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Cosa mangiare a Ischia, dove andare e i prodotti tipici dell'isola

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Ischia è un’isola struggente, unica nel suo genere, così com’è, plasmata dal fuoco sotterraneo su cui giace, sospesa tra cielo e mare, con i suoi scorci panoramici straordinari, con le sue baie nascoste, con le sue colorate stradine che animano i piccoli borghi, con i suoi prodotti tipici autentici e genuini e con il suo inaspettato cuore contadino, che racconta la sua storia antichissima; per tutto ciò abbiamo deciso di dedicarle un po’ del nostro, e del vostro, tempo, rivolgendo la nostra attenzione su un tema specifico: Ischia a tavola, argomento, e conseguente attività “degustatoria”, che sappiamo starvi molto a cuore.

Partiamo dalla location, tanto per inquadrare per bene i scenografici territori che saremo costretti a visitare per poter mettere a segno i nostri assaggi. È frequentissimo, se non addirittura la norma, attribuire alla meravigliosa isola gli appellativi di “isola vulcanica” e di “isola verde”; non perché ci piaccia particolarmente essere bastian contrari, ma, piuttosto, perché attratti dalle curiosità, desideriamo inquadrare meglio il primo e sfatare il secondo.

Quanto al discorso sull'attività vulcanica, va detto che il Monte Epomeo, il più alto dell’isola con i suoi 789 metri, non è un vulcano, ma un blocco di tufo verde, risultato di un millenario processo di sollevamento di materia piroclastica, denominato dai geologi “risorgenza calderica”. In termini un po’ più semplici, il rilievo avrebbe preso vita, e l’isola sarebbe emersa dal mar come la dea Afrodite, per la spinta verticale di una camera magmatica sottomarina, tuttora attiva.

Per la scienza, dunque, l’Epomeo non è un vulcano, ma uno horst vulcano-tettonico, e ci dispiace dovervi dire che, se pensate di avvistare sul monte un cono vulcanico, come per esempio sul Vesuvio o sull’Etna, ahinoi, rimarrete amareggiati, perché non c’è. Ciò non toglie, però, che non possiamo esimerci dal confermare la natura vulcanica di Ischia, vista la più che vivace attività del serbatoio magmatico ubicato sotto l'Epomeo e la continua spinta verso l'alto che l'isola riceve, fenomeni geologici che potrebbe provocare esplosioni e fuoriuscita di lava da nuove bocche eruttive; basti ricordare che l'ultima eruzione è avvenuta nel 1302 d.C., che in termini geologici è veramente una data recente, ha devastato tutto il versante nord-orientale dell'isola e ha mietuto non poche vititme.

Riguardo al secondo luogo comune, invece, peraltro strettamente collegato al primo, vogliamo sottolineare che Ischia non è denominata isola verde per la sua sfolgorante vegetazione, ma per la pietra di tufo verde di cui è costituito, appunto, l’Epomeo, proprio a causa di una devastante eruzione esplosiva avvenuta 55.000 anni fa, quando l'isola era ancora sommersa. Pensate, del resto, che la piantumazione delle pinete dell’isola risale alla seconda metà dell’Ottocento, mentre quelle di Barano e Casamicciola addirittura agli anni ‘30 e ‘50 del Novecento, come testimoniato, per esempio, dagli scritti del grande romanziere americano Truman Capote, che, dopo il suo lungo soggiorno sull’isola nel 1949, ne parlò come di un’isola pietrosa, molto affine alla Grecia.

