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Vacanza in Costa del Sol: tour dei paesini in calce bianca

Andalusia, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Andalusia dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Situati nella provincia di Malaga e di Cadice, a cavallo tra l'Atlantico e il Mediterraneo, in un territorio montagnoso ove confluiscono il sistema "Bético", la "Serranía de Ronda" e la "Sierra de Cádiz", i paesini in calce bianca rappresentano uno degli itinerari più belli dell'architettura popolare andalusa. Grazie alla loro posizione geografica (sulle creste montuose, sui pendii e sulle rocce scoscese) dominano il paesaggio e appaiono all'orizzonte come macchie bianche su un paesaggio di lecci, querce da sughero, pini e abeti spagnoli e presentano strutture urbane assai pittoresche. Viuzze strette e ripide, vicoletti che conducono a cortili e abitazioni, facciate rinforzate da archi e tetti di tegole sorretti da mura dalla calce bianchissima: il tutto forma un complesso di grande esclusività, spesso raccolto attorno al castello dominante a seguito delle loro condizioni di paesini confinanti nella lotta medioevale tra arabi e cristiani.

Vari sono gli itinerari che si possono seguire. Un buon punto di partenza è Ronda, la carismatica città di origine celtica, situata a più di 700 m di altezza su una profondissima spaccatura che la divide in due parti. Si conservano in buono stato varie "Puertas" di entrata alla città come la "Puerta de Almocábar" (sec. XVIII), la "Puerta de los Molinos" che dà accesso alla medina araba e la "Puerta de Carlos V". Il quartiere "de San Francisco" conserva tutto il suo aspetto andaluso e nella parte inferiore della città si trovano le terme arabe, dalla struttura quasi intatta (secc. XIII e XIV). Un patrimonio di tutto riguardo con oltre settanta dimore blasonate, tra le quali si contraddistinguono le dimore "de Salvatierra", "del Gigante", "de Mondragón" e "del Rey Moro". Tra i suoi monumenti religiosi si annoverano: la chiesa " de Santa María la Mayor", il convento "de Santo Domingo" e il minareto "de San Sebastián" nonché la sua Arena, le cui origini risalgono al regno di Filippo II. La sua visita è quindi un obbligo. A 12 km sorge la città romana di "Acinipo", conosciuta anche col nome di Ronda la Vieja, che risale al sec. II.

Da Ronda, attraverso l'itinerario "meridionale", si giungerà a Montejaque e alla vicina grotta "del Hundidero", ove le acque del fiume Gaduares scompaiono per riaffiorare 9 km più avanti nella grotta "del Gato" già in territorio di Benaoján, con la sua torre vedetta, la chiesa "del Rosario" e la grotta "de la Pileta", con pitture rupestri dell'era paleolitica. Attraversando il fiume Guadiaro, si giungerà a Jimena de Libar con il suo antico "Castello" in stile romano-arabo.

Proseguiamo per Atajate; Benadalid, con il castello più antico della regione; Algatocín che sorge su "rovine romane" e Cortes de la Frontera, con una magnifica piazza blasonata, la chiesa "de Nuestra Señora del Rosario", la residenza "de los Valdenebro" e il Municipio (Ayuntamiento).

Con l'itinerario "del nord e dell'ovest", eccoci a Setenil de las Bodegas, ove l'architettura popolare si fonde coll'ambiente, con le sue abitazioni scavate nelle pareti della spaccatura. La "fortezza del Castello" dell'epoca musulmana e la chiesa "de la Encarnación", in stile gotico, sono i suoi monumenti più rappresentativi. Da qui, passando per Alcalá del Valle e Alhaquime si giungerà a Olvera. Il paesino appare come una grande piramide bianca coronata dal "castello arabo" del sec. XII, al cui fianco è visibilissima la chiesa "de San José". Nei suoi dintorni, il "peñon de Zaframagón" è un'importante riserva ecologica.

Proseguendo verso ovest, si giungerà ad Algodonales, circondato da oliveti e frutteti contrastanti con il bianco delle sue abitazioni, per poi prendere l'itinerario per Zahara de la Sierra, fondata dagli arabi nel sec. VIII e dichiarata oggi monumento nazionale. Le tipiche viuzze di Zahara dal livello irregolare, il "castello islamico" (sec. XII) e la chiesa "de Santa María de Mesa", in stile barocco, caratterizzano il suo itinerario a piedi. Dal castello si gode di uno splendido panorama del "Parque Natural de Grazalema".

Nel percorso per Grazalema, un sentiero sulla destra conduce a "la Garganta Verde", con la sua impressionante grotta, nota con l'appellativo di "Ermita de la Garganta". Dopo essere saliti al "Puerto de las Palomas" (1.357 m di altezza), si raggiungerà Grazalema, abbracciata dalla "Sierra del Pinar" e dalla "Sierra del Endrinal". Insediamento romano e arabo, il suo patrimonio artistico è composto sostanzialmente dalla chiesa "de la Encarnación" e dalla chiesa "de la Aurora" (sec. XVII).

Seguendo il percorso per Villaluenga del Rosario, il paesino più alto della regione, si giungerà a Ubrique, situato sul pendio quasi verticale del colle "del Algarrobal" e famoso per i suoi articoli di pelletteria. Il suo importante patrimonio religioso è rappresentato dalla chiesa "de San Antonio" (sec.XVI), dal convento "de los Capuchinos", dalla chiesa "de Nuestra Señora de la O" e dalla chiesa "de San Pedro", oggi biblioteca. Sul percorso per El Bosque si trova Benamahoma con i suoi "pinsapar", boschi di abeti spagnoli caratteristici che sopravvivono in aree circoscritte molto localizzate.

El Bosque, bianco e luminoso, è un meraviglioso paesino nei cui dintorni si possono praticare la pesca della trota e il volo libero. Villamartín, meta successiva dell'itinerario, presenta interessanti opere di architettura civile, come la residenza "de los Ríos" e quella "de los Topete", e di architettura religiosa, tra cui le chiese "de las Virtudes" (sec. XVI), "de San Francisco" e "de las Angustias". Prima di giungere a Bornos, si possono visitare le rovine romane di "Carissa Aurelia" e l'omonimo bacino artificiale. Il suo patrimonio culturale comprende il castello-residenza "de los Ribera", la casa di "Ordóñez" e un complesso architettonico religioso che annovera la residenza "de Santo Domingo" (sec. XVI), il collegio "de La Sagra", il santuario "del Calvario" e il convento "del Corpus Christi".

Lasciando sulla destra l'itinerario di accesso a Espera, altro bel paesino della Sierra, si giungerà ad Arcos de la Frontera, ultima tappa del nostro itinerario e prototipo dei paesini in calce bianca. Località ove vissero i romani, i visigoti e gli arabi, la parte vecchia di Arcos è una delle più spettacolari di Spagna. Molti i monumenti da visitare, tra i quali si ricorda: la chiesa "de Santa María" (sec. XV), in stile gotico-mudéjar, il castello "de los Duques", antica residenza dei re arabi, la dimora "de Belén", i conventi "de San Francisco", "de San Agustín" e "de la Encarnación" e altri monumenti religiosi come le chiese "de San Pedro", "de la Caridad", "de San Juan de Dios" e "de la Misericordia".

Fonte: Ufficio Spagnolo del Turismo
Milano 02/72004617 - Roma 06/6783106
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