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Tour dell'Andalusia: racconto di viaggio da Granada a Siviglia (11 pagine)

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Ultime visite ai monumenti di Siviglia

L’undicesimo giorno, nonché ultimo giorno a disposizione per visitare Siviglia, siamo partiti di buon ora per andare a Prado San Sébastian al punto informativo “Tussam” del trasporto urbano, ufficio che ha degli orari molto ridotti ( è aperto solo la mattina!!), per avere informazioni utili su come giungere al quartiere Macarena e all’aeroporto il giorno seguente. Svolte le pratiche burocratiche, fatemi passare il termine, ci siamo diretti in Plaza de Triunfo per visitare i “Reales Alcazares” visita compresa nella Sevilla card, quindi all’ingresso abbiamo ritirato l’audio guida (euro 3,60) e ci siamo avventurati alla scoperta della fortezza. Solo la mattina con un biglietto aggiuntivo di euro 4,20 è possibile visitare il Cuerto Real Alto, occasione che non ci siamo fatti scappare e così dopo aver depositato tutte le borse e oggetti personali, scortati da una guardia abbiamo vitato gli appartamenti reali ancora oggi dimora dei monarchi spagnoli quando sono a Siviglia, visita da non perdere. La visita alla fortezza, in questo sontuoso palazzo mudéjar, con il Salone degli Ambasciatori, il patio delle Donzelle e della Bambole e i magnifici giardini ci ha davvero catapultato nel fantastico mondo delle “mille e una notte”, come anticipato dalle guide turistiche, affascinante.

Alla fine della visita ci siamo trovati nel Cortile delle Bandiere, dove ha inizio la calle Juderia, e così ci siamo incamminati per il quartiere ebreo ma per poco perché vista l’ora e il caldo opprimente abbiamo optato per fare spuntino al Patio San Eloy (calle Mateos Gago n.4) dove al fresco del locale climatizzato ci siamo rifocillati, tutto buono ma i panini “montadito”ci hanno conquistato. Il pomeriggio muniti della nostra tessera Tussam abbiamo preso i mezzi pubblici e così siamo arrivati al quartiere della Macarena. Abbiamo percorso la strada Muňoz Leon dove la Muraglia della Macarena, con i sette torrioni quadrati e uno ottagonale ci ha riparato dal sole fino al nostro arrivo all’Arco della Macarena, simbolo del quartiere, addossato alla Basilica. Struttura moderna risalente al 1949 di stile prettamente barocco che al suo interno conserva la statua della Madre Addolorata a cui sono molto legati sia i sivigliani che tutti gli spagnoli. Usciti dalla basilica attraversando la strada ci siamo ritrovati di fronte a un immensa struttura di stile rinascimentale, l’Ospizio delle Cinque Piaghe, ma attualmente sede del Parlamento della Regione Andalusa.

Prima di rientrare nel Barrio de Santa Cruz ci siamo recati in Plaza San Pedro dove abbiamo visitato l’omonimia parrocchia, una chiesetta di costruzione primitiva, molto semplice che richiama i turisti perché nelle pareti esterne ci sono delle piastrelle che compongono dei quadri, soprattutto quello della facciata principale dove è rappresentato il purgatorio e tradizione vuole che chi al suo interno riesca a vedere l’uccellino che il pittore ha collocato sia sposi entro l’anno. Purtroppo ho dovuto rinunciare ai dolcetti preparati dalle suore di clausura del Convento di Santa Agnese perché quando siamo arrivati era chiuso, erano sbagliati gli orari di apertura che mi risultavano, che peccato tutti nei diari di viaggio ne parlavano così bene. Siamo rientrati in albergo che era oramai ora di cena, e abbiamo deciso di provare il ristorante dell’albergo dove in un atmosfera incantevole (calle Reinoso n.8), abbiamo trascorso la nostra ultima cena a Siviglia. Nonostante l’ampia scelta del menù, con tipica cucina andalusa, abbiamo optato per il menù del giorno (euro 13,50), in quanto eravamo troppo stanchi per studiarlo, comunque siamo rimasti molto contenti delle nostre portate, e possiamo affermare che l’hotel e il ristorante El Rey Moro sono una chicca di tradizione e ottima ospitalità da non perdere.

Fine del viaggio e il ritorno in Italia

Il risveglio del dodicesimo giorno è stato il più duro non solo per l’ora, alle 8.00 bisognava essere in aeroporto, ma per l’idea che la vacanza era giunta a termine, quindi a malincuore ci siamo diretti a Palos de la Frontera a prendere il bus (euro 2,30) che in 30 minuti ci ha portato all’aeroporto di San Pablo. Abbiamo lasciato l’Andalusia con la voglia di ritornarci per poter scoprire tutto quello che per mancanza di tempo non siamo riusciti a visitare, e soprattutto cosa da non sottovalutare, per la gentilezza e disponibilità delle persone. Della mia prima esperienza in Spagna sono rimasta affascinata da questo popolo che è davvero “caliente” ma senza mai esagerare. Una meta da non perdere.

 Pubblicato da il 28/04/2010 - 97.883 letture - ® Riproduzione vietata

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