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Barrio de Triana, la visita del quartiere di Siviglia, culla del Flamenco

Il quartiere di Triana č la culla del Flamenco a Siviglia. Stradine tipiche, ristoranti dove gustare tapas e cene di pesce, il Barrio de Triana si raggiunge dal centro superando i ponti sul canale Alfonso XIII.

Mitico, leggendario, intriso di storia: più che un quartiere di Siviglia il barrio de Triana è un mondo a sé stante, un piccolo ma preziosissimo tassello del pittoresco mosaico in cui è suddivisa la capitale andalusa. Rispetto al centro storico e alla maggior parte delle attrattive turistiche della città, Triana si estende sulla sponda opposta del Río Guadalquivir, in corrispondenza del quale, a metà del XIX secolo, è stato costruito l’affascinante puente de Isabel II (o ponte di Triana). La zona è conosciuta storicamente come il quartiere dei “gitanos”, dei rom, nonché come la culla mondiale del flamenco, il ballo simbolo per antonomasia di Siviglia e dell’Andalusia; tuttavia visitandola scoprirete tante altre curiosità, aneddoti e storie dal sapore nostalgico, il sentimento predominante nel barrio più autentico della città.

Il nome del quartiere risale all’epoca romana, quando sulle rive del Guadalquivir l’imperatore Traiano (53-117 d.C.) fondò una nuova colonia. In quell’insediamento nacquero le sorelle Santa Rufina e Santa Giusta, sante patrone di Siviglia, brutalmente martirizzate dagli stessi romani alla fine del III secolo d.C. Da sempre il barrio de Triana incarna l’animo popolare e operoso della città, avendo ospitato nel corso degli anni diverse categorie di lavoratori tra cui marinai, toreri, operai e ceramisti delle numerose fabbriche di azulejos, le tradizionali piastrelle finemente decorate tipiche della tradizione manifatturiera locale. Attualmente, solo nei pressi dell’incrocio tra Calles Alfareria e Antillano Campos, si contano una dozzina di negozi e laboratori dove è possibile acquistare ceramiche di ottima fattura, un souvenir sempre apprezzato di rientro dalla Spagna.

Come accennato in precedenza, la maggior parte dei visitatori accede al barrio de Triana mediante il ponte di Isabella II, al termine del quale si trova la novecentesca capilla del Carmen. Subito dopo ci sono plaza del Altozano ed il Castillo San Jorge, intorno al quale si dirama un fitto dedalo di stradine particolarmente suggestive. Il castello è una delle attrattive simbolo del quartiere, anche grazie alla recente campagna di restauro capace di riportarlo all’antico splendore. Qui, tra il 1481 ed il 1785, ebbe la propria sede la Santa Inquisizione spagnola, raccontata attraverso alcuni degli apparati espositivi che incontrerete accedendo all’edificio, visitabile gratuitamente con tanto di audioguida.

Altri due luoghi da non perdere sono la capilla del Rocio, che si erge in calle Evangelista, e la Parroquia de Santa Ana, in calle de la Pureza. La prima si trova nella parte meridionale del quartiere ed ospita la sede della Hermandad del Rocio de Triana, la confraternita che, ogni giovedì prima di Pentecoste, inscena una delle manifestazioni più pittoresche e appassionanti del calendario sivigliano, una sontuosa processione con tanto di cavalli e carri coperti portati in processione fino a El Rocio. La Parroquia de Santa Ana, invece, è un’antica basilica del 1280 custode di una ricchissima raccolta di antiche immagini sacre. Visitandola vi accorgerete immediatamente della massiccia presenza femminile intenta a calpestare la pietra tombale chiamata “El Negro”, un’azione legata ad un’antica leggenda che prevede nozze imminenti per tutte coloro che vi si cimenteranno.

A Santa Ana è intitolata anche un’importante negozio di ceramica della zona tra Calles Alfareria e Antillano Campos, dove fino al 1950 visse una nutrita comunità di gitani. Gli stessi isolati rappresentano inoltre la culla del flamenco, come testimoniato dalle numerose scuole di danza e soprattutto dagli artisti di strada che inscenano vere e proprie rappresentazioni con tanto di chitarristi e schiocchi di “zapateos”. Per proseguire l’itinerario di visita si può imboccare calle Pelay Correa, per poi risalire verso la famosa calle Betis ed i meravigliosi panorami a ridosso del fiume, lungo il quale compaiono piccoli chioschi introdotti dall’inconfodibile profumo della frittura di pesce.

 Pubblicato da il 16/10/2015 - 28.919 letture - ® Riproduzione vietata

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