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3 giorni a Parigi, idee solite e insolite su cosa fare e vedere

Parigi la conoscono tutti. La città è talmente nota che a volerla raccontare si rischia sempre di cadere nel banale. La Tour Eiffel, gli Champs-Élysées, il Louvre, Montmartre… Il turismo si concentra su alcune attrazioni iconiche e alcune zone stra-battute e la città sembra ridursi a una piccola palla di vetro di quelle che si comprano nei negozi di souvenir.

Il mese scorso ho avuto l’occasione, grazie a un tour proposto dall’Ente del Turismo Francese, di tornare a Parigi dopo molti anni e di scoprirne aspetti che mi erano del tutto sconosciuti sebbene la città la conoscessi abbastanza bene.
Atterrati a Parigi CDG con un volo AirFrance (abbiamo avuto modo di visitare la zona nuova dell'aeroporto e di scoprire, per esempio, che a CDG esiste un piccolo Museo della Ceramica, perfetto per chi deve trascorrere lunghe ore di attesa in aeroporto), ci siamo concentrati sulla zona di Montmartre, che abbiamo girato a bordo delle famose 2CV di 4 Roues sous 1 Parapluie, divertenti, romantiche, scanzonate.
L’obiettivo era visitare il quartiere – turisti, selfie, confusione, souvenir, caffetterie con i tavolini all’aperto, gruppi, pullman parcheggiati di fronte alla Basilica del Sacro Cuore, stradine secondarie, acciottolato, antiche case basse, mulini, angoli remoti e solitari, vista mozzafiato sulla città sottostante… - ripercorrendo le tracce degli Impressionisti e mettendo a fuoco quelli che sono stati i momenti salienti della vita da queste parti nel periodo compreso tra il 1860 quando vi presero dimora personaggi del calibro di Monet, Renoir, Cézanne e il 1950 quando Utrillo, ultimo rimasto nel quartiere di due generazioni di artisti, vi spirò.

A MONTMARTRE, QUARTIERE DI ARTISTI E VENDEMMIE

Montmartre rappresenta per chi visita Parigi un must da non perdere assolutamente. Visitare Parigi senza salire sulla collinetta più alta e famosa della città è come non visitare Parigi.
Il quartiere è talmente noto che ogni scatto da queste parti risulta un “già visto”.
La folla di turisti si accalca soprattutto intorno alla zona del Sacro Cuore, la bianca e modernissima basilica (fu inaugurata nel 1919 dopo oltre 40 anni di lavori) che dall’alto domina la città e da cui si gode davvero un panorama meraviglioso della Ville Lumière, e la limitrofa Place du Tertre (letteralmente “la piazza della Collinetta”), cuore pulsante del quartiere, a metà tra il kitsch e la trappola per turisti e che da tempo, ormai, ha perso il fascino che deve averla caratterizzata nel secolo scorso.

È da qui, però, che si diramano le minuscole stradine tipicamente parigine - acciottolato e canaline di scolo per l’acqua piovana – che contraddistinguono la zona e in cui vale la pena perdersi per immergersi in un’atmosfera ovattata di pace e silenzio che mi ricorda immediatamente come questo, un tempo, fosse considerato un borgo a sé, separato dalla città e con le caratteristiche tipiche dei borghi di campagna.

Su queste strade, dentro a queste piccole case basse che poco hanno a che vedere con gli edifici pomposi parigini, per un secolo circa (dal 1860 al 1950) hanno vissuto, lavorato, sofferto, gioito, bevuto, mangiato, amato…, alcuni degli artisti più noti della Storia dell’Arte, in grado di dare vita a opere che sono diventate vere e proprie icone mondiali (tanto per citarne qualcuna: Les Damoiselles d’Avignon fu dipinto al Bateau-Lavoir in place Émile-Goudeau tra il 1906 e il 1907 suscitando subito le prime polemiche e divenendo, anche nel quartiere, un argomento di discussione e confronto; il famoso Bal au Moulin de la Galette di Renoir è ambientato in un mulino tuttora esistente che ha mantenuto le caratteristiche di ristorante che aveva un tempo; la Maison Rose che si incrocia passeggiando lungo rue des Saules è stato il primo quadro realizzato e venduto da Utrillo…)

Proprio percorrendo Rue des Saules si arriva in un luogo molto particolare di Parigi, sconosciuto ai più e, di fatto, inaccessibile senza guida: le vigne.
Ebbene sì. A Parigi, dietro a una cancellata che racchiude un appezzamento di terra non troppo grande affacciato da una parte sul Musée de Montmartre e dall’altra sui tetti cittadini e sull’insegna del Lapin Agile, noto locale di cabaret già ai tempi degli Impressionisti, trovano dimora alcuni filari di vigne, piantati nel 1933 nel tentativo da parte degli abitanti del quartiere di salvaguardarne le tradizioni, e da cui ogni anno vengono ricavate circa 1500 bottiglie di vino rosato non eccessivamente buono.

