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Piazza San Marco a Venezia: guida alla storia e a cosa vedere nel cuore della cittą

Piazza San Marco il cuore di Venezia offre le viste pił belle della Serenissima: la Basilica di San Marco, il Campanile, il Palazzo Ducale, la torre dell'orologio sono alcuni dei luoghi imperdibili di questa piazza monumentale.

In antichità era conosciuta come Morso, per via forse di un terreno più ostinato rispetto a quello circostante. La parte più lontana dalla basilica di San Marco invece con il nome di Brolo perché circondata da alberi e più erbosa. A dividere queste due zone era il canale Batario che scorreva proprio nel mezzo e sulle cui sponde si affacciavano due chiese, quella di San Teodoro e quella di San Geminiano, fatte edificare dal generale bizantino Narsete che aveva sconfitto i goti proprio grazie alla preziosa collaborazione delle navi venete.

Oggi Piazza San Marco è famosa in tutto il mondo per essere il cuore della città lagunare. I turisti e i veneziani stessi la conoscono anche come “la Piazza” e il “salotto d’Europa” apprezzandola non solo per la sua bellezza architettonica, scrigno di capolavori, ma anche per il caratteristico fenomeno dell’acqua alta che la rende ancora più affascinante e misteriosa. A Cernevale poi la piazza si trasforma nel Gran Teatro di Venezia, pacoscenico perfetto per le centinaia di maschere in posa per i turisti, con uno dei fondali più suggestivi del mondo.

La piazza comincia ad allagarsi quando la marea supera gli 80-90 centimetri sul livello medio del mare: la prima parte ad essere invasa dall’acqua è quella vicino alla basilica dove sono sufficienti 83 cm che devono raggiungere circa il metro per ricoprire anche la parte centrale, la più elevata. Passeggiare durante la marea richiede così di spostarsi lungo apposite passerelle alloggiate e indossare stivali alti anche se questi due accorgimenti non sempre sono sufficienti.

Un tempo ricoperta da mattoni disposti a spina di pesce e da altri accostati fra di loro con una geometria quasi casuale, oggi Piazza San Marco è ricoperta da “masegni”, macigni in trachite euganea di forma rettangolare spessi dagli 8 ai 15 cm.

Tre zone costituiscono questo monumentale spazio urbano, il più grande in assoluto della città: la propriamente detta Piazza San Marco, racchiusa fra le Procuratie Vecchie e Nuove e quelle nuovissime; Piazzetta San Marco, propaggine sud antistante il Palazzo Ducale e la Libreria, accesso alla città tramite due colonne che fronteggiano il bacino di San Marco; Piazzetta dei Leoncini, ubicata all’estremità nord orientale di Piazza San Marco con un livello centrale sopraelevato accessibile tramite una gradinata dove sorgono due leoni accovacciati realizzati nel 1722 da Giovanni Bonazza in marmo rosso di Cottanello (paesino in provincia di Rieti).

Un viaggio fra i sestieri della città lagunare non può dunque che partire da San Marco. Lasciato il vaporetto ci si inoltra a piedi alla scoperta di quello che racchiude il simbolo indiscusso di Venezia, la sua piazza per antonomasia. Per capirlo basta pensare infatti che Piazza San Marco è l’unica a fregiarsi di tale nome (piazza) mentre tutti gli altri spazi sono denominati semplicemente “campi”.

Con i suoi 175 metri di lunghezza e i 72 di larghezza di fronte alla basilica di San Marco (che diventano 57 sul lato opposto), il “salotto d’Europa” si presenta con una caratteristica forma trapezoidale. Dal suo centro si possono ammirare i palazzi più importanti che hanno ospitato, e ospitano tutt’ora, la vita politica nonché quella religiosa della città.

Costeggiati i Giardinetti Reali e oltrepassata la cinquecentesca Zecca costruita dal Sansovino, ci si imbatte in due alte colonne, quella di San Marco e San Teodoro (Todaro), provenienti da Costantinopoli, un tempo adibiti a segnalare il principale accesso alla città via mare. I due grossi monoliti che si innalzano nella Piazzetta di San Marco sorreggono le due statue dei protettori della Serenissima: uno raffigurato nella sua veste simbolica di leone alato, l’altro, di origini greche, intento a trafiggere il drago.

