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Eventi Valle d'Aosta 2024

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Le sagre, i festival e gli eventi in Valle d'Aosta più importanti

Piccola, ordinata e un po’ allungata, ma, soprattutto, incuneata, o meglio incastrata, tra Francia, Svizzera e tutto il resto d’Italia, appoggiata com’è sul Piemonte nord-settentrionale: è la Valle d’Aosta, il tetto d’Europa, poiché nel suo esiguo territorio ospita le montagne più alte del Vecchio Continente, di cui più di 20 superano i 4.000 metri di altezza, come il Gran Paradiso, il Cervino, il Monte Rosa e sua maestà il Monte Bianco, tanto per ricordare i più blasonati. In Valle d’Aosta, in pratica, non esiste un pezzettino di terra che sia sul livello del mare e l’altezza media della regione è di oltre 2.100 metri, tanto per capire che clima si respira, e vedere un camoscio o uno stambecco che attraversa la strada non è così impossibile.
Terra di confine, dunque, tant’è che il bilinguismo, italiano e francese, è all’ordine del giorno e le tracce delle diverse influenze culturali si vedono, magiche e imponenti, ovunque, soprattutto nelle specialità gastronomiche e nelle manifestazioni della tradizione. Gli eventi della Valle d’Aosta sono, infatti, strettamente connessi alla sua conformazione montuosa e alla sue due anime così diverse eppure così armoniche fra di loro, talmente armoniche da essersi fuse in una piacevole sintesi che non è più né italiana né francese, ma che potremmo definire, senza timore di sbagliare, squisitamente e semplicemente valdostana.
Questo piccolo tour che abbiamo preparato per voi vuole essere un’introduzione generale, che poi avrete, se lo vorrete, il compito di approfondire, alla scoperta dei tesori che questo piccoli gioiello alpino custodisce.

Cominciamo con quella che tra le fiere popolari della Val d'Aosta e sicuramente la più importante: la Fiera di Sant'Orso, o Foire de Saint Ours, per rispettare la doppia anima di questa terra.
Si tratta di un'esposizione di vere proprie opere d'arte presentate da artisti e artigiani locali, i quali ogni anno a fine gennaio animano le strade del piccolo e millenario capoluogo della regione. Centinaia di banchi artigiani su cui sono esposti piccoli capolavori di intaglio, pizzi, trine, sculture in pietra, tessuti, vestiti, sabot, gli zoccoli valdostani, antichi giocattoli della tradizione e tanto altro ancora. L’atmosfera è di quelle che catturano, tra canti popolari, tradizioni folcloristiche, taglieri di formaggi della Vallée accompagnati dai corposi e vellutati vini locali, una tazza di cioccolata calda e vin brulè.
Uno sguardo verso la cornice di imponenti montagne innevate che circondano la città, l’aria frizzante, quei due o tre capolavori architettonici che arredano la città e il padiglione enogastronomico, dove potrete trovare le specialità e le prelibatezze regionali, contribuiscono, infine, a rendere perfetta la giornata di festa.

I Carnevali della Valle d'Aosta

In febbraio ci dedichiamo invece a quello che tra i Carnevali della Val d'Aosta e sicuramente il più storico e, soprattutto, il più curioso: il Carnevale della Coumba Freida. La "Coumba Freida" è la “Valle Fredda”, ovvero la valle compresa tra Aosta e il Colle del Gran San Bernardo, nota particolarmente per i venti gelidi che la percorrono.
Le origini della festa sembrano risalire al passaggio di Napoleone Bonaparte nella valle nel maggio del 1800, durante la Seconda Campagna d'Italia che vide il grande condottiero scendere dalla Francia alla conquista del nostro paese, anche se qualcuno colloca la sua nascita nel lontano 1467, quando due cittadini un po' attempati si sposarono e furono festeggiati in modo inusuale dagli amici, con allegria e tanti scherzi.
Comunque sia la figura centrale dei festeggiamenti è la landzette, la maschera tipica, che indossa un costume simile alle uniformi dell'esercito francese, tempestato di perline, paillettes e, soprattutto, specchietti, i quali, sembra, sono in grado di scacciare spiriti maligni; le landzette portano una maschera sul volto, una cintura con campanelli in vita e un “pennacchio” fatto di crine di cavallo in mano. Le landzette animano i cortei che si formano in tutti i comuni della valle, anche se quello di Saint-Rhémy-en-Bosses è uno dei più suggestivi, e coinvolgono i partecipanti in balli, canti e, ovviamente, tanti tanti scherzi, per la gioia di grandi e piccini.

