Tour nella cittā di Siviglia: itinerario nel Quartiere di Santa Croce
Siviglia, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Siviglia dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Quest'itinerario incomincia dalla Chiesa del Sacrario che si trova in avenida (corso) de la Constitución. Il tempio segna il passaggio dal Tardomanierismo al primo Barocco sivigliano, come mostrano le linee classiche ed austere. È da considerare un vero capolavoro la pala maggiore, raffigurante la Deposizione di Cristo. Adiacente al Sacrario s'erge la Cattedrale, costruita sull'originaria moschea maggiore (almohade).
Contemplando la mole maestosa, si capisce come nel 1401 il Consiglio dei Canonici affermasse di voler innalzare una Cattedrale "... così grande, che coloro che la vedranno terminata penseranno che eravamo pazzi". Si tratta del più grande tempio gotico della Spagna nonché il terzo della Cristianità, dopo quello di San Pietro a Roma e San Paolo a Londra.
Il Cortile degli Aranci ("Patio de los Naranjos") e la Giralda, simbolo della città, sono gli unici resti della moschea mussulmana. Sopra un corpo di mattoni in stile almohade, la Giralda fa mostra del campanile innalzato da Hernán Ruiz II nel 1568. La torre è coronata da una statua che raffigura la fede in forma di donna, vestita alla maniera classica romana: in una mano porta uno scudo e nell'altra una palma. È chiamata comunemente "el Giraldillo".
Si può accedere alle campane della Giralda salendo in cima alle scale sistemate all'interno. La leggenda racconta che gli arabi lo facevano seduti a cavallo. Dal primo balcone, sua santità Giovanni Paolo II recitò l'angelus in occasione della visita realizzata a Siviglia nel giugno del 1993, quando si celebrò il XLV Congresso Eucaristico Internazionale. Era la seconda visita a Siviglia del Papa d'origine polacca, che nel novembre del 1982 aveva beatificato in loco Sor Angela de la Cruz.
La Sacrestia dei Calici, la Cappella Reale, la Sacrestia Maggiore e la Sala Capitolare sono punti straordinariamente belli. Il gran numero delle sculture riunite e la loro importanza giustifica appieno l'affermazione che si tratta di una sintesi della scuola locale. È impossibile non menzionare la statua gotica della Vergine dei Re, patrona della città. Ai suoi piedi c'è un'urna d'argento che custodisce il corpo incorrotto di Ferdinando III il Santo, mostrato al pubblico due volte l'anno (in maggio e novembre). La splendida Pala Maggiore è un vero capolavoro, oltre ad un esempio di magnificenza: per completarla ci vollero più di ottant'anni (1480-1560). Sono senz'altro degne di nota alcune opere di Martínez Montañés quali il Cristo dei Calici e l'Immacolata soprannominata "La Cieguecita" (la "Piccola cieca" N.d.T.); non meno spettacolari le figure di Juan de Mesa, Alonso Cano, ecc.. che costituiscono una specie di rassegna della loro maestria.
Vicino alla Porta del Principe, si trova il Sepolcro di Cristoforo Colombo; il suo cadavere era sepolto a Santo Domingo, da dove fu portato a La Habana e infine, in seguito alla perdita dell'isola avvenuta nel 1898, in questa Cattedrale. Il giorno 12 ottobre di ogni anno è deposta una corona di fiori dalla Fondazione che porta il suo nome; alla cerimonia assistono le autorità.
Il mausoleo intero è in bronzo, raffigura il feretro portato da quattro araldi che fanno mostra degli scudi del Regno di Castiglia.
Sono innumerevoli le tele conservate all'interno della Cattedrale, tanto che si può considerare la seconda pinacoteca cittadina. Si tratta di quadri di Murillo, Zurbarán, Goya e altri pittori spagnoli e stranieri: una vera delizia per gli amanti dell'arte. Risalta l'affresco della Madonna Antica, che ricorda la conquista in terre americane e riflette l'influsso della scuola senese del Trecento; non sono meno rilevanti gli oggetti in oro. Sul resto spicca il Tabernacolo, lavorato a sbalzo tra il 1580 e il 1587 da Juan de Arfe, e l'urna del Re San Ferdinando, conclusa da Juan Laureano de Pina nell'anno 1719.
