Pozzuolo (Umbria): visita alla localitą vicino al Lago Trasimeno
Pozzuolo, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Pozzuolo dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Pozzuolo, detto anche Pozzuolo Umbro (acquisisce l’aggettivo di appartenenza così da distinguersi doverosamente da Pozzuolo del Friuli e Pozzuolo Martesana, rispettivamente comuni delle province di Udine e Milano), sorge a pochissimi chilometri dal cangiante lago Trasimeno in qualità di allegra frazione di Castiglione del Lago (da cui dista pressappoco 8 km) in provincia di Perugia, Umbria.
Si tratta di un tranquillissimo paese di poco più di 1.000 abitanti che ha conservato la vetusta fisionomia di borgo medievale inserito in un territorio molto interessante morfologicamente, considerando la vicinanza a Montepulciano e la contestualizzazione entro il comprensorio naturalistico dei Colli del Trasimeno.
Una storia abbastanza anonima ha caratterizzato lo sviluppo silente del paese, per molti studiosi di derivazione etrusca seppur la finestra sull’antichità abbia sempre serrato le ante limitando i ricercatori ad avanzare ipotesi, mentre è certo il lignaggio feudale post anno Mille, ampiamente documentato e suffragato da tracce vivide disseminate lungo la via di pellegrinaggio intercorrente fra Montepulciano e il Santuario di Santa Margherita a Cortona.
Più decentrata, là su una collina periferica, sorge la Chiesa dei Santi Vito e Modesto, esile struttura rimasta per fortuna sostanzialmente intatta ergo fedele alle sue origini costruttive, tenutaria di una tela raffigurante Santa Caterina e un dipinto focalizzato sull’Estasi di Santa Margherita da Cortona, entrambi realizzati nel ‘600. La Chiesa di Santa Maria del Giglio, purtroppo, ha subito la completa demolizione nel 1771 ma in suo ricordo giace quieta e apprezzabile l’Edicola della Madonna del Giglio, ubicata negli immediati pressi della zona cimiteriale.
Pozzuolo si affermò principalmente nel XVI secolo come posta del Marchesato di Castiglione del Lago, prima di mutare progressivamente in Comune definito attraversando l’epoca napoleonica e poi il periodo dei moti risorgimentali che portarono dritti all’Unità d’Italia. Da anni il Comune resiste stoicamente preservando quelle che sono le sue caratteristiche più pregevoli, ovvero i suoi connotati di vasto eremo a cielo aperto dove il suo migliaio di residenti (in principio se ne contavano 7.000 circa) ha brillantemente superato i mutamenti storici, gli stravolgimenti dell’industrializzazione d’inizio ‘900 e le piaghe del secondo dopoguerra, creando una precisa microeconomia basata sull’attività di agriturismi sparsi evinti dalla rivalutazione di vecchie cascine e poderi messi al servizio del selezionato turismo lacustre.
Già, Pozzuolo ha un consolidato rapporto a distanza con il Trasimeno, non vi si affaccia ma ha stabilito nel tempo un dialogo fatto di rapidi collegamenti, stradine e sentieri facilmente percorribili, così da accontentare quanti giungono in quest’area per parlare alla campagna ma anche interloquire con la frescura del lago.
La gastronomia, per suo conto, descrive un legame profondo con l’attigua Toscana riprendendone la tradizione perfettamente assimilata a quella umbra, acciocché le preparazioni culinarie riguardano principalmente pesce lacustre (diffusa la ricetta del Tegamaccio, zuppa di pesce e pomodoro) accompagnate con la tipica pizza al formaggio chiamata Ciacca. Ci sono poi i pici (pasta a forma di spaghetto spesso fatto a mano e il buonissimo sugo di carne d’oca.
Si tratta di un tranquillissimo paese di poco più di 1.000 abitanti che ha conservato la vetusta fisionomia di borgo medievale inserito in un territorio molto interessante morfologicamente, considerando la vicinanza a Montepulciano e la contestualizzazione entro il comprensorio naturalistico dei Colli del Trasimeno.
Una storia abbastanza anonima ha caratterizzato lo sviluppo silente del paese, per molti studiosi di derivazione etrusca seppur la finestra sull’antichità abbia sempre serrato le ante limitando i ricercatori ad avanzare ipotesi, mentre è certo il lignaggio feudale post anno Mille, ampiamente documentato e suffragato da tracce vivide disseminate lungo la via di pellegrinaggio intercorrente fra Montepulciano e il Santuario di Santa Margherita a Cortona.
Cosa vedere a Pozzuolo
La Casa Natale della Santa si trova a Laviano, piccola realtà dell’hinterland, mentre proprio nel centro urbano prende posto la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, vecchia pieve risalente al XII secolo – ricostruita nel 1743 insieme al peculiare campanile di 30 metri, a sua volta rieretto dopo la Seconda Guerra Mondiale - nella quale avvenne il battesimo di Margherita da Cortona.Più decentrata, là su una collina periferica, sorge la Chiesa dei Santi Vito e Modesto, esile struttura rimasta per fortuna sostanzialmente intatta ergo fedele alle sue origini costruttive, tenutaria di una tela raffigurante Santa Caterina e un dipinto focalizzato sull’Estasi di Santa Margherita da Cortona, entrambi realizzati nel ‘600. La Chiesa di Santa Maria del Giglio, purtroppo, ha subito la completa demolizione nel 1771 ma in suo ricordo giace quieta e apprezzabile l’Edicola della Madonna del Giglio, ubicata negli immediati pressi della zona cimiteriale.
Pozzuolo si affermò principalmente nel XVI secolo come posta del Marchesato di Castiglione del Lago, prima di mutare progressivamente in Comune definito attraversando l’epoca napoleonica e poi il periodo dei moti risorgimentali che portarono dritti all’Unità d’Italia. Da anni il Comune resiste stoicamente preservando quelle che sono le sue caratteristiche più pregevoli, ovvero i suoi connotati di vasto eremo a cielo aperto dove il suo migliaio di residenti (in principio se ne contavano 7.000 circa) ha brillantemente superato i mutamenti storici, gli stravolgimenti dell’industrializzazione d’inizio ‘900 e le piaghe del secondo dopoguerra, creando una precisa microeconomia basata sull’attività di agriturismi sparsi evinti dalla rivalutazione di vecchie cascine e poderi messi al servizio del selezionato turismo lacustre.
Già, Pozzuolo ha un consolidato rapporto a distanza con il Trasimeno, non vi si affaccia ma ha stabilito nel tempo un dialogo fatto di rapidi collegamenti, stradine e sentieri facilmente percorribili, così da accontentare quanti giungono in quest’area per parlare alla campagna ma anche interloquire con la frescura del lago.
La gastronomia, per suo conto, descrive un legame profondo con l’attigua Toscana riprendendone la tradizione perfettamente assimilata a quella umbra, acciocché le preparazioni culinarie riguardano principalmente pesce lacustre (diffusa la ricetta del Tegamaccio, zuppa di pesce e pomodoro) accompagnate con la tipica pizza al formaggio chiamata Ciacca. Ci sono poi i pici (pasta a forma di spaghetto spesso fatto a mano e il buonissimo sugo di carne d’oca.