo nel 1296 il Carnevale viene dichiarato festa pubblica della durata di ben sei settimane. L'abitudine di indossare le maschere continua tutt'ora. Piazza San Marco, nelle giornate del Carnevale, ospita i travestimenti più belli e suggestivi.
Info: www.carnevale.venezia.it

Dal 1964 il Carnevale di Ceggia (Ve) ha cambiato nome trasformandosi nel “Carnevale dei Ragazzi" atteso in particolare dalle giovani generazioni. Info: www.carnevalediceggia.it/

Il Carnevale di Monteforte d’Alpone (Vr) nasce nel 1949 ed è fra i più longevi della provincia di Verona. Burle, scherzi e travestimenti sono gli ingredienti principali dell'evento che nasce verso la fine dell'800 ritorna con maggiore verve negli anni '20. Info: www.prolocomonteforte.org

A Dosoledo (Bl) è la mascherata di Santa Plonia a monopolizzre il Carnevale. Gli abiti tipici sono quelli di lachè e matazin caratterizzati da calzini bianchi con strisce colorate, scarpe con fiori in carta crespa, pantaloni di seta colorati, strati di fazzoletti di rete, di mussola, di seta, baveri e guanti bianchi e sul capo un cilindro che in dialetto ladino è definito “baretòn” o “calottä”, collane, spille e 100 nastri colorati. La differenza sta nel colore: l'abito del lachè, è rosa, giallo o azzurro. Il matazin invece, rosso, blu o verde. Dopo i balli della giornata, entrambi offrono ai partecipanti dei confetti portafortuna. Info: www.cheidsantaplonia.it

Quello di Verona vanta origini antiche e una sorta di primato, quello di più antico di Europa conteso con Putignano. Il nome di Bacanàl del Gnoco, nome ufficiale, era già noto ai tempi di Tomaso da Vico. Parliamo del XVI secolo. Le ultime volontà del medico erano di distribuire annualmente alla popolazione del quartiere di San Zeno viveri ed alimenti per combattere la carestia insorta a causa delle pesanti inondazioni dell'Adige. Nonostante la situazione i fornai decisero di bloccare la produzione. Questo causò l'insorgere del popolo. Da Vico, testimone degli eventi, decise di fare qualcosa per cambiare la situazione. La lapide sul monumento eretto in sua memoria cita il suo impegno.

Il Carnevale di Casale di Scodosia (Pd) ha conquistato il nome di "Carnevale del Veneto". Travestimenti e carri sono stati, fin dall'origine, i simboli della manifestazione. Erano gli anni '20 ed i carri erano trainati da animali. Nel 1949 la tradizione riprende e si fonda tutt'ora sul volontariato di giovani e meno giovani che si impegnano nella resa del Carnevale. Dal suo palcoscenico sono passati cantanti dalla fama internazionale. Info: www.carnevaledelveneto.it

19 Marzo 2024 I tulipani delle meraviglie a Vimodrone

La febbre dei tulipani non accenna proprio a diminuire e qui nell’hinterland ...

NOVITA' close