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Eventi Marche 2024

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Le sagre, i festival e gli eventi in Marche più importanti

È l’unica regione d’Italia da “declinarsi al plurale”, come ebbe la felice capacità di definire il grande giornalista italiano Guido Piovene. E infatti, a partire dal nome, le Marche sono un insieme variegato di elementi, apparentemente in contraddizione fra di loro, ma magicamente fusi in un’efficace sintesi di bellezza capace di conquistare qualsiasi visitatore. Mark in tedesco significa terra di confine, perché questo è stata questo regione nel corso dei secoli, con i Galli a nord e i Romani a sud nei tempi più antichi, i Bizantini e i Longobardi durante il Medioevo e i Toscani arrivati nel Rinascimento, a insegnare la lingua e l’arte.
Tutto ciò è stato “riorganizzato” a metà del 1800 con l’istituzione, forse troppo fredde e razionale, di un’unica regione amministrativa che ha voluto, però, mantenere le sue diverse identità concedendosi quel plurale che con orgoglio porta come fosse una medaglia vinta in guerra.
Il territorio è, dunque, quello tipico dell’Italia centrale: i morbidi poggi che ospitano viti e ulivi, i borghi medievali che si arrampicano sulle pendici delle colline e le coste che affacciano sull’Adriatico e propongono spiagge di sabbia o calette tra gli scogli; gli usi e i costumi sono, però, decisamente variegati, evocativi delle diverse anime di cui la regione è scrigno.
E il modo migliore per scovare le sorprese che questa regione sa regalare ai più attenti viaggiatori è un tour tra gli eventi delle Marche più significativi e storici; feste paesane, mercatini, concerti e sagre di ogni tipo e colore, un’immersione quasi in apnea tra sapori e saperi, profumi ed emozioni, alla scoperta di una regione misteriosa e, soprattutto, orgogliosa della sua “diversità”.

Partiamo subito col festeggiare in modo un po’ diverso dal solito il giorno dell’Epifania; ci dirigiamo a Camerino, in provincia di Macerata, piccola cittadina ubicata in splendida posizione su di un colle isolato e nota ai più perché sede di una delle Università più storiche e prestigiose del Bel Paese, dove si svolge la Festa del Torrone.
Apprezzato addirittura dai Savoia, il torrone di Camerino è una superba specialità gastronomica famosa in tutto il mondo per la sua particolare morbidezza, frutto di un’antica ricetta che si tramanda di generazione in generazione e sa mescolare nella giusta quantità lo zucchero e il miele. Immaginiamo, quindi, che non sarà un sacrificio per nessuno aggirarsi e perdersi tra i banchi che offrono il succulento dolce declinato secondo i più svariati sapori e aromi: con il pistacchio, con le noci, ricoperto con l’immancabile cioccolata, con scorzette d’arancia o aromatizzato al rhum. Insomma, un’irresistibile esperienza di degustazione da ghiottoni professionisti, ideale per salutare le feste natalizie che si chiudono e si portano via le grandi mangiate.
Divertente anche assistere alla grande fatica dei più prestigiosi maestri pasticceri che si impegnano a realizzare il torrone più lungo del mondo e ogni anno riescono a battere il record che loro stessi hanno stabilito l’anno precedente; si parla di sculture golose che arrivano a misurare più di 700 metri di lunghezza. Un vero e proprio trionfo di zucchero!

Febbraio è il mese delle maschere e dell’amore e noi lo dedichiamo al Carnevale Di Fano, uno dei più bei carnevali delle Marche e il più antico d’Italia, secondo solo a quello veneziano.
La storia narra, e negli Archivi di Stato vi sono le prove depositate, che i primi e originari festeggiamenti furono allestiti nel 1374 per celebrare la riappacificazione tra due importanti famiglie, i Dal Cassero e i Da Carignano, da sempre nemiche. Ora non è dato di sapere se la novella amicizia festeggiata qualche secolo fa si sia poi mantenuta nel tempo, ma certo è che quell’episodio ha dato l’inizio a una tradizione che si è ininterrottamente ripetuta e ancor oggi coinvolge migliaia di persone ogni volta.
Gli spettacolari carri allegorici, per realizzare i quali numerosi professionisti lavorano tutto l’anno con grande passione, sfilano per ben tre volte lungo il Viale Gramsci, la prima per presentare le nuove creazioni, la seconda per il Getto, ovvero per, lanciare caramelle e dolciumi sulla folla festante e la terza in notturna, con i carri suggestivamente illuminati.
Altro momento imperdibile è il concerto di Musica Arabita, che arriva con il carro di chiusura del corteo; offerto da una strampalata orchestra che utilizza strumenti del tutto particolari, quali le pignatte, i pettini, i coperchi, le casseruole e tutto ciò che di più strano ci può essere, è diventato uno dei momenti centrali di tutta la manifestazione.
Da ultimo segnaliamo che durante le domeniche di festa vengono dedicati momenti anche ai più piccoli, con il Carnevale dei Bambini, e agli amici quattrozampe, con il Carnevale degli Animali che vede sfilare pelosi di tutte le taglie curiosamente e allegramente mascherati.

