Guida alla scoperta della Valtellina e della Valchiavenna
Lombardia, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Lombardia dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Definire la Valtellina semplicemente una valle, sarebbe come rinunciare ad una parte dei significati che rappresenta, riducendola puramente alla sua conformazione di solco tra i rilievi. Abitando nell'unica provincia lombarda completamente estranea alla grande pianura, le genti telline hanno imparato da orografia ed eventi storici a vivere di montagna e a crescere tutto un mondo tra le Alpi.Per questo, non è solo la più estesa vallata trasversale del versante meridionale della catena, ma un polo di cultura e abitudini squisitamente a sé stante. Perfino nell'arte enogastronomica, per citare uno solo degli aspetti, i valtellinesi hanno saputo meritarsi fama tale da conquistare palati addirittura dall'altra parte del globo.
Sondrio è il centro di questo mondo alpino, in tutti i sensi. Basta consultare un atlante aprendolo sulla planimetri a della più clevata catena montuosa europea per constatare come la provincia e le sue vette occupino il cuore del rilievo. Pur offrendo l'efficienza e i servizi di una grande città, le ridotte dimensioni dell'abitato comunicano un fascino discreto, più affine a quello di una piccola capitale. E ad una piccola capitale ci si può in effetti riferire, sia pensando al ruolo che la storia le ha riservato, sia ammirando come palazzi, giardini e chiese ne delimitino le vie. Se pensate che una città sia un luogo caratterizzato da ampie strade e piazze sfarzose, Sondrio è l'opposto. L' ottocentesco Hotel Posta e piazza Quadrivio sono il fulcro del centro, ma basta imboccare una qualsiasi delle vie per perdersi tra le memorie di pietra di antichi edifici e piazzette dalle quali si intravedono le sovrastanti montagne.
Proprio seguendo le creste, si scopre allora il resto del mondo valtellinese.
Affacciata quasi alle romantiche piazzette, il solco più prossimo è quello della Val Malenco. Più che una valle, il sistema orografico è paragonabile ad una sorta di corte castellana: due massicci circoscritti e slanciati dal territorio immediatamente circostante. Disgrazia e Scalino, sono le sentinelle di un sire molto più imponente per dimensioni, con una base di ben 20 chilometri e un'altezza massima di 4050 metri. Il gruppo del Bernina non è solo il quattromila più occidentale delle Alpi, ma anche un sistema montuoso completo, paragonabile a un circoscritto mondo di vette dove torreggianti picchi rocciosi sono l'anticipo al mare di ghiacci che assedia il tetto di Lombardia. Chiesa, Lanzada e Caspoggio sono i centri maggiori del comprensorio: nel cuore di una rete di sentieri nella stagione mite, all' imbiancarsi dei crinali si trasformano in tracce sciabili tra i boschi, a disposizione degli sportivi della neve con difficoltà di ogni tipo. Nella tradizione locale, la lavorazione della pietra oliare vive grazie alle capacità tramandate artigianalmente di padre in figlio. Dirigendosi verso l'alta valle lungo la Statale dello Stelvio, i centri si susseguono alternandosi a montagne ricche di storia, natura e possibilità di praticare ogni genere di attività. Aprica è il primo dei grandi valichi, a cavallo tra Valtellina e Val Camonica: pur essendo circondata da aree di wilderness raramente disturbate da piede umano, i suoi crinali sono solcati da piste di sci frequentate da sportivi di tutta Europa. Come del resto accade anche spingendosi verso l'Alta Rezia, dove Tirano, Grosio, Livigno e Bormio sono centri di rilevanza notevole sia per la stagione del verde che per quella della neve.
Due esempi legati alle diverse stagioni: Santa Caterina è centro di sport invernale che ha visto nascere Deborah Compagnoni, campionessa della neve italiana. Ancora, le vallate di quest'area rientrano nel territorio del Parco Nazionale dello Stelvio, la più vasta area protetta italiana. Livigno, poi, è territorio extra doganale e una miniera di idee per un acquisto conveniente. Al Passo dello Stelvio è da non perdere il museo storico che racconta la vita e gli episodi della più alta guerra mai combattuta nel nostro continente: in esso sono raccolti documenti e testimonianze degli atti di eroismo e dell 'esistenza quotidiana dove esistevano solo le nevi perenni.
Spostandosi dalla parte opposta della provincia lombarda più estesa, dalla capitale valtellinese ci si porta in direzione del Pian di Spagna, passando tra un parco che contempla tutti i valichi orobici, paradiso degli escursionisti, e la Val Masino, centro mondiale dell'arrampicata sportiva. Giunti alla confluenza con la Val Chiavenna, se un ipotetico viaggiatore ottocentesco si offrisse di accompagnarvi da Morbegno e Chiavenna non avrebbe difficoltà a riconoscere i luoghi che già incontrò nella sua epoca. Le due cittadine sono state designate dalla storia ad essere città d'arte e di cultura, note ben oltre i vicini passi. Si scendeva dal territorio della Serenissima Repubblica Veneta attraverso il Passo San Marco e la Val Gerola, quindi si raggiungeva Morbegno. Da qui, il ponte di Ganda, torreggiante sull'Adda, permetteva di aggirare un imponente forte spagnolo (da cui il nome Pian di Spagna) e i dazi imposti dai governanti iberici. Arrivati a Chiavenna si proseguiva per la breve vallata che porta al Maloja, con i resti del vecchio paese travolto dalla disastrosa frana del 1600, e la Val San Giacomo, al cui termine Campodolcino e Madesimo sono oggi fiori all'occhiello della ricettività in montagna, con impianti di risalita avanzatissimi e sentieristica che ancora ricalca le storiche tracce sui pendii. Qui convivono lo Skyexpress, la funicolare sotterranea che collega parcheggi e piste a velocità record, e la celebre via aperta dai Romani, la stessa che condusse in Italia il generale Mc Donald in soccorso di Napoleone. li sentiero del Cardinello è ancora perfettamente conservato, percorribile oggi dalla stessa locanda e garantendo le stesse emozioni che provò Mozart quando vi transitò in direzione dello Spinga un mattino di trecento anni fa. Fonte: Regione Lombardia
Sondrio è il centro di questo mondo alpino, in tutti i sensi. Basta consultare un atlante aprendolo sulla planimetri a della più clevata catena montuosa europea per constatare come la provincia e le sue vette occupino il cuore del rilievo. Pur offrendo l'efficienza e i servizi di una grande città, le ridotte dimensioni dell'abitato comunicano un fascino discreto, più affine a quello di una piccola capitale. E ad una piccola capitale ci si può in effetti riferire, sia pensando al ruolo che la storia le ha riservato, sia ammirando come palazzi, giardini e chiese ne delimitino le vie. Se pensate che una città sia un luogo caratterizzato da ampie strade e piazze sfarzose, Sondrio è l'opposto. L' ottocentesco Hotel Posta e piazza Quadrivio sono il fulcro del centro, ma basta imboccare una qualsiasi delle vie per perdersi tra le memorie di pietra di antichi edifici e piazzette dalle quali si intravedono le sovrastanti montagne.
