Stilo (Calabria): la Cattolica e la visita al borgo antico
Stilo, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Stilo dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Non è una penna né un termine chic, tanto meno una batteria o il modello automobilistico Fiat, bensì un comune di 2.600 abitanti facente parte della città metropolitana di Reggio Calabria (dista dal capoluogo 150 km, da Catanzaro ca. 75): Stilo ha preteso e ottenuto l’inserimento nella lista de I borghi più belli d’Italia per la sua conformazione d’ampio respiro e un contesto naturale che a valle del Monte Consolino erge il bel bosco a rappresentanza delle tipiche serre calabresi comprese nei 3.500 ettari della Ferdinandea, frequentata al tempo anche da Giuseppe Garibaldi e Matilde Serao.
La favorevole situazione non accennò a svilirsi nemmeno sotto gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi, poi d’improvviso i Borbone sottrassero a Stilo l’indipendenza, riguadagnata con le unghie e con i denti fino all’Unità d’Italia, quando il titolo di "Comune" fu la sublimazione dei tanti sforzi per mantenersi indomita.
La Chiesa di San Domenico, a croce latina, è quanto resta dell’antico convento spazzato via dal sisma del ‘700, luogo ove erano presenti moltissime cappelle private per il riposo di illustri defunti.
L’Abbazia di San Giovanni Therestis s’offre con più allegria e consapevolezza del proprio pregio, rinvigorito in primis dal portone in granito grigio e rosa, in secundis dalla cupola sorretta da 4 pilastri con due archi a tutto sesto e altri due a sesto acuto. All’interno si possono ammirare il dipinto del XII secolo raffigurante una Madonna in trono con la mano destra sulla spalla del Bambino che benedice e le reliquie di San Giovanni Therestis.
Dignitosissima la Chiesa di San Francesco, cinquecentesco esempio del tardo barocco: vi sono custoditi affreschi settecenteschi, un altare in legno, una tavola della Madonna del Borgo e la statua marmorea dell’Immacolata, appartenente al XVIII secolo. Nella chiesa trova posto anche la statua di San Rocco, protagonista della processione del 16 agosto in occasione della festa a celebrazione del Santo.
La chiesa si affaccia su Piazza Carnovale, dove presiede l’effige scultorea rappresentante il noto filosofo Tommaso Campanella (cui è dedicato peraltro l’omonimo Museo Civico), nato a Stilo nel lontano 1568.
Svincolate dal contesto ecclesiale sono opere di più storica valenza, la Fontana Gebbia (simbolo dell’alleanza fra Arabi e Bizantini finalizzata a trionfare su Ottone II di Germania all’epoca della Battaglia di Stilo) e la Porta Stefanina, uno dei 5 vetusti ingressi del borgo.
La storia e il castello
Sorta intorno al VII secolo ispirandosi alla preesistente Kaulon, la località iniziò ad affermarsi nel panorama storico con il nome di Stilida, posta in prossimità di una zona elevata in grado di offrire protezione dai saccheggi saraceni usufruendo inoltre del suffragio militare di Bizantini e Normanni, sotto la cui dominazione (simboleggiata dall’imponente Castello Normanno sul Monte Consolino, costruito nell’XI secolo da Ruggero II di Sicilia ma ormai ridotto a rudere, comunque ancora capace di suscitare emozioni con le sue mura non cubate e le torri circolari in bella vista) il borgo potè di fatto prosperare economicamente, beneficiando di un’autonomia datagli dallo sfruttamento delle miniere.La favorevole situazione non accennò a svilirsi nemmeno sotto gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi, poi d’improvviso i Borbone sottrassero a Stilo l’indipendenza, riguadagnata con le unghie e con i denti fino all’Unità d’Italia, quando il titolo di "Comune" fu la sublimazione dei tanti sforzi per mantenersi indomita.
Cosa vedere a Stilo
Stilo è un borgo turisticamente molto appetibile e specialmente gli appassionati di architettura religiosa lo riterranno idoneo ai loro gusti. Figurano, infatti, almeno 18 chiese sul territorio, alcune delle quali provate dal terremoto del 1783, altre godenti di ottima salute, altre direttamente ricostruite come il Duomo, ovvero la Chiesa Madre di Stilo, contenente una bella pala d’altare del Caracciolo.La Cattolica
Molto più celebrata per bellezza e particolarità costruttiva è la Cattolica (così chiamata già in epoca bizantina poiché provvista di battistero, ergo annoverata fra le “chiese privilegiate”), piccolo tempio greco-bizantino risalente al X secolo e di forma quadrata realizzata con ausilio di mattoni rossi di argilla. Risaltano all’occhio dell’osservatore le cinque cupole cilindriche con finestre bifore e tetti in tegole gialle, mentre all’interno i numerosi affreschi sacri propongono estratti d’immagine un po’ logori ma distinguibili.La Chiesa di San Domenico, a croce latina, è quanto resta dell’antico convento spazzato via dal sisma del ‘700, luogo ove erano presenti moltissime cappelle private per il riposo di illustri defunti.
L’Abbazia di San Giovanni Therestis s’offre con più allegria e consapevolezza del proprio pregio, rinvigorito in primis dal portone in granito grigio e rosa, in secundis dalla cupola sorretta da 4 pilastri con due archi a tutto sesto e altri due a sesto acuto. All’interno si possono ammirare il dipinto del XII secolo raffigurante una Madonna in trono con la mano destra sulla spalla del Bambino che benedice e le reliquie di San Giovanni Therestis.
Dignitosissima la Chiesa di San Francesco, cinquecentesco esempio del tardo barocco: vi sono custoditi affreschi settecenteschi, un altare in legno, una tavola della Madonna del Borgo e la statua marmorea dell’Immacolata, appartenente al XVIII secolo. Nella chiesa trova posto anche la statua di San Rocco, protagonista della processione del 16 agosto in occasione della festa a celebrazione del Santo.
La chiesa si affaccia su Piazza Carnovale, dove presiede l’effige scultorea rappresentante il noto filosofo Tommaso Campanella (cui è dedicato peraltro l’omonimo Museo Civico), nato a Stilo nel lontano 1568.
Svincolate dal contesto ecclesiale sono opere di più storica valenza, la Fontana Gebbia (simbolo dell’alleanza fra Arabi e Bizantini finalizzata a trionfare su Ottone II di Germania all’epoca della Battaglia di Stilo) e la Porta Stefanina, uno dei 5 vetusti ingressi del borgo.