Viaggi Siria: tour dei luoghi e delle cose da non perdere
Siria, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Siria dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Sulla punta occidentale della fertile mezzaluna, la Siria conta innumerevoli siti archeologici, alcuni dei quali non sono ancora stati perlustrati. I siti già esplorati hanno gettato una luce avvincente su questo antico Oriente, culla della nostra civiltà, in cui venne inventata la scrittura e in cui nacquero i grandi miti che ci sono stati tramandati nei secoli. Sul fiume Eufrate, al confine con l’Irak, l’antica città reale di Mari controllava un vasto territorio nell’alta Mesopotamia. Sulla costa mediterranea troviamo la città di Ugarit, importante snodo commerciale del II millennio a.C. e – come Mari – grande cantiere archeologico francese, e la città fenicia di Amrit. Nella regione di Aleppo meritano una visita l’antica città di Ebla, che ha consegnato alla posterità ben sei palazzi e diversi templi, e la città di Ain Dara, con il suo tempio neoittita che ha l’ingresso preceduto da stranissime impronte di piedi giganti. Per un approccio completo a questo periodo non dimenticate di visitare i grandi musei di Siria, che espongono alcuni dei ritrovamenti archeologici più belli: nel Museo archeologico di Aleppo si trova la famosa dea con vaso dalle acque zampillanti, una delle figure emblematiche di Mari.
Al museo nazionale di Damasco troverete la graziosa figura del danzatore Ur–Nanshe e un’aquila con la testa di leone, capolavoro di oreficeria, rinvenuta anch’essa a Mari. Il nuovissimo museo di Deir ez-Zor infine ripercorre in maniera didattica e molto piacevole la storia di Al–Jazirah, regione tra il Tigri e l’Eufrate, popolata fin dagli albori della civiltà.
La presenza romana
Con la conquista da parte di Alessandro il Grande, la Siria entra nell’influsso culturale greco, rimanendovi anche sotto l’occupazione romana. In quell’epoca fiorirono grandi città, con strade fiancheggiate da colonnati, templi e edifici pubblici: Apamea, con le sue 400 colonne, Bosra, con il suo teatro straordinario, tra i più grandi dell’antico Oriente e Shabba, la città che diede i natali all’effimero imperatore Filippo l’Arabo. A Damasco, lungo le viuzze della città vecchia, si incontrano ancora le vestigia romane: fusti di colonne o blocchi ciclopici che emergono dalle costruzioni medievali. Palmira è tutta un’altra cosa: uno stile direttamente ispirato al vocabolario greco-romano, ma ricco di influenze orientali e adattato al gusto dei suoi abitanti, i beduini arricchitisi con il commercio delle carovane. Ancora più a est si trova Dura-Europos, un tempo guarnigione romana: se le rovine rimaste in città sono poco significative e tesori rinvenuti sul luogo – costituiti soprattutto da affreschi meravigliosi – sono al sicuro nei musei, rimangono comunque le magnifiche mura e la bellezza del sito.
Mosaici a profusione
Da Roma a Bisanzio, la Siria ha conosciuto una grande scuola di mosaicisti che hanno prodotto opere eccezionali. Nel Gebel Druso, nei musei di Shabba e di As Suwayda si possono ammirare le grandi composizioni ispirate alla mitologia che un tempo decoravano le ricche ville romane. Nel museo di Apamea l’opera più famosa è una rappresentazione di Socrate con i saggi dell’antichità, che doveva ornare il pavimento della scuola neoplatonica della città; qui, come nel museo di Ma’arrat an Nu’man, sono esposti pannelli di ispirazione cristiana provenienti dalle chiese della regione. Nel museo archeologico di Hama, non perdetevi il mosaico dei sei musicanti, una testimonianza unica sugli strumenti musicali dell’epoca. Nel cortile dei mosaici della moschea degli Omayyadi a Damasco rimane ancora una parte dei magnifici mosaici a fondo oro realizzati nel VII secolo dai conquistatori musulmani, aiutati dagli artisti bizantini.