Sempre molto attesa da tutti i cittadini, e anche dai numerosi visitatori, è la Féta dou Barou, ossia la "Festa del Barile", che nel mese di febbraio rallegra le strade di Cogne e delle frazioni circostanti con cortei di persone festanti che, al suono di fisarmoniche, accompagnano un carretto trainato da un asino sul quale viaggia trionfante, come prezioso carico, un barile di vino.
Dopo aver percorso le strade e le piazze di quella che è da considerarsi una delle più rinomate mete sciistiche della Valle d’Aosta, il gruppo formato da tutti i cittadini maschi maggiorenni arriva, in serata, nella piazza centrale e si scatena nella tradizionale “danza del barile”, finché non ci si dà tutti appuntamento sotto la tensostruttura del padiglione gastronomico e si brinda con il vino contenuto nella preziosa botticella.
Apparentemente semplice, la Féta dou Barou ha origini antiche e molto radicate nel cuore dei coscritti, poiché rappresenta una sorta di rito di iniziazione per i cittadini maschi, che, una volta diventati maggiorenni, dimostrano di essere pronti ad affrontare una vita da adulti.

Bisogna arrivare fino all'inizio dell'estate per trovare quella che tra le feste patronali della Valle d'Aosta è considerata una delle più importanti per la comunità Walser, la minoranza di lingua tedesca che vive ai piedi del Monte Rosa, la splendida vetta che si è guadagnata, infatti, anche il soprannome " montagna dei Walser”, tanto è antica l’origine dell’insediamento di questo piccolo popolo germanico.
Ed è proprio a Gressoney, il comune più vasto e turistico dell'intera Valle del Lys, che si svolge la Festa patronale di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno. La notte della vigilia vengono accesi dei falò con della legna che la popolazione ha accumulato nei giorni precedenti: alle 22:00 viene dato fuoco alla catasta e le persone accorrono intorno alla pira portando uno strumento musicale, un thermos di vino brulé o in piatto di dolci tipici, al fine di passare nel migliore dei modi l’attesa della festa.
Il giorno successivo si apre, invece, in pompa magna con una messa nel Duomo cittadino, con tanto di agnello che viene portato dalla popolazione, come simbolo del corpo di Cristo e della gratitudine dei credenti; segue la processione in costume, all'interno della quale spicca un gruppo di quattro donne con una portantina su cui è appoggiata la testa scolpita di San Giovanni Battista.
Seguono i festeggiamenti di tipo gastronomico, sempre sontuosi e appaganti, accompagnati da canti e balli tradizionali durante i quali si potranno ammirare le belle donne gressonare vestite con il costume rosso tradizionale e la famosa cuffia a raggiera in filigrana d’oro.

Proseguiamo con gli eventi estivi e ci trasferiamo a Courmayeur, una delle perle turistiche ai piedi del Monte Bianco, adagiata nella meravigliosa Valle che prende il nome dall’imponente montagna che sovrasta questo piccolo paradiso alpino situato là dove la Francia e la Svizzera s’incontrano con il Belpaese dando vita a scorci paesaggistici suggestivi. Qui, tra vette che svettano alte e prepotenti, piccoli villaggi tradizionali che conservano intatte le antiche tradizioni, stazioni sciistiche ambite dagli appassionati di sport invernali di tutto il mondo e, per i più esigenti, anche uno dei centri termali più antichi di sempre, se si considera che gli stessi Romani amavano rilassarsi nella calde acque sorgive di Pré Saint Didier, nella splendida cornice del Bosco del Peuterey si svolge ogni anno Celtica, la festa di musica, arte e cultura dedicata al popolo celtico e ai suoi usi e costumi. Fate, folletti, gnomi,spiriti, demoni si danno appuntamento al più importante tra i festival folcloristici della Valle d’Aosta che richiama appassionati da tutta Europa, terra d’origine di questo misterioso e quasi dimenticato popolo la cui cultura è ricca di rituali misteriosi e suggestivi che sono arrivati fino a noi, basti pensare a feste come Halloween o all’usanza di addobbare l’albero natalizio, tanto per fare i due esempi più noti.
Balli tradizionali, giochi, laboratori, mercatini artigianali, conferenze di approfondimento e, soprattutto, tanta buona musica e abbondanti banchetti a tema ovviamente celtico. Imperdibile!

