Rho (Lombardia): storia e visita alla cittą vicino a Milano
Rho, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Rho dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Nell’economia socio-culturale della Lombardia, Rho ha un peso davvero notevole che parte dalla propria specificità da considerarsi in gergo 2.0 multilevel. Attivo, infatti, in ogni campo che abbia a che fare con collettività, aggregazione e geopolitica, questo comune occupa in provincia di Milano il quinto posto in classifica per popolazione (oltre 50 mila), è industrioso e ha acquisito ulteriore prestigio co-ospitando l’Expo.
Palazzo Crivelli ha subito diverse modifiche e conversioni: s’erge imponente con la sua torre viscontea di merlatura ghibellina, divenne cinema nel primo ‘900 e poi ristorante, assetto che ancora mantiene. Di pregio i suoi soffitti riccamente decorati e affrescati. Villa Banfi – Visconti risale al 1669 e rappresenta una dimostrazione di ricchezza da parte del suo committente, Ercole II Visconti, che lo fece inoltre dipingere da valenti maestri come Andrea Lanzani e Federico Bianchi, autori di vari dipinti distribuiti nelle 12 fastose sale della residenza. Quattro anni prima fu eretta Villa Burba, che viene sempre ricordata per la presenza di un curatissimo parco a circondarla, culla di numerose specie botaniche rare. Villa Scheibler si pone come decana delle tenute storiche, difatti appartiene al Quattrocento, ospitò il Cardinale Borromeo e il Conte Scheibler ne fece a fine ‘800 un luogo di addestramento di cani da caccia, in particolare fox hound, senza disdegnare i cavalli da corsa.
Alle dimore storiche seguono esempi di architettura civile, incarnata in molteplici vestigia come l’ex Casa del Fascio, luogo notoriamente adibito in epoca fascista a locale di interrogatori, torture e talvolta esecuzioni. Un pezzo di storia industriale risulta essere l’ex Chimica Bianchi, stabilimento in voga fino agli anni ’70 di cui oggi rimangono una palazzina ospitante gli uffici dell’Agenzia delle Entrate e un edificio sede del Rock’n’Roll, dove si alternano performance musicali live. L’attuale Municipio s’incarna nel Palazzo Podestarile, completato in appena 18 mesi e talmente bello da indurre il Prefetto a nominare Rho “Città” nel 1932. Pregevolissimo lo scalone d’onore, di dimensioni a dir poco impressionanti, e peculiari le Quattro Glorie dipinte dal Fiamminghino nel 1640. Lo storico Tiro a Segno ha preso vita nel 1884 e ancora adesso è il luogo preferito per ufficiali delle Forze dell’Ordine e appassionati della disciplina.
Il processo industriale ha fatto il proprio corso, sostenuto da edifici che sono esplicita testimonianza di un progressivo sviluppo nei secoli: nel 1878 Palazzo Citterio ha assistito alla nascita dell’omonimo salumificio. