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Cassino (Lazio): cosa vedere nella cittą dell'Abbazia in provincia di Frosinone

Cassino, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Cassino dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Seconda città più popolosa della provincia di Frosinone (conta suppergiù 36.000 abitanti), la bella Cassino si costituisce come centro nevralgico del Lazio, fulcro geografico, culturale ed economico di un’area molto vasta che tocca in termini di raggio d’azione anche Campania, Molise e Abruzzo. Snodo viario e commerciale capace di collegare diversi territori del Mezzogiorno, la si conosce principalmente per la storica Abbazia di Montecassino, uno dei più celebri monasteri della Cristianità allocato sul colle (acropoli di Casinum) ai piedi del quale la località si sviluppa ed estende. Eppure la Città Martire – così denominata per aver sofferto la furia distruttiva della Seconda Guerra Mondiale – ha parecchie altre frecce al proprio arco e tutte si prefiggono di colpire direttamente al cuore i futuri turisti in visita.

Storia

Nata sotto i migliori auspici e battezzata Casinum in epoca romana, fu fin da subito una predestinata in seno all’impero, tanto da meritarsi un incredibile arricchimento dal punto di vista architettonico e infrastrutturale vedendo sorgere sul proprio suolo, e quasi contestualmente, uno scenografico anfiteatro (risale al I secolo d.C. ed è compreso nel Parco Archeologico “Casinum” in coabitazione con il Mausoleo di Ummidia Quadratilla, il Ninfeo Ponari, l’Antica Via Romana, il Lapidarium e la Tomba di Fabullo), un sontuoso teatro ellenistico, costruito in età augustea e riportato alla luce nel 1936, con forma semicircolare e una capienza di 2.500 spettatori).

Inoltre erano presenti vari templi, due fori adibiti al commercio, le favolose Terme Varroniane (eredità della Villa di Marco Terenzio Varrone, sono inserite in un parco che accoglie uno stabilimento idropinico alimentato da sorgenti naturali convogliando l’acqua in fontane a getto continuo) e un massiccio acquedotto lungo ben 22 km. Le residenze patrizie non tardarono a proliferare in quella che cominciò a muovere i primi passi come colonia, guadagnandosi successivamente la nomina di prefettura e addirittura municipio, promozione avallata dalla cittadinanza acquisita nel 188 a.C.

Si dice che spesso la bellezza, più che un emolumento, sia una dannazione, e nel caso di Cassino l’asserzione si rivelò verità in occasione delle incursioni barbariche che qui insistettero congiuntamente al progressivo crollo dell’Impero Romano d’Occidente. Il grande borgo si sottrasse alla profonda crisi solo in seguito alla venuta di San Benedetto da Norcia e alla fondazione dell’abbazia gloriosa, nella cui cattedrale si consumò la firma del trattato di pace stipulato da Federico II e Gregorio IX nel 1230 d.C., atto noto come la Pace di San Germano.

Venne conseguentemente a formarsi lo Stato di San Germano di cui Cassino divenne capitale sotto l’autorità degli abati di Montecassino. La popolazione dovette suo malgrado chinare nuovamente la testa con l’avvento delle truppe francesi nel 1799, ree della diffusione di morte e distruzione, tragiche condizioni destinate a ripetersi con i bombardamenti alleati del 1944, volti a sradicare la formidabile difesa tedesca incarnata dalla Linea Gustav, in grado di resistere a lungo prima della capitolazione. Devastazione totale, perdite umane ingenti e tanto dolore: fu il prezzo che in epoca bellica Cassino dovette pagare prima di assurgere a Città Martire della Pace decorata con la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Cosa vedere a Cassino

Oggi siamo al cospetto di un polo universitario, sede di un tribunale e forziere traboccante di tesori, pezzi d’arte, archeologia (da vedere il Museo “G. Carettoni” pingue di reperti molto antichi) e una rosea quantità di sorgenti, le più grandi d’Europa. Impressionano il complesso abbaziale di Montecassino (durante la sua millenaria esistenza patì ben quattro ricostruzioni risalenti rispettivamente al 577, all’883, al 1349 e infine al 1944), Rocca Janula a presidio del monastero dal X secolo, il Monumento per la Pace realizzato dallo scultore Umberto Mastroianni e il Monumento a Enrico Toti. Si specifichi che Montecassino ha mantenuto l’impianto seicentesco sfoggiando ambienti favolosi, l’eccezionale basilica, i fantastici chiostri e altre sorprese che non ci sentiamo di svelare.

In equilibrio fra classicità e modernità (cristallizzata quest’ultima attraverso l’INA-Casa, edificio multipiano che rappresenta ottimamente il razionalismo italiano secondo le teorie di Le Corbusier) l’urbano vanto laziale riserva agli avventori spettacolari vestigia introdotte da lapidi apposte su enormi rocce in pietra calcarea, sulle quali compaiono testi illustrativi simbolo di un’autentica “memoria di pietra”. In questo modo si dà luogo a un interessante itinerario su misura per il turista, desideroso di scoprire la Cassino antica esplorandone l’anima più recondita e meravigliosa.