Smentite le due credenze, non possiamo invece non sottolineare come corrisponda a verità il fatto che l’isola sia stata particolarmente baciata dagli dei, che l’hanno collocata in una delle location più spettacolari del mondo, il Golfo di Napoli, in compagnia delle altrettanto famose sorelle, o cugine, Capri, che si trova proprio di fronte a un’altra sfolgorante meraviglia paesaggistica campana, ossia la Costiera Amalfitana, e Procida, e che hanno desiderato che vi fosse venerato uno in particolare tra loro, ossia il Dio Sole.
Ischia significa, infatti, soprattutto, mare, spiagge, baie più o meno celate alla vista - qui ci sono alcune tra le più rinomate mete balneari della Campania, come Bacoli, Barano, Lacco Ameno, Forio o Casamicciola - nonché sorgenti termali ad ogni recesso, tanto che non possiamo fare a meno di citare il Parco Termale della Fonte delle Ninfe di Nitrodi e le Terme della Cavascura di Barano, le Stufe di Nerone di Bacoli, le Terme di Castiglione di Casamicciola Terme, il Parco Termale Negombo di Lacco Ameno e, per finire, i Giardini Poseidon e le Terme libere di Sorgeto di Forio Terme, che rappresentano il meglio tra gli stabilimenti termali campani. Siamo, dunque, certi che per quanto descritto, anzi accennato, fin qui, nessuno potrà mai mettere in discussione che l’epiteto che più contraddistingue l’isola campana sia quello di isola delle meraviglie! Tra le tante presenti, però, noi vogliamo raccontarvi soprattutto quelle che conquisteranno le vostre papille gustative, mentre magari gli occhi navigano lenti sui panorami mozzafiato che spuntano da ogni dove.
Prendete, quindi, maschera, pinne e forchetta e partiamo alla scoperta di cosa - e dove - mangiare a Ischia.

Tradizione gastronomica di Ischia


Terra di contadini e pescatori, l’isola mantiene saldo il suo attaccamento alle tradizioni anche in tavola, dove campagna e mare s’incontrano in un effluvio di profumi e in un connubio di sapori davvero indelebili. In qualunque stagione dell’anno vi doveste trovare a passare nei paraggi, rimarrete sorpresi; tra i piatti e i prodotti tipici di Ischia più rinomati ricordiamo i funghi e le castagne che arrivano con l’autunno, protagonisti, gli uni, di prelibati primi piatti, le altre, di succulente torte, i sughi e le carni, primi attori dell’inverno, e primizie e le erbe aromatiche degli orti che profumano l’aria in primavera e i piatti a base di prodotti del mare, per le serate estive da passare, magari, in uno dei tantissimi ristoranti caratteristici, che vi permetteranno di mangiare a Ischia spendendo poco.

Una menzione d’onore dobbiamo obbligatoriamente assegnarla anche ai dolci di Ischia, che tra gelati artigianali e alcuni capolavori dell’arte pasticcera, sapranno conquistare i palati anche più schizzinosi, ammesso che fra di voi ve ne sia qualcuno, e ai liquori tipici di Ischia, alcuni dei quali sono conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.
Seguiteci, dunque, alla scoperta dei “movimenti” delle “Quattro Stagioni Ischitane”!

Antipasti, Pizze e Fritti


Partiamo, con il metodo che ci contraddistingue, dagli antipasti, tra i quali sono assolutamente da provare ‘e Pizelle ‘e Cicinielli, una specie di pizzette di bianchetti - cicinielli - più noti in altri luoghi come neonati di pesce,‘e Sciurilli, ovverosia le pizzelle di fiori di zucca, croccanti e profumate, ma dal cuore morbidissimo, le Acciughe in Tortiera, una sorta di “lasagna” di acciughe e pangrattato aromatizzato, strepitoso connubio tra mare e terra come solo da queste parti sanno fare; e ancora, via libera ai più classici Sautè di Vongole, Gamberoni all’Ischitana, ‘Mpepata di Cozze e all’ormai internazionale Antipasto di Mare.

Altra grande protagonista di spizzichi, spuntini e antipasti e la pasta lievitata, utilizzata per preparare le strepitose pizze - dovete assaggiare per forza la Pizza alla Scarola di Forio che viene preparata aggiungendo il vino cotto al ripieno e fritta in abbondante olio - e le focacce ripiene che si possono gustare da queste parti e le altre specialità tipiche, come il Calzone, triangolo di pasta chiuso ripieno di ogni bontà e fritto in abbondante olio, il Casatiello e il Tortano, ciambelle salate “imbottite” quasi gemelle, se non fosse che tra gli ingredienti del primo ci sono anche le uova. Ultimissime, ma non per bontà, le storiche specialità fritte, le Crocchette di Patate e la Mozzarella in Carrozza.

Il calice è vuoto? Niente paura, ci facciamo versare una dose abbondante di Forastera, prodotto con le uve dell’omonimo vitigno introdotto sull’isola nella seconda metà dell’Ottocento, più recente, quindi, rispetto agli altri vitigni autoctoni dell’isola che vantano tradizioni millenarie, per differenziare le coltivazioni e fortificare quelle presenti, fiaccate da diverse epidemie. Lo riconoscerete dal netto colore giallo, dai riflessi dorati, e dal profumo sprigionante note di erba e di macchia mediterranea. Impagabile al palato, ve lo garantiamo!

