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Donnavventura 2010: il reportage di viaggio di Chiara, tra l'Italia e l'Egitto (14 pagine)

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Scorte e trattamenti speciali per le Donnavventura

Essere perennemente scortate può sembrare una gran cosa, avere qualcuno che non ti perde mai di vista, che veglia su di te, ti tutela ed è pronto ad estrarre la pistola, il mitra o il macete a seconda di dove ci si trovi, ha quel fascino di cui farei volentieri a meno. Ma non è possibile. La carovana di Donnavventura spesso si è trovata ad essere scortata, specie in quei paesi un po’ più problematici dove è meglio prendere qualche precauzione. Del resto ci si muove sempre in accordo con i paesi che si attraversano di volta in volta, informando preventivamente le autorità locali, i ministeri di competenza che, come ultima cosa, vorrebbero che una troupe televisiva italiana avesse degli inconvenienti sul proprio territorio, considerando poi che le finalità di Donnavventura sono sempre quelle di mostrare ciò che di più bello, autentico ed interessante un paese può offrire. Per questo motivo in Papua Nuova Guinea la carovana era accompagnata da due mezzi, uno che apriva e l’altro che chiudeva la fila, nell’anno del Grand Raid della Malesia, il Vietnam era stato attraversato interamente a sirene spiegate, oltre tre mila chilometri di assordante accompagnamento. Anche in Egitto sono previste tratte in cui ad accompagnarci è un mezzo militare con agenti armati, che si alternano tra di loro, facendo una vera e propria staffetta. Presenze discrete di cui prendiamo atto. Viaggiare con Donnavventura però riserva anche “privilegi” più piacevoli. L’essere sempre accolte con sorrisi e salamelecchi, per esempio alle dogane, dove abbiamo trovato persone molto sollecite e disponibili che, oltre ad agevolare il normale disbrigo delle varie pratiche, ci hanno aperto uffici e sale vip, per farci accomodare al fresco, offrendoci il tè. Se non è un privilegio questo! Anche l’aver raggiunto le piramidi direttamente con la carovana, nonostante tutte le restrizioni del caso è stato un bel colpo. E poi il privilegio assoluto, quello di poter viaggiare, conoscere, vedere con i propri occhi ed immergersi in realtà di volta in volta diverse, assaporate in fretta, un vero e proprio mordi e fuggi, che spesso ti lascia il desiderio di tornare in luoghi di cui magari mai avevi sentito parlare e che conoscevi solo dal mappamondo. Io tornerei al volo in Papua Nuova Guinea!
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