Villaggi e santuari bizantini
La Siria rimase territorio del Basileus di Costantinopoli fino all’arrivo dei musulmani, nel VII secolo. La civiltà bizantina quindi ebbe tutto il tempo per lasciare un segno profondo nel paese. Per quanto riguarda l’architettura imperiale, potrete ammirare il palazzo e la chiesa di Qasr ibn Wardan, edificati da Giustiniano nei pressi di Hama. O anche le rovine di Resafa, nella steppa, simili a quelle di Costantinopoli. Ma le vestigia più sorprendenti appartengono alla sfera civile e si trovano nelle centinaia di villaggi sparsi nella bella regione del Massiccio Calcareo: sono i resti di case, torri, frantoi, chiese o alberghi spesso in uno stato di conservazione eccezionale, testimonianza unica di un mondo rurale scomparso. Alcune chiese, meta di pellegrinaggio, ebbero un trattamento architettonico privilegiato; come ad esempio il santuario di San Simeone, innalzato nel luogo in cui si trovava la colonna del celebre Stilita: un gioiello dell’architettura paleocristiana.
L’Islam nella sua grandezza primordiale
Gli Omayyadi, prima dinastia musulmana, regnarono in Siria nei secoli VII e VIII e fecero di Damasco la capitale dell’impero. Risalgono a questo periodo le costruzioni monumentali più antiche dell’Islam. In particolare la grande moschea degli Omayyadi a Damasco, che fin dalla costruzione nel VIII secolo suscitò l’ammirazione di tutto il mondo musulmano; le pareti della moschea erano in origine rivestite di mosaici su fondo d’oro. La Grande Moschea di Aleppo, struttura omayyade costruita su modello della moschea di Damasco, ha subito in seguito numerose modifiche; in particolare è stato aggiunto il bel minareto in epoca selgiuchide (XI secolo). Nostalgici del deserto da cui provenivano i loro avi, gli Omayyadi vi fecero costruire dei palazzi: quello meglio conservato è il palazzo di Qasr al Hayr al–Sharqi. Della dinastia successiva, gli Abbassidi, poche vestigia significative hanno attraversato i secoli: fa eccezione la porta di Bagdad a Raqqa, una città fondata in mezzo al deserto dal califfo al-Mansour.
Suq e città vecchie
La Siria è anche terra di vecchie città tipicamente orientali, con viuzze strette piene di colori, di folla e di profumi. Dietro l’apparente anarchia dei suq si nasconde una rigida organizzazione dello spazio: qui gli orefici, là i banchi di frutta e verdura o le bottegucce stracolme di spezie…. Bisogna assolutamente trovare il tempo per vagare sotto le volte medievali dei suq di Aleppo, che sono decisamente le più belle del mondo musulmano: un’esperienza affascinante. Nel cuore dei suq, alcuni caravanserragli (khan) servivano da depositi per le merci portate in carovana dai paesi lontani; sono per la maggior parte di epoca ottomana, ma alcuni risalgono ai mamelucchi, come il khan al Qadi di Aleppo, il più antico della città. Da non perdere: i khan al–Joumrok, al–Wazir e al–Sabun, nella Medina di Aleppo; e i khan Assad Pasha e Suleiman Pasha a Damasco.
A Deir–ez–Zor, nella regione della steppa, il suk merita una passeggiata anche solo per la folla che vi si può incontrare: tutti i beduini dei dintorni vengono qui per fare compere, vestiti in abiti dai colori vivacissimi. Quanto ad Hama, benché molto ricostruita, conserva vicino all’Oronte un piccolo quartiere antico con viuzze tortuose e vicoli fioriti; qui si possono ammirare soprattutto le norie, gigantesche ruote di legno che da secoli permettono di prendere dal fiume l’acqua che serve per annaffiare i giardini e i frutteti dei dintorni.