Cominciando da Piazza Corte, ecco stagliarsi qui un tempo l’austera Torre Campanaria che l’abate Gisulfo fece edificare ai primordi del IX secolo di fronte alla Collegiata di San Germano. Non era un campanile tradizionale poiché la sua erezione su otto possenti colonne indusse vivamente a pensare a una chiara ispirazione araba. Si parla al passato in quanto l’opera venne prima danneggiata irreparabilmente dai bombardamenti e, considerata pericolante, abbattuta sul finire degli anni ’60.

Fra il 1873 e il 1875 vide la luce il Teatro Comunale “Alessandro Manzoni” riqualificando il corpo di fabbrica della dismessa stazione ferroviaria. Da tutti ritenuta la “meraviglia del paese” nonché epicentro culturale, venne spazzato via dalla guerra e non fu più ricostruito. Palazzo Badiale si trova ubicato laddove era stata edificata la Curtis Major, piccolo monastero succursale di Montecassino utilizzato per l’amministrazione della Giustizia. Per la popolazione la perdita della Chiesa di Santa Maria delle Cinque Torri (VIII secolo) significò provare un dolore indicibile: Cassino venne privata dalla furia bellica di un esemplare ecclesiale pressoché unico, come unico si rivelava essere l’assetto architettonico impostato su una miriade di colonnine e pilastri.

Della quattrocentesca Chiesa dell’Annunziata sopravvive miracolosamente una statua della Vergine, ritrovata inaspettatamente sotto un cumulo di macerie. Era annessa a un convento duecentesco che funse da scuola e carcere prima della distruzione. Della Chiesa del Carmine, collocata in passato in posizione extramoenia, restano invece soltanto gli elementi perimetrali e basamentali. In via Di Biasio s’incontra l’ottocentesco Palazzo Barone De Rosa, che ha una peculiarità: è il solo edificio cassinese a essere rimasto indenne ai bombardamenti.

Il Comune ha deciso di mantenere perennemente viva la costernazione per il tragico passato ergendo nel 2006 il Muro del Martirologio, recante immagini significative e tutti i nomi dei periti durante il conflitto mondiale. L’opera si deve all’idea dell’architetto Olga Moskvina, che la progettò con un enorme pannello in maiolica sostenuto da un blocco di cemento. La memoria di quegli anni è peraltro affidata al Museo Historiale, realizzato per il 60° anniversario della battaglia di Montecassino e il cui allestimento è stato curato dalle Officine Rambaldi. I caduti riposano nel monumentale Cimitero Militare del Commonwealth, nel Cimitero Militare Polacco e nel Sacrario Militare Germanico. Questi luoghi simbolico-sacrali sono tutti inscritti nel Percorso storico sulle tracce della Seconda Guerra Mondiale.

Non resta che indicare la Villa Comunale come punto di partenza di un percorso naturalistico, ciclabile e pedonale costeggiante il fiume Gari fino ad arrivare alle Terme Varroniane. Il tratto fluviale è praticabile in barca, canoa ed eco-rafting con l’assistenza di istruttori specializzati nella disciplina sportiva.

Eventi, sagre e manifestazioni

Fra le manifestazioni più sentite c’è sicuramente la Processione in onore della Madonna dell’Assunta, che il 9 luglio di ogni anno vede girare il simulacro per le chiese cittadine dalle 5 del mattino. Oltre a questo avvenimento, gli abitanti sono soliti ritrovarsi spesso per condividere una tradizione secolare ch’è invero la cucina cassinese, le cui radici affondano nell’ormai scomparso mondo contadino, dal quale si evincono oggi piatti corposi e molto gustosi come fagioli e taglierini, zuppa di broccoli neri e baccalà, capretto cacio e uova, pastiera e mostaccioli.

Altri eventi partecipati la Festa patronale di San Benedetto a marzo, la Festa di Sant’Antonio nel mese di giugno, la Festa della Birra a luglio e la Festa della Madonna dell’Assunta a Ferragosto, senza dimenticare ovviamente i mercatini di Natale a dicembre.

Come arrivare a Cassino

Percorrere l’Autostrada A1 MilanoNapoli fino all’uscita di Cassino, oppure intraprendere la SS 6 Casilina se si intende fruire di un avvolgente paesaggio; la stazione di Cassino si trova lungo la linea ferroviaria Roma – Napoli e a soli 800 metri dal centro storico cittadino; il treno speciale “Leonardo Express” collega l’aeroporto di Roma Fiumicino alla stazione Roma Termini e qui si attende il treno linea Fr6 che conduce direttamente a Cassino; sono comodi anche l’aeroporto di Roma Ciampino e quello di Napoli Capodichino, tutti serviti da treni e autobus collegati alla città.

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