Ogni anno, la seconda domenica di ottobre, in occasione della vendemmia, Montmartre si trasforma e accoglie circa 600.000 persone venute qui per festeggiare, gustare prodotti tipici locali, bere, mangiare, ballare e divertirsi.
Il vino ottenuto viene poi imbottigliato e venduto all’asta o nei negozi di souvenir al prezzo di 50€ a bottiglia con l’idea non tanto di assaggiare il vino parigino (che, a quanto dicono i locali stessi, pare non sia un granché), ma di portarsi a casa un pezzo tutto sommato non troppo noto della città. Il ricavato delle vendite va totalmente in beneficienza a sostegno dei bambini poveri della zona (per saperne di più sul vino parigino, la vendemmia e tutte le tradizioni tipiche di Montmartre, cliccate qui.

Se vi trovate da queste parti e avete voglia di pasteggiare con quella che i poeti maledetti chiamavano la “fata verde” vi consiglio una sosta al ristorante La Bonne Franquette, situato in un edificio vecchio di quattro secoli non molto lontano da Place du Tertre, dove l’assenzio compare tra le proposte alcoliche e viene preparato come una volta.

MOULIN ROUGE: OLTRE IL CLICHÉ

Nei pressi Montmartre, nel sottostante quartiere di Pigalle, si trova un altro simbolo arcinoto di Parigi: il Moulin Rouge.
Luogo del peccato fino al secolo scorso, reso famoso da film, quadri e cartoline, è la tipica icona parigina che tutti conoscono ma pochi approfondiscono (io stesso non ci ero, di fatto, mai entrata).
Durante l’ultimo tour parigino ho avuto l’occasione di entrare, cenare e guardare lo show del giovedì che pare essere uno di quelli che richiama in assoluto più pubblico.
L’atmosfera, in generale, è quella delle grandi feste. Il menu è piuttosto vario, la qualità e il servizio buoni, il vino ottimo e lo spettacolo, due ore di canti, balli e numeri acrobatici, notevole, capace di catturare l’attenzione e lo sguardo per tutta la sua durata.

Quello che, però, davvero lascia il segno è la sensazione fortissima, varcando la tenda rossa che separa la sala dal foyer, di entrare nella leggenda: uno dei balli più famosi al mondo è nato qui. Alcuni dei film più noti e belli sono ambientati qui. Alcune delle storie più avvincenti della vita parigina di inizio secolo lo vedono protagonista.
Insomma, generalmente ci si ferma davanti, lo si fotografa, si leggono due righe sulla guida e si cambia meta. Il Moulin Rouge, invece, merita ben una serata, abito elegante (in realtà non è obbligatorio e all’interno si trova un pubblico davvero variegato), trucco, e tanta voglia di tornare indietro nel tempo.

SULLA TERRAZZA DELLE GALERIES LAFAYETTE

Un’altra icona parigina che mi ha svelato un aspetto che non conoscevo sono state le Galeries Lafayette, a poca distanza dall’Opéra, in uno dei quartieri più movimentati della città.
Di questi storici grandi magazzini che tutti conoscono, il simbolo più noto è la cupola a ricordarci i fasti e lo splendore della Parigi del secolo scorso.
Qui tutti è scintillio e persino i dolci sembrano essere più buoni.
Non tutti, però, sono al corrente del fatto che questo centro commerciale del lusso dispone anche di un’enorme terrazza dove si può sostare, chiacchierare, bere qualcosa, mangiare ma, soprattutto, lasciarsi rapire dal panorama che si estende intorno, cercando di indovinare dove si trovino questo o quel monumento.

Se cercate, invece, un posto di classe e stile in cui dormire, l’Hotel 1 K Paris nel cuore del Marais risponde a queste esigenze.
Riesce a essere, infatti, al contempo elegante e informale, raffinato e moderno. Le camere sono molto grandi, comode e accoglienti (nelle suite dell’ultimo piano a disposizione degli ospiti addirittura una piscina), i cocktail al bar deliziosi, la colazione abbondante e il personale molto gentile.

Per tutti i trasferimenti, abbiamo utilizzato l'ottimo servizio di Transdev, che ci ha messo a disposizione le macchine che ci hanno portato da e per l'aeroporto e da Parigi verso Disneyland, nostra seconda tappa.

#ParigiPartiSubito
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