La cittadella dei Crociati
Per i Crociati, la Siria era guardiana della Terra Santa. Al loro arrivo i Crociati occuparono il litorale e lo suddivisero in feudi dove si insediarono protetti da una serie di fortezze, molte delle quali sono giunte fino a noi: il Krak dei Cavalieri, castello di vedetta della Siria pazientemente portato alla luce dagli archeologi francesi all’epoca del Mandato, e la cittadella di Saladino (un tempo nota come Saone), straordinaria massa di basalto che domina la riva. Da visitare anche il torrione di Safita, pittoresca borgata in una bella regione di montagna, e Tartus, un tempo grande porto franco della Siria: nell’antico castello della città sono state ricavate delle abitazioni, ma la cattedrale dei Crociati è arrivata intatta fino a noi. Davanti a Tartus, la piccola isola di Arwad fu l’ultimo lembo di terra nelle mani dei Crociati. Oggi è un minuscolo porto di pescatori in cui danzano imbarcazioni multicolori: nelle taverne in riva al mare si possono gustare ottimi piatti di pesce.
L’arte di vivere all’orientale
Oriente significa anche arte di vivere, ereditata dai fasti romani e dalle tradizioni del deserto. Fu tra le mura dei palazzi che l’arte di vivere raggiunse la massima raffinatezza: camere riccamente decorate, soffitti dipinti, pareti tappezzate di intarsi in pietra e maioliche colorate, cortili deliziosamente fioriti, decorati con iwan e con una vasca intorno alla quale la famiglia si ritrovava la sera per prendere il fresco. Potete visitare il palazzo Azem di Damasco e il palazzo omonimo di Hama, entrambi restaurati e trasformati in musei. Ce ne sono anche altri abitati, trasformati in scuole, in ristoranti o in edifici pubblici, che potrete scoprire man mano durante la vostra visita: a Damasco i palazzi Nizam, Maktab Anbar o Dahdah, tutti situati intorno alla via Recta; ad Aleppo il Beit Jumblatt, nella città vecchia, o le antiche dimore del quartiere cristiano, come casa Ajiqbach.
I punti panoramici più belli
La Siria vi sorprenderà anche per i suoi paesaggi, che non sono solamente desertici, anzi! Così il Gebel Ansariye, con le coltivazioni a terrazza e le cime innevate. Verso occidente la montagna scende verso il litorale, che offre un magnifico panorama dalla fortezza di Marqab. Verso oriente invece, verso Apamea, la montagna scende a picco in fondo alla pianura del Ghab, dove scorre l’Oronte: una vera falesia, che si scende percorrendo una strada vertiginosa al di là di Slenfe, piccolo centro di villeggiatura per gli abitanti di Latakia. Anche i contrafforti dei monti Taurus offrono bellissimi soggetti per le fotografie, per esempio nei dintorni di Cyrrhus, un sito romano vicino al confine con la Turchia. A oriente del Paese, il deserto offre prospettive meravigliose soprattutto in primavera, quando si copre di fiori. Dalla cima delle cittadelle di Halabiye o di Dura–Europos, che domina le acque blu dell’Eufrate, e dal castello arabo di Palmira, si abbraccia con un solo colpo d’occhio tutta l’oasi, con le migliaia di palme, melograni e olivi. L’altra oasi famosa del Paese si trova a Damasco, e la si può ammirare dalla cima del monte Qassioun: è la celebre oasi di Ghuta cantata dai poeti arabi come la prefigurazione del paradiso. Benché intaccata a poco a poco dall’urbanizzazione, circonda ancora in parte la capitale con i suoi giardini e i suoi frutteti.
Le spiagge
E’ piacevolissimo fare il bagno sulle spiagge balneabili a nord di Latakia, sulla penisola di Ras ibn Hani o a Ras al–Bassit, un simpatico villaggio di pescatori nel nord del paese, dove gli abitanti della regione vengono a trascorrere le vacanze. Le altre spiagge siriane, allo stato naturale, si prestano meno ai bagni di mare.
