Amatrice (Lazio): cosa vedere nella cittą del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Amatrice, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Amatrice dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Chi crede che gli spaghetti all’amatriciana siano un’invenzione della capitale, dovrebbe fare un salto ad Amatrice ed assaporare il piatto più gustoso della cucina locale: capirebbe subito che il merito della fortunata creazione va a questa cittadina laziale della provincia di Rieti, popolata da circa 2700 abitanti e parte del Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga.
Sullo stesso terrazzo naturale brillano le acque del Lago Scandarello, un bacino artificiale creato nel 1924, e tutt’intorno i Monti della Laga si dispongono a corona, toccando un’elevazione massima di 2400 metri.
La composizione della catena montuosa, ricca di rocce poco permeabili, favorisce la presenza di moltissime fonti perenni, che dissetano il territorio rendendolo estremamente fertile e verdeggiante. La vegetazione, folta e profumata, spazia dai cerri, castagni e pioppi alle faggete montane, fino a raggiungere le praterie sulle vette più alte, che in estate si agghindano di fiori multicolori. Dove la fauna cede il passo alla nuda roccia, un reticolo contorto di torrenti forma delle cascate spettacolari, che in inverno si cristallizzano e assumono una bellezza glaciale.
A 6 km circa da Retrorsi, in località Ferrazza, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie se ne sta abbarbicata a 1000 metri di quota e ammalia i visitatori con splendidi affreschi del tardo Quatrocento e del primissimo Cinquecento: tutti i capolavori artistici contenuti nella chiesa sono degli ex-voto, che vogliono testimoniare i miracoli operati dalla Madonna nei secoli, e l’edificio è una delle tappe più belle del trekking devozionale detto “delle sette chiese”.
Da vedere anche il Santuario della Madonna di Filetta, dell’omonima frazione, il Santuario della Madonna delle Grazie in località Varoni e infine la Chiesa di Sant’Antonio, nella frazione di Cornillo Nuovo. Dopo una visita attenta delle bellezze più rappresentative della città, giunge il momento di premiarsi con i piaceri della tavola. Nessun luogo potrebbe essere più indicato di Amatrice, la terra natia del sugo all’amatriciana, con cui si condiscono gli spaghetti e i bucatini e grazie al quale la gastronomia di Roma è impropriamente divenuta celebre. In origine il condimento veniva preparato dai pastori con i semplici ingredienti che avevano a disposizione sulle montagne, mentre custodivano le greggi. Pasta, guanciale a cubetti e pecorino fresco erano gli ingredienti fondamentali, a cui si aggiunsero presto il pomodoro e l’olio di oliva. Soltanto nell’Ottocento, quando molti amatriciani si trasferirono a Roma a causa della crisi della pastorizia, e trovarono impiego nel settore della ristorazione, la ricetta si diffuse a livello nazionale. Oggi, nei menù dei ristoranti locali, si trovano le due ricette alternative: quella più povera e tradizionale, detta “gricia”, e quella ingentilita con la salsa di pomodoro.
E ovviamente a fine agosto non poteva mancare la Sagra degli Spaghetti all'amatriciana, l'occasione perfetta per provare la specialità cittadina e vivere il momento magico della festa di paese.
I Monti della Laga
Anticamente parte del Regno delle Due Sicilie, Amatrice era compresa fino al 1927 nella provincia dell’Aquila, in Abruzzo. Se col tempo la località ha cambiato capoluogo, è rimasta immutata la collocazione spettacolare: il centro abitato è incastonato in una conca lussureggiante, all’intersezione tra il Lazio, l’Umbria, le Marche e l’Abruzzo, e si sviluppa su un altopiano centrale che va dai 900 ai 1000 metri di quota.Il terremoto
Purtroppo tra il 2016 e 2017 Amatrice è stata interessata da una violenta sequenza sismica, con terremoti fino a magnitudine 6,5, che provocarono vittime e danni ingenti al suo patrimonio architettonico ed artisticoSullo stesso terrazzo naturale brillano le acque del Lago Scandarello, un bacino artificiale creato nel 1924, e tutt’intorno i Monti della Laga si dispongono a corona, toccando un’elevazione massima di 2400 metri.
La composizione della catena montuosa, ricca di rocce poco permeabili, favorisce la presenza di moltissime fonti perenni, che dissetano il territorio rendendolo estremamente fertile e verdeggiante. La vegetazione, folta e profumata, spazia dai cerri, castagni e pioppi alle faggete montane, fino a raggiungere le praterie sulle vette più alte, che in estate si agghindano di fiori multicolori. Dove la fauna cede il passo alla nuda roccia, un reticolo contorto di torrenti forma delle cascate spettacolari, che in inverno si cristallizzano e assumono una bellezza glaciale.