Dopo il carnevale attendiamo la Pasqua a Loreto, la città santuario delle Marche, uno delle mete di pellegrinaggio più importanti di tutta Italia con il suo Santuario della Casa, sorto intorno all’originaria casa della Madonna, trasportata fin qui, secondo la tradizione narrativa, direttamente dagli Angeli.
Nella splendida cornice di Villa Musone si svolge una delle manifestazioni religiose delle Marche più coinvolgenti ed emozionanti: La Morte del Giusto. Si tratta di una rappresentazione della Passione di Cristo, dal processo davanti a Pilato fino alla Crocifissione, declinata, però, con toni simbolici, in cui le sofferenze del Messia diventano le sofferenze di tutta l’umanità, come se la vita quotidiana fosse una perenne Via Crucis.
La solennità di tutta la manifestazione è scandita dalla presenza di uno speaker, che sottolinea i momenti cruciali e racconta lo svolgimento delle scene parlando al presente, e di un coro, che delinea e amplifica le emozioni più forti del grande racconto.
Partita in sordina nel 1978, la Passione Vivente di Villa Musone è cresciuta di anno in anno e oggi riesce a raccogliere migliaia di fedeli e di visitatori che arrivano da tutta Italia per partecipare.

Per la Domenica in Albis, invece, la domenica successiva quella di Pasqua, ci dirigiamo a Fermignano, piccolo comune settentrionale della provincia di Pesaro e Urbino, per assistere a una delle più divertenti feste folcloristiche delle Marche, se non di tutta Italia: il Palio della Rana.
In effetti il simpatico e saltellante batrace è il protagonista indiscusso della giornata che vede sfidarsi gli “scarriolanti” delle sette Contrade, Santa Barbara, San Silvestro, San Lazzaro, La Torre, La Pieve, Calpino e Ca’ L’Agostina; i sette corridori dovranno infatti correre lungo un percorso di 170 metri, spingendo una carriola sulla quale c’è accomodata una rana, la quale, spesso, non dimostra di voler partecipare all’evento e salta in qua e in là. Se ciò capita, lo scarriolante deve obbligatoriamente fermarsi senza intralciare gli altri concorrenti, recuperare con cura e delicatezza il piccolo anfibio e riprendere la corsa. Vince il primo che taglia il traguardo con carriola e rana compresa!
Anche se all’apparenza non si direbbe, il Palio della Rana di Fermignano ha origini molto antiche che affondano nella storia del XVII secolo, quando, nella domenica successiva alla Pasqua del 1607 il piccolo borgo ottenne dal Municipio di Urbino il permesso di autogovernarsi. La concessione scatenò la gioia dei cittadini, i quali dedicarono la giornata a festeggiamenti, giochi e banchetti.
Ancor oggi la giornata è ricca di piacevoli avvenimenti, tornei, giochi per bambini e, ovviamente, stand gastronomici con tutte le succulente specialità locali. Da non perdere!

Rimaniamo sul leggero e divertente con la Corsa dei Folli di Corinaldo, la più originale e pittoresca tra le feste popolari delle Marche. In nomen omen, dicevano i latini, e non sbagliavano.
La Festa dei Folli è infatti un variegato pout pourri di allegria e sana follia: artisti di strada, sbandieratori, giochi per grandi e piccini, gare di tiro con l’arco, concerti rock e mercatini di artigianato locale per una kermesse di 4/5 giorni assolutamente da non perdere.
Da non sottovalutare, inoltre, di prendersi un po’ di tempo in più da dedicare a una visita di Corinaldo stessa, considerata non solo uno dei più bei borghi della Marche, ma addirittura una concorrente da podio nella classifica dei borghi medievali più belli dell’Italia intera.
Evento clou di tutta la manifestazione è la Crazy Run, una corsa di cinque chilometri non competitiva durante la quale i partecipanti si preoccupano più di tirare addosso ai concorrenti della polvere di mai colorata che di correre per raggiungere il traguardo.
Questa grande manifestazione attira ogni anno tantissimi turisti da tutta Italia, i quali non vogliono perdere l’opportunità di partecipare in prima persona a quello che è un vero e proprio inno alla vita e alla pace, un festeggiamento trionfale della primavera ed una colorata celebrazione dell’auspicata unione tra i popoli di tutto il mondo.

