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Nepal, viaggio sul tetto della terra

Nepal, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Nepal dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Paesaggi mozzafiato, antichi templi, storia e tradizione; questo è il Nepal, un paese povero economicamente, ma ricco di attrattive, in grado di esercitare un fascino magnetico sui turisti che spesso non riescono a fare a meno di ritornarci.
La prima caratteristica che balza all’occhio è la conformazione morfologica del paese, che si estende tra 80 e 8.848 metri di altitudine stretto tra la pianura del Gange e la catena dell’Himalaya, risultando una delle nazioni dal dislivello complessivo più alto al mondo. Pur essendo uno stato relativamente piccolo come dimensioni, il Nepal è caratterizzato da una grande eterogeneità climatica e paesaggistica, non riscontrabile nei due grandi paesi che lo delimitano: la Cina a nord e l’India a sud. Estremamente variegato è anche il quadro delle etnie che sommate raggiungono i circa 23.000.000 di abitanti che attualmente risiedono in Nepal, con tantissime minoranze linguistiche e religiose che fanno da contraltare alla maggioranza nepalese induista.

La storia del Nepal è molto antica e spesso il mito sconfina nella realtà. I primi abitanti documentati della regione furono i Lichhavi, che vi stabilirono nell’VIII secolo a.C., ai quali seguirono i Thakuri (IX-XII sec. d.C.) ed i Malla (XIII-XVIII sec.). L’unificazione del paese sotto un’unica bandiera avvenne nel 1768 grazie agli sforzi di Prithvi Narayan Shah, capostipite dell’ultima dinastia nepalese. A partire dall’Ottocento il Nepal ebbe accesi dissidi con la Cina e con l’India britannica, riuscendo comunque a mantenere la propria autonomia. Nel 1846 un improvviso colpo di stato rovesciò la dinastia Shah conferendo il comando al generale Jang Bahadur Rana, che rimase al governo fino al 1951, quando una rivolta spalleggiata dall’India riconsegnò il paese a re Tribhuvan, fino a quel momento in esilio. Gli ultimi 50 anni sono stati caratterizzati da violente tensioni politiche, che si spera messe definitivamente in disparte dalla proclamazione della repubblica, avvenuta il 28 maggio 2008.

La capitale è Kathmandu, una metropoli di quasi un milione di abitanti situata nella parte centro-meridionale del paese. Il centro urbano è la zona turistica per eccellenza, con gli affascinanti retaggi di secoli di storia che si contrappongono alle moderne costruzioni della periferia, un’enorme distesa di alberghi, negozi di lusso e ristoranti. Il cuore pulsante della città è Durbar Square, compresa tra il corso del fiume Vishnumati ad ovest ed il Ratna Park a est. Sulla piazza si affacciano alcuni spettacolari templi induisti risalenti alla tarda epoca Malla, anche se la più nota architettura sacra della città è Pashupatinath, un tempio di grandi dimensioni situato sulle rive del sacro fiume Bagmati. Gli altri punti di riferimento dell’induismo di Kathmandu sono: Swayambhunat, conosciuto anche come “Tempio delle Scimmie”, che si erge su una collina ad ovest del centro; e Bodnath, a cui fa capo una consistente comunità tibetana sfuggita alle persecuzioni cinesi. Tra le attrattive da non perdere ricordiamo anche il Palazzo Reale, situato all’interno di un’area verde recintata da alte mura. Nel complesso la città presenta numerosi quartieri compromessi dai terremoti, dalle speculazioni edilizie e dall’inquinamento, all’interno dei quali sono state costruite “oasi” turistiche sorte dal nulla in pochi anni. Tra queste ricordiamo il quartiere di Thamel, un dedalo di stradine lungo le quali si susseguono ber, negozi, alberghi, ristoranti e bazar.

La seconda città della valle di Kathmandu è Patan, anche nota come Lalitpur, una metropoli di quasi 200.000 abitanti che sorge sull’altra sponda del fiume Bagmati di fronte alla capitale. Durbar Square, la piazza centrale di Patan, è costellata di templi; in quest’area la concentrazione di edifici sacri per metro quadrato è assai maggiore che nelle piazze di Kathmandu o Bhaktapur, con edifici dagli stili disparati e bahal (monasteri buddhisti) che si susseguono lungo le vie dell’affascinante città vecchia. L’attrattiva principale è il Tempio d’Oro, conosciuto anche come Kwa Bahal o Suwarna Mahavihara, un grande tempio a pianta rettangolare sormontato da tre tetti con la facciata rivestita di rame dorato. Particolarmente suggestivi sono anche i templi di Kumbeshwar e di Uma Maheshwar, mentre a sud di Durbar Square si trova il tempio di Bishwakarma, la cui intera facciata è ricoperta da lamine di rame lavorato a sbalzo.

Bhaktapur, conosciuta anche come Bhadgaon in nepalese, o Khwopa in newari, è la terza città della valle di Kathmandu per estensione e numero di abitanti. Priva di traffico e tuttora inalterata nel suo aspetto tradizionale, è per molti versi un luogo senza tempo, nel quale respirare la vera essenza del Nepal e delle sue tradizioni. Le strade acciottolate collegano una miriade di templi, monasteri, cortili e piazze monumentali, mentre le vie laterali sono disseminate di santuari, pozzi e vasche d’acqua a ogni angolo. La parte più antica della città è quella intorno a Tachupal Tole, una delle piazze più antiche posta nella zona orientale, presso la quale spicca l’alto tempio di Dattatraya, originariamente costruito nel 1427, ma modificato nel 1458. Nei paraggi si possono ammirare anche il tempio di Bhimsen, il Pujari Math, un edificio risalente al XV secolo, ed alcuni bei musei, come ad esempio il Woodcarving Museum ed il Brass and Bronze Museum. A fianco di Tachupal Tole si estende Durbar Square, l’altro importante punto di riferimento di Bhaktapur.

