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Giglio Castello (Toscana): cosa vedere nel borgo dell'Isola del Giglio

Giglio Castello, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Giglio Castello dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Se si potessero interrogare le pietre di Giglio Castello, per farsi narrare le storie dell’isola, probabilmente avrebbero un racconto per ogni vela comparsa all’orizzonte, per ogni scia di nave tesa sul blu del Tirreno, per ogni passo che ha risuonato sui ciottoli del borgo.

Sin dal Medioevo questo borgo arroccato, fatto di pietre color della terra, lancia lo sguardo tra il cielo e le onde, respirando il profumo del sale e del finocchietto selvatico, ascoltando il canto dei gabbiani: siamo all’Isola del Giglio, frammento prezioso dell’Arcipelago Toscano, immerso nel Mediterraneo di fronte al promontorio dell’Argentario.

Cosa vedere a Giglio Castello

Questo borgo della Toscana è una frazione dell’isola: è la più antica e la più elevata, e come un nonno un po’ stanco ma saggio, pieno di ricordi e di serenità, raccoglie gran parte dei veri isolani e parla delle tradizioni locali, a differenza delle altre località più turistiche. Sporgendosi dalle terrazze panoramiche si ha la sensazione di essere a bordo di una nave, da cui ammirare la vegetazione mediterranea dell’isola, i suoi contorni frastagliati, le chiazze turchesi di mare e, in basso sulla costa, il paese di Giglio Campese. Tanto per la sua cornice sublime, quanto per il suo cuore antico e prezioso, Giglio Castello fa parte del club del Borghi più belli d’Italia.

Passeggiare per i viottoli tortuosi del centro medievale è come immergersi in un paese di bambole, in un luogo senza tempo, e sembra di poter dimenticare per un istante la vita di sempre: qui, tra scalinate ripide e archi di pietra, vasi di fiori sugli ingressi delle case, lenzuola come vele appese tra un muro e l’altro, e qualche micio assonnato sdraiato in uno spicchio di sole, il tempo scorre squisitamente lento, seguendo la danza del sole, della luna e delle stelle.

A separare Giglio Castello dal resto dell’isola ci sono ancora le imponenti mura di un tempo, perfettamente conservate nella loro struttura massiccia, che corre intorno all’abitato disegnando un’ellissi irregolare. Le grandi pietre che compongono le mura si dispongono adattandosi al terreno, con alcuni tratti merlati e i camminamenti di ronda aggiunti nel Cinquecento, oltre alle dieci torri di avvistamento che si schierano fiere lungo il perimetro. Quelle a base quadrangolare risalgono all’età medievale, realizzate ad opera degli Aldobrandeschi e dei Pisani, mentre quelle semicircolari vennero aggiunte durante il Rinascimento.

Tra i gioielli racchiusi all’interno delle mura c’è la chiesa di San Pietro Apostolo, citata nei documenti sin dal XV secolo ma visibile, attualmente, nel suo assetto sette-ottocentesco. L’edificio è conosciuto soprattutto per il cosiddetto ‘tesoro di Papa Innocenzo XIII’, proveniente dalla sua cappella privata, lasciato dal Pontefice al suo cappellano gigliese monsignor Olimpio Miliani, che a sua volta lo donò alla chiesa. Le opere più preziose del tesoro sono un crocifisso in avorio, attribuito al Giambologna, e il reliquiario di San Mamiliano.

Ma l’edificio centrale di Giglio Castello è la Rocca Aldobrandesca, detta anche Rocca Pisana, una struttura fortificata situata proprio nel punto più alto del borgo, formata da un fortilizio a più livelli che poggia su imponenti basamenti a scarpa. All’interno ci sono due nuclei principali, uno dei quali costituiva la residenza del podestà e dei governanti, e per accedervi si passa attraverso la bella Porta della Rocca, un tempo preceduta dal ponte levatoio.

Eventi, sagre e prodotti tipici

Sia la chiesa di San Pietro che la Rocca Pisana fanno da scenario, durante l’estate, a concerti e eventi culturali: è magico ascoltare il suono vibrante di una chitarra nel cortile della rocca, con il cielo stellato come soffitto e le pietre millenarie tutt’intorno, oppure farsi cullare dal suono pieno dell’organo nella chiesa maestosa. Ma non mancano le feste paesane che hanno luogo nelle piazzette, come la tradizionale festa del patrono San Mamiliano, che si tiene il 15 settembre e prevede una processione, il Palio degli Asini e la quadriglia.

Durante le feste, e non solo, si possono assaporare le ricette tipiche dell’Isola del Giglio, che sanno di estate, di sole e di Mediterraneo. Tra i prodotti più caratteristici spicca il panficato, un pane dolce a base di farina, fichi, noci, marmellata, scorze d’arancia e pezzetti di mela o pera, da accompagnare con un sorso di vino Ansonaco, prodotto con l’uva isolana. Per gustare del buon pesce fresco, invece, a Giglio Castello troverete tanti ristorantini accoglienti e molto romantici: basterà passeggiare per le viuzze del borgo, nel fresco serale illuminato dalla luna, e aspettare di incontrare qualche tavolino disposto sulla strada, per cenare a lume di candela nell’atmosfera magica del castello.

Clima e quando andare

Ad addolcire la visita del borgo contribuisce il clima mediterraneo dell’isola, che ha una stagione estiva lunga, mite e secca, e un inverno breve, umido ma mai rigido. Sono rari gli eccessi di temperatura, tanto in estate quanto in inverno, anche se nelle aree collinari l’altitudine può portare un po’ di fresco, soprattutto la sera. In gennaio, il mese più freddo, le temperature medie vanno da una minima di 4°C a una massima di 8°C, mentre in luglio e agosto si va dai 18°C ai 25°C. Le precipitazioni raggiungono i valori massimi tra ottobre e gennaio, quando cadono in media 51-58 mm di pioggia.

Come arrivare

Chi ha voglia di incontrare questo borgo senza tempo, per scoprirne l’incanto e gli scorci magnifici, non deve fare un lungo viaggio in un mondo fantastico: raggiungere l’Isola del Giglio e Giglio Castello non è difficile, grazie ai collegamenti navali frequenti da Porto Santo Stefano, in provincia di Grosseto. Per arrivare all’imbarco in auto, venendo da nord, da Firenze o da Pisa, si passa sulla tangenziale di Grosseto e si continua in direzione Roma sull’Aurelia, poi si esce ad Albinia e si seguono le indicazioni per Porto Santo Stefano. Chi viene da sud o da Roma, una volta lasciata l’autostrada A12, continua sull’Aurelia fino ad Orbetello e segue i cartelli fino alla meta. Se ci si vuole imbarcare con la propria auto è consigliabile prenotare con anticipo il posto sul traghetto, tenendo a mente che per circolare in macchina sull’isola nel mese di agosto occorre richiedere un permesso specifico. Per raggiungere Porto Santo Stefano in treno si può scendere alla stazione di Orbetello Scalo, sulla linea Pisa-Roma, per poi continuare in autobus.
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