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Donnavventura 2010: il reportage di viaggio di Chiara, tra l'Italia e l'Egitto (14 pagine)

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Donnavventura coccolate a bordo della nostra Dahabeya El Hanem

La spedizione di quest’anno è decisamente anomala. Ricordo i ritmi frenetici dell’Australia, il montare e smontare il campo nel Simpson desert un giorno dopo l’altro, sino ad averlo attraversato per intero, non prima però di essersi fermati alcuni giorni presso le comunità aborigene. Ci si lavava con l’acqua delle taniche, stando attente a non sprecarne nemmeno una goccia, limitate all’osso le comodità che consistevano in una branda su cui dormire, ben più comoda di un materassino buttato a terra. L’anno dopo in Malesia per terra abbiamo dormito davvero e più di una volta, ospiti nelle longhouse, dove ci si faceva la doccia due alla volta, versandosi addosso pentolini di acqua fredda, anche quella da usare con parsimonia. Il Grand Raid d’Egitto invece ha riservato sorprese, assai gradite ma anomale, dal lussuoso hotel sul Mar Morto con annessi trattamenti estetici, al T Club di Berenice con l’inossidabile rito del thè delle cinque, accompagnato da deliziosi biscotti al burro; c’è poi stata la navigazione sul lago Nasser, a bordo della romantica Eugénie con le sue atmosfere romanzesche, sino ad arrivare alla Dahabeya con cui stiamo solcando le acque del Nilo. Un’imbarcazione di 30 metri per 7 interamente a nostra disposizione, sei cabine confortevoli ed accoglienti, 12 persone d’equipaggio ed ampi spazi all’aperto da cui osservare lo scorrere del paesaggio circostante, leggere o dipingere. Ritmi lenti, concilianti e quando si scende a terra è per osservare importanti vestigia del passato, templi e siti archeologici resistiti al tempo, oppure per mescolarsi alle persone del posto, chiacchierare o condividere un tè. Ma il vero momento del tè arriva più tardi, quando all’imbrunire si risale a bordo e ci si siede attorno alla tavola, apparecchiata a dovere e ci si versa una tazza dell’amabile bevanda ambrata, accompagnata da torta e biscotti, preparati appositamente per noi dallo chef, che cura la nostra dieta come fossimo la nazionale azzurra, niente Nutella però, peccato. Se ci fosse stata anche quella sarebbe stata davvero l’apoteosi dei vizi. Donnavventura stupisce, anche in questi apparenti cambi di rotta.
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