Il quartiere di Montmartre a Parigi, dalla Basilica del Sacro Cuore a Place du Tertre
Tra le cose da vedere a Parigi, Montmartre è tra le prime 10. Sulla Butte spicca la basilica del Sacre Coeur, la piazza degli artisti (Place du Tertre).
Da lontano è inconfondibile per la Basilica del Sacro Cuore (Sacre Coeur), con le sue cupole bianche e perfette, ma solo da vicino Montmartre rivela il suo fascino bohemien e quel gomitolo di vicoli stretti, costellati di tele da pittore. La collina (Butte) a nord di Parigi, nel XVIII arrondissement, non è solo il punto più alto della capitale francese: è il piedistallo di una chiesa spettacolare e fu il regno dell’arte durante la Belle Epoque, covo di poeti e musicisti, geni del colore e della parola. Una vena artistica che la storia non ha saputo cancellare, neppure quando, dopo la prima guerra mondiale, il primato della creatività è passato a Montparnasse: sulla Butte – la collina – di Montmartre si riconoscono ancora le botteghe, i club privati e i salotti in cui un tempo si parlava di cultura, quando arrivavano qui artisti da tutta Europa con la speranza di vivere del loro genio.
E pensare che in origine era un villaggio di contadini e mulini a vento, dotato di cave, vigneti e poco altro. C’è chi dice che il nome, Montmartre, derivi da “Mont Martis” (il monte di Marte) in onore di un antico tempio dedicato a Marte che sorgeva sul colle in età romana; altri lo fanno risalire all’etichetta “mont du martyre” (il monte del martirio), poiché una leggenda narra che qui, intorno al 250 d.C., fosse stato decapitato Saint Denis, il primo vescovo di Parigi. Certo è che l’interesse per questo crocchio di case e viottoli si fece vivo nel XIX secolo, quando i parigini iniziarono a spostarsi sulla collina. Più economico del centro città, libero dalla pesante tassazione di Parigi e sempre ben fornito di vino, Montmartre nel 1860 divenne ufficialmente il XVIII arrondissement, nonché il regno del divertimento a poco prezzo, della trasgressione e della vita sopra le righe. Chi non trovava il proprio spazio tra i borghesi cittadini, qui si sentiva a casa: Picasso, Van Gogh, Renoir e tanti altri artisti vi trascorrevano periodi più o meno lunghi, intrattenendosi con tele e pennelli ma anche con le ballerine del Moulin Rouge e le prostitute di Pigalle, il quartiere a luci rosse tra il IX e il XVIII arrondissement.
Altro locale di cabaret molto noto era Le Chat Noir, che a lungo fu il simbolo inconfondibile della Boheme e di Montmartre. Frequentato da personaggi della vita culturale e mondana del tempo, il locale aveva anche una propria rivista bisettimanale, ideata dal fondatore Rodolphe Salis come mezzo pubblicitario: su Le Chat Noir, stampato dal gennaio del 1882 al 1895, disegnarono Caran d’Ache e Willette, mentre Jean Lorrain pubblicò i suoi primi articoli. Ancora oggi il gatto nero è tra i simboli più famosi del quartiere.
Tenete gli occhi aperti quando passeggiate per Montmartre, perché senza accorgervene potreste passare accanto alla dimora di un grande artista, alla bottega di un pittore o al caffè preferito di qualche genio creativo. Creativi spesso sottovalutati in vita e considerati divini una volta scomparsi, come si addice ai geni maledetti.
Ma la collina è dominata dalla Basilica del Sacro Cuore: dopo la Tour Eiffel è l’edificio più alto della città, ed è impossibile non accorgersi di lei. Fondata in onore delle vittime della guerra Franco Prussiana –ben 58 mila- fu la sola chiesa dedicata a Gesù in un tempo in cui, nella maggior parte della Francia, i luoghi di culto erano dedicati alla Madonna. I lavori cominciarono nel 1876 e fu aperta ai fedeli nel 1919. Assegnare un’etichetta al suo stile non è facile: l’architettura è mossa, variegata, difficilmente assimilabile a qualcosa di già visto, e attira gli sguardi con forme romane e bizantine, cupole candide e decori come pizzi. Le cupole, sormontate da un lucernario, se ne stanno su una pianta a croce greca e si fanno notare da lontano, come parti di una grande scultura. La cupola maggiore è visitabile dall’interno, grazie ai 234 gradini della scala a chiocciola che conducono a un punto panoramico fantastico, da cui sembra si possa guardare sino a 30 km di distanza. L’accesso costa 5 euro e gli orari d’apertura della cupola variano a seconda della stagione.