A destra, il raffinato porticato sorretto da colonne del gotico Palazzo Ducale, antica sede del governo della Repubblica. Di fronte, le cupole della basilica e l’alto campanile di San Marco. Mediante un ascensore interno è possibile raggiungerne la sommità: nel 1609 Galileo dovette invece servirsi di una scala quando da qui mostrò al doge Leonardo Donà l’uso del telescopio. Alla base della guglia 5 campane suonano allo scadere di ogni ora.

Alle spalle del campanile, ad indicare il tempo vi è la rinascimentale Torre dell’Orologio con le sue fasi lunari e il moto del sole nello zodiaco mentre sopra l’orologio si possono ammirare la nicchia con la Vergine, il leone e la campana dei Mori.

Ma è soprattutto lo spettacolare tripudio di cupole e guglie della bizantina basilica di San Marco ad animare lo spazio dell’omonima piazza veneziana. Ad esaltarne la maestosità esteriore sono alcuni particolari come i bassorilievi del portale, i mosaici policromi della facciata (da notare quello raffigurante il trafugamento del corpo di San Marco da Alessandria d’Egitto), la statua del santo patrono di Venezia e gli angeli che sovrastano l’arcata centrale e ovviamente la grazia dei cavalli di San Marco.

Altro protagonista della piazza è Palazzo Ducale: per la sua visita si passa attraverso la Porta della Carta, monumento gotico del XV° secolo e si visita la Sala del Maggior Consiglio con il Paradiso del Tintoretto, forse il più grande dipinto su tela di ogni tempo. All’interno dell’edificio si apre la cerimoniale Scala dei Giganti, del XV° secolo. Coinvolgente anche il reticolo di itinerari segreti che conduce verso il Ponte dei Sospiri, attraverso le prigioni, la saletta dei Tre Inquisitori di Stato e la Camera del Tormento con opere di Tintoretto improntate sul tema della giustizia.

Dopo la visita al Museo Correr, con le sculture del Canova e i quadri del Carpaccio, dei Bellini e di Antonello da Messina, ci si sposta verso ovest, uscendo di poco dalla piazza, dove merita una visita la scalinata a spire del Palazzo Contarini del Bovolo, celata all’interno dell’angolo formato da Rio Fuseri e Rio di San Luca.

Da Piazza San Marco si salpa anche alla volta della prospiciente isoletta di San Giorgio Maggiore, anch’essa inclusa nell’omonimo sestiere. Per metà incorporata nei volumi di una chiesa e di un monastero, vista da lontano, l’isola appare quasi come una cattedrale galleggiante sull’acqua, una sorta di miraggio immortalato dai maggiori pittori di ogni epoca. Costruiti a partire dal 1560, i due edifici sacri rappresentano una delle migliori creazioni di Andrea Palladio. Ma più rappresentativa del suo stile è sicuramente la facciata neoclassica della chiesa di cui traspaiono le proporzioni: al suo interno custodisce opere del Tintoretto e di Carpaccio. Dalla cima del campanile, raggiungibile con un ascensore, si ha inoltre un panoramico colpo d’occhio sulla laguna.

Qualche curiosità su questo luogo simbolo di Venezia? Conoscete il significato del lume rosso sempre acceso posto sulla facciata della basilica di San Marco? Si racconta che fra le due colonne alloggiate nella Piazzetta San Marco fosse sistemato il palco adibito alle esecuzioni capitali da cui i condannati osservavano la Torre dell’Orologio attendendo la loro ora. Nel 500 un fornaio fu accusato di omicidio e giustiziato poco prima che ne fosse scoperta l’innocenza. Da quel giorno una perenne luce rossa indica le scuse della città alla giovane vittima della erronea giustizia di Venezia.

 Pubblicato da il 10/05/2015 - 15.698 letture - ® Riproduzione vietata

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