Barolo (Piemonte) e il suo vino. Cosa vedere e sapere
Barolo, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Barolo dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Lo si nominava già in un documento del lontano 1200, ma soltanto nel XVI secolo comparve per la prima volta col nome di Barrolo o Barollo, da cui l’attuale Barolo. Pare che il toponimo derivi dal celtico ‘bas reul’, ovvero ‘luogo basso’, con riferimento alla collocazione geografica del borgo piemontese: una collocazione che oggi riveste un ruolo importante e che nel tempo ha condizionato l’economia locale, facendo di Barolo il celebre centro di oggi.
La cittadina piemontese in provincia di Cuneo, gentile e tranquilla coi suoi 750 abitanti, è infatti conosciuta per l’omonimo vino, ingrediente immancabile di ogni banchetto ma anche protagonista dello sviluppo paesano, dei momenti conviviali e delle tradizioni più radicate. Come pellegrini devoti, guidati però dai piaceri del palato, gli amanti del vino non possono non fare tappa a Barolo, terra genuina affezionata ai suoi prodotti e ai suoi costumi, dove ogni pietra del centro appartiene ai suoi abitanti ed è pronta a raccontare qualche storia interessante.
Di Barolo, dunque, si ricorda il sapore dell’uva, ma rimagono impresse nella mente anche certe testimonianze storico-artistiche di valore, che disseminate nel borgo accompagnano il visitatore in un viaggio tra i secoli. Tra gli edifici più interessanti c’è la chiesa parrocchiale dedicata a San Donato, ricostruita nella prima metà del Settecento sui resti di una chiesa preesistente, a sua volta ristrutturata nel XVI secolo. Con la pianta a tre navate, una cupola ottagonale e sei altari laterali, la bella chiesa custodisce di fronte all’altare maggiore la tomba dei Falletti, signori di Bardo.
Tra gli edifici civili spicca il Castello della Volta, in una posizione splendida, raggiungibile dalla strada che collega Barolo a La Morra. Edificato nel XII secolo per volere di Manfredo di Saluzzo, appartenne alla famiglia De Braida e passò successivamente nel feudo di Barolo, poi in mano alla famiglia Falletti. Protagonista di vicende travagliate, scenario di scontri leggendari e soggetto di aspre contese, il maniero visse un momento particolarmente importante nell’Ottocento, quando l’ultima marchesa Falletti lo scelse come luogo ideale per trascorrere le ore in compagnia di Silvio Pellico, assaporando la quiete del suo giardino e l’ombra maestosa degli ippocastani. Oggi appartiene a un’azienda vinicola di Barolo ed è sede del Museo del Vino, un percorso irresistibile che dall’ultimo piano in giù presenta suggestioni suadenti, profumi autentici e usanze altrimenti dimenticate.
Nel museo il vino è declinato nelle sue mutevoli sfaccettature: vino come prodotto della terra, legato ai ritmi delle stagioni e al lavoro tra le vigne, ma anche vino come accompagnamento in cucina e come personaggio della storia dell’arte, del cinema e della letteratura, dai miti antichi alle sperimentazioni di oggi. Poi arriva la zona degli assaggi: qui si incontrano l’immancabile Barolo e altri vini pregiati, tutti diversi per aroma, gusto e personalità, da abbinare al cibo con sensibilità.
A Barolo c’è un altro museo originale, ancora una volta legato alla produzione vinicola e soprattutto alla consumazione del vino: è il museo dei cavatappi, allestito in una vecchia cantina con le tipiche volte di mattoni, odorosa di legno e di mosto. Qui sono conservati oltre 500 esemplari di cavatappi prodotti dal Settecento ai giorni nostri, provenienti da ogni parte del mondo, collezionati dal farmacista Paolo Annoni originario di Torino.
Con una tradizione vinicola tanto spiccata, è facile immaginare che a Barolo non manchino le occasioni per brindare: le manifestazioni e gli eventi culturali, in effetti, sono numerose nell’arco dell’anno, all’insegna delle degustazioni e non solo. A inizio marzo si assaggia il Barolo Chinato abbinato al cioccolato, e il mese di giugno è interamente votato alle degustazioni e ai laboratori a tema. Il 10 agosto il brindisi accompagna i desideri che si esprimono sotto le stelle cadenti, e in settembre si presenta la nuova annata con stand gastronomici e proposte di abbinamenti inattesi. Da non perdere la Festa di San Martino di inizio novembre, con i commenti sulla vendemmia e l’incontro con i produttori.
Caratteristici del paesaggio intorno a Barolo sono i filari, che prima della vendemmia diventano carichi di acini succosi, ma non sarebbero altrettanto rigogliosi senza il clima gradevole della zona, piuttosto mite per una cittadina del nord d’Italia. Le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima di 2°C a una massima di 5°C, mentre in luglio e agosto si passa dai 17°C ai 27°C. Le precipitazioni sono scarse in estate e si concentrano in autunno, specialmente nel mese di ottobre, quando cadono in media 107 mm di pioggia.
