San Quirico di Valleriana (Toscana): cosa vedere nel borgo della Svizzera pesciatina a Pescia
San Quirico di Valleriana, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. San Quirico di Valleriana dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
San Quirico di Valleriana è una graziosa frazione del comune di Pescia in provincia di Pistoia, avviluppata dal grande abbraccio della calorosa Toscana. Si tratta di un borgo molto antico, conosciuto come uno dei dieci castella dell’area denominata Alta Svizzera Pesciatina, pervasa da un paesaggio rigoglioso, tappeto lussureggiante di selve, castagneti e olivi coltivati in passato ma non più oggi, dato che l’agricoltura è stata detronizzata da attività ben più prospere e redditizie sfocianti nella logica di ottimizzazione industriale.
Rifacimenti successivi hanno reso la pieve di San Quirico un agglomerato sacro comprendente chiesa, annesso campanile quattrocentesco (dichiarato monumento nazionale), sacrestia da un lato e oratorio di San Sebastiano dall’altro: all’interno si celano un fonte battesimale esagonale a immersione, un secondo fonte a forma di sarcofago, presumibilmente atto a contenere le spoglie del giovane San Quirico martire, la tela della Trinità e Santi di Pietro Ulivi e il dittico di affreschi costituito da Gloria e Santi e I quattro evangelisti di Bartolomeo Valiani, oltre a una pregevole statua del Cristo morto e un bel crocifisso in legno policromo.
Il ‘300 fu un secolo duro per il paese che, causa carestie e continue guerre per i territori, vide calare la sua popolazione a 20 unità, una situazione estremamente strana e delicata che necessitò di una pecuniaria induzione al ripopolamento appena in tempo per far affluire nuove ostilità nel ‘400, quando a scontrarsi regolarmente furono gli abitanti di San Quirico e quelli di Castelvecchio, divisi da una rivalità ancor oggi persistente, sebbene in tono decisamente minore.
Per garantire idonea difesa urbana, il commissario Giuseppe Totti predispose nel 1538 la costruzione della fortezza castellare e un costante rifornimento di armi e munizioni in modo da essere sempre pronta all’azione, come successe il 22 luglio dello stesso anno, quando una violenta incursione fiorentina venne respinta con tale successo da dichiarare quel giorno festa locale.
La belligeranza territoriale andò sempre più affievolendosi, e con essa l’autonomia del paese, che da comune divenne frazione di Pescia. La storia lanciò l’ultimo rilevante acuto il 17 agosto, giorno in cui due ufficiali tedeschi vennero uccisi da affiliati della Resistenza, fatto che causò la fucilazione per rappresaglia di venti abitanti di Pietrabuona, esecuzione che avvenne quarantotto ore dopo.
Un buon posto, San Quirico, dove passeggiare fra le abitazioni in pietra, la cordialità dei residenti (molti hanno parecchie primavere alle spalle), darsi alle escursioni e ai tour che risultano il solo modo per scoprire, attraversando l’hinterland, quanto resta delle primigenie strutture, fra le quali ricordiamo la vecchia rocca del capitano, l’ancor più vetusto castrum romano e il fortilizio medievale, di cui rimangono resti e ruderi sparsi eppur ben visibili.
Storia e cosa vedere a San Quirico
Arroccato su un colle, San Quirico acquisì notevole importanza soprattutto nell’era medievale, come testimoniato dallo stoico castello e dalla chiesa già citata in documenti risalenti al 1260 e antesignani addirittura dell’880.Rifacimenti successivi hanno reso la pieve di San Quirico un agglomerato sacro comprendente chiesa, annesso campanile quattrocentesco (dichiarato monumento nazionale), sacrestia da un lato e oratorio di San Sebastiano dall’altro: all’interno si celano un fonte battesimale esagonale a immersione, un secondo fonte a forma di sarcofago, presumibilmente atto a contenere le spoglie del giovane San Quirico martire, la tela della Trinità e Santi di Pietro Ulivi e il dittico di affreschi costituito da Gloria e Santi e I quattro evangelisti di Bartolomeo Valiani, oltre a una pregevole statua del Cristo morto e un bel crocifisso in legno policromo.
Il ‘300 fu un secolo duro per il paese che, causa carestie e continue guerre per i territori, vide calare la sua popolazione a 20 unità, una situazione estremamente strana e delicata che necessitò di una pecuniaria induzione al ripopolamento appena in tempo per far affluire nuove ostilità nel ‘400, quando a scontrarsi regolarmente furono gli abitanti di San Quirico e quelli di Castelvecchio, divisi da una rivalità ancor oggi persistente, sebbene in tono decisamente minore.
Per garantire idonea difesa urbana, il commissario Giuseppe Totti predispose nel 1538 la costruzione della fortezza castellare e un costante rifornimento di armi e munizioni in modo da essere sempre pronta all’azione, come successe il 22 luglio dello stesso anno, quando una violenta incursione fiorentina venne respinta con tale successo da dichiarare quel giorno festa locale.
La belligeranza territoriale andò sempre più affievolendosi, e con essa l’autonomia del paese, che da comune divenne frazione di Pescia. La storia lanciò l’ultimo rilevante acuto il 17 agosto, giorno in cui due ufficiali tedeschi vennero uccisi da affiliati della Resistenza, fatto che causò la fucilazione per rappresaglia di venti abitanti di Pietrabuona, esecuzione che avvenne quarantotto ore dopo.
Eventi, sagre e manifestazioni
Nell’era della globalizzazione, San Quirico è approdato con appena 300 abitanti (si dice che ve ne siano oggi non più di 100) dediti alla tradizione, suscettibili ovviamente del progresso ma ancorati comunque al fare antico e la produzione di statuette in gesso ne è un esempio insieme all’esaltazione ostinata del prodotto locale in ambito gastronomico e culinario: a questo proposito non si perde proprio occasione per celebrare i frutti spontanei e non della terra, vedesi la Sagra dei necci a marzo e quella dei funghi fritti a ottobre. La festa più significativa e appuntamento imperdibile per gli autoctoni si svolge la prima domenica di settembre nei pressi della Chiesetta della Madonna del Tamburino, decentrata rispetto al paese e costruita nel XVII secolo da un eremita: consta di un pranzo a valenza collettiva, ospitato proprio nella casa dove il solitario visse per lunghi anni.Un buon posto, San Quirico, dove passeggiare fra le abitazioni in pietra, la cordialità dei residenti (molti hanno parecchie primavere alle spalle), darsi alle escursioni e ai tour che risultano il solo modo per scoprire, attraversando l’hinterland, quanto resta delle primigenie strutture, fra le quali ricordiamo la vecchia rocca del capitano, l’ancor più vetusto castrum romano e il fortilizio medievale, di cui rimangono resti e ruderi sparsi eppur ben visibili.
Come arrivare a San Quirico di Valleriana
In auto occorre, se si arriva da Firenze, prendere l’Autostrada A11 e uscire a Montecatini Terme o Chiesina Uzzanese, soluzione quest’ultima soprattutto se si arriva da Lucca; la stazione ferroviaria si trova a Pescia; se si arriva in aereo, sono previsti scali all’aeroporto "Galileo Galilei" di Pisa e all’aeroporto "Leonardo da Vinci" di Firenze, entrambi distanti ca. 50 km da Pescia.- HOTEL SCONTATI San Quirico di Valleriana
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