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Svizzera: clima, temperature e quando andare

Svizzera, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Svizzera dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

La Svizzera è un paese alpino che non presenta sbocchi sul mare, ed il cui territorio è grosso modo delimitato tra il massiccio del Giura, l'Altopiano e le Alpi svizzere, occupando una superficie di oltre 41.000 chilometri quadrati. I confini sono i seguenti: a nord con la Germania, ad est con l'Austria e il Liechtenstein, a sud con l'Italia e a ovest con la Francia.

Buona parte della popolazione risiede sull'altopiano, dove peraltro sono ubicate le principali città: Zurigo, Ginevra, Berna, Basilea, Winterthur, Lucerna, San Gallo e Losanna.
Nonostante la Svizzera non abbia sbocchi sul mare, il proprio clima della Svizzera è decisamente modulato dalle correnti occidentali dominanti che provengono dall’oceano Atlantico attraverso la Francia, le quali veicolano masse d'aria marittima in prevalenza umida e sovente instabile.

Nella stagione “calda” (maggio-settembre) tali flussi portano in prevalenza a cali termici in rapporto alle masse d'aria molto calda che ristagnano a sud dell'arco alpino, limitando alquanto i tipici eccessi termici del periodo estivo, mentre in inverno essi tendono a mitigare le fredde o gelide masse d'aria che possono affluire alternativamente o dall'Europa settentrionale o da quella orientale.

A causa del prevalere di un modello di circolazione che mostra il prevalere delle correnti atlantiche, durante buona parte dell'anno si hanno precipitazioni medio-elevate su gran parte del territorio nazionale.

La presenza della catena alpina determina diversificazioni climatologiche talora vistose tra i comparti settentrionali e quelli meridionali.

Il settore alpino meridionale è sovente influenzato dalle correnti di origine subtropicale provenienti dal Mediterraneo, in particolare nel periodo autunnale, e si distingue da quello settentrionale essenzialmente per le stagioni autunno-invernali sostanzialmente più miti.
La presenza della catena alpina contribuisce inoltre, forzando orograficamente le correnti dominanti, a determinare sostanziali diversificazioni anche nei regimi pluviometrici annuali e stagionali, i quali mostrano una forte correlazione con la disposizione e l'altezza dei rilievi.

Le vallate alpine, infatti, sono in buona parte riparare dai sistemi nuvoloso forieri di frequenti precipitazioni di provenienza settentrionale e soprattutto meridionale; infatti nel caso di flussi orientati da sud le alte vette delle Alpi centrali costituiscono una barriera quasi insormontabile, limitando alquanto, nella stagione fredda, le umide e piovose correnti di origine mediterranea, che al contrario apportano intense e prolungate precipitazioni sui versanti italiani delle Alpi stesse.

In tal modo sulle suddette zone si rileva una piovosità media annua decisamente inferiore rispetto ai comparti circostanti.
Ad esempio sul Vallese la piovosità media annua oscilla tra 450 e 650 mm (valore alquanto basso in rapporto alla latitudine) mentre in Engadina esse sono comprese tra 650 e 750 mm, ovvero gli accumuli annui tipici della valle padana.
Al contrario sui comparti alpini settentrionali si hanno mediamente da 1000 a 1600 mm circa di pioggia all’anno, con piovosità estiva assai più elevata di quella invernale grazie alla frequente attività temporalesca, elemento tipico dei regimi pluviometrici delle zone continentali.
Generalmente dalle quote di 1200-1500 m le precipitazioni invernali risultano in prevalenza nevose, con suolo innevato che può protrarsi per buona parte della stagione.

La distribuzione del campo termico medio è correlato essenzialmente alla quota altimetrica, essendo la Svizzera quasi completamente montuosa, e le isoterme medie tendono ad abbassarsi sensibilmente salendo di quota in particolare nella fase primaverile-estiva, mentre nella stagione invernale la strutturazione di forti inversioni termiche nelle aree vallive, determina isoterme assai rigide anche a quote molto basse.

Una ben nota caratteristica del clima svizzero è la frequente comparsa del cosiddetto favonio, in realtà il classico vento di fohn, che per gli svizzeri arriva da sud dopo aver superato la catena alpina. Il fohn o favonio si innesca quando le correnti, in questo caso meridionali, soffiano perpendicolarmente alla catena alpina determinando, nelle zone sottovento ai rilievi, la discesa, spesso turbolenta e rafficosa, di aria mite e asciutta a causa della compressione adiabatica della massa d'aria, che scendendo dalle Alpi perde gran parte del suo contenuto di umidità.

