Sermoneta (Lazio): il Castello Caetani e cosa vedere nel borgo antico
Sermoneta, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Sermoneta dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Allungate lo sguardo fino a insinuarlo fra l’Agro Pontino e i Monti Lepini, troverete giacente Sermoneta, località che vanta un blasone storico dal sapore arcaico, come arcaiche risultano le origini di una cittadina erede dell’antenata Sulmo, volsca gloria del passato, il cui antico centro storico è da annoverare tra i borghi più belli del Lazio.
Coeva all’abbazia, la Cattedrale di Santa Maria Assunta ha pianta basilicale e linee romaniche che sfociano in parte in un gotico introdotto nel XIII secolo. Della struttura ecclesiale colpisce immediatamente il robusto campanile ammantato di maestosità solenne. Prima di entrare si viene sopraffatti dalla bellezza artistica del portale, la cui lunetta si fregia di uno splendido affresco quattrocentesco raffigurante la Vergine col Bambino e i santi Pietro ed Epafrodite, realizzato da Pietro Colaberti da Piperno.
Le tre navate sovrastate da gradevolissime volte a crociera conducono al coro e all’abside quadrata. Lateralmente spuntano molteplici cappelle che sono tutte un’eccezione di raro gusto artistico applicato al contesto ecclesiastico. Interno alla cattedrale, l’Oratorio dei Battenti ospita il Museo Diocesano, esposizione di cimeli liturgici e talmente tanti dipinti da arrivare a perdersi volteggiando nell’estasi ammirativa. A Sermoneta sono altresì presenti il Museo della Ceramica (è illustrato tanto materiale per lo più archeologico) e il Museo “C’era una volta” a carattere etnografico.
All’ingresso del paese s’erge degna la Chiesa di San Giuseppe, il patrono di Sermoneta. Risalente al 1520, possiede anch’essa molte cappelle, la più importante delle quali è la Cappella Caetani. La Chiesa di San Michele Arcangelo si staglia sulle rovine di un antico tempio pagano e la sua originalità, sebbene ancora scorgibile, è stata alterata da plurimi restauri e modifiche. Immutati però gli affreschi tra cui troneggia una Crocifissione. La Chiesa di San Francesco, posta a ca. 1 km dal paese, si accosta all’ex convento il cui chiostro quadrangolare presenta una sequenza di 28 lunette poste sulle campate, affrescate con le Scene della vita di San Francesco d’Assisi. Un grande strucco dell’Ultima Cena è riposto nell’ambiente del Refettorio. La Sinagoga Ebraica si apprezza dall’esterno e non è visitabile in quanto di proprietà privata.
Un caratteristico scorcio della cittadina è rappresentato, oltre alla scenografica Scala del Belvedere, dalla Loggia dei Mercanti, voluta nel 1446 da Onorato Caetani e attuale sede comunale. Le sue ampie arcate a sesto acuto abbelliscono notevolmente quella parte di centro storico racchiuso entro le mura rinascimentali ancora molto solide. Prevedono quattro ingressi alla città, ovvero Porta del Pozzo, Porta delle Noci, Porta San Nicola e Porta Sorda, e intervalli costituiti dal Bastione di Torrenuova e dal Bastione di San Sebastiano. Le mura s’inscrivono in un ambizioso percorso museale che arriva a immergersi negli uliveti dell’hinterland campestre. Di origini ancor più antiche la Via Consolare Romana. Compiendo lungimiranti escursioni si può arrivare, volendo camminare un po’, al confine con il comune di Cisterna di Latina, tenutario di un’oasi di fondamentale importanza storico-artistica, quei Giardini di Ninfa soprannominati “Pompei del Medioevo”.