Primi piatti


Per quanto riguarda i primi, sarete sorpresi di sapere che proprio sull’isola di Ischia sono nati i Vermicelli alla Puttanesca, a base di Pomodorini del Piennolo DOP, uno dei prodotti tipici dell’isola di Ischia più caratteristici anche per l’antica, e decorativa, tecnica di conservazione, olive nere e alici sott'olio, qualche saporitissimo cappero sotto sale e abbondantissime spruzzate di prezzemolo.

Se preferite altro, non c’è problema, perché potrete scegliere tra la Pasta e Fagioli con le Cozze, che, per essere verace, deve essere preparata con pasta di tipi diversi, la più classica Zuppa di Pesce, le intramontabili Mezzemaniche allo Scarpariello, che, al di là del nome un po’ altisonante, sono poi dei grossi maccheroni al sugo rosso - ma che sugo! -, le squisite Linguine ai Frutti di Mare, gli Spaghetti ai Ricci di Mare, o i più caratteristici Paccheri all’Ortica dei Frassitelli, quest’ultimo è un bosco di acacie che definire fiabesco è poco, la Frittata di Maccheroni, strategica perché perfetta per ri-cucinare la pasta avanzata, e il buonissimo Migliaccio, una sorta di polenta cotta al forno che viene utilizzata anche per la preparazione dei dolci.

Cotanta bontà deve obbligatoriamente essere accompagnata da qualche bicchiere di Biancolella, limpido vino bianco di colore giallo paglierino e con un intenso profumo di fiori e frutti mediterranei, prodotto con uve dell’omonimo vitigno, d’origine antichissima anche se non certa, c’è, infatti, chi lo vuole arrivato dalla Corsica e chi portato dagli Eubei nel VII secolo a.C. Freschissimo, saporito e sapido al punto giusto, riesce quasi a essere dissetante e, c’è chi ne è sicuro, addirittura afrodisiaco, soprattutto se degustato di fronte a un tramonto a picco sul mare.

Secondi piatti di terra


Partiamo dai due big indiscussi delle tavole ischitane, specialità che si possono gustare solo sull’isola, affermazione che abbiamo intenzione di dimostrarvi senza indugio.
Il Coniglio all’Ischitana rappresenta, quasi paradossalmente, il piatto simbolo dell’isola fin dall’antichità; pensate che l’origine sembra addirittura riconducibile al 470 a.C., quando arrivarono i Greci e trovarono tanti conigli selvatici che scorrazzavano indisturbati; cucinato in modo semplice ma efficace e, in effetti, chi l’ha assaggiato, cucinato ovviamente a regola d’arte, ne garantisce la squisitezza.
Volete la ricetta? Coniglio, ovviamente, pomodorini e tantissime spezie, tra cui timo, maggiorana e il vero segreto dello chef, ovverosia la piperna, pianta aromatica che la scienza si ostina a considerare una varietà di timo che cresce solo sull’isola campana, classificazione scientifica che, però, poco convince gli ischitani, ben fermi nel sostenere che si tratti di una specie erbacea a sé, di cui solo loro possiedono il divino copyright.

Altrettanto ghiotto e noto è il Pollo alla Fumarola, anche se qui l’ingrediente segreto non è una spezia ma le fumarole presenti nei pressi delle sorgenti termali isolane, o meglio nella sabbia riscaldata dalle stesse, nella quale viene messo il pollo dopo essere stato avvolto in un panno da cucina o in un foglio di alluminio, sabbia che rappresenta un fornello naturale, potendo raggiungere anche i 100 gradi di temperatura. Noi consigliamo di provare la specialità comodamente seduti al tavolo di uno dei tanti ristoranti ischitani, ma solo per curiosità desideriamo raccontarvi che sono tantissime le persone che, nella suggestiva cornice del sole che cala sul mare, si dedicano alla preparazione della pietanza, in particolare alla spiaggia dei Maronti e a quella di Sant’Angelo.