In particolare il fohn proveniente da sud giunge spesso con raffiche molto intense, e mentre sul versante italiano si hanno piogge o nevicate abbondanti (effetto stau), su quello svizzero prevale tempo soleggiato, mite (se non proprio caldo) ed asciutto.
Gli eventi di fohn, che possono perdurare anche per giorni, hanno massima frequenza nel periodo autunnale e nella prima parte dell'inverno, ma possono verificarsi in qualunque periodo dell'anno ed in ogni caso con un minimo ben definito in estate.

Nel periodo invernale, o se vogliamo durante la stagione nevosa, il fohn è estremamente pericoloso poiché provoca un notevole incremento del rischio di valanghe, specie se insorge dopo un periodo con abbondanti nevicate.

I venti di fohn hanno sugli abitanti delle zone interessate effetti talora sgradevoli, favorendo, specie in soggetti particolarmente sensibili alle variazioni meteorologiche, emicranie, difficoltà di concentrazione, sensibile aumento del nervosismo, aggravamento degli stati depressivi qualora siano già presenti.
Peraltro diverse statistiche di ordine medico mostrano un preoccupante aumento di episodi di cronaca nera o addirittura un aumento dei casi di omicidio o suicidio in periodi nei quali soffia forte il fohn per più giorni.

Un secondo vento tipico della regione elvetica è rappresentato dal cosiddetto “bise”, il quale proviene mediamente da est/nord/est ed è classico del Mittelland, richiamando aria umida e fredda verso i rilievi. Nella stagione invernale si attiva quasi sempre in un contesto di alta pressione e può supportare la costituzione delle inversioni termiche, associate a giornate con bassa nuvolosità e molto fredde, specie se l'alta pressione all'origine di questo vento ha matrice continentale pescando aria gelida dai settori di nord-est.

Se le correnti di bise vengono sorvolate in quota da umidi e miti flussi atlantici si hanno frequenti nevicate sebbene deboli, che però possono perdurare per qualche tempo, a meno che le correnti miti oceaniche non rimuovano uno spessore troppo consistente dello strato freddo sottostante, nel qual caso le precipitazioni si tramutano in pioggia.

Da notare che i venti orografici come fohn e stau, per la particolare conformazione geografica della Svizzera, possono soffiare su entrambi i versanti alpini; infatti con i venti nordoccidentali si innesca stau sulle Alpi Settentrionali, con precipitazioni abbondanti ma tempo più clemente sul Ticino, mentre con i venti provenienti dai settori meridionali lo stau si manifesta sul crinale al confine con l'Italia e nel Ticino.

A proposito del Ticino esso si trova a sud del corrugamento alpino e pertanto sottovento alle correnti settentrionali, ed inoltre è ricco di laghi; per tali ragioni gode quindi di un clima mediamente più mite rispetto al resto della Svizzera, segnatamente sulle aree lacustri laddove si notano caratteristiche non lontane dalle tipiche peculiarità del clima mediterraneo, eccezion fatta per una piovosità media annua alquanto elevata, e con quadro termico certamente più mite in relazione al resto del paese.

Non mancano onde di calore, anche intense, nella stagione estiva, tuttavia esse si presentano generalmente di breve durata salvo casi particolari (estati 1983 e 2003) sostituite poi da break temporaleschi allorquando l'aria atlantica torna a prevalere scalzando la massa di aria molto calda ed umida venutasi prima ad insediare; in questi frangenti i temporali possono risultare anche molto violenti.

Alcune caratteristiche climatiche delle principali città:

Berna (capitale, canton Berna, settore nord occidentale)
Il mese più freddo dell'anno è quello di gennaio (temperatura minima media -3.6°C; temperatura massima media 2.8°C); mentre quello più caldo risulta essere luglio (temperatura minima media 12.5°C; temperatura massima media 24.3°C). Temperatura media annua di 8.8°C.
Il periodo più caldo dell'anno è riscontrabile nella terza decade di luglio; quello più freddo ad inizio febbraio (prima decade).