Il patrimonio storico ed artistico di Amatrica
Nel fascino selvaggio della natura trova spazio questa cittadina regolare, curata e graziosa: Amatrice ha una pianta regolare, tradizionalmente attribuita a Nicola Filotesio, il quale l’avrebbe progettata dopo la distruzione del 1529. Il tessuto urbano era rifiorito in una trama di gioielli architettonici da non perdere, come la Torre Civica del XIII secolo e le austere torri campanarie della Chiesa di Sant’Agostino. Quest’ultima costruzione invita i fedeli tramite uno splendido portale tardo-gotico, e all’interno attira gli sguardi con gli affreschi dell’Annunciazione e della Madonna con Bambino e Angeli. Sia la Torre che la chiesa, pur gravamente danneggiate, hanno retto alla violenza del sisma. Mentre altre costruzioni verranno via via recuperate nel corso dei prossimi anni.Attrazioni da vedere (da valutare danni post sisma)
Possedendo una macchina del tempo per vedere Amatrice prima del 24 agosto 2016, le chiese degne di nota erano molto numerose: ad Amatriciana valeva la pena di ammirare la quattrocentesca Chiesa di Sant’Emidio, la trecentesca Chiesa di San Francesco con il portale gotico marmoreo e gli affreschi absidali del XV secolo, e infine la Chiesa di Santa Maria di Porta Ferrata. Per restare in tema religioso, e rincontrare la figura di Filotesio, si poteva visitare il Museo Civico d’Atre Sacra allestito nella Chiesa di Sant’Emidio. Chi non si accontenta delle attrattive cittadine, e ha voglia di spingersi nei dintorni, troverà tra le borgate che circondano Amatrice un’alta concentrazione di bellezze culturali, artistiche e architettoniche. Nella frazione di San Martino sorge la Chiesa di San Martino, con la celebre Via Crucis illustrata dal francese Dubercelle.A 6 km circa da Retrorsi, in località Ferrazza, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie se ne sta abbarbicata a 1000 metri di quota e ammalia i visitatori con splendidi affreschi del tardo Quatrocento e del primissimo Cinquecento: tutti i capolavori artistici contenuti nella chiesa sono degli ex-voto, che vogliono testimoniare i miracoli operati dalla Madonna nei secoli, e l’edificio è una delle tappe più belle del trekking devozionale detto “delle sette chiese”.
Da vedere anche il Santuario della Madonna di Filetta, dell’omonima frazione, il Santuario della Madonna delle Grazie in località Varoni e infine la Chiesa di Sant’Antonio, nella frazione di Cornillo Nuovo. Dopo una visita attenta delle bellezze più rappresentative della città, giunge il momento di premiarsi con i piaceri della tavola. Nessun luogo potrebbe essere più indicato di Amatrice, la terra natia del sugo all’amatriciana, con cui si condiscono gli spaghetti e i bucatini e grazie al quale la gastronomia di Roma è impropriamente divenuta celebre. In origine il condimento veniva preparato dai pastori con i semplici ingredienti che avevano a disposizione sulle montagne, mentre custodivano le greggi. Pasta, guanciale a cubetti e pecorino fresco erano gli ingredienti fondamentali, a cui si aggiunsero presto il pomodoro e l’olio di oliva. Soltanto nell’Ottocento, quando molti amatriciani si trasferirono a Roma a causa della crisi della pastorizia, e trovarono impiego nel settore della ristorazione, la ricetta si diffuse a livello nazionale. Oggi, nei menù dei ristoranti locali, si trovano le due ricette alternative: quella più povera e tradizionale, detta “gricia”, e quella ingentilita con la salsa di pomodoro.
Eventi, sagre e manifestazioni
Ma la tradizione non limita a farsi assaporare: le usanze di Amatrice si rintracciano anche nelle manifestazioni, negli eventi culturali e nelle feste che si tengono in città nell’arco dell’anno. Tra le occasioni da non perdere a marzo c’è il Palio dei Somari e la Corsa degli Asini: secondo il costume antico ogni asino prende il nome di un sindaco, e all’ultimo arrivato viene assegnato in premio il Campanaccio del Palio. A completare i festeggiamenti c’è la sfilata di oltre 500 figuranti, che culmina con l’elezione della “Dama delle Dame”.E ovviamente a fine agosto non poteva mancare la Sagra degli Spaghetti all'amatriciana, l'occasione perfetta per provare la specialità cittadina e vivere il momento magico della festa di paese.