Altri “dettagli” notevoli sono il campanile con la sua Savoyarde, la campana da 19 tonnellate più grande di Francia, ma soprattutto, nell’abside, il mosaico di Merson: la superficie di 475 mq è abbagliante e rappresenta i fedeli in adorazione del Sacro Cuore di Gesù. Meno interessante, ma degna di un’occhiata, è l’ampia cripta contornata di cappelle, accessibile con lo stesso biglietto che consente di salire sulla cupola.
Orari di visita: la Basilica è aperta tutti i giorni dalle 6.00 alle 23.00 (ultimo ingresso alle 22.15). Per maggiori informazioni: www.sacre-coeur-montmartre.com.
A breve distanza c’è l’Eglise Saint-Pierre, fondata su una preesistente abbazia del XII secolo, sconsacrata durante la Rivoluzione Francese e riconsacrata all’inizio del Novecento. Qui, nel 1534, Ignazio di Loyola fondò la Compagnia di Gesù (Ordine dei Gesuiti). Più intima della Basilica del Sacro Cuore, è preferita dagli abitanti di Montmartre alla ricerca di un po’ di pace. La chiesa si spalanca sulla Place du Tertre (la piazza degli artisti), dove l’atmosfera sacra cede il passo a un clima festoso fatto di caffè all’aperto, bancarelle e artisti di strada, pronti a tentare i turisti con un ritratto o una caricatura.
Anche la Rue des Abbesses, la strada più suggestiva di Montmartre, è allegra e piena di vita. Vi sorge l’omonimo teatro ed è gremita di bistrot invitanti, mercatini e negozi. Nella romantica Place des Abbesses (Piazza degli Abbracci) c’è una parete con scritto “ti amo” in oltre 300 lingue.
Si arriva così famoso Cimitière de Montmartre, in funzione dagli ultimi anni del Settecento e custode di sepolcri importanti. Riposano qui Emile Zola, Stendhal, Dumas, Degas e altri musicisti, pittori e letterati. Per conoscere la disposizione delle tombe consultate le cartine distribuite presso il Bureau de la Conservation, accanto all’entrata.
La rassegna dei luoghi artistici prosegue con la Place Emile-Goudeau, dedicata al giornalista e poeta francese, dove sorgono gli atelier del Bateau-Lavoir. La vecchia fabbrica di pianoforti in legno e mattoni, danneggiata da un incendio nel 1970 e rimessa a nuovo nel 1978, ospita 25 studi di artisti e ha dato asilo, dall’inizio del Novecento, a innumerevoli personaggi dell’arte, dello spettacolo e della letteratura. Matisse, Braque, Apollinaire e Picasso sono solo alcuni dei geni che vi hanno operato.
Alla sommità del colle scoprite il ristorante “Moulin de la Galette”, vecchio locale da ballo frequentato da Renoir. L’impressionista ne immortalò il giardino in una celebre tela, intitolata proprio Bal au Moulin de la Galette, facendo vibrare a colpi di pennello i sorrisi, le chiacchiere e i brindisi dei parigini che amavano incontrarsi e svagarsi a Montmartre.
Per un’immersione totale nell’arte visitate i musei del quartiere. Il Musée Montmartre, in Rue Cortot, ha sede in un’elegante villa seicentesca e racchiude documenti e litografie sulla vita bohemien di un tempo. Periodicamente si alternano le mostre degli artisti locali e c’è una bella libreria, che oltre ai libri vende il vino prodotto con le uve del Clos du Montmartre (vedi www.museedemontmartre.fr). Accanto alla Place du Tertre sorge il Dalì Espace Montmartre, con oltre 300 opere di Salvador Dalì tra disegni, litografie, sculture e mobili, come il celebre divano a forma di bocca rossa (www.daliparis.com).
Come arrivare a Montmartre
Metropolitana:
Jules Joffrin e Montmartrobus (fermata Place du Tertre)
Pigalle e Montmartrobus (fermata Norvins)
Anvers - Abbesses e funicolare (linea 12).