La Storia
L’abitato iniziò una seria espansione nel territorio prossimo a Latina a partire dall’XI secolo ma è con la famiglia Caetani che avvenne lo spalancamento di una larga finestra commerciale e il consolidamento di un impianto urbano spiccatamente medievale. Era il tempo di un prospero Ducato dal quale Sermoneta venne affrancato prima ancora dello scoccare del Seicento, e non andò tanto meglio in seguito a causa di un progressivo spopolamento prolungato fino al XX secolo. Oggi il borgo si è fermato a quasi 10.000 abitanti, se ne deduce che senza il caos proprio dei paesi più grandi, qui si vive bene ed è il motivo per cui il turismo continua a farsi dinamico da queste parti, lo testimonia la Bandiera Arancione conferita dal Touring Club.Il Castello Caetani
Il periodo d’oro di Sermoneta aderisce a un concetto di architettura che ha dato tutto relativamente in pochi secoli, un’apoteosi insomma incarnata in attrazioni speciali come il Castello Caetani eretto nel ‘200 dagli Annibaldi e ancora adesso sostanzialmente integro, fra i manieri meglio conservati d’Italia: della struttura primigenia rimangono il Maschio e il Maschietto, il resto fu sacrificato dai Caetani per la Sala dei Baroni rimaneggiata dai Borgia che, peraltro, completarono l’opera fortificandola ulteriormente e incrementando il complesso con la Cittadella progettata da Antonio da Sangallo. La Rocca attualmente ricopre il ruolo di polo culturale che ospita diversi eventi, reunion periodiche di studiosi, congressi, stage e il Festival Pontino di Musica.Cosa vedere a Sermoneta
Monumento indiscusso e faro del prestigio religioso, l’Abbazia di Valvisciolo si ritiene un assoluto capolavoro del costrutto romanico-gotico-cistercense, fondato da monaci ellenici nel XII secolo, restaurato dai Templari nel secolo successivo e poi occupato dai Cistercensi. Destano curiosità e qualche aura di soggezione le leggende collegate all’abbazia e che rimandano alla presenza dei componenti dell’Ordine dei Templari: per fare un esempio, si racconta che nel 1314 il Gran Maestro Jacques de Molay fu arso al rogo e proprio nel momento della sua morte le architravi delle chiese locali riportarono misteriosi danni, vedasi la crepa che segna indelebilmente l’architrave del portale abbaziale. Sul lato occidentale del chiostro, inoltre, dei recenti restauri hanno riesumato quello considerato un magico palindromo, che recita “Sator Arepo Tenet Opera Rotas”.Coeva all’abbazia, la Cattedrale di Santa Maria Assunta ha pianta basilicale e linee romaniche che sfociano in parte in un gotico introdotto nel XIII secolo. Della struttura ecclesiale colpisce immediatamente il robusto campanile ammantato di maestosità solenne. Prima di entrare si viene sopraffatti dalla bellezza artistica del portale, la cui lunetta si fregia di uno splendido affresco quattrocentesco raffigurante la Vergine col Bambino e i santi Pietro ed Epafrodite, realizzato da Pietro Colaberti da Piperno.
Le tre navate sovrastate da gradevolissime volte a crociera conducono al coro e all’abside quadrata. Lateralmente spuntano molteplici cappelle che sono tutte un’eccezione di raro gusto artistico applicato al contesto ecclesiastico. Interno alla cattedrale, l’Oratorio dei Battenti ospita il Museo Diocesano, esposizione di cimeli liturgici e talmente tanti dipinti da arrivare a perdersi volteggiando nell’estasi ammirativa. A Sermoneta sono altresì presenti il Museo della Ceramica (è illustrato tanto materiale per lo più archeologico) e il Museo “C’era una volta” a carattere etnografico.
All’ingresso del paese s’erge degna la Chiesa di San Giuseppe, il patrono di Sermoneta. Risalente al 1520, possiede anch’essa molte cappelle, la più importante delle quali è la Cappella Caetani. La Chiesa di San Michele Arcangelo si staglia sulle rovine di un antico tempio pagano e la sua originalità, sebbene ancora scorgibile, è stata alterata da plurimi restauri e modifiche. Immutati però gli affreschi tra cui troneggia una Crocifissione. La Chiesa di San Francesco, posta a ca. 1 km dal paese, si accosta all’ex convento il cui chiostro quadrangolare presenta una sequenza di 28 lunette poste sulle campate, affrescate con le Scene della vita di San Francesco d’Assisi. Un grande strucco dell’Ultima Cena è riposto nell’ambiente del Refettorio. La Sinagoga Ebraica si apprezza dall’esterno e non è visitabile in quanto di proprietà privata.
Un caratteristico scorcio della cittadina è rappresentato, oltre alla scenografica Scala del Belvedere, dalla Loggia dei Mercanti, voluta nel 1446 da Onorato Caetani e attuale sede comunale. Le sue ampie arcate a sesto acuto abbelliscono notevolmente quella parte di centro storico racchiuso entro le mura rinascimentali ancora molto solide. Prevedono quattro ingressi alla città, ovvero Porta del Pozzo, Porta delle Noci, Porta San Nicola e Porta Sorda, e intervalli costituiti dal Bastione di Torrenuova e dal Bastione di San Sebastiano. Le mura s’inscrivono in un ambizioso percorso museale che arriva a immergersi negli uliveti dell’hinterland campestre. Di origini ancor più antiche la Via Consolare Romana. Compiendo lungimiranti escursioni si può arrivare, volendo camminare un po’, al confine con il comune di Cisterna di Latina, tenutario di un’oasi di fondamentale importanza storico-artistica, quei Giardini di Ninfa soprannominati “Pompei del Medioevo”.