Dopo Kathmandu, la meta più frequentata del Nepal è Pokhara, città che deve la propria notorietà alla bellezza naturale della sua posizione sulle rive di un lago e in prossimità di una delle migliori destinazioni di trekking al mondo, ossia la splendida catena dell’Annapurna. Pokhara è il punto di partenza di alcuni dei più lunghi e famosi trekking del Nepal, oltre che di numerose passeggiate brevi e di escursioni da compiere dal mattino alla sera nella vallata circostante. Uno dei scorci più spettacolari è quello che dal Phewa Tal guarda verso le incantevoli cime innevate dell’Himalaya, anche se il più bel tramonto della zona lo si può godere dal grandioso massiccio dell’Annapurna, presso il quale si trova il punto panoramico di Sarangkot.

Uno dei simboli del Nepal più conosciuti al mondo è la catena dell’Himalaya, di cui fanno parte 10 delle 14 cime al mondo che superano gli 8.000 metri. Circa un terzo della superficie complessiva dell’ammasso montuoso si estende all’interno dei confini nepalesi, con montagne terrazzate e coltivate fino a circa 2.700 metri. Le vallate interne sono quelle che separano le varie catene himalayane; le sezioni più elevate di queste ampie valli erose dai ghiacciai, che si trovano nelle zone dell’Everest, del Langtang e del Kali Gandaki superiore, sono risparmiate dai forti venti che invece inaridiscono il fondovalle. La parziale protezione dalle piogge di cui godono crea quindi anche in questo caso ecosistemi particolari.

Quando si pensa al Nepal di solito si immaginano altissime montagne innevate piuttosto che pianure tropicali. Malgrado ciò, quasi la metà della popolazione del paese vive in una stretta pianura fertile incuneata tra il confine con l’India e le montagne: il Terai. Qui si ergono le Chure Hills, i primi rilievi di questa zona di collisione continentale, alle cui spalle si aprono le ampie vallate del Terai interno, tra cui quella di Chitwan, che termina improvvisamente ai piedi della catena del Mahabharat. Tra le principali attrattive della zona vi è il bellissimo Royal Chitwan National Park, presso il quale si potrà fare un safari a dorso di un elefante nella speranza di avvistare la tigre reale del Bengala o il rinoceronte indiano a un solo corno. Di grande valore spirituale è la contemplazione dell’importante luogo sacro del buddhismo a Lumbini, villaggio natale di Siddharta Gautama (il Buddha), così come la partecipazione, insieme a migliaia di pellegrini hindu, al pellegrinaggio a Janakpur, con il suo tempio dedicato a Sita e la festa di Sita Bibaha Panchami, che si tiene ogni anno tra novembre e dicembre. Per godere a pieno delle bellezze naturalistiche della zona ci si potrà invece dedicare alle attività di birdwatching e di avvistamento dei delfini di acqua dolce sul bel fiume Sapt Kosi, che scorre attraverso la Koshi Tappu Wildlife Reserve.

Il calendario nepalese è particolarmente ricco di festività. Tra gli eventi principali ricordiamo: l’Anniversario della nascita di Prithvi Narayan Shah, che si tiene il 10 gennaio; il Basant Panchami, tra gennaio e febbraio; il Maha Shivaratri, tra febbraio e marzo; il Bisket Jatra, ovvero il Capodanno nepalese, che si celebra la notte tra il 13 ed il 14 aprile; il Janai Purnima, tra luglio e agosto; e l’Indra Jatra, che si tiene ogni anno in settembre.

La stagione migliore per partire alla volta del Nepal è quella secca, che corrisponde ai mesi di ottobre e novembre, quando il clima è mite, l’aria tersa e la natura rigogliosa per effetto dei monsoni invernali. Tra febbraio e aprile si verifica il periodo più spettacolare dal punto di vista paesaggistico, quando il rododendro, simbolo nazionale, riempie le vallate di colori e profumi. Dicembre e gennaio sono i mesi più freddi, quelli in cui la neve cade anche a fondovalle dove non tutti gli alberghi sono provvisti di riscaldamento. I restanti mesi dell’anno sono invece quelli più umidi, nei quali si verifica la maggior parte delle precipitazioni sospinte sul continente dallo spirare del monsone estivo. Tra maggio e giugno si registrano anche le temperature più elevate dell’anno, con picchi massimi che a Kathmandu possono arrivare a sfiorare i 30 gradi.

Viaggiare verso il Nepal risulta spesso non molto semplice per via della penuria di voli provenienti dall’Europa. Nella maggior parte dei casi bisognerà cambiare aereo, ma spesso anche compagnia, in India o in Cina, da cui partono velivoli diretti all’unico aeroporto internazionale del paese: il Tribhuvan Airport di Kathmandu. In alternativa, una volta in India, si potrà varcare il confine a bordo di uno dei tanti autobus che ogni giorno transitano dai tre valichi principali: Sunauli/Bhairawa, Birkanj/Raxaul Bazaar e Kakarbhitta/Siliguri. I trasporti locali a lungo raggio constano essenzialmente di aerei, cari e spesso in ritardo a causa delle condizioni climatiche avverse, e autobus, economici ma lenti e scomodi anche per via delle pessime condizioni in cui versano le strade. Per spostamenti più brevi si può privilegiare il taxi o addirittura la bicicletta, con la quale si godrà a pieno della bellezza degli scenari paesaggistici del paese.
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