Al grido di “il fritto è uguale per tutti”, Ascoli Piceno, capitale dell’oliva all’ascolana, ospita, a cavallo tra aprile e maggio, quella che tra le sagre gastronomiche delle Marche è una delle più attese: Fritto Misto all’Italiana.
In Piazza Arringo viene allestito il Palafritto, lo stand gastronomico presso il quale è possibile trovare più di 60 fritti, olive, baccalà, arancini, supplì, involtini primavera, pianelle, panzerotti, gnocchi. mozzarella in carrozza e tanto altro ancora, cucinati da chef provenienti da tutto lo Stivale secondo le più antiche tecniche di cottura.
Banchi di prodotti dell’artigianato locale hanno degno spazio accanto agli stand gastronomici, così come è possibile trovare le migliori etichette da versare nel calice o le più gustose birre artigianali per colmare i boccali.
Una sagra succulenta, forse pesantuccia per lo stomaco, ma sicuramente leggera per lo spirito e per la papille gustative di ogni buongustaio che si rispetti.

Tra fine giugno e inizio luglio attraversiamo la regione in direzione Macerata per correre ad assistere a una delle rievocazioni storiche delle Marche più sentite dalla popolazione: Mogliano 1744. Anche in questo caso in nomen omen, poiché si tratta di una celebrazione di avvenimenti accaduti proprio nel lontano 1744 quando le truppe della regina Maria Teresa d’Austria proprio a Mogliano si fermarono per circa un mese per riposarsi e rifocillarsi, prima di riprendere il cammino verso il Regno di Napoli, nel tentativo, poi fallito, di riconquistarlo, dopo che 10 anni prima gli era stato strappato da Carlo di Borbone.
Dopo l’iniziale titubanza dei cittadini, spaventati dalla nomea poco simpatico di cui godevano i boemi, la convivenza divenne presto piacevole e serena, al punto che la stessa regina ringraziò gli abitanti di Mogliano e promise loro protezione a vita.
Durante la rievocazione il piccolo borgo si agghinda a festa, trasformandosi in una vera cittadina del Settecento: ricostruzione di botteghe di arti e mestieri, giocolieri, musici abiti sontuosi, giochi con la balestra, balli popolari e concerti a tema, per terminare, come sempre, con un sontuoso corteo con tanto di banchetto a seguire e spettacolo pirotecnico finale. L’interesse che Mogliano 1744 ha sempre suscitato nei visitatori e negli antropologi è proprio che è una delle poche celebrazioni in cui vengono mostrati e celebrati gli usi e i costumi del secolo dell’Illuminismo, periodo di grande fermento intellettuale e il cui influsso spesso viene sottovalutato.

Siamo ancora in luglio quando ci concentriamo su Gradara, piccolo e incantevole borgo in provincia di Pesaro e Urbino che deve la sua fama all’imponente Rocca Malatestiana che spicca prepotente sulle altre costruzioni.
Il Castello di Gradara è stato, infatti, la sfortunata cornice del folle amore tra Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, i due amanti danteschi costretti a rincorrersi per l’eternità senza potersi mai raggiungere e toccare, per citare l'episodio più famoso. È stata però anche l’eroica fortezza che resistette, nel 1443, per 43 giorni all’assedio portato avanti con fermezza da Federico da Montefeltro e Francesco Sforza, due dei più grandi condottieri dell’epoca, i quali si dovettero rassegnare e dichiararsi sconfitti.
A questi eventi è ispirata la grande rievocazione Assedio al Castello: spettacoli. mercati medievali, animazioni, allestimenti a tema e ricostruzioni storiche, con tanto di “assalto alla fortezza”. Ovviamente non mancano stand dove mangiare succulente specialità locali e bere un calice di vino, nell’attesa del grande spettacolo piromusicale, ovvero i fuochi d’artificio scanditi da suggestiva musica a tempo. Imperdibile!