Record di temperatura minima assoluta: -23.3°C
Record di temperatura massima assoluta: 37.0°C


Nuvolosità: per chi ama le giornate soleggiate il periodo che va da maggio a settembre appare certamente il migliore, con nuvolosità medio-scarsa (salvo nelle giornate temporalesche) e con picco minimo di copertura media ad inizio luglio oscillante tra il 55 ed il 60%.
La maggiore nuvolosità si ha normalmente tra ottobre e marzo con picco massimo nella prima decade di gennaio (ben 92% di copertura nuvolosa media giornaliera).
Precipitazioni: La probabilità di giorni con pioggia è piuttosto costante nel corso dell'anno.
Le piogge hanno maggiori probabilità di verificarsi tra novembre ed aprile, con picco massimo in aprile (58% di giorni piovosi). Sono invece meno probabili tra luglio ed agosto, quando abbiamo il 40% di rischio di incorrere in una giornata piovosa.
L'attività temporalesca è presente da marzo ad ottobre con massimi tra maggio ed agosto e con picco assoluto tra giugno e luglio; fenomeni non di rado violenti, specie dopo forti ondate di caldo.
In merito ai quantitativi medi climatologici essi sono sintetizzati come segue:
La piovosità media annua si aggira sui 1060 mm (medio-alta), con massimo primaverile-estivo (maggio-agosto e picco in maggio con 120 mm medi, vale a dire il mese più piovoso dell'anno).
La stagione più secca è quella invernale (tipico dei climi continentali) con i minimi in febbraio (55 mm medi, ovvero il mese meno piovoso dell'anno). In media circa 125 giorni all'anno sono interessati da precipitazioni, intese come giornate nelle quali cade almeno 1 mm di pioggia.
Le nevicate sono alquanto frequenti, e la stagione “nevosa” va da novembre ad aprile con massimi in dicembre (in media 4 giorni con neve con 13.3 cm di accumulo al suolo) seguito da febbraio (3 giorni con accumulo medio di 13.1 cm). Nel periodo primaverile le nevicate assumono sovente carattere di breve rovescio con notevole intensità ma breve durata.

Zurigo (capitale del cantone omonimo, settore settentrionale)
Il mese più freddo dell'anno risulta essere quello di gennaio (temperatura minima media -2.0°C; temperatura massima media 2.9°C); mentre quello più caldo è luglio (temperatura minima media 14.0°C; temperatura massima media 24.0°C). Temperatura media annua di 9.3°C.
Il periodo più caldo dell'anno è appannaggio della terza decade di luglio; quello più freddo appartiene alla fine di gennaio (terza decade).

Record di temperatura minima assoluta: -24.8°C
Record di temperatura massima assoluta: 37.1°C


Nuvolosità: se siamo alla ricerca di giornate soleggiate il periodo più appropriato è quello che va da giugno a settembre, con nuvolosità relativamente bassa e con picco minimo di copertura media ad inizio agosto oscillante tra il 55 ed il 60%. La maggiore nuvolosità si riscontra in genere tra ottobre ed aprile con picco massimo nella terza decade di dicembre (93% di copertura nuvolosa media giornaliera).
Precipitazioni: La probabilità di giorni piovosi è relativamente costante e piuttosto elevata nel corso dell'anno. Le piogge hanno maggiori probabilità di occorrere tra novembre ed aprile, con picco massimo in dicembre (68% di giorni piovosi). Sono invece meno frequenti tra maggio e settembre, quando abbiamo il 45% di probabilità di usare l'ombrello.
L'attività temporalesca è presente durante tutto l'anno con massimi tra maggio e settembre e con picco assoluto tra giugno e luglio; fenomeni talvolta di forte intensità.
In merito ai quantitativi climatologici in relazione alle piogge essi sono sintetizzati come segue:
La piovosità media annua si aggira sui 1130 mm (elevata), con massimo primaverile-estivo (maggio-agosto e picco in giugno con 128 mm medi, che corrisponde al mese più piovoso dell'anno). La stagione più asciutta è quella invernale con i minimi in gennaio (63 mm medi, cioè il mese meno piovoso dell'anno). In media circa 135 giorni all'anno sono caratterizzati da precipitazioni.
Le nevicate sono frequenti, e la stagione “nevosa” va da novembre ad aprile con massimi in febbraio (in media 5 giorni con neve per complessivi 22 cm al suolo) seguito da dicembre (4.5 giorni per un totale di 19 cm al suolo). Nel periodo primaverile le nevicate assumono sovente carattere di breve rovescio.

