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Campi Bisenzio (Toscana): la storia e cosa vedere nella cittą alle porte di Firenze

Campi Bisenzio, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Campi Bisenzio dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Dichiaratasi da tempo "Città per la Vita" e "Città contro la Pena di Morte", Campi Bisenzio si dimostra una località di ferrei principi e solide basi, uno speciale barlume urbano di 47.000 abitanti entro l’area fiorentina in Toscana.

Storia

Dante Alighieri la citò nel Canto XXXII dell’Inferno nella Divina Commedia con il solo nome di Campi (così fecero anche Boccaccio e Palazzeschi nonché Roberto Saviano che lo menziona nel best seller “Gomorra”), cui si aggiunse successivamente Bisenzio considerato l’omonimo fiume che attraversa la pianura d’insorgenza insieme all’Arno, all’Ombrone e a Marina. Sorto come borgo agricolo soggetto alla centuriazione romana in una zona bonificata per via dei tratti paludosi causati da inondazioni e allagamenti fluviali, il paese ha sempre ritenuto il corso d’acqua croce e delizia, sicura fonte economica ma al contempo imprevedibile elemento di una natura indomita e sregolata.

In epoca medievale, il borgo era identificabile con il suo castello infeudato dalla potente famiglia Mazzinghi, coinvolta direttamente, sebbene per motivi futili, nella lotta fra Guelfi e Ghibellini. A seguito della famosa battaglia di Montaperti consumatasi nel 1260, Campi riportò gravi ferite e il suo abitato uscì parecchio devastato. Dopo l’ennesimo duro colpo subito stavolta da Pisa, Campi Bisenzio iniziò a essere fortificato, diversamente ordinato a livello di disposizione urbanistica e ottimizzato sotto il profilo economico e politico. Tutto ciò avveniva nei secoli XIV e XV, cosicché nel 1537 il feudo cambiò quasi totalmente volto per volontà di Cosimo I di Toscana, che diede il là alla trasformazione del possedimento in vero e proprio comune, avvenuta concretamente nel 1744. Nel 1862 la cittadina viene ribattezzata assumendo l’attuale denominazione.

Cosa vedere a Campi Bisenzio

Oggi Campi Bisenzio è un aggregato di case composto da frazioni attaccate l’una all’altra, coese nel formare un centro storico ricco di monumenti e vestigia artistiche che ci fanno tornare indietro nel tempo riapprodando sulle sponde rinascimentali di uno sviluppo coincidente con un complessivo abbellimento dell’arredo urbano. Sarebbe opportuno che il turista in visita cominciasse il suo personale tour dal simbolo del paese, Rocca Strozzi, un castello fondamentale all’epoca dei conflitti fra Guelfi e Ghibellini per offrire un punto di riferimento, un cardine del sistema difensivo fino ad allora assai labile.

Giunti alla metà del ‘500, la fortezza dismise la propria funzione militare per diventare una residenza suburbana. Le stanze del maniero, da sempre austere ed essenziali, vennero ornate da abili pittori che ne affrescarono le mura dipingendo perlopiù scenari paesaggistici. Vige purtroppo la regola che le cose belle talvolta non durano e Rocca Strozzi cadde inaspettatamente in uno stato di abbandono e decadenza finché il Comune non la acquisì in toto ridando prestigio al suo valore, intaccato ma ancora esistente. Riqualificazione e restauro hanno permesso, in accordo con la rivalutazione delle mura medievali, al castello di rifiorire, fregiandosi di conservare ancora degli elementi originali come le finestrelle ogivali, parte del ballatoio e la torre.
Di notevole impatto si prefigura la visione di Palazzo Spartaco Conti, occupato negli anni a partire dal XIV secolo dai podestà del paese. Tutto farebbe pensare a un ruolo di sede municipale, il balcone centrale, gli stemmi comunali, l’orologio a vela e la posizione centrale, ma non è così, o meglio fu Municipio fino al 1939, quando si rese necessario trasferire gli uffici in un complesso più grande, Palazzo Benini. Quest’ultimo ha due portoni d’ingresso e una quantità considerevole di finestre in facciata. All’interno custodisce l’affresco trecentesco dell’Annunciazione.

Di fronte all’edificio s’erge stoico il Teatrodante Carlo Monni, affacciato sulla piazza dedicata a una delle tre corone letterarie del ‘300. La struttura risale al 1870 e compare nel periodo del massimo splendore della musica lirica. Campi Bisenzio non poteva permettersi una lacuna simile, così nel 1873 il teatro venne inaugurato. Per diversi anni lo si reimpiegò come cinema, dopodiché fu chiuso per essere riaperto nel 2007 affinché assolvesse la sua funzione originale.

Affianco al palazzo ecco ergersi la Pieve di Santo Stefano, la cui costruzione è databile intorno al Mille. Quasi impercettibili i tratti originari a causa di continui restauri, ma la chiesa resta ogni modo un edificio dal grande patrimonio artistico, che fra tutto conserva un candelabro in ferro battuto del ‘300, una classica Annunciazione quattrocentesca, una Madonna con Bambino e Santi realizzata da Francesco Botticini, una statua in maiolica invetriata proveniente dalla bottega di Giovanni Della Robbia e il celeberrimo Crocifisso ligneo, oggetto ritenuto miracoloso e visibile solo nel corso della Festa del Crocifisso.

