Antillo (Sicilia): cosa vedere nel villaggio della Valle d'Angrņ, nei Peloritani
Antillo, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Antillo dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Posto su un dolce declivio a ridosso dei monti Peloritani nella provincia di Messina in Sicilia, Antillo si ritrova immerso nella Valle d’Angrò quale ameno paesello sornione i cui 900 abitanti appena ne fanno una realtà rurale che vive il proprio incanto naturale ben inserito in un morbido paesaggio dall’alta densità boschiva. Fra collina e montagna, il minuscolo centro urbano occupa una porzione discreta del Tratto montano del bacino della fiumara d’Angrò, dichiarato Sito d’Importanza Comunitaria per l’ingente patrimonio ambientale.
Vide il passaggio di Ostrogoti, Bizantini e Arabi, in seguito i Normanni (si sa che la Sicilia s’inserì storicamente come crocevia di diverse culture e civiltà, molte delle quali effettivamente occupanti), i quali istituirono la Baronia di Savoca sotto cui venne governato il feudo di Antillo, sottomesso per ben 7 secoli fino all’abolizione del regime feudale nel 1812. Divenuto comune autonomo nel 1845, quindi prima dell’Unità d’Italia, il borgo si estese sia a livello urbano che demografico arrivando a toccare quota 2.000 abitanti verso la metà del ‘900, apice destinato a scemare dato un progressivo calo della popolazione che oggi si attesta, come dapprima detto, sulle 900 unità.
Il primo evento da segnalare è senz'altro il Carnevale Antillese, in cui è protagonista la maschera del Picuraru.
Siamo in un’area dove la macchia mediterranea si fa sentire infoltendo pinete, querceti e soprattutto castagneti, infatti è appuntamento annuale imperdibile la Sagra della Castagna che ad Antillo si svolge l’ultimo weekend di ottobre. Gli eventi, tuttavia, non finiscono qua, anzi vanno ancora segnalate la Sagra del Granturco di scena nella prima metà di agosto e la Sagra del Maiale e del Cinghiale che si tiene il primo fine settimana di dicembre.
Un turismo più consueto indaga il corredo monumentale del paese, che presenta ai visitatori a passeggio per le silenti viuzze il Monumento ai Caduti per omaggiare le vittime dei conflitti mondiali, il Monumento all’Emigrante dedicato agli antillesi costretti in passato ad allontanarsi dalla patria in cerca di fortuna e la Fontana Acqua Vena, che dal 1894 è una sorgente idrica per la collettività. La sua peculiarità risiede nel curioso mascherone, dal quale sgorga l’acqua e ritrae la sagoma del sindaco vigente al tempo dell’inaugurazione. Dal 2007 è possibile udire i rintocchi della grande Campana per la Pace (6 metri di circonferenza per 5 tonnellate di peso), unico esemplare al mondo a risuonare per tenere viva la memoria dei dispersi durante tutte le guerre, ubicato sul Monte pizzo proprio al centro della Valle d’Agrò.
A livello ecclesiastico, la massima autorità architettonica del genere è rivestita dalla Chiesa Madre, ricostruita nel 1936 su un precedente impianto antecedente al 1770. All’interno è venerata la statua della Madonna della Provvidenza, celebrata il 22 agosto in quanto patrona del paese. Altri pezzi pregevoli sono il Crocifisso ligneo a grandezza naturale, l’ottocentesco simulacro in cartapesta di Sant’Antonio da Padova e l’organo a canne del Polizzi assemblato nel 1907, dapprima meccanico, oggi elettrificato.
Storia
Antillo è nato inizialmente come villaggio di pastori in epoca greca (le pratiche agresti sono rimaste e, nello specifico, è il Museo Agro-Pastorale a documentarle ospitando dagli anni ’80 una vasta collezione di utensili, attrezzi e strumenti di lavoro) e il fulcro principale fu Pinazzo, oggi sua frazione.Vide il passaggio di Ostrogoti, Bizantini e Arabi, in seguito i Normanni (si sa che la Sicilia s’inserì storicamente come crocevia di diverse culture e civiltà, molte delle quali effettivamente occupanti), i quali istituirono la Baronia di Savoca sotto cui venne governato il feudo di Antillo, sottomesso per ben 7 secoli fino all’abolizione del regime feudale nel 1812. Divenuto comune autonomo nel 1845, quindi prima dell’Unità d’Italia, il borgo si estese sia a livello urbano che demografico arrivando a toccare quota 2.000 abitanti verso la metà del ‘900, apice destinato a scemare dato un progressivo calo della popolazione che oggi si attesta, come dapprima detto, sulle 900 unità.
Sagre, eventi e manifestazioni
Antillo è una località che ha sposato ormai da anni un turismo alternativo inoltratosi maggiormente nel bagaglio folcloristico e gastronomico alla ricerca di tradizioni, profumi e sapori di una terra sicula proverbialmente generosa e affabile: un’oasi in cui potersi rilassare e compiere suggestive escursioni fra scenari e itinerari molto belli.Il primo evento da segnalare è senz'altro il Carnevale Antillese, in cui è protagonista la maschera del Picuraru.
Siamo in un’area dove la macchia mediterranea si fa sentire infoltendo pinete, querceti e soprattutto castagneti, infatti è appuntamento annuale imperdibile la Sagra della Castagna che ad Antillo si svolge l’ultimo weekend di ottobre. Gli eventi, tuttavia, non finiscono qua, anzi vanno ancora segnalate la Sagra del Granturco di scena nella prima metà di agosto e la Sagra del Maiale e del Cinghiale che si tiene il primo fine settimana di dicembre.
Cosa vedere ad Antillo e dintorni
Chi ama immergersi nella natura e contemplarne l’infinita bellezza si rechi alla Valle dei Platani, scrigno di molteplici varietà floreali e specie faunistiche. Se pensate di non aver visto abbastanza, proseguite il cammino fino al Giardino di Redenzione, una struttura parrocchiale interessante per il fatto di essere collocata in un luogo meraviglioso dove il tempo sembra davvero essersi fermato e nel quale si esercitano spontaneamente meditazione, raccoglimento e distensione fisica e mentale.Un turismo più consueto indaga il corredo monumentale del paese, che presenta ai visitatori a passeggio per le silenti viuzze il Monumento ai Caduti per omaggiare le vittime dei conflitti mondiali, il Monumento all’Emigrante dedicato agli antillesi costretti in passato ad allontanarsi dalla patria in cerca di fortuna e la Fontana Acqua Vena, che dal 1894 è una sorgente idrica per la collettività. La sua peculiarità risiede nel curioso mascherone, dal quale sgorga l’acqua e ritrae la sagoma del sindaco vigente al tempo dell’inaugurazione. Dal 2007 è possibile udire i rintocchi della grande Campana per la Pace (6 metri di circonferenza per 5 tonnellate di peso), unico esemplare al mondo a risuonare per tenere viva la memoria dei dispersi durante tutte le guerre, ubicato sul Monte pizzo proprio al centro della Valle d’Agrò.
A livello ecclesiastico, la massima autorità architettonica del genere è rivestita dalla Chiesa Madre, ricostruita nel 1936 su un precedente impianto antecedente al 1770. All’interno è venerata la statua della Madonna della Provvidenza, celebrata il 22 agosto in quanto patrona del paese. Altri pezzi pregevoli sono il Crocifisso ligneo a grandezza naturale, l’ottocentesco simulacro in cartapesta di Sant’Antonio da Padova e l’organo a canne del Polizzi assemblato nel 1907, dapprima meccanico, oggi elettrificato.