Lugano (Canton Ticino, regione meridionale)
Il mese più freddo dell'anno risulta essere quello di gennaio (temperatura minima media 0.8°C; temperatura massima media 6.6°C); mentre quello più caldo appare luglio (temperatura minima media 17.8°C; temperatura massima media 26.9°C). Temperatura media annua di 12.4°C.
Da questi pochi dati termici balza subito all'occhio la maggiore mitezza del ticinese rispetto alle altre aree della confederazione.
Il periodo più caldo dell'anno è riscontrabile nella terza decade di luglio; quello più freddo ad inizio gennaio (prima decade).

Record di temperatura minima assoluta: -14.0°C
Record di temperatura massima assoluta: 37.1°C


Nuvolosità: per chi non rinuncia alle giornate limpide e luminose il periodo che va da giugno ad agosto appare quello più indicato, con nuvolosità relativamente scarsa (salvo nelle giornate temporalesche) e con picco minimo di copertura media a metà luglio di circa il 45%.
La maggiore copertura nuvolosa si manifesta normalmente tra ottobre e marzo con picco massimo nella prima decade di novembre (80% di copertura nuvolosa media giornaliera).
Un secondo picco di nuvolosità mediamente elevata lo si nota tra marzo e maggio, dovuto al prevalere di correnti meridionali umide ed instabili che caratterizzano la fase primaverile.
Precipitazioni: La probabilità di giorni con pioggia è moderatamente costante nel corso di tutto l'anno, sebbene si abbia una stagione meno piovosa (inverno) e due fasi con maggiore piovosità che corrispondono alla primavera ed all'autunno. Infatti le precipitazioni hanno maggiori probabilità di verificarsi tra aprile e giugno, con picco massimo in maggio (41% di giorni piovosi), mentre un secondo massimo si osserva tra ottobre e novembre (40% di giorni piovosi). Sono invece meno probabili tra dicembre e febbraio, quando abbiamo il 40% di rischio di bagnarci.
L'attività temporalesca è presente essenzialmente nel periodo che va da marzo a novembre, con massimi tra maggio e settembre e con picco assoluto tra giugno ed agosto, con fenomeni sovente violenti, in particolare dopo periodi particolarmente caldi ed afosi.
In merito ai quantitativi medi climatologici la piovosità è riassunta come segue:
La piogge medie annue ammontano a circa 1560 mm (elevata), con massimo primaverile ed autunnale e picco in maggio con ben 200 mm medi, il che indica il mese più piovoso dell'anno.
La stagione più secca è quella invernale con i valori minimi in febbraio (52 mm medi; vale a dire il mese meno piovoso dell'anno). In media circa 98 giorni l'anno sono caratterizzati da precipitazioni.
Le nevicate sono assai frequenti da dicembre a febbraio con massimi in gennaio (in media 5 giorni con neve per accumulo medio al suolo di 13 cm) seguito da dicembre (3.5 giorni per complessivi 9 cm al suolo). Tuttavia l'area è sensibilmente meno nevosa rispetto alle altre zone, in particolare come estensione temporale del periodo favorevole a nevicate.

Cosa mettere in valigia
L'assemblaggio del nostro bagaglio sarà diverso in base alla stagione prescelta per il viaggio; l'inverno è nel complesso assai rigido ad eccezione delle zone lacustri del Ticino, ma data l'umidità relativa spesso elevata la sensazione di freddo che può essere ugualmente assai sgradevole. Pertanto è da privilegiare l'abbigliamento pesante, e non dovranno mancare l'ombrello, guanti, berretti di lana, giacconi ben imbottiti e doposcì.
Sempre in inverno è indispensabile essere sempre ben forniti di farmaci contro le patologie da raffreddamento, particolarmente diffuse nei periodi freddi ed umidi.
In estate la situazione migliora sensibilmente, ma attenzione alle giornate temporalesche con fenomeni che possono interessare gran parte dello stato. In questa stagione è bene adottare un abbigliamento che comprenda pantaloni corti, magliette, cappellino, occhiali da sole; attenzione però alle fasi successive al tramonto, quando anche in piena stagione estiva le temperature possono divenire piuttosto “frizzanti”; in tal caso giubbotti, pullover leggeri o comunque indumenti a maniche lunghe saranno i benvenuti.
Anche nel periodo estivo K-way e ombrello dovranno essere sempre in nostra compagnia, specie nelle ore pomeridiane e serali quando aumenta il rischio di rovesci o temporali.
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 Pubblicato da - 16 Maggio 2015 - © Riproduzione vietata

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