L’estate, però, richiama anche il desiderio di mare, soprattutto in questa regione che, a sorpresa per i più, conquista ogni anno numerose Bandiere Blu, a testimonianza della bellezza delle sue acque e delle sue spiagge.
E allora cerchiamo di non farci sfuggire l’occasione di coniugare la nostra voglia di scoprire a un po’ di divertimento sulla bella costa marchigiana: a Senigallia, la località turistica nota anche per la Rotonda sul Mare cantata da Fred Bongusto, ha ogni anno luogo il Summer Jamboree, poco meno di due settimane a cavallo tra luglio e agosto dedicate alla cultura americana degli anni ‘40 e ‘50
Brillantina, cadillac fiammanti, pin up, cucina creola della Louisiana, gonne a ruota a pois, boccoli e frangette, occhiali da sole modello cat eye, camicie hawaiane e, soprattutto Rock’n’Roll, Rockabilly, Swing e Boogie, per dar vita ai balli più sfrenati della storia della musica; Summer Jamboree non è solo una delle più importanti manifestazioni musicali delle Marche, ma un vero e proprio fenomeno culturale mondiale, che richiama ogni anno centinaia di migliaia di visitatori dal cuore autenticamente vintage.
Non solo concerti, però, ma anche musica hawaiana sulla spiaggia fino a tarda notte, spettacoli di burlesque da far girare la testa, mercatini vintage, memorabilia da collezione, sfilate di auto americane d’epoca e tanto altro ancora. Un’abbuffata, insomma, una total immersion dedicata a tutti gli orfani di Elvis e di Danny Zuko, alla scoperta di un pezzo di storia che ha cambiato il mondo e la realtà di tutti noi.

Tuttavia l’agosto marchigiano non è finito qui, perché ci porta anche la Sagra del Vino Cotto di Loro Piceno, la più originale delle sagre enogastronomiche delle Marche.
Non possiamo infatti non correre ad assaggiare questa tipicità enologica che si produce solo nella zona anticamente abitata dai Piceni e che ha proprio in Loro il suo centro produttivo principale; si tratta di una bevanda dalle origine antichissime, tant’è che lo stesso Plauto la descrisse nelle sue opere come una delle specialità più preziose da offrire agli ospiti importanti, che ancor oggi viene prodotta seguendo le antiche ricette.
A dire il vero non si tratta di vero e proprio vino, ma di mosto cotto, fermentato e invecchiato in apposite botti di castagno: colore ambrato con riflessi oro, elegantemente dolce e fruttato, pastoso, denso e con una gradazione alcolica di 14°/15° è perfetto a fine pasto per accompagnare i dolci o per addolcire la bocca.
Accanto ai classici stand gastronomici, presso i quali si può degustare questo prezioso nettare direttamente in calice o come ingrediente principale di originali ricette, le giornate di festa propongono i mercatini artigianali, spettacoli teatrali, esibizioni di artisti di strada e numerosi convegni che descrivono l’antico procedimento produttivo e proiettano i visitatori nella tradizione più popolare.

Salutiamo l’estate ritornando al mare, a Fano Lido, per l’esattezza, e al motto di “se non è zuppa di pesce è brodetto” ci conquistiamo un posto al Festival Internazionale del Brodetto e delle Zuppe di Pesce, una delle manifestazioni fieristiche delle Marche più gettonate di tutta la stagione.
Possiamo chiamarla buridda, ciuppin, stoccafisso o cacciucco, se navighiamo le coste del Tirreno, oppure zuppa di pesce o brodetto, se ci troviamo sull’Adriatico o sullo Ionio, ma, in fondo, se molto cambia per gli ingredienti e i sapori che vengono usati nelle diverse tradizioni culinarie locali, nulla cambia per l’origine di questo piatto che si cucina in tutte le quindici regioni bagnate dal mare dello Stivale.
La zuppa di pesce nasce infatti come piatto povero cucinato direttamente dai pescatori a bordo con i pesci non adatti alla vendita, o perché di pezzatura troppo piccola o perché rovinati, e diventa ben presto la regina dei menu dei ristoranti delle località di mare. Per il brodetto di Fano ci vogliono 9-10 tipi di pesce diversi, per il Cacciucco di Viareggio ben 13, nella Buridda ligure ci sono le verdure mentre nel Ciuppin, sempre ligure, bisogna sciogliere un’acciughina rossa nel soffritto. Comunque lo si voglia chiamare, il pesce in umido è un’esperienza paradisiaca per il palato.
E a Fano si può vivere questa magia declinata all’ennesima potenza, grazie ai numerosi cooking show, alla partecipazione di prestigiosi chef nazionali e internazionali e ai vari contest in cui i migliori cuochi di tutte le coste italiane combattono strenuamente per mettere in tavolo il miglior brodetto della manifestazione. Rigorosamente con lische, almeno per i puristi più esigenti.