Continuiamo con una delle sagre gastronomiche della Valle d’Aosta più attese di tutta la stagione: la Sagra della Seupa à la Valpelenentse, quattro giorni di fine luglio di festeggiamenti e buona tavola in onore di San Pantaleone, il Patrono di Valpelline, piccolo comune settentrionale situato a pochi chilometri dal confine svizzero, tagliato un po’ fuori dai circuiti turistici più tradizionali a causa dei difficili valichi e della severità di certe pareti rocciose.
Paesaggi incontaminati, ricchi di rifugi e bivacchi e una grande tradizione gastronomica, che, infatti, qui ci porta per assaggiare una delle “zuppe” più gustose delle terre emerse. Preparata con due ingredienti preziosi, il pane bianco secco, nel passato destinato ai ricchi o ai malati, e lei, la regina dei palati valdostani, la Fontina d’Aosta, che vanno a formare, insieme a un po’ di brodo di carne, burro e cannella, una sorta di lasagna filante sontuosa, una vera felicità per i buongustai e i golosi.
A corollario musiche, danze popolari, gare podistiche, concerti, tanta voglia di stare insieme e qualche calice di uno dei prestigiosi vini della regione, la quale, nonostante le alture ardite e il clima non sempre favorevole alla coltivazione della vite, è riuscita a dare vita a una produzione vitivinicola d’eccellenza.

Si va verso sud-est, invece, per approfittare delle gradevoli temperature estive della parte più pianeggiante della Valle d’Aosta. La meta è Arnad, paesino a vocazione agricola che vanta origini molto antiche, come il toponimo di sapore celtico evoca con fermezza, conosciuta per la bellezza dei suoi paesaggi, per la straordinaria parete rocciosa che richiama sportivi da ogni dove e, soprattutto, per la produzione dello squisito lardo locale, rigorosamente DOP, e del morbido e saporito vino Arnad-Montjovet, rigorosamente DOC. Ci rimettiamo, dunque, a mangiare e bere alla Féta dou Lar, dedicata al bianco e succulento salume: in piccoli chalet di legno, allestiti e decorati per l’occasione, vengono serviti piatti della tradizione, come salsicce, polenta, formaggi e salumi, per ben quattro giorni consecutivi, per la gioia dei più di 50.000 visitatori che ogni anno arrivano per degustare le specialità di una delle più ghiotte sagre enogastronomiche della Valle d’Aosta.
Non mancano attività collaterali, ovviamente, non foss’altro per smaltire le calorie ingerite: laboratori creativi, espositori di prodotti tipici, mercatini di artigianato locale, giochi, manifestazione e, il sabato, la simpatica Bataille des Chèvres, durante la quale battagliere e cocciute capre autoctone si sfideranno in duelli a suon di cornate per vincere gli ambiti “tchambis”, i collari di legno d’acero finemente intagliati e dotati di sonoro campanaccio.

Il tempo di digerire velocemente e ripartiamo veloci, anche se ci spostiamo solo di pochissimi chilometri mantenendoci sull’antica Via Francigena, per arrivare fino al borgo medievale di Bard, incastrato tra due montagne lì dove la regione si fa stretta e la Dora Baltea s’incurva a gomito. Tutto è antico, a Bard. a partire dalla strada principale che taglia il paese, per arrivare alle case in pietra e al Forte di Bard, fortezza simbolo di quello che è sicuramente uno dei borghi della Valle d’Aosta più caratteristici e meglio conservati.
È qui che nel primo week-end di settembre si svolge la Napoleonica, rievocazione del passaggio di Napoleone nella regione nel maggio del 1800. Vengono ricostruite scene e ambientazioni dell’epoca e più di 300 rievocatori, in abiti d’epoca e armati di tutto punto, danno vita a coinvolgenti eventi ed episodi: battaglie, duelli, matrimoni, mercatini con oggettistica ad hoc, parate militari, giochi medievali, animazioni e balli tradizionali animeranno i due giorni di festa della più amata tra le rievocazioni storiche della Valle d’Aosta, che si concluderà con il suggestivo e imponente Attacco alla Fortezza, durante il quale le truppe dell’esercito austro-piemontese saranno costrette ad arrendersi e quelle napoleoniche.