Incontro con la cristianità orientale
Dopo San Paolo, il cristianesimo è molto vitale in Siria: per convincersene basta assistere all’uscita dalle chiese la domenica mattina, nel quartiere cristiano di Damasco (link). O recarsi al monastero di Seydnaya, meta di pellegrinaggio tra le più famose d’Oriente, nel luogo in cui la Vergine apparve all’imperatore Giustiniano. In questa stessa regione del Qalamun (link), il curioso villaggio di Maalula (link), in parte trogloditico, è divenuto famoso in tutto il mondo in quanto vi si parla ancora la lingua parlata da Cristo. A Ezra, nell’Hauran, le funzioni religiose della parrocchia vengono sempre celebrate in una chiesa degli inizi del VI secolo. Ad Aleppo, capitale del nord, il quartiere cristiano di Al-Jadidah conserva ancora bellissimi palazzi e numerose chiese che appartengono ciascuna a un gruppo diverso della cristianità orientale.
Al museo nazionale di Damasco troverete la graziosa figura del danzatore Ur–Nanshe e un’aquila con la testa di leone, capolavoro di oreficeria, rinvenuta anch’essa a Mari. Il nuovissimo museo di Deir ez-Zor infine ripercorre in maniera didattica e molto piacevole la storia di Al–Jazirah, regione tra il Tigri e l’Eufrate, popolata fin dagli albori della civiltà.
La presenza romana
Con la conquista da parte di Alessandro il Grande, la Siria entra nell’influsso culturale greco, rimanendovi anche sotto l’occupazione romana. In quell’epoca fiorirono grandi città, con strade fiancheggiate da colonnati, templi e edifici pubblici: Apamea, con le sue 400 colonne, Bosra, con il suo teatro straordinario, tra i più grandi dell’antico Oriente e Shabba, la città che diede i natali all’effimero imperatore Filippo l’Arabo. A Damasco, lungo le viuzze della città vecchia, si incontrano ancora le vestigia romane: fusti di colonne o blocchi ciclopici che emergono dalle costruzioni medievali. Palmira è tutta un’altra cosa: uno stile direttamente ispirato al vocabolario greco-romano, ma ricco di influenze orientali e adattato al gusto dei suoi abitanti, i beduini arricchitisi con il commercio delle carovane. Ancora più a est si trova Dura-Europos, un tempo guarnigione romana: se le rovine rimaste in città sono poco significative e tesori rinvenuti sul luogo – costituiti soprattutto da affreschi meravigliosi – sono al sicuro nei musei, rimangono comunque le magnifiche mura e la bellezza del sito.
Mosaici a profusione
Da Roma a Bisanzio, la Siria ha conosciuto una grande scuola di mosaicisti che hanno prodotto opere eccezionali. Nel Gebel Druso, nei musei di Shabba e di As Suwayda si possono ammirare le grandi composizioni ispirate alla mitologia che un tempo decoravano le ricche ville romane. Nel museo di Apamea l’opera più famosa è una rappresentazione di Socrate con i saggi dell’antichità, che doveva ornare il pavimento della scuola neoplatonica della città; qui, come nel museo di Ma’arrat an Nu’man, sono esposti pannelli di ispirazione cristiana provenienti dalle chiese della regione. Nel museo archeologico di Hama, non perdetevi il mosaico dei sei musicanti, una testimonianza unica sugli strumenti musicali dell’epoca. Nel cortile dei mosaici della moschea degli Omayyadi a Damasco rimane ancora una parte dei magnifici mosaici a fondo oro realizzati nel VII secolo dai conquistatori musulmani, aiutati dagli artisti bizantini.
Villaggi e santuari bizantini
La Siria rimase territorio del Basileus di Costantinopoli fino all’arrivo dei musulmani, nel VII secolo. La civiltà bizantina quindi ebbe tutto il tempo per lasciare un segno profondo nel paese. Per quanto riguarda l’architettura imperiale, potrete ammirare il palazzo e la chiesa di Qasr ibn Wardan, edificati da Giustiniano nei pressi di Hama. O anche le rovine di Resafa, nella steppa, simili a quelle di Costantinopoli. Ma le vestigia più sorprendenti appartengono alla sfera civile e si trovano nelle centinaia di villaggi sparsi nella bella regione del Massiccio Calcareo: sono i resti di case, torri, frantoi, chiese o alberghi spesso in uno stato di conservazione eccezionale, testimonianza unica di un mondo rurale scomparso. Alcune chiese, meta di pellegrinaggio, ebbero un trattamento architettonico privilegiato; come ad esempio il santuario di San Simeone, innalzato nel luogo in cui si trovava la colonna del celebre Stilita: un gioiello dell’architettura paleocristiana.
