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Cavallermaggiore (Piemonte): visita al comune della provincia di Cuneo

Cavallermaggiore, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Cavallermaggiore dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Per tanti anni il nome di Cavallermaggiore veniva per consuetudine associato alle Cupole Lido, il Parco Acquatico che in provincia di Cuneo è ogni estate gettonatissimo dai ragazzi, dalle famiglie e dai bambini. Seppur importante per l’intrattenimento e una buona fetta di richiamo turistico, la struttura rappresenta un piccolissimo aspetto del borgo, ben di più di una mera sede di divertimento. La cittadina confina con comuni molto affermati, prendiamo Bra, Marene, Racconigi e Savigliano, ma essa stessa ha un chiaro discorso da fare all’avventore, un discorso le cui parole si traducono in edifici, monumenti e spazi certamente a misura di pubblica ammirazione. C’è poi da considerare la storia di questo magnetico paese la cui denominazione sembra derivi dai numerosi allevamenti di cavalli da tiro sparsi per il territorio, sicché già i Romani la indicavano come Caballarium.

Storia

Il ritrovamento di una tomba romana presso frazione Trebbietta lascia ben pochi dubbi, rivelando una conoscenza del primigenio villaggio da parte della popolazione latina già nel II secolo a.C. Nel Medioevo la proprietà di Cavallermaggiore era detenuta dalle abbazie di Novalesa e Caramagna sotto il diretto controllo dei Marchesi di Torino. Feudo assai ambito, fu al centro delle contese fra potenti famiglie al punto che per un certo periodo a possederlo furono i Marchesi di Busca, cui subentrarono i Signori di Rossana prima ancora del Marchesato di Saluzzo, preliminare alla venuta degli Acaja. I Savoia arrivarono nel 1418, conseguentemente nel 1863 Cavallermaggiore poté fregiarsi del titolo di "Città" assegnatogli da Re Vittorio Emanuele II.

Cosa vedere a Cavallermaggiore

Indagando dall’interno l’abitato, notiamo con quanta costanza siano state erette chiese che per secoli hanno costituito una solida impalcatura cristiana e che adesso non solo si fanno ammirare ma dicono qualcosa della cittadina comunicando assaggi di bellezza. La Chiesa di San Pietro, la più antica del circondario, si collocava extra moenia in epoca medievale ma probabilmente le fondamenta risalgono a molto prima, agli anni successivi all’introduzione delle cifre arabe, quindi XIV secolo. Composta da tre navate, il suo impianto è ricalcato dalla Chiesa dei Santi Michele e Pietro, sorta nel Cinquecento laddove giaceva la Cappella dei Romagnano datata 1151. Lo stile romanico si definisce nelle linee e nelle forme, basti anche solo constatarlo dalla presenza dai pilastri ottagonali capaci di sorreggere le volte a crociera. L’arte si coniuga perfettamente allo stile architettonico, per cui trovano collocazione ideale la Vergine con i Santi Cosma e Damiano di Giovanni Dolce, la Madonna delle Rose dipinta da Martino Bonfini e numerosi affreschi.

Della Chiesa di Santa Maria della Pieve fa sensazione il campanile trecentesco adorno di immagini relative alle Storie di Santo Stefano. Pensate che il luogo di culto, sorto nell’XI secolo, ha ricevuto solenne consacrazione soltanto nel 1903, come dire “meglio tardi che mai”.

Più monumentale il Santuario della Madonna delle Grazie, in origine di concezione gotica trasmutato in edificio neoclassico in seguito alla ricostruzione avvenuta in pieno ‘800. L’icona dipinta della Vergine è assurta a simbolo totalizzante la devozione popolare. Tuttavia nell’ambiente interno si evidenziano altre opere di pregio artistico, dall’Immacolata del fiammingo Jean Claret a San Gerolamo e Paolo eremita firmato da Giovanangelo Dolce nel 1581. Fra gli edifici ecclesiastici di minor entità figurano la Chiesa di San Bernardino – a ogni modo forte della presenza di elementi che ne enfatizzano non poco l’estetica, ad esempio la cupola ellittica dei fratelli Pozzi, il coro ligneo ascrivibile al ‘600 e i gruppi scultorei del Plura e del Clemente – e la Chiesa della Misericordia, che custodisce una Deposizione attribuita a Giovanangelo Dolce.

Bisogna altresì tenere in considerazione la Chiesa di Santa Teresa, annessa a un complesso conventuale e ancora recante il colore bianco e celeste proprio della veste originale, la Chiesa di San Sebastiano costellata di quadri a tempera concentrati in particolar modo sull’altare e sulle pareti laterali. A queste si somma un folto cordone di cappelle campestri dedicate rispettivamente a San Giorgio, alla Madonna di Castiglione, alla Madonna del Pasco e, ancora, a San Giovanni alla Motta e San Vito. Tutte queste minute strutture d’ambito votivo coronano una campagna fitta di itinerari da percorrere, un hinterland che oggigiorno ospita ben più d’una cascina tenendo in parte viva la cultura contadina dei primordi.

Appartenente al comparto architettonico di posa civile, il rinascimentale Palazzo Garneri vive di un costrutto armonico e alquanto proporzionato nel quale archi a tutto sesto, colonne e capitelli riescono ad aggraziare l’unicum geometrico che caratterizza assai positivamente sia il corpo centrale che il loggiato, il cortile facente da sfondo a un quattrocentesco pozzo realizzato in marmo bianco di Valgrana, l’ex sala consigliare monopolizzata da un’ampia aula soffittata in legno a cassettoni e l’eccezionale camino in bardiglio di Barge che vi si inserisce dal 1590. Nel centro storico la Torre Civica offre una sorta di punto di riferimento alto 28,60 metri, dotato di orologio e cella campanaria. Conseguentemente al restauro del 2000 sono riaffiorate le decorazioni del Salis.

Eventi, sagre e manifestazioni

Cavallermaggiore si può ritenere un’ottima tappa di un percorso atto a svelare le eccellenze gastronomiche della regione, e in loco vanno per la (cavaller)maggiore cioccolato, biscotti, liquori e produzioni casearie di vario tipo, compreso ‘l Pan ‘d Caulimur ch’è una squisitezza. La perla delle tavole locali la tratta ogni anno la Sagra del Gorgonzola, manifestazione che riunisce i principali produttori di uno dei formaggi indubbiamente più amati in Italia. A carattere popolare sono anche la Fiera di San Giorgio ad aprile, la Festa del paese che rallegra il mese di agosto, il Palio dei Borghi e la Mostra del Libro. Da non perdere per tutto il periodo natalizio il Presepe di Cavallermaggiore, le cui statuette meccanizzate occupano una superficie fedelmente allestita di ben 300 metri quadrati, insomma un vero spettacolo artigiano.

Come arrivare a Cavallermaggiore

Si percorre l’Autostrada A6 Torino – Savona, da cui si esce a Carmagnola per poi seguire le indicazioni per Racconigi/Cavallermaggiore; la stazione di Cavallermaggiore si trova lungo la linea ferroviaria Torino – Savona o Torino – Cuneo; l’aeroporto di riferimento è il “Sandro Pertini” di Caselle Torinese.

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