Di fronte alla Cattedrale, è ubicato il Palazzo Arcivescovile, residenza del Prelato di Siviglia. Dalla facciata tardo-barocca s'accede a due cortili manieristi; in fondo al secondo sono allestite le sale dell'Archivio Generale dell'Arcivescovato, che raccoglie la documentazione ecclesiastica relativa a tutta l'arcidiocesi locale. Tra gli elementi più peculiari di questo Palazzo menzioniamo la scalinata a tre rampe, simile a quella dell'ambasciata spagnola in Roma, disegnata da Fray Manuel Ramos nella seconda metà del XVII secolo.
Accanto alla Cattedrale s'erge l'Archivio delle Indie: antica Loggia dei mercanti, la sua costruzione ebbe inizio nel 1584. È uno degli esempi più significativi dello stile manierista locale, con chiari influssi "herreriani". All'epoca di Carlo III, l'edificio fu ristrutturato e destinato all'uso attuale, passando ad ospitare il più importante archivio "americanista" esistente al mondo, che raccoglie tutta la documentazione concernente il governo e l'amministrazione del Nuovo Mondo nel periodo della dominazione spagnola. Sono autorizzati a visitarlo i ricercatori e di tanto in tanto s'allestiscono esposizioni aperte a tutto il pubblico.
È arrivato il momento d'entrare nei "Reales Alcázares" (Fortezze Reali) attraverso la Porta di León, situata in piazza del Trionfo. Dalla Riconquista di Siviglia - avvenuta nel 1248 ad opera di Ferdinando III il Santo - la storia di questa costruzione è strettamente connessa a quella dei re di Castiglia. Pietro I, denominato da alcuni il "Giustiziere" e da altri il "Crudele", diede un impulso straordinario all'antica Fortezza mussulmana, trasformandola in un sontuoso palazzo mudéjar. Nel corso del XVI secolo assistette ad alcune riforme, arrivando a incorporare strutture architettoniche e sculture ai magnifici giardini dai nomi suggestivi: Grottesco, Danza, Labirinto... Il cortile delle Bambole e quello delle Donzelle, insieme al Salone degli Ambasciatori, ci riportano indietro nel passato, al fantastico mondo delle "mille e una notte". Essendo la sede della Casa Reale in Siviglia, qui soggiornano i Monarchi spagnoli quando arrivano in città.
Dopo essere usciti passando per l'ampio androne, ci ritroviamo nel Cortile delle Bandiere, dove ha inizio la calle Judería, che s'addentra nel Quartiere di Santa Croce. Il callejón (vicolo) del Agua si snoda parallelo ai giardini della Fortezza; la casa ubicata al numero 2 possiede uno dei cortili più notevoli tra le magioni signorili. Circondato da colonne e stracolmo di variopinti vasi di fiori, destò la fantasia di Washington Irving, ricordato in una lapide della facciata. Il vicolo sbocca in piazza Alfaro, che confina con i Giardini di Murillo; nelle prossimità s'apre la piazza Santa Croce, presieduta da una leggiadra croce di ferro, denominata la "Cerrajería". Lo stretto callejón Mariscal conduce a una delle piazze più tranquille di Siviglia, la piazza delle Croci, che deve il nome alle tre croci che coronano le tre colonne classiche realizzate in marmo. Imboccando la calle Cruces proseguiamo fino a Ximénez de Enciso, decorata all'angolo di sinistra da grandi ruote di mulino intarsiate. Arrivati all'altezza della calle Santa Teresa, l'imbocchiamo per visitare il Convento di San Giuseppe del Carmine; conserva importanti oggetti personali di Santa Teresa d'Avila, quali il manoscritto "Las Moradas" nonché un suo ritratto, dipinto da Fray Juan de la Miseria. Proprio di fronte al Convento s'erge la Casa di Murillo, che ricrea l'ambiente del XVII secolo, nel quale visse il celebre pittore.
Fatto ritorno sui nostri passi, eccoci davanti alle porte dell'Ospizio dei Venerabili Sacerdoti. Fondato nel 1675 dal canonico D. Justino de Neve, nell'attualità è sede della Fondazione FOCUS, che custodisce una delle più importanti collezioni di incisioni della città. Probabilmente possiede il più bel cortile di Siviglia. Quest'itinerario termina nei pressi della Casa Pinelo, che accoglie la Reale Accademia delle Belle Arti di Sant'Isabella d'Ungheria, quella delle Buone Lettere e di Medicina. La magione appartenne al ramo genovese della famiglia, la quale risiedeva in Spagna. Secondo la tradizione vi nacque San Giovanni da Ribera, Arcivescovo di Valenza.