L’Islam nella sua grandezza primordiale
Gli Omayyadi, prima dinastia musulmana, regnarono in Siria nei secoli VII e VIII e fecero di Damasco la capitale dell’impero. Risalgono a questo periodo le costruzioni monumentali più antiche dell’Islam. In particolare la grande moschea degli Omayyadi a Damasco, che fin dalla costruzione nel VIII secolo suscitò l’ammirazione di tutto il mondo musulmano; le pareti della moschea erano in origine rivestite di mosaici su fondo d’oro. La Grande Moschea di Aleppo, struttura omayyade costruita su modello della moschea di Damasco, ha subito in seguito numerose modifiche; in particolare è stato aggiunto il bel minareto in epoca selgiuchide (XI secolo). Nostalgici del deserto da cui provenivano i loro avi, gli Omayyadi vi fecero costruire dei palazzi: quello meglio conservato è il palazzo di Qasr al Hayr al–Sharqi. Della dinastia successiva, gli Abbassidi, poche vestigia significative hanno attraversato i secoli: fa eccezione la porta di Bagdad a Raqqa, una città fondata in mezzo al deserto dal califfo al-Mansour.
Suq e città vecchie
La Siria è anche terra di vecchie città tipicamente orientali, con viuzze strette piene di colori, di folla e di profumi. Dietro l’apparente anarchia dei suq si nasconde una rigida organizzazione dello spazio: qui gli orefici, là i banchi di frutta e verdura o le bottegucce stracolme di spezie…. Bisogna assolutamente trovare il tempo per vagare sotto le volte medievali dei suq di Aleppo, che sono decisamente le più belle del mondo musulmano: un’esperienza affascinante. Nel cuore dei suq, alcuni caravanserragli (khan) servivano da depositi per le merci portate in carovana dai paesi lontani; sono per la maggior parte di epoca ottomana, ma alcuni risalgono ai mamelucchi, come il khan al Qadi di Aleppo, il più antico della città. Da non perdere: i khan al–Joumrok, al–Wazir e al–Sabun, nella Medina di Aleppo; e i khan Assad Pasha e Suleiman Pasha a Damasco.
A Deir–ez–Zor, nella regione della steppa, il suk merita una passeggiata anche solo per la folla che vi si può incontrare: tutti i beduini dei dintorni vengono qui per fare compere, vestiti in abiti dai colori vivacissimi. Quanto ad Hama, benché molto ricostruita, conserva vicino all’Oronte un piccolo quartiere antico con viuzze tortuose e vicoli fioriti; qui si possono ammirare soprattutto le norie, gigantesche ruote di legno che da secoli permettono di prendere dal fiume l’acqua che serve per annaffiare i giardini e i frutteti dei dintorni.
La cittadella dei Crociati
Per i Crociati, la Siria era guardiana della Terra Santa. Al loro arrivo i Crociati occuparono il litorale e lo suddivisero in feudi dove si insediarono protetti da una serie di fortezze, molte delle quali sono giunte fino a noi: il Krak dei Cavalieri, castello di vedetta della Siria pazientemente portato alla luce dagli archeologi francesi all’epoca del Mandato, e la cittadella di Saladino (un tempo nota come Saone), straordinaria massa di basalto che domina la riva. Da visitare anche il torrione di Safita, pittoresca borgata in una bella regione di montagna, e Tartus, un tempo grande porto franco della Siria: nell’antico castello della città sono state ricavate delle abitazioni, ma la cattedrale dei Crociati è arrivata intatta fino a noi. Davanti a Tartus, la piccola isola di Arwad fu l’ultimo lembo di terra nelle mani dei Crociati. Oggi è un minuscolo porto di pescatori in cui danzano imbarcazioni multicolori: nelle taverne in riva al mare si possono gustare ottimi piatti di pesce.
