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Maniago (Friuli): storia ed attrazioni della cittą dei coltelli

Maniago, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Maniago dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Nella pianura che comincia immediatamente ai piedi delle Prealpi Carniche, fra Valcellina e Val Colvera, si trova Maniago, paese di 12.000 abitanti che è anche il capoluogo della UTI delle Valli e Dolomiti Friulane.
Siamo nella zona a nord di Pordenone, in un territorio dove un tempo Celti, Romani e Longobardi avevano espanso i loro domini. Tracce del passaggio di quegli antichi abitanti sono ancora visibili per le strade della cittadina, dove spiccano anche i ricordi della lunga dominazione veneziana.

Abbiamo visitato Maniago recentemente, incuriositi dal ventaglio di proposte e attività che il borgo e i suoi dintorni sanno offrire. A colpirci, oltre alle bellezze paesaggistiche e culturali di cui raccontiamo di seguito, è stata anche la grande ospitalità della sua gente.
Si mangia bene e si beve meglio, ma questa non è una sorpresa; più in generale, si ha l'impressione che qui le persone sappiano godersi consapevolmente il territorio in cui vivono, cogliendone le peculiarità e valorizzandole senza cadere nella trappola dei facili guadagni derivanti dal turismo di massa.
Dopo un secolo tormentato come il Novecento, che ha visto migliaia di friulani emigrare in tutto il mondo in cerca di condizioni di vita migliori, è finalmente il momento di fare scoprire agli ospiti i tesori nascosti tra queste valli.

Cosa vedere a Maniago

Maniago non è la classica destinazione turistica con grandi attrazioni architettoniche e particolari scorci suggestivi, eppure chi arriva qui oggi con l’idea di fermarsi poche ore si rende conto che, a ben vedere, sono molte le ragioni per visitare la città.
Una passeggiata nelle sue vie permette di scoprirne i principali punti d’interesse e i luoghi simbolo.

Il Duomo di San Mauro Martire, ad esempio, rappresenta uno dei più antichi modelli di architettura religiosa tardo gotica in Italia.
La facciata a capanna colpisce per la sua semplicità e la bellezza del rosone centrale, mentre l’interno è caratterizzato da un’unica navata a capriate lignee, e le sette piccole cappelle sono impreziosite da eleganti affreschi realizzati da Pomponio Amalteo nel Cinquecento. Non mancano quadri del XVII e XVIII secolo ad abbellire la chiesa costruita a partire dal 1488.
Il campanile adiacente è stato eretto poco dopo, ma ha subito continue modifiche nel corso degli anni come l’aggiunta, nel 1745, di un primo grande orologio.

Nello stesso periodo fu costruita anche la chiesa neoclassica dell’Immacolata Concezione che si trova in Piazza Italia, dove sorgono anche la Loggia – oggi divenuta Monumento ai Caduti di tutte le guerre – e il settecentesco Palazzo d’Attimis-Maniago, con le scuderie e i granai. Sulla facciata del palazzo si può ammirare l’affresco di Amalteo che celebra l’antica casata, mentre sul retro si apre un ordinato giardino all’italiana con un parco all’inglese di ben sette ettari.

Piazza Italia, che accoglie anche una grande fontana ottocentesca, è il fulcro della vita cittadina; spaziosa e semplice, è il punto d’incontro delle vie principali che portano, tra le altre cose, alla seicentesca chiesa di San Carlo nei pressi del Castello, nelle cui vicinanze sorge anche la chiesa della Santissima Trinità, pertinenza della residenza dei conti di Maniago.

Una visita in paese può trasformarsi anche in un’occasione per una passeggiata nella natura: una meta perfetta in questo senso è il sentiero che conduce all’antico castello sul colle di San Giacomo, di cui oggi restano solo alcune vestigia.
Il Castello di Maniago fu eretto nel XII secolo e accolse fra le sue mura la nobiltà locale fino a quando, in seguito a due violenti terremoti (nel 1551 e nel 1575) chi lo abitava decise di trasferirsi nei palazzi cittadini. Insieme ad alcuni resti del corpo centrale si possono ancora ammirare quelli delle mura, della Torre della Porta e di Porta Castri, mentre l’unico elemento ancora perfettamente conservato è la cappella di San Giacomo. La camminata si può trasformare in un anello allungandosi fino alla località Val Piccola – senza tralasciare una sosta presso il casolare gestito dall'Associazione Lis Fedis Neris, che si occupa della riqualificazione della valle – prima di ridiscendere in paese passando dalla frazione di Maniago Libero.

Merita una sosta anche l’ex filanda sul torrente Colvera, perfetto esempio di archeologia industriale pordenonese, oggi restaurata e trasformata in biblioteca pubblica, ma ciò che rende davvero esclusivo il comune di Maniago è la passione per l’arte fabbrile, dove spicca in particolare una secolare tradizione nella produzione di coltelli di ogni tipo. Non è un caso, quindi, che Maniago sia stata ribattezzata “La Città dei Coltellinai”.
La storia dei fabbri locali iniziò nel 1453 con l’incanalamento del torrente Còlvera in una roggia, lungo la quale sorsero i battiferri che si servivano dell’energia dell’acqua per muovere i magli. La meccanizzazione della produzione non passò inosservata alla Repubblica di Venezia, che richiese enormi quantità di attrezzi da lavoro e armi per le proprie truppe: nacquero così centinaia di botteghe artigianali dedite alla fabbricazione di coltelli e forbici, che nei secoli si specializzarono sempre di più fino a diventare un’eccellenza a livello mondiale.
Ai coltelli e alle lame è dedicato il Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie, ospitato nell’edificio – oggi restaurato – che fu del Co.Ri.Ca.Ma. (Coltellerie Riunite di Caslino e Maniago) dal 1907 al 1972, situato in via Maestri del Lavoro 1, a pochi passi dal centro storico.