Contemplando la mole maestosa, si capisce come nel 1401 il Consiglio dei Canonici affermasse di voler innalzare una Cattedrale "... così grande, che coloro che la vedranno terminata penseranno che eravamo pazzi". Si tratta del più grande tempio gotico della Spagna nonché il terzo della Cristianità, dopo quello di San Pietro a Roma e San Paolo a Londra.
Il Cortile degli Aranci ("Patio de los Naranjos") e la Giralda, simbolo della città, sono gli unici resti della moschea mussulmana. Sopra un corpo di mattoni in stile almohade, la Giralda fa mostra del campanile innalzato da Hernán Ruiz II nel 1568. La torre è coronata da una statua che raffigura la fede in forma di donna, vestita alla maniera classica romana: in una mano porta uno scudo e nell'altra una palma. È chiamata comunemente "el Giraldillo".
Si può accedere alle campane della Giralda salendo in cima alle scale sistemate all'interno. La leggenda racconta che gli arabi lo facevano seduti a cavallo. Dal primo balcone, sua santità Giovanni Paolo II recitò l'angelus in occasione della visita realizzata a Siviglia nel giugno del 1993, quando si celebrò il XLV Congresso Eucaristico Internazionale. Era la seconda visita a Siviglia del Papa d'origine polacca, che nel novembre del 1982 aveva beatificato in loco Sor Angela de la Cruz.
La Sacrestia dei Calici, la Cappella Reale, la Sacrestia Maggiore e la Sala Capitolare sono punti straordinariamente belli. Il gran numero delle sculture riunite e la loro importanza giustifica appieno l'affermazione che si tratta di una sintesi della scuola locale. È impossibile non menzionare la statua gotica della Vergine dei Re, patrona della città. Ai suoi piedi c'è un'urna d'argento che custodisce il corpo incorrotto di Ferdinando III il Santo, mostrato al pubblico due volte l'anno (in maggio e novembre). La splendida Pala Maggiore è un vero capolavoro, oltre ad un esempio di magnificenza: per completarla ci vollero più di ottant'anni (1480-1560). Sono senz'altro degne di nota alcune opere di Martínez Montañés quali il Cristo dei Calici e l'Immacolata soprannominata "La Cieguecita" (la "Piccola cieca" N.d.T.); non meno spettacolari le figure di Juan de Mesa, Alonso Cano, ecc.. che costituiscono una specie di rassegna della loro maestria.
Vicino alla Porta del Principe, si trova il Sepolcro di Cristoforo Colombo; il suo cadavere era sepolto a Santo Domingo, da dove fu portato a La Habana e infine, in seguito alla perdita dell'isola avvenuta nel 1898, in questa Cattedrale. Il giorno 12 ottobre di ogni anno è deposta una corona di fiori dalla Fondazione che porta il suo nome; alla cerimonia assistono le autorità.
Il mausoleo intero è in bronzo, raffigura il feretro portato da quattro araldi che fanno mostra degli scudi del Regno di Castiglia.
Sono innumerevoli le tele conservate all'interno della Cattedrale, tanto che si può considerare la seconda pinacoteca cittadina. Si tratta di quadri di Murillo, Zurbarán, Goya e altri pittori spagnoli e stranieri: una vera delizia per gli amanti dell'arte. Risalta l'affresco della Madonna Antica, che ricorda la conquista in terre americane e riflette l'influsso della scuola senese del Trecento; non sono meno rilevanti gli oggetti in oro. Sul resto spicca il Tabernacolo, lavorato a sbalzo tra il 1580 e il 1587 da Juan de Arfe, e l'urna del Re San Ferdinando, conclusa da Juan Laureano de Pina nell'anno 1719.
Di fronte alla Cattedrale, è ubicato il Palazzo Arcivescovile, residenza del Prelato di Siviglia. Dalla facciata tardo-barocca s'accede a due cortili manieristi; in fondo al secondo sono allestite le sale dell'Archivio Generale dell'Arcivescovato, che raccoglie la documentazione ecclesiastica relativa a tutta l'arcidiocesi locale. Tra gli elementi più peculiari di questo Palazzo menzioniamo la scalinata a tre rampe, simile a quella dell'ambasciata spagnola in Roma, disegnata da Fray Manuel Ramos nella seconda metà del XVII secolo.
Accanto alla Cattedrale s'erge l'Archivio delle Indie: antica Loggia dei mercanti, la sua costruzione ebbe inizio nel 1584. È uno degli esempi più significativi dello stile manierista locale, con chiari influssi "herreriani". All'epoca di Carlo III, l'edificio fu ristrutturato e destinato all'uso attuale, passando ad ospitare il più importante archivio "americanista" esistente al mondo, che raccoglie tutta la documentazione concernente il governo e l'amministrazione del Nuovo Mondo nel periodo della dominazione spagnola. Sono autorizzati a visitarlo i ricercatori e di tanto in tanto s'allestiscono esposizioni aperte a tutto il pubblico.
È arrivato il momento d'entrare nei "Reales Alcázares" (Fortezze Reali) attraverso la Porta di León, situata in piazza del Trionfo. Dalla Riconquista di Siviglia - avvenuta nel 1248 ad opera di Ferdinando III il Santo - la storia di questa costruzione è strettamente connessa a quella dei re di Castiglia. Pietro I, denominato da alcuni il "Giustiziere" e da altri il "Crudele", diede un impulso straordinario all'antica Fortezza mussulmana, trasformandola in un sontuoso palazzo mudéjar. Nel corso del XVI secolo assistette ad alcune riforme, arrivando a incorporare strutture architettoniche e sculture ai magnifici giardini dai nomi suggestivi: Grottesco, Danza, Labirinto... Il cortile delle Bambole e quello delle Donzelle, insieme al Salone degli Ambasciatori, ci riportano indietro nel passato, al fantastico mondo delle "mille e una notte". Essendo la sede della Casa Reale in Siviglia, qui soggiornano i Monarchi spagnoli quando arrivano in città.
Dopo essere usciti passando per l'ampio androne, ci ritroviamo nel Cortile delle Bandiere, dove ha inizio la calle Judería, che s'addentra nel Quartiere di Santa Croce. Il callejón (vicolo) del Agua si snoda parallelo ai giardini della Fortezza; la casa ubicata al numero 2 possiede uno dei cortili più notevoli tra le magioni signorili. Circondato da colonne e stracolmo di variopinti vasi di fiori, destò la fantasia di Washington Irving, ricordato in una lapide della facciata. Il vicolo sbocca in piazza Alfaro, che confina con i Giardini di Murillo; nelle prossimità s'apre la piazza Santa Croce, presieduta da una leggiadra croce di ferro, denominata la "Cerrajería". Lo stretto callejón Mariscal conduce a una delle piazze più tranquille di Siviglia, la piazza delle Croci, che deve il nome alle tre croci che coronano le tre colonne classiche realizzate in marmo. Imboccando la calle Cruces proseguiamo fino a Ximénez de Enciso, decorata all'angolo di sinistra da grandi ruote di mulino intarsiate. Arrivati all'altezza della calle Santa Teresa, l'imbocchiamo per visitare il Convento di San Giuseppe del Carmine; conserva importanti oggetti personali di Santa Teresa d'Avila, quali il manoscritto "Las Moradas" nonché un suo ritratto, dipinto da Fray Juan de la Miseria. Proprio di fronte al Convento s'erge la Casa di Murillo, che ricrea l'ambiente del XVII secolo, nel quale visse il celebre pittore.
Fatto ritorno sui nostri passi, eccoci davanti alle porte dell'Ospizio dei Venerabili Sacerdoti. Fondato nel 1675 dal canonico D. Justino de Neve, nell'attualità è sede della Fondazione FOCUS, che custodisce una delle più importanti collezioni di incisioni della città. Probabilmente possiede il più bel cortile di Siviglia. Quest'itinerario termina nei pressi della Casa Pinelo, che accoglie la Reale Accademia delle Belle Arti di Sant'Isabella d'Ungheria, quella delle Buone Lettere e di Medicina. La magione appartenne al ramo genovese della famiglia, la quale risiedeva in Spagna. Secondo la tradizione vi nacque San Giovanni da Ribera, Arcivescovo di Valenza.
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