... Pagina 2/2 ... Poi c’è tutto il resto, ovverosia il Pollo alla Diavola all’Ischitana, con contorno, a tema, di Funghi all’Ischitana, o le Salsicce con i Friarelli, una varietà di broccolo invernale presente solo sul suolo campano, accoppiata che sembra essere diventata indissolubile, come ricorda il famoso detto partenopeo che recita: “a sasicc' è 'a mort d' 'o friariell'“, il Gateau - o Gattò - di Patate, ghiottissimo timballo da gustare con le classiche Polpettine Napoletane al Sugo o con le Braciolette all’Antica, senza dimenticarsi mai della ormai istituzionale Parmigiana di Melanzane.
Vi basta?
Ah no, manca il vino, giusto Porgete il bicchiere al cameriere e fatelo riempire con la giusta quantità di Per' ‘e Palummo, vino rosso prodotto con il vitigno autoctono e omonimo, così chiamato per la forma particolare del rachide che sembra proprio una zampetta del piccione, vino di colore rosso rubino, esalante aromi di fiori e frutta rossa, dal sapore fresco e leggero e non troppo corposo, che si adatta, quindi, benissimo sia ai piatti di terra, come in questo caso, sia a quelli di mare.

Secondi piatti di mare


Altrettanta scelta ce l’abbiamo per i secondi piatti di mare ischitani, visto che da queste parti di mare ce n’è un po’ ovunque, e anche parecchio pescoso.
Anche se tipico un po’ di tutto il Sud Italia, noi vi consigliamo comunque di dare un’assaggiata al Pesce all’Acqua Pazza, con pomodorini e aglio, mentre più locali sono preparazioni come i Calamari Ripieni alla Napoletana, con un morbido cuore di pangrattato, capperi e olive di Gaeta, i Polpi Veraci Affogati, in abbondante sugo di pomodoro e i Gamberoni alla Venusiana, sfumati con il vino bianco.

Se,invece, siete alla ricerca di secondi piatti di pesce tipici dell’isola, fiondatevi sicuri sui Totani Imbottiti, imbuttunat per dirla nel dialetto locale, squisita preparazione in cui il mollusco viene farcito con salame, uva sultanina, provola piccante e pinoli, sulle Seppie e Piselli all’Ischitana, dal gusto intenso, quasi da piatto tipico dell’entroterra, e i Calamari in Cassuola, anch’essi in umido, anche se qui il mare si sente eccome e conquista.

Poi, ovviamente, sarà facilissimo trovare le classiche Fritture di Pesce o di Paranza, le Cozze Gratinate, l’Orata al Cartoccio, la Spigola al Forno con Verdure o un bel trancio di Pescespada al Cartoccio, se preferite sapori più nazionali ma pur sempre immortali.
Per annaffiare le ugole potete scegliere senza problemi tra l'Ischia Bianco o l’Ischia Rosso, perché quest’ultimo, come vi abbiamo già detto, è sufficientemente leggero per accompagnare benissimo anche i secondi piatti di pesce più saporiti.

Dolci e liquori di Ischia


Ed eccoci arrivati al paragrafo gastronomico in cui Ischia riesce a dare il meglio di sé, quello dei dolci e degli ammazzacaffè, un autentico tripudio di caloriche squisitezze.
Partiamo dai “soliti” tesori di pasticceria che questa terra propone in quantità, perché proprio non possiamo ignorarli visto che i tratta di preparazioni come il Babà bagnato con il rum o con il limoncello, le Sfogliatelle, che, lo ricordiamo, possono essere Ricce o Frolle, le Graffe e le Bombe, la versione partenopea delle ciambelle e dei bomboloni, o la Pastiera, dei “must eat” ormai internazionali.

Ischia, però, dà molto di più ai ghiottoni che percorrono le sue strade, come, tanto per fare qualche golosissimo esempio, le Delizie al Limone, morbidissimi dischi di pan di spagna farciti con crema al limone, il Tortino di Mela Annurca Campana IGP, considerata la regina fra le mele, gli Struffoli, che sono delle piccole palline fritte ricavate da un impasto di farina e uova, impreziosite da frutta e confettini canditi, la Torta Ischitana, con rum, mandorle e caffè, lo Sciù al Cioccolato, il delizioso bignè di forma allungata glassato al cioccolato fondente, o per meglio dire, utilizzando il colorato dialetto locale, una "pasterella secca, longa e china e’ devuzione".
Se, però, volete assaggiare il vero dolce tipico di Ischia, quello che più di tutti rappresenta l’isola, non potete mancare l’appuntamento con il bar pasticceria che campeggia, con il suo bel giardino curato nei minimi dettagli, nel mezzo della Piazza degli Eroi: il Bar Calise, dove potrete trovare specialità di pasticceria che sono delle vere e proprie opere d’arte scultoree. Fate attenzione, perché se ripartite senza aver assaggiato il Cornetto di Calise di Ischia, non potrete sostenere con i vostri amici di aver assaggiato tutte le specialità dell’isola verde!