Autobus: 30 – 31 – 80 – 85 (fino ai piedi della collina)
Il Petit Train de Montmartre è un trenino turistico che parte ogni 30 minuti e attraversa il quartiere, toccando i siti più interessanti e fornendo informazioni sui monumenti e i siti principali. È attivo tutti i giorni dalle 10.00/10.30 del mattino, con orari variabili in base alla stagione. Vedi www.promotrain.fr.
Se trascorrete qualche giorno a Parigi e pensate di servirvi spesso dei mezzi pubblici potete acquistare i biglietti “Paris Visite”, che si acquistano presso le stazioni della metropolitana e vi consentono di circolare liberamente, a prezzi vantaggiosi, per diverse giornate. Vedi www.citycardsitalia.it/francia/parigi.
E pensare che in origine era un villaggio di contadini e mulini a vento, dotato di cave, vigneti e poco altro. C’è chi dice che il nome, Montmartre, derivi da “Mont Martis” (il monte di Marte) in onore di un antico tempio dedicato a Marte che sorgeva sul colle in età romana; altri lo fanno risalire all’etichetta “mont du martyre” (il monte del martirio), poiché una leggenda narra che qui, intorno al 250 d.C., fosse stato decapitato Saint Denis, il primo vescovo di Parigi. Certo è che l’interesse per questo crocchio di case e viottoli si fece vivo nel XIX secolo, quando i parigini iniziarono a spostarsi sulla collina. Più economico del centro città, libero dalla pesante tassazione di Parigi e sempre ben fornito di vino, Montmartre nel 1860 divenne ufficialmente il XVIII arrondissement, nonché il regno del divertimento a poco prezzo, della trasgressione e della vita sopra le righe. Chi non trovava il proprio spazio tra i borghesi cittadini, qui si sentiva a casa: Picasso, Van Gogh, Renoir e tanti altri artisti vi trascorrevano periodi più o meno lunghi, intrattenendosi con tele e pennelli ma anche con le ballerine del Moulin Rouge e le prostitute di Pigalle, il quartiere a luci rosse tra il IX e il XVIII arrondissement.
Altro locale di cabaret molto noto era Le Chat Noir, che a lungo fu il simbolo inconfondibile della Boheme e di Montmartre. Frequentato da personaggi della vita culturale e mondana del tempo, il locale aveva anche una propria rivista bisettimanale, ideata dal fondatore Rodolphe Salis come mezzo pubblicitario: su Le Chat Noir, stampato dal gennaio del 1882 al 1895, disegnarono Caran d’Ache e Willette, mentre Jean Lorrain pubblicò i suoi primi articoli. Ancora oggi il gatto nero è tra i simboli più famosi del quartiere.
Tenete gli occhi aperti quando passeggiate per Montmartre, perché senza accorgervene potreste passare accanto alla dimora di un grande artista, alla bottega di un pittore o al caffè preferito di qualche genio creativo. Creativi spesso sottovalutati in vita e considerati divini una volta scomparsi, come si addice ai geni maledetti.
Ma la collina è dominata dalla Basilica del Sacro Cuore: dopo la Tour Eiffel è l’edificio più alto della città, ed è impossibile non accorgersi di lei. Fondata in onore delle vittime della guerra Franco Prussiana –ben 58 mila- fu la sola chiesa dedicata a Gesù in un tempo in cui, nella maggior parte della Francia, i luoghi di culto erano dedicati alla Madonna. I lavori cominciarono nel 1876 e fu aperta ai fedeli nel 1919. Assegnare un’etichetta al suo stile non è facile: l’architettura è mossa, variegata, difficilmente assimilabile a qualcosa di già visto, e attira gli sguardi con forme romane e bizantine, cupole candide e decori come pizzi. Le cupole, sormontate da un lucernario, se ne stanno su una pianta a croce greca e si fanno notare da lontano, come parti di una grande scultura. La cupola maggiore è visitabile dall’interno, grazie ai 234 gradini della scala a chiocciola che conducono a un punto panoramico fantastico, da cui sembra si possa guardare sino a 30 km di distanza. L’accesso costa 5 euro e gli orari d’apertura della cupola variano a seconda della stagione.
Altri “dettagli” notevoli sono il campanile con la sua Savoyarde, la campana da 19 tonnellate più grande di Francia, ma soprattutto, nell’abside, il mosaico di Merson: la superficie di 475 mq è abbagliante e rappresenta i fedeli in adorazione del Sacro Cuore di Gesù. Meno interessante, ma degna di un’occhiata, è l’ampia cripta contornata di cappelle, accessibile con lo stesso biglietto che consente di salire sulla cupola.