Per raggiungere Barolo si può scegliere tra varie possibilità. Chi viaggia in auto può percorrere l’autostrada A6 Torino-Savona e uscire a Cherasco, oppure la A33 Asti-Cuneo e uscire ad Alba. Le stazioni ferroviarie più vicine sono quelle di Alba, Bra e Monchiero-Dogliani, mentre l’aeroporto più vicino è quello di Torino.
La cittadina piemontese in provincia di Cuneo, gentile e tranquilla coi suoi 750 abitanti, è infatti conosciuta per l’omonimo vino, ingrediente immancabile di ogni banchetto ma anche protagonista dello sviluppo paesano, dei momenti conviviali e delle tradizioni più radicate. Come pellegrini devoti, guidati però dai piaceri del palato, gli amanti del vino non possono non fare tappa a Barolo, terra genuina affezionata ai suoi prodotti e ai suoi costumi, dove ogni pietra del centro appartiene ai suoi abitanti ed è pronta a raccontare qualche storia interessante.
Di Barolo, dunque, si ricorda il sapore dell’uva, ma rimagono impresse nella mente anche certe testimonianze storico-artistiche di valore, che disseminate nel borgo accompagnano il visitatore in un viaggio tra i secoli. Tra gli edifici più interessanti c’è la chiesa parrocchiale dedicata a San Donato, ricostruita nella prima metà del Settecento sui resti di una chiesa preesistente, a sua volta ristrutturata nel XVI secolo. Con la pianta a tre navate, una cupola ottagonale e sei altari laterali, la bella chiesa custodisce di fronte all’altare maggiore la tomba dei Falletti, signori di Bardo.
Tra gli edifici civili spicca il Castello della Volta, in una posizione splendida, raggiungibile dalla strada che collega Barolo a La Morra. Edificato nel XII secolo per volere di Manfredo di Saluzzo, appartenne alla famiglia De Braida e passò successivamente nel feudo di Barolo, poi in mano alla famiglia Falletti. Protagonista di vicende travagliate, scenario di scontri leggendari e soggetto di aspre contese, il maniero visse un momento particolarmente importante nell’Ottocento, quando l’ultima marchesa Falletti lo scelse come luogo ideale per trascorrere le ore in compagnia di Silvio Pellico, assaporando la quiete del suo giardino e l’ombra maestosa degli ippocastani. Oggi appartiene a un’azienda vinicola di Barolo ed è sede del Museo del Vino, un percorso irresistibile che dall’ultimo piano in giù presenta suggestioni suadenti, profumi autentici e usanze altrimenti dimenticate.
Nel museo il vino è declinato nelle sue mutevoli sfaccettature: vino come prodotto della terra, legato ai ritmi delle stagioni e al lavoro tra le vigne, ma anche vino come accompagnamento in cucina e come personaggio della storia dell’arte, del cinema e della letteratura, dai miti antichi alle sperimentazioni di oggi. Poi arriva la zona degli assaggi: qui si incontrano l’immancabile Barolo e altri vini pregiati, tutti diversi per aroma, gusto e personalità, da abbinare al cibo con sensibilità.
A Barolo c’è un altro museo originale, ancora una volta legato alla produzione vinicola e soprattutto alla consumazione del vino: è il museo dei cavatappi, allestito in una vecchia cantina con le tipiche volte di mattoni, odorosa di legno e di mosto. Qui sono conservati oltre 500 esemplari di cavatappi prodotti dal Settecento ai giorni nostri, provenienti da ogni parte del mondo, collezionati dal farmacista Paolo Annoni originario di Torino.
Con una tradizione vinicola tanto spiccata, è facile immaginare che a Barolo non manchino le occasioni per brindare: le manifestazioni e gli eventi culturali, in effetti, sono numerose nell’arco dell’anno, all’insegna delle degustazioni e non solo. A inizio marzo si assaggia il Barolo Chinato abbinato al cioccolato, e il mese di giugno è interamente votato alle degustazioni e ai laboratori a tema. Il 10 agosto il brindisi accompagna i desideri che si esprimono sotto le stelle cadenti, e in settembre si presenta la nuova annata con stand gastronomici e proposte di abbinamenti inattesi. Da non perdere la Festa di San Martino di inizio novembre, con i commenti sulla vendemmia e l’incontro con i produttori.
Caratteristici del paesaggio intorno a Barolo sono i filari, che prima della vendemmia diventano carichi di acini succosi, ma non sarebbero altrettanto rigogliosi senza il clima gradevole della zona, piuttosto mite per una cittadina del nord d’Italia. Le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima di 2°C a una massima di 5°C, mentre in luglio e agosto si passa dai 17°C ai 27°C. Le precipitazioni sono scarse in estate e si concentrano in autunno, specialmente nel mese di ottobre, quando cadono in media 107 mm di pioggia.
Per raggiungere Barolo si può scegliere tra varie possibilità. Chi viaggia in auto può percorrere l’autostrada A6 Torino-Savona e uscire a Cherasco, oppure la A33 Asti-Cuneo e uscire ad Alba. Le stazioni ferroviarie più vicine sono quelle di Alba, Bra e Monchiero-Dogliani, mentre l’aeroporto più vicino è quello di Torino.