Proseguiamo il nostro viaggio nelle tradizione culinarie della regione, ormai intontiti dalle bontà che incontriamo. Ottobre lo dedichiamo, infatti, al vino, del resto è il mese finale della vendemmia e abbiamo tanto nettare degli dei appena spremuto da assaggiare.
Siamo a Casinina di Auditore, borgo collinare ubicato tra Pesaro e Urbino, e sono ben due i fine settimana dedicati a I Giorni del Baccanale, dove, per l’appunto, Bacco la fa da assoluto padrone servendo nei calici le migliori etichette della zona, come Verdicchio, Vernaccia, Conero, Focaro, Esino e molti altre ancora.
E non vi confondete, perché le salsicce, la polenta nel caldaio, le castagne abbrustolite, le tagliatelle fatte a mano e i dolci al mosto d’uva non sono lì per attentare alla vostra linea, ma solo per permettervi di gustare tutte le proposte al bicchiere che trovate, perché, come è risaputo, bere a stomaco vuoto fa male!
Anche i concerti, gli spettacoli degli artisti di strada, le esibizioni dei saltimbanchi e i balli serali hanno una funzione terapeutica: accompagnare il buon bere e l’abbondante mangiare con la giusta dose di sano divertimento abbassa il colesterolo e allunga la vita. Provare per credere!

In novembre il buon mangiare si fa di lusso con la più importante delle fiere mercato delle Marche: la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna. Proprio in quella che è definita “la capitale del tartufo”, qui si raccolgono ben 2/3 del totale nazionale, e che in tale veste annovera tra le sue strutture urbanistiche anche un Palatartufo, confluiscono ogni anno più di 200.000 visitatori pronti a investire un piccolo patrimonio per assaggiare e, possibilmente, portarsi a casa la preziosa tuberacea che merita di essere chiuso in cassaforte.
Degustazioni guidate, show cooking, contest, eventi culturali a tema e banchi di prodotti artigianali locali fanno da corollario agli stand dei produttori più importanti che arrivano da ogni angolo dello Stivale per presentare le migliori prelibatezze culinarie a base di tartufo.
In ultimo, se qualcuno desidera fare una passeggiata per smaltire l’eccesso di calorie o, più semplicemente, per ammirare le meraviglie paesaggistiche del luogo, può approfittare delle escursioni organizzate nella Riserva Naturale della Gola del Furlo, che tra precipizi, sentieri che si inoltrano nei boschi e paesaggi mozzafiato sanno conquistare i visitatori che hanno l’anima più green.

Concludiamo il nostro tour ad alta quantità calorica dedicandoci un po’ a Babbo Natale e alle feste natalizie con Candele a Candelara, il primo tra i mercatini di Natale delle Marche dedicato alle candele, noto per l’atmosfera altamente suggestiva che attira tantissimi visitatori e lo rende uno dei mercati più famosi di tutto il Bel Paese.
Nel piccolo borgo medievale collinare in provincia di Pesaro ogni sera le luci artificiali vengono spente per mezz’ora e lasciano il palcoscenico alle fiammelle delle migliaia di candele presenti regalando ai visitatori un clima tanto fiabesco quanto ipnotico.
Aggirandosi tra i banchi è possibile trovare accanto a candele di ogni forma, colore e profumo, anche oggetti del pregiato artigianato locale, prodotti enogastronomici della tradizione marchigiana, natalizia e non.
Immancabile anche una passeggiata lungo la Via dei Presepi, dove è possibile ammirare presepi provenienti da tutta Italia, il Presepe Vivente di Candelara, la Casa di Babbo Natale che propone laboratori a tema per i più piccini e artisti di strada che intrattengono e divertono tutti i partecipanti.


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