Molto distante per linee estetiche e periodo di erezione (fine Novecento), la Chiesa del Sacro Cuore possiede una semplicità moderna che, tuttavia, la rende rigida e non molto accomodante agli occhi del visitatore, il cui sguardo viene catturato dall’alto campanile quadrato con cella a tettoia. Nel quartiere San Lorenzo e in coabitazione con il Convento delle Bettine, la Chiesa di San Lorenzo e San Martino ha un impianto medievale ma nel 1964 fu totalmente ricostruita lasciandole una forma sostanzialmente arcaica, arcaismo che si intravede nell’affresco raffigurante l’Annunciazione e Visitazione ordito da Sebastiano Mainardi.

Le origini della Chiesa di Santa Maria affondano nell’XI secolo, ma anche in questo caso l’esteriorità è stata stravolta dai restauri progressivi. Pregevoli le opere pittoriche d’interno, la Madonna col Bambino e santi di scuola fiorentina, il quattrocentesco Crocifisso e la Cappella di San Jacopo decorata interamente da Mariotto di Cristofano. La Chiesa di San Pietro, consacrata nel XII secolo, è stata ben preservata nonostante l’alluvione del 1966 che ne ha danneggiato il bene più prezioso, la Madonna col Bambino, tavola fortunosamente sottratta all’acqua e al fango dopo un tenace lavoro di recupero e restauro. Le reliquie di Sant’Enea, Onofrio e Valerio sono serbate all’interno della Chiesa dei Santi Quirico e Giulietta.

La frazione San Donnino è la località certamente più pingue di tesori ecclesiali, lo testimoniano la Chiesa di Sant’Andrea ch’è scrigno geloso del Battesimo di Cristo e Madonna col Bambino in trono tra i santi Sebastiano e Giuliano, composizione realizzata da Domenico Ghirlandaio nel 1473. Molto interessanti anche il Crocifisso di Giovanni di Francesco e la pala di Francesco Botticini che ritrae una Madonna col Bambino e santi. Dagli anni ’90 del XX secolo, la chiesa ospita il Museo d’Arte Sacra. Nella Chiesa di San Donnino a Campi si può contemplare un elemosiniere del Seicento.

Infine, la Chiesa di San Giovanni Battista è qui conosciuta come Chiesa dell’Autostrada del Sole poiché si trova collocata all’incrocio fra l’Autostrada A1 e l’Autostrada A11 Firenze – Mare. Progettata nel 1960 da Giovanni Michelucci, comprende un’area di 6.000 metri quadrati. La sua forma ricorda quella di un’arca, simboleggiando inoltre il Calvario, l’orto del Getsemani e l’albero della Vita, il tutto riprodotto da un impianto volumetrico creato da tre diversi corpi di fabbrica giustapposti. Possiede un organo a canne Tamburini datato 1963. L’opera si considera, per una lunga serie di elementi inconsueti, rivoluzionaria.

Il centro storico di Campi Bisenzio brulica inoltre di residenze di accertata eleganza, esemplari nella loro postura come Villa Rucellai circondata da un bel parco, Villa Montalvo nel cui giardino vivono una magnolia di 300 anni e un platano di due secoli, concludendo con Villa Il Palagio, anch’essa attorniata dalla vegetazione di un immenso parco.

Insomma, Campi Bisenzio appare talmente affascinante come luogo che non c’è da stupirsi se il cinema ha a più riprese fatto ricorso ad alcune location intestine per la produzione di fiction e film. Da ricordare il mitico “Berlinguer ti voglio bene” interpretato da Roberto Benigni e il campigiano Carlo Monni, “Il ciclone”, “Il signor Quindicipalle” e il recente “La pazza gioia” diretto nel 2016 da Paolo Virzì con una scena ambientata nel centro commerciale I Gigli.

Eventi, sagre e manifestazioni

La Sagra del fritto è la dimostrazione di come qui si mangi veramente bene e con gusto. Molte chicche della cucina locale sono davvero squisite, alcune particolarmente succulente come la pecora alla campigiana, la finocchiona, il collo di papero ripieno ch’è un’autentica primizia, e poi i ranocchi fritti (i laghetti da queste parti abbondano), la trippa alla fiorentina e le frittelle di riso. Per la gioia delle famiglie con bambini qui viene organizzato un villaggio di Natale.

Come arrivare a Campi Bisenzio

Percorrere l’Autostrada del Sole A1 fino all’uscita Calenzano/Sesto Fiorentino/Prato, procedere verso Firenze Sifredi/Sesto Fiorentino seguendo le indicazioni per il paese; dalla stazione ferroviaria più vicina, ossia quella di Prato che dista dal borgo 8 km, proseguire in autobus; l’aeroporto “Amerigo Vespucci” di Firenze dista 9 km dalla cittadina.

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