Nei dintorni di Maniago, infine, si possono compiere esciursioni e itinerari nel Parco regionale delle Dolomiti Friulane.

L’Ecomuseo Lis Aganis

È l’Ecomuseo Lis Aganis uno dei principali artefici della valorizzazione del territorio; l’Ecomuseo regionale delle Dolomiti Friulane è infatti impegnato da anni nella promozione di esperienze, iniziative e saperi che sono il vero patrimonio della comunità locale.

Il nome Lis Aganis (in italiano: Le Agane) deriva da questi esseri mitici della tradizione che si presentano con le sembianze di streghe o di donne bellissime, e che hanno il potere di trasformarsi in salamandre. Secondo la leggenda, infatti, una donna molto povera che abitava sopra a Maniago e che doveva crescere tanti figli, un giorno si recò al ruscello a lavare i panni, dove incontrò una salamandra che con fatica cercava di partorire.
La donna la aiutò e l’animale si trasformò in un’Agana che, in segno di riconoscenza, le donò un gomitolo di lana. La signora iniziò allora a confezionare vestiti per i propri figli, ma si accorse presto che quel gomitolo era speciale: il suo filo non finiva mai. Lo donò allora a un’altra donna, e così via. Passando di mano in mano, il gomitolo è arrivato finalmente ai giorni nostri e simbolicamente è stato preso in consegna dall’Ecomuseo, che si è impegnato a tutelare l’immenso patrimonio di saperi tradizionali e a passarlo alle nuove generazioni attraverso iniziative, laboratori, percorsi didattici e mostre volte a salvaguardare la ricchezza culturale e paesaggistica dei territori dell’Alto Livenza, Valcellina, Valcòlvera e maniaghese, Magredi e spilimberghese, Valmeduna, Valcosa e Val d’Arzino.
L'Ecomuseo ha i suoi uffici nell'edificio che ospita anche il Museo dell'Arte Fabbrile e delle Coltellerie.

Eventi e manifestazioni a Maniago

Gli strumenti da taglio sono celebrati ogni anno in città con il grande evento Coltello in Festa, che si svolge solitamente nel mese di luglio, abbinato alla Fiera di San Giacomo.
Oltre a questa ricorrenza, a Maniago si svolgono anche altre interessanti manifestazioni come il Rally Città di Maniago, il Falò dell’Epifania e il Carnevale.
Chi volesse fermarsi a Maniago per più di una giornata potrebbe dare un'occhiata al programma degli spettacoli teatrali per scoprire l’elegante Teatro Verdi, ospitato in antico setificio ristrutturato nel Novecento e impreziosito con elementi in stile liberty.

A Meduno, ad appena 10 km da Maniago, la cresta del Monte Valinis è una delle più famose aree di decollo in Italia tra gli appassionati di parapendio e deltaplano, tanto che qui si svolgono anche gare di spessore internazionale.

Prodotti tipici: la Pitina IGP

Il territorio maniaghese, come ogni zona in Italia, custodisce ricette e sapori tradizionali. La zona delle Valli Pordenonesi – più precisamente la Val Tramontina, la Valcellina e la Val Colvera – ha saputo valorizzare negli ultimi anni la Pitina (chiamata talvolta Peta, Petina o Petuccia a seconda delle valli) trasformandola in un prodotto IGP e nel primo presidio Slow Food del Friuli Venezia Giulia.
La Pitina è ormai proposta in molti ristoranti e negozi di gastronomia, ma bisogna fare attenzione alle imitazioni: il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) compare solo nel prodotto che rispetta tutte le regole degli ingredienti e della tradizione; la Pitina è infatti preparata con carne italiana fresca di capra, montone o pecora – oppure, in alternativa, con carne di selvaggina ungulata quale cervo, camoscio o daino – nella misura del 70%, alla quale si aggiunge un 30% di lardo di maiale (quest’ultimo ingrediente è stato introdotto nel Dopoguerra).
La polpetta di Pitina viene poi impastata con sale, pepe, finocchio selvatico e altre erbe e successivamente passata nella farina di mais prima di essere affumicata. Il risultato è un salume saporito che si mangia crudo a fette, magari con un po’ di pane e un bicchiere di vino, oppure servito cotto accanto alla polenta.

Come arrivare a Maniago

La Strada Statale 251 della Val di Zoldo e Val Cellina permette di raggiungere Maniago da Pordenone o dal Cadore.
La Strada Statale 464 di Spilimbergo collega la parte settentrionale della provincia e la zona dell’Udinese.
A Maniago si trova anche una stazione ferroviaria situata sulla tratta Sacile-Gemona del Friuli, ma chi arriva in treno a Pordenone o a Udine può prendere uno dei bus che collegano le città.
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