Il Guggenheim in mostra a Firenze: da Kandisky a Pollock

Quando si fa riferimento all'arte americana è impossibile non pensare ad artisti feroci come Jackson Pollock o provocatori come Roy Lichtenstein ma, quando si pensa all'arte europea, appare altrettanto ovvio fare riferimento a pittori taglienti - in tutti i sensi - come Lucio Fontana o Alberto Burri. Altrettanto viva è la voglia di vedere in una mostra sola, tutti i più grandi artisti dell'arte moderna/contemporanea riuniti in un contesto che possa abbracciarne generosamente gli stimoli.

Questo sarà possibile a Firenze, presso Palazzo Strozzi, con l'esposizione intitolata "Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim", che raccoglie circa 100 capolavori dell'arte americana ed europea che hanno animato dagli anni venti agli anni sessanta del Novecento, tutti i fermenti culturali e artistici del tempo. La mostra sarà visibile al pubblico dal 19 marzo al 24 luglio 2016.

In una culla dell'arte quale Firenze e in una location suggestiva come quella di Palazzo Strozzi, appare significativo che i capolavori provenienti dal Guggenheim possano riunire i due oceani in un percorso artistico altissimo. Arte americana ed europea: un binomio che per 40 anni ha sempre donato artisti di uno spessore intramontabile e opere ancora oggi oggetto di ammirazione e bellezza.

La scelta dei collezionisti Peggy e Solomon Guggenheim (New York), dopotutto non si è mai risparmiata. Tra i nomi presenti nella mostra curata da Luca Massimo Barbero vi saranno Marcel Duchamp, Man Ray, Max Ernst, Emilio Vedova, Alberto Burri, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, Mark Rothko, Alexander Calder, Jackson Pollock, Willem de Kooning, Roy Lichtenstein, Cy Twombly e tanti altri.

Un viaggio attraverso le loro opere che fa evincere anche il gusto dei collezionisti Guggenheim, non può che introdurre il mondo delle neoavanguardie artistiche con un significato moralmente altissimo, nonché storico, visto che comunque nel periodo del dopoguerra, la produzione artistica, spesso è stata il riflesso della società del tempo e gli artisti, non si sono mai risparmiati nel ricoprire il ruolo di cronisti, in un certo senso e a modo loro.

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