Cossano Belbo (Piemonte): il vino e il villaggio sulle Langhe

Lo citò in più occasioni il celebre scrittore Beppe Fenoglio narrando le gesta partigiane al centro dell’opera letteraria “I ventitré giorni della città di Alba”, la stessa in cui compaiono insieme i nomi della Madonna della Rovere, del fiume Belbo e, ovviamente, di Alba. Cossano Belbo, in virtù del suo spontaneo protagonismo nelle memorie di Fenoglio, è un paese che rievoca nella propria identità bucolica una serie di ricordi strettamente relazionati al suo perdersi in un territorio ameno del Piemonte, in quelle Langhe ricche di meraviglie naturali, tranquillità ed echi di una storia nel complesso recente.

Storia

Intorno all’anno Mille il borgo viene riportato come Coxani in una pergamena dell’epoca, indicato quale feudo di Oldrico Manfredo prima del passaggio ad altre nobili dinastie, i Boverio, il Marchesato di Cortemilia e i Busca. I Savoia rilevarono l’intera area nel 1711, un dominio temporaneamente interrotto dalle occupazioni francese e austriaca ma ripreso in prossimità della fatidica Unità d’Italia.

Cosa vedere a Cossano Belbo

A Cossano Belbo la maggioranza architettonica è incontrovertibilmente segnata da edifici di stampo religioso che hanno per così dire dettato i tempi dello sviluppo progressivo dell’abitato. Il romanico, ad esempio, si esprime al meglio nella forma arcaica ma affascinante della Pieve di San Martino, il cui costrutto medievale definisce in parte le origini del vecchio borgo. Presenti luoghi di culto molto interessanti come la Chiesa di San Giovanni Battista e Nicolao, la bella Chiesa della Madonna della Rovere (si dice che nelle vicinanze sorgeva una pianta di rovere con rami da cui sgorgava olio santo) e la Chiesa di San Pietro insieme a quella di San Bovo.

Dell’antico maniero e le mura non rimane che qualche resto, una torre e ai suoi piedi un pozzo profondo oltre 25 metri all’interno del quale si può ancora vedere il dispositivo di sollevamento acqua sfruttando un faro che illumina l’opera anche di notte.

Il vino e i prodotti tipici

Trovandosi immerso nello splendore campestre della Valle Belbo ed equidistante da Alba e Asti (ca. 30 km da ciascuna), il nucleo urbano popolato da 1.100 persone comunica una vocazione tipicamente agricola sfruttando più di 1.000 ettari di terra coltivata a vigneti, noccioleti e ortofrutta con del seminativo non prevalente. Agricoltura ed enogastronomia, or dunque, si prendono per mano e viaggiano generando un prestigio che perviene più che altro dalla vite: etichette come il Moscato d’Asti, il Dolcetto d’Alba e il Furmentin picchettano con decisione uno dei comparti più incisivi del Piemonte.

Visitare Cossano Belbo significa entrare in contatto con una natura collinare eterea (il percorso naturalistico della Scala Santa porta a imbattersi in 170 scalini incastonati nella roccia e parte dalla Chiesa di Santa Libera per arrivare alla Chiesa di San Bovo isolata su un cucuzzolo) e realtà che fomentano buon gusto, genuinità e artigianalità della produzione, incarnati in delizie quali salumi e carni a km 0, farine provenienti da strutture di lunga vita come il Mulino a Pietra Marino, dolci come gli amaretti e le ottime torte di nocciola realizzate con l’ausilio della Nocciola Piemonte I.G.P. derivata dai noccioleti di varietà Tonda Gentile delle Langhe. Fiori all’occhiello del paese, ristorazione e accoglienza assai apprezzate dai turisti.

Eventi, sagre e manifestazioni

Gli stessi vorranno certamente partecipare agli eventi che a Cossano Belbo risultano i massimali dell’anno, la Sagra degli In dove a maggio si mangia solo ciò che finisce con la desinenza “in”, ergo tajarin, ravioli al plin, salamin e chi più ne ha più ne metta (purché finisca con “in”) e la Festa patronale della Madonna del Carmine a inizio luglio.

Come arrivare a Cossano Belbo

In auto si arriva percorrendo l’Autostrada Torino – Piacenza e uscendo all’altezza di Alba; la stazione più vicina è a Santo Stefano Belbo, dal quale si può raggiungere il paese in pochi minuti con autobus di collegamento extraurbano; l’aeroporto di Cuneo Levaldigi è quello di riferimento.

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