Proprio seguendo le creste, si scopre allora il resto del mondo valtellinese.
Affacciata quasi alle romantiche piazzette, il solco più prossimo è quello della Val Malenco. Più che una valle, il sistema orografico è paragonabile ad una sorta di corte castellana: due massicci circoscritti e slanciati dal territorio immediatamente circostante. Disgrazia e Scalino, sono le sentinelle di un sire molto più imponente per dimensioni, con una base di ben 20 chilometri e un'altezza massima di 4050 metri. Il gruppo del Bernina non è solo il quattromila più occidentale delle Alpi, ma anche un sistema montuoso completo, paragonabile a un circoscritto mondo di vette dove torreggianti picchi rocciosi sono l'anticipo al mare di ghiacci che assedia il tetto di Lombardia. Chiesa, Lanzada e Caspoggio sono i centri maggiori del comprensorio: nel cuore di una rete di sentieri nella stagione mite, all' imbiancarsi dei crinali si trasformano in tracce sciabili tra i boschi, a disposizione degli sportivi della neve con difficoltà di ogni tipo. Nella tradizione locale, la lavorazione della pietra oliare vive grazie alle capacità tramandate artigianalmente di padre in figlio. Dirigendosi verso l'alta valle lungo la Statale dello Stelvio, i centri si susseguono alternandosi a montagne ricche di storia, natura e possibilità di praticare ogni genere di attività. Aprica è il primo dei grandi valichi, a cavallo tra Valtellina e Val Camonica: pur essendo circondata da aree di wilderness raramente disturbate da piede umano, i suoi crinali sono solcati da piste di sci frequentate da sportivi di tutta Europa. Come del resto accade anche spingendosi verso l'Alta Rezia, dove Tirano, Grosio, Livigno e Bormio sono centri di rilevanza notevole sia per la stagione del verde che per quella della neve.
Due esempi legati alle diverse stagioni: Santa Caterina è centro di sport invernale che ha visto nascere Deborah Compagnoni, campionessa della neve italiana. Ancora, le vallate di quest'area rientrano nel territorio del Parco Nazionale dello Stelvio, la più vasta area protetta italiana. Livigno, poi, è territorio extra doganale e una miniera di idee per un acquisto conveniente. Al Passo dello Stelvio è da non perdere il museo storico che racconta la vita e gli episodi della più alta guerra mai combattuta nel nostro continente: in esso sono raccolti documenti e testimonianze degli atti di eroismo e dell 'esistenza quotidiana dove esistevano solo le nevi perenni.
Spostandosi dalla parte opposta della provincia lombarda più estesa, dalla capitale valtellinese ci si porta in direzione del Pian di Spagna, passando tra un parco che contempla tutti i valichi orobici, paradiso degli escursionisti, e la Val Masino, centro mondiale dell'arrampicata sportiva. Giunti alla confluenza con la Val Chiavenna, se un ipotetico viaggiatore ottocentesco si offrisse di accompagnarvi da Morbegno e Chiavenna non avrebbe difficoltà a riconoscere i luoghi che già incontrò nella sua epoca. Le due cittadine sono state designate dalla storia ad essere città d'arte e di cultura, note ben oltre i vicini passi. Si scendeva dal territorio della Serenissima Repubblica Veneta attraverso il Passo San Marco e la Val Gerola, quindi si raggiungeva Morbegno. Da qui, il ponte di Ganda, torreggiante sull'Adda, permetteva di aggirare un imponente forte spagnolo (da cui il nome Pian di Spagna) e i dazi imposti dai governanti iberici. Arrivati a Chiavenna si proseguiva per la breve vallata che porta al Maloja, con i resti del vecchio paese travolto dalla disastrosa frana del 1600, e la Val San Giacomo, al cui termine Campodolcino e Madesimo sono oggi fiori all'occhiello della ricettività in montagna, con impianti di risalita avanzatissimi e sentieristica che ancora ricalca le storiche tracce sui pendii. Qui convivono lo Skyexpress, la funicolare sotterranea che collega parcheggi e piste a velocità record, e la celebre via aperta dai Romani, la stessa che condusse in Italia il generale Mc Donald in soccorso di Napoleone. li sentiero del Cardinello è ancora perfettamente conservato, percorribile oggi dalla stessa locanda e garantendo le stesse emozioni che provò Mozart quando vi transitò in direzione dello Spinga un mattino di trecento anni fa. Fonte: Regione Lombardia
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