Non vi distraete perché ci manca ancora l’ultimo paragrafo, dopo il quale, in effetti, potrete dirvi soddisfatti.
Anche in questo caso partiamo da guest star come il Limoncello, la Crema di Melone e il Nocillo, a base di noci, per arrivare all’Amaro della Piperna d’Ischia, - ricordate la simpatica erba aromatica che si trova solo da queste parti? -, al Rucolino d’Ischia, a base di rucola, e la Crema di Mandarino.
Ci viene quasi da augurarvi buona fortuna, perché noi, al posto vostro, non sapremmo proprio che cosa scegliere.

Un giorno sull’isola: cosa vedere e dove mangiare a Ischia


Ora gli “strumenti” per fare una vacanza pantagruelica a Ischia li avete, anche se vi mancano le indicazioni su dove andare per mettere alla prova le conoscenze testé acquisite. Anche in questo caso dovete stare tranquilli, perché ci abbiamo pensato noi, approfittando del fatto che l’isola merita due parole per le sue attrattive architettoniche e folcloristiche.
Da isola di contadini e pescatori, infatti, dove solo pochi napoletani vi trascorrevano le vacanze estive, Ischia si trasforma in meta di turismo internazionale e luogo privilegiato dal jet set - vi hanno soggiornato, tra gli altri, Charlie Chaplin, Elizabeth Taylor e Richard Burton, i Duchi di Windsor - solo a partire dalla seconda metà degli anni ‘50 del secolo scorso, grazie all’editore e produttore cinematografico Angelo Rizzoli, che comincia a costruirvi alberghi, terme, un ospedale e finanche un campo da calcio. È in tal modo che le bellezze ischitane, forse fino a quel momento gelosamente custodite dagli autoctoni, iniziano ad essere ambite dai più.

Partiamo, allora, proprio dal Castello Aragonese, simbolo dell’isola che si mostra in tutto il suo splendore già quando i turisti sono ancora sull’imbarcazione, poco prima dell’approdo a Ischia Porto, visto che si trova su un isolotto collegato alla terraferma da un ponte, e raggiungibile o a piedi, attraverso un traforo scavato nella roccia, o con un agevole ascensore. Qui i Greci vi si rifugiavano per sfuggire ai nemici già a partire dal V secolo a.C., mentre fu trasformato in cittadella fortificata da Alfonso d’Aragona nel XV secolo d.C.; oggi teme solo l’assalto dei tanti turisti che s’inerpicano lungo la stradina che bisogna percorrere per raggiungerlo e per tributare una visita alla Chiesa dell’Immacolata, alla Cattedrale dell’Assunta e al Convento delle Clarisse o per godere degli spettacolari panorami sul Golfo di Napoli.
Proprio qui in cima, ancor prima di gettarci nella mischia e di partire alla scoperta dell’isola, possiamo fare il primo pit stop al Ristorante Il Monastero, dove, comodamente seduti sulla terrazza con affaccio mozzafiato garantito, potrete cominciare a degustare qualcuna delle specialità fin qui descritte.