Ricordate che in estate vi abbiamo mandato ad assaggiare il lardo di Arnad? E ricordate che, in quell’occasione, vi abbiamo fatto assistere alle cornate che si scambiano, senza esclusione di colpi, le maestose capre valdostane?
Ebbene, preparatevi a partecipare, ovviamente come pubblico, a qualcosa di simile ma elevato all’ennesima potenza: la Bataille de Reines, la manifestazione tradizionale e folcloristica della Valle d’Aosta più attesa da tutti . A dire il vero ciò che avviene a ottobre nel capoluogo regionale è solo l’apice di un più complesso sistema di eventi sul territorio che prendono il via a metà marzo e si svolgono in nelle città e nei borghi valdostani.
Chi sono le “regine”? Pesano tra i 500 e gli 800 chili, hanno grossi campanacci al collo ed eleganti corna in testa e, soprattutto, sono una delle colonne portanti dell’economia locale: stiamo parlando delle mucche appartenenti alla prestigiosa razza pezzata nera e castana, sopraffine produttrici dello squisito latte al quale la ricca produzione latto-casearia regionale deve il suo successo.
La kermesse ha radici antiche, che risalgono molto probabilmente al 1600, e rappresenta un fiore all’occhiello di cui i cittadini valdostani vanno molto fieri.
Ci teniamo a sottolineare che le battaglie tra i grossi bovini sono naturali e istintive, mai stimolate dall’allevatore o dal pubblico: si tratta di una dinamica che si forma autonomamente tra i vari esemplari di uno stesso gregge che mira non a fare del male all’avversaria ma solo a stabilire le giuste gerarchie nel gruppo. A testimonianza di ciò vale il regolamento, secondo il quale la vittoria viene assegnata nel momento in cui la perdente si allontana e riconosce il ruolo della vincitrice.

Torniamo a Bard, il suggestivo borgo antico presidiato dall’imponente fortezza medievale, convertita oggi a importante polo museale e centro di eventi artistico-culturali, perché qui, nel cuore dell’autunno valdostano, le strade si animano e vengono allestite con banchetti traboccanti di oggetti e specialità gastronomiche che danno vita a le Marché au Fort, la più caratteristica mostra mercato delle Valle d’Aosta intera. Più di 100 espositori proporranno ai visitatori il meglio della filiera agroalimentare locale, ricca di prodotti unici, frutto di una tradizione silvo-pastorale ancora autentica e intatta che anima tutta la regione.
A fare da scenario alla kermesse, durante la quale si potrà assistere ad attività diverse, quali laboratori del gusto, animazioni per i più piccini, concerti, rappresentazioni teatrali e tanto altro ancora, il meraviglioso paesaggio della parte più meridionale della regione, la cui vallata è costellata da vigneti che lasciano via via il posto ai boschi di castagni, prima di inerpicarsi ad alta quota e trasformarsi nelle spettacolari vette che ci sono da queste parti.

Mercatini di Natale

Siamo già arrivati alla fine dell’anno ed è ormai tempo di tirare fuor l’albero di Natale e di mettere le decorazioni alle finestre, usanze che qui trovano terreno fertile e scenari più che adeguati per potersi esprimere al meglio. Ricchissimo, infatti il calendario dei mercatini di Natale della Valle d’Aosta e, più in generale, degli eventi dedicati a queste festività tanto attese dai piccini di ogni età.
Con Marché Vert Noël Aosta si trasforma in un meraviglioso villaggio alpino illuminato a festa, tra i vicoli del quale potrebbe anche capitarvi di incontrare Babbo Natale in persona; a Bard, invece, potrete trovare Noël au Bourg, dove, tra un concerto e un boccone di micooula, il delizioso pane dolce a base di castagne, vengono esposti i più bei presepi di legno realizzati dagli artigiani locali: a Chatillon, infine, oltre ai classici stand natalizi che propongono le opere d’arte artigianali locali e le prelibatezze della tradizione, potrete trovare le Château Noël, la casa in cui risiede Babbo Natale durante la sua permanenza in Valle d’Aosta. All’interno del parco del grandioso Castello di Gamba i bambini potranno incontrare gli elfi, assaggiare golose merende, giocare sul ghiaccio e sulla neve e partecipare a laboratori didattici. Insomma, non c’è che l’imbarazzo della scelta! Cosa aspettate?


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