L’arte di vivere all’orientale
Oriente significa anche arte di vivere, ereditata dai fasti romani e dalle tradizioni del deserto. Fu tra le mura dei palazzi che l’arte di vivere raggiunse la massima raffinatezza: camere riccamente decorate, soffitti dipinti, pareti tappezzate di intarsi in pietra e maioliche colorate, cortili deliziosamente fioriti, decorati con iwan e con una vasca intorno alla quale la famiglia si ritrovava la sera per prendere il fresco. Potete visitare il palazzo Azem di Damasco e il palazzo omonimo di Hama, entrambi restaurati e trasformati in musei. Ce ne sono anche altri abitati, trasformati in scuole, in ristoranti o in edifici pubblici, che potrete scoprire man mano durante la vostra visita: a Damasco i palazzi Nizam, Maktab Anbar o Dahdah, tutti situati intorno alla via Recta; ad Aleppo il Beit Jumblatt, nella città vecchia, o le antiche dimore del quartiere cristiano, come casa Ajiqbach.
I punti panoramici più belli
La Siria vi sorprenderà anche per i suoi paesaggi, che non sono solamente desertici, anzi! Così il Gebel Ansariye, con le coltivazioni a terrazza e le cime innevate. Verso occidente la montagna scende verso il litorale, che offre un magnifico panorama dalla fortezza di Marqab. Verso oriente invece, verso Apamea, la montagna scende a picco in fondo alla pianura del Ghab, dove scorre l’Oronte: una vera falesia, che si scende percorrendo una strada vertiginosa al di là di Slenfe, piccolo centro di villeggiatura per gli abitanti di Latakia. Anche i contrafforti dei monti Taurus offrono bellissimi soggetti per le fotografie, per esempio nei dintorni di Cyrrhus, un sito romano vicino al confine con la Turchia. A oriente del Paese, il deserto offre prospettive meravigliose soprattutto in primavera, quando si copre di fiori. Dalla cima delle cittadelle di Halabiye o di Dura–Europos, che domina le acque blu dell’Eufrate, e dal castello arabo di Palmira, si abbraccia con un solo colpo d’occhio tutta l’oasi, con le migliaia di palme, melograni e olivi. L’altra oasi famosa del Paese si trova a Damasco, e la si può ammirare dalla cima del monte Qassioun: è la celebre oasi di Ghuta cantata dai poeti arabi come la prefigurazione del paradiso. Benché intaccata a poco a poco dall’urbanizzazione, circonda ancora in parte la capitale con i suoi giardini e i suoi frutteti.
Le spiagge
E’ piacevolissimo fare il bagno sulle spiagge balneabili a nord di Latakia, sulla penisola di Ras ibn Hani o a Ras al–Bassit, un simpatico villaggio di pescatori nel nord del paese, dove gli abitanti della regione vengono a trascorrere le vacanze. Le altre spiagge siriane, allo stato naturale, si prestano meno ai bagni di mare.
Incontro con la cristianità orientale
Dopo San Paolo, il cristianesimo è molto vitale in Siria: per convincersene basta assistere all’uscita dalle chiese la domenica mattina, nel quartiere cristiano di Damasco (link). O recarsi al monastero di Seydnaya, meta di pellegrinaggio tra le più famose d’Oriente, nel luogo in cui la Vergine apparve all’imperatore Giustiniano. In questa stessa regione del Qalamun (link), il curioso villaggio di Maalula (link), in parte trogloditico, è divenuto famoso in tutto il mondo in quanto vi si parla ancora la lingua parlata da Cristo. A Ezra, nell’Hauran, le funzioni religiose della parrocchia vengono sempre celebrate in una chiesa degli inizi del VI secolo. Ad Aleppo, capitale del nord, il quartiere cristiano di Al-Jadidah conserva ancora bellissimi palazzi e numerose chiese che appartengono ciascuna a un gruppo diverso della cristianità orientale.
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