Dopo esserci rifocillati, possiamo far ritorno sull’isola e dirigerci senza indugio al Borgo di Sant’Angelo, la “capitale dello shopping” ischitana dove potrete trovare le cose tipiche di Ischia, delle quali vi invitiamo di fare scorta; resterete affascinati da un vero tripudio di case colorate, vicoli strettissimi, negozi di souvenir oltreché dalla completa mancanza di automobili. Il Borgo, infatti, è del tutto pedonalizzato e per raggiungerlo prenderemo un autobus che parte da Ischia Porto e che dopo circa un’oretta di viaggio ci farà scendere al capolinea, da dove, gambe in spalla, percorreremo circa un km a piedi per giungere finalmente in questo angolo di paradiso.
Dopo aver gironzolato qua e là, “gironzolata” che ci permetterà, appunto, di riempire le nostre sporte di souvenir tipici di Ischia e di riempire le nostre pance di qualche assaggio zuccherato acquistato presso la pasticceria Dolce è la Vita - è ora di merenda, no? -, potremo decidere o di contare ancora sui nostri arti inferiori, o di salire su una della barche in partenza dal porticciolo per raggiungere la strabiliante Spiaggia dei Maronti, e, una volta approdati qui, perlustrarla tutta a piedi - è lunga “solo “ 3 km - mentre intorno a noi sfileranno, in un connubio perfetto, mare e monti. In estate, per rinfrescarci, ci butteremo in acqua, cosa che faremo anche, ma per la ragione completamente opposta, nel caso in cui dovessimo trovarci in zona nella stagione più fredda, dal momento che nell’ultimo tratto di spiaggia, quello denominato Le Fumarole, l’acqua termale si conserva ad elevate temperature fino al bagnasciuga.
Lungo la camminata possiamo cominciare seriamente a pensare alla terza puntata del nostro piccolo tour gastronomico, per dare quiete al nostro povero stomaco e soddisfazione alle nostre papille gustative. Dove vi mandiamo? O a Le Petrelle, tavolini bianchi e sedie celesti come il mare verso cui il locale si affaccia, o al Di Iorio, direttamente in spiaggia, con panorama in esclusiva sull’Infinito.

Ischia in tavola in sintesi


Cosa asaggiamo nel piatto:
‘e Pizelle ‘e Cicinielli,‘e Sciurilli, le Acciughe in Tortiera, il Sautè di Vongole, i Gamberoni all’Ischitana, la ‘Mpepata di Cozze, l'Antipasto di Mare, la Pizza alla Scarola di Forio, il Calzone, il Casatiello, il Tortano, le Crocchette di Patate, la Mozzarella in Carrozza, i Vermicelli alla Puttanesca, la Pasta e Fagioli con le Cozze, la Zuppa di Pesce, le Mezzemaniche allo Scarpariello, le squisite Linguine ai Frutti di Mare, gli Spaghetti ai Ricci di Mare, i Paccheri all’Ortica dei Frassitelli, la Frittata di Maccheroni, il Migliaccio, il Coniglio all'Ischitana, il Pollo alla Fumarola, il Pollo alla Diavola all’Ischitana, i Funghi all’Ischitana, le Salsicce con i Friarelli, il Gattò di Patate, le Polpettine Napoletane al Sugo, le Braciolette all’Antica, la Parmigiana di Melanzane, il Pesce all’Acqua Pazza, i Calamari Ripieni alla Napoletana, i Polpi Veraci Affogati, i Gamberoni alla Venusiana, i Totani Imbottiti, le Seppie e Piselli all’Ischitana, i Calamari in Cassuola, la Frittura di Pesce o di Paranza, le Cozze Gratinate, l’Orata al Cartoccio, la Spigola al Forno con Verdure, Trancio di Pescespada al Cartoccio, il Babà, le Sfogliatelle, le Graffe, le Bombe, la Pastiera, le Delizie al Limone, il Tortino di Mela Annurca Campana IGP, la Torta Ischitana, lo Sciù al Cioccolato, il Cornetto di Calise di Ischia.
Cosa assaggiamo nel calice: il Forastera e il Biancolella (vini bianchi), Pier' 'e Palummo (vino rosso), Ischia Bianco DOC, Ischia Rosso DOC, Limoncello, Crema di Melone, Nocillo, Amaro della Piperna d’Ischia, Rucolino d’Ischia, Crema di Mandarino (liquori).
Dove mangiamo: Bar Calise a Ischia (centro e porto) e a Casamicciola, Ristorante Il Monastero a Ischia Porto, Pasticceria Dolce è la Vita a Sant'Angelo d'Ischia, Ristorante Le Petrelle a Barano d'Ischia, Ristorante Di Iorio a Barano d'Ischia.
Cosa vediamo: Castello Aragonese, Chiesa dell’Immacolata, Cattedrale dell’Assunta, Convento delle Clarisse Ischia Porto, centro storico di Ischia, Borgo di Sant'Angelo, Spiaggia dei Maronti, Le Fumarole.



 Pubblicato da il 17/08/2018 - - ® Riproduzione vietata

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