Orari di visita: la Basilica è aperta tutti i giorni dalle 6.00 alle 23.00 (ultimo ingresso alle 22.15). Per maggiori informazioni: www.sacre-coeur-montmartre.com.
A breve distanza c’è l’Eglise Saint-Pierre, fondata su una preesistente abbazia del XII secolo, sconsacrata durante la Rivoluzione Francese e riconsacrata all’inizio del Novecento. Qui, nel 1534, Ignazio di Loyola fondò la Compagnia di Gesù (Ordine dei Gesuiti). Più intima della Basilica del Sacro Cuore, è preferita dagli abitanti di Montmartre alla ricerca di un po’ di pace. La chiesa si spalanca sulla Place du Tertre (la piazza degli artisti), dove l’atmosfera sacra cede il passo a un clima festoso fatto di caffè all’aperto, bancarelle e artisti di strada, pronti a tentare i turisti con un ritratto o una caricatura.
Anche la Rue des Abbesses, la strada più suggestiva di Montmartre, è allegra e piena di vita. Vi sorge l’omonimo teatro ed è gremita di bistrot invitanti, mercatini e negozi. Nella romantica Place des Abbesses (Piazza degli Abbracci) c’è una parete con scritto “ti amo” in oltre 300 lingue.
Si arriva così famoso Cimitière de Montmartre, in funzione dagli ultimi anni del Settecento e custode di sepolcri importanti. Riposano qui Emile Zola, Stendhal, Dumas, Degas e altri musicisti, pittori e letterati. Per conoscere la disposizione delle tombe consultate le cartine distribuite presso il Bureau de la Conservation, accanto all’entrata.
La rassegna dei luoghi artistici prosegue con la Place Emile-Goudeau, dedicata al giornalista e poeta francese, dove sorgono gli atelier del Bateau-Lavoir. La vecchia fabbrica di pianoforti in legno e mattoni, danneggiata da un incendio nel 1970 e rimessa a nuovo nel 1978, ospita 25 studi di artisti e ha dato asilo, dall’inizio del Novecento, a innumerevoli personaggi dell’arte, dello spettacolo e della letteratura. Matisse, Braque, Apollinaire e Picasso sono solo alcuni dei geni che vi hanno operato.
Alla sommità del colle scoprite il ristorante “Moulin de la Galette”, vecchio locale da ballo frequentato da Renoir. L’impressionista ne immortalò il giardino in una celebre tela, intitolata proprio Bal au Moulin de la Galette, facendo vibrare a colpi di pennello i sorrisi, le chiacchiere e i brindisi dei parigini che amavano incontrarsi e svagarsi a Montmartre.
Per un’immersione totale nell’arte visitate i musei del quartiere. Il Musée Montmartre, in Rue Cortot, ha sede in un’elegante villa seicentesca e racchiude documenti e litografie sulla vita bohemien di un tempo. Periodicamente si alternano le mostre degli artisti locali e c’è una bella libreria, che oltre ai libri vende il vino prodotto con le uve del Clos du Montmartre (vedi www.museedemontmartre.fr). Accanto alla Place du Tertre sorge il Dalì Espace Montmartre, con oltre 300 opere di Salvador Dalì tra disegni, litografie, sculture e mobili, come il celebre divano a forma di bocca rossa (www.daliparis.com).
Come arrivare a Montmartre
Metropolitana:
Jules Joffrin e Montmartrobus (fermata Place du Tertre)
Pigalle e Montmartrobus (fermata Norvins)
Anvers - Abbesses e funicolare (linea 12).
Autobus: 30 – 31 – 80 – 85 (fino ai piedi della collina)
Il Petit Train de Montmartre è un trenino turistico che parte ogni 30 minuti e attraversa il quartiere, toccando i siti più interessanti e fornendo informazioni sui monumenti e i siti principali. È attivo tutti i giorni dalle 10.00/10.30 del mattino, con orari variabili in base alla stagione. Vedi www.promotrain.fr.
Se trascorrete qualche giorno a Parigi e pensate di servirvi spesso dei mezzi pubblici potete acquistare i biglietti “Paris Visite”, che si acquistano presso le stazioni della metropolitana e vi consentono di circolare liberamente, a prezzi vantaggiosi, per diverse giornate. Vedi www.citycardsitalia.it/francia/parigi.