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Viaggio a Siviglia: tra feste popolari e tradizioni

Siviglia, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Siviglia dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Il numero di festività che Siviglia e la sua provincia offrono al visitatore è tale da renderla molto di più di una semplice località turistica: si può definire una specie di "territorio a parte" che racconta la sua storia attraverso tradizioni mantenute vive, unendo in maniera armoniosa passato e presente.

Le ricorrenze si susseguono lungo tutto l'anno. Ciascuno dei 104 paesi della provincia celebra le proprie feste patronali, oltre ad una fiera, una sagra... per non accennare alla celeberrima Settimana Santa. Si tratta quasi sempre di eventi peculiari e interessanti, capaci di stupire il pubblico che assiste.

La maggior parte si svolge nel periodo che va da aprile ad ottobre; ad essi si aggiungono -specialmente nei mesi estivi - parecchi Festival di Flamenco. Sono innumerevoli i centri che celebrano la Sfilata dei Re Magi (gennaio); il carnevale (febbraio); le Croci di Maggio; il "Corpus Cristi" (giugno).

È praticamente impossibile descrivere di uno in uno tanti eventi in poche linee e risulta complicato cercare di fare una sintesi dei più rilevanti: ognuno presenta un aspetto degno di nota, elementi tradizionali, affascinanti e originali; cosa ancora più importante: tutti offrono al visitatore la possibilità di partecipare in maniera attiva unendosi agli abitanti del posto, approfittando della loro ospitalità.

Indubbiamente la congiunzione di una serie di fattori - tra i quali il clima benevolo e la notevole diversità culturale che ha caratterizzato la città fin dalle origini - ha favorito il sorgere del gran numero di ricorrenze, alcune delle quali sono conosciute a livello mondiale: al primo posto si trova la Settimana Santa, seguita dalla Fiera d'Aprile.

La Settimana Santa arriva ad un livello d'intensità tale - sia dal punto di vista estetico che spirituale - da poter essere definita unica nel suo genere. Tra la Domenica delle Palme e la Pasqua di Resurrezione sfilano per strada circa sessanta confraternite, che rappresentano la passione e morte di Cristo.

Nonostante molte siano state istituite da notabili e congregazioni ecclesiastiche, per scoprire la loro origine bisogna rifarsi alle primitive riunioni delle Corporazioni di arti e mestieri, tenute nel XVI secolo. Ai nostri giorni, escono dalle rispettive chiese in rappresentanza di tutti i quartieri e i settori sociali presenti nella comunità.

Uno degli elementi che colpisce maggiormente della Settimana Santa di Siviglia è il numero di persone che vi prende parte: sia in veste di attori che sfilano in corteo nelle processioni, sia di spettatori. Da non dimenticare che secondo la confraternita di cui sono membri assumono un determinato atteggiamento nei confronti della celebrazione, mantenendo sempre il massimo rispetto verso gli altri.

Le confraternite lavorano lungo tutto l'anno, realizzando atti solenni di culto alle immagini titolari di Cristo e della Vergine Maria; inoltre, si dedicano ad opere di beneficenza e ad iniziative sociali.

Nella maggior parte dei casi, esse hanno due "pasos" (enormi altari mobili portati a braccio dai fedeli): uno di Cristo e uno della Vergine, sotto il baldacchino. Percorrono le vie cittadine per arrivare in piazza della Campana, dove ha inizio l'itinerario "ufficiale", che dopo essere passato davanti al Municipio ha termine nella Cattedrale. Perché il tutto si svolga senza incidenti di nessun tipo, si devono rispettare gli orari fissati dal Consiglio Generale delle Confraternite di Siviglia, l'organismo responsabile dell'operato di tutte quante.

Molte immagini della Settimana Santa godono di una popolarità tale che oltrepassa i confini cittadini: sono esempi chiarissimi la Vergine della Speranza Macarena e il "Señor del Gran Poder"; entrambe portate in processione all'alba del Venerdì Santo. Alcune sono autentici capolavori, creazioni di maestri della taglia di Martínez Montañés, Juan de Mesa, Ruiz Gijón, Bautista Vázquez el Viejo, Francisco de Ocampo.

Due settimane più tardi si svolge la Fiera d'Aprile. D'origine recente, fu creata a metà del XIX secolo da due assessori (particolare piuttosto curioso: uno basco e l'altro catalano) che animati da spirito commerciale pensarono ad una fiera dedicata all'agricoltura e l'allevamento. Presto il numero di "casetas" (casotti N.d.T) superò quello iniziale di tre, a scapito degli animali, finché s'arrivò all'avvenimento sociale che conosciamo ai nostri giorni. L'ispirazione rurale, rievocata mediante l'utilizzazione dei cavalli, la scelta di indumenti comodi e di cappelli a tesa larga, poco a poco ha subito l'influsso dell'ambiente urbano, dando come risultato un insieme armonioso.

È necessario chiarire alcuni punti: esistono due ambiti completamente diversi, che possono essere sintetizzati ricorrendo alle espressioni "fiera diurna" e "fiera notturna". La prima non comincia praticamente fino alle 3 del pomeriggio; s'assiste alla passeggiata dei cavalli e delle carrozze; mentre con molta calma la gente si reca al Recinto Feriale per pranzare e in genere ama rimanere seduta a tavola fino a pomeriggio inoltrato.

La "fiera notturna", in cambio, non vede sfilare cavalli e neppure carrozze: obbedendo all'Ordinanza Municipale, questi debbono abbandonare il Recinto alle 8 di sera.

Da alcuni anni a questa parte l'ambiente notturno è alquanto diverso, potremmo dire più "vivace" in quanto frequentato da parecchi giovani. Per tutta la giornata si susseguono i balli e i canti; ci si diverte in compagnia assaporando piatti deliziosi innaffiati dai vini tipici.

Le "casetas" della Fiera d'Aprile possono essere pubbliche o private; nel primo caso l'entrata è gratuita essendo di proprietà dei distretti municipali, club di tifosi del Bétis o del Sevilla - le due squadre di football locali -, Confraternite, associazioni imprenditoriali, partiti politici, organizzazioni varie. Le "casetas" private, in cambio, appartengono a gruppi di amici, famiglie, associazioni, che si riservano il diritto d'ammissione e stabiliscono il pagamento di una quota d'entrata.

Come disse un famoso scrittore facendo riferimento alla città, "i sivigliani vanno a vivere per sette giorni al Recinto Feriale. La caseta diventa la loro casa".

Fonte: Ufficio Spagnolo del Turismo
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