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Tour dell'Andalusia: racconto di viaggio da Granada a Siviglia (11 pagine)

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Siviglia, la città e la sua costa, cosa vedere

Consapevoli che la vacanze era in dirittura d’arrivo, il novo giorno ci siamo spostati a Siviglia, per noi ultima tappa alla scoperta dell’Andalusia. Come prima cosa abbiamo riconsegnato l’auto, nostra fedele compagna di viaggio, e siamo partiti alla ricerca dell’hotel El Rey Moro in calle Loper de Rueda n.14 Barrio de Santa Cruz (Euro 147,00 per tre notti). Siviglia ci ha subito accolto con le sue alte temperature, penso che sia la città più calda dell’Andalusia o almeno per noi lo è stata. La fatica e calura provata, nelle prime ore del pomeriggio, per giungere all’hotel sono state ampiamente ripagate, l’hotel situato in una via strettissima dopo l’ingresso ci ha catapultato in un bellissimo patio, in cui si affacciano la maggior parte delle stanze e la stanza dotata di ogni confort e di una piacevolissima aria condizionata ci ha, per fortuna, rimesso in sesto.

Per ritirare la Sevilla Card pack 1, comprata prima della partenza (www.neoturismo.com), ci siamo recati in avenida de la Constitución n. 21, ed essendo vicino a Puerta de Jerez abbiamo optato per seguire uno degli itinerari consigliati dalle guide dell’ente del turismo Spagnolo (www.spain.info/it) che partiva proprio da lì vicino. In calle Palos de la Frontera abbiamo ammirato la facciata del Palazzo di San Tolomeo, dove le dodici statue, dei personaggi più importanti della storia di Siviglia, ci hanno dato il benvenuto e invitato a scoprire ogni particolare di questa città, o almeno questa è stata la nostra piacevole sensazione. Proseguendo in calle San Fernando abbiamo fatto tappa all’Università di Siviglia, ospitata nell’antica Fabbrica del tabacco, un edificio maestoso che abbiam scoperto essere la maggiore costruzione di tipo industriale del XVIII in Europa. Attraversando la piazzetta di San Diego siamo giunti al Villino dell’Esposizione e al Teatro Municipale Lope de Vega, due dei tanti edifici che furono costruiti in occasione dell’Esposizione Iberoamericana tenutasi nel 1929, ma ci siamo dovuti accontentare di vederli dall’esterno in quanto chiusi. Il giro a questo punto prevedeva la visita al Parco di Maria Luisa, ma in avenida de Isabel la Católica la nostra attenzione è stata rapita dalle torri di Piazza di Spagna, una piazza di straordinaria bellezza, con i mattoni a vista di marmo e ceramica, ci siamo persi a girarla in tutta la sua ampiezza semicircolare, per ammirare la serie di pannelli di ceramica dedicate alle province spagnole, unico rammarico il canale che attraversa la piazza in restauro, quindi asciutto e senza imbarcazioni, che peccato.

Dopo aver girato in lungo e largo Piazza di Spagna ci siamo addentrati nel Parco di Maria Luisa, dove percorrendo le vie al suo interno, tra la vegetazione lussureggiante, siamo giunti fino a Piazza d’America, altro emblema dell’Esposizione Iberoamericana del 1929 con i suoi tre padiglioni costruiti intorno, una piazza di svago per i bambini, che si divertono a dare da mangiare alle tante colombe che si riuniscono lì. Per la cena, vista la stanchezza, abbiamo optato per andare in un posto vicino al nostro albergo e di cui avevamo letto commenti positivi, il Bar Las Teresas (calle Santa Teresa n. 2) dove abbiamo assaggiato il pubblicizzato solomillo al wisky, loro piatto forte, unica cosa che a noi è piaciuta, il resto non ci ha conquistato.

 Pubblicato da il 28/05/2010 - 98.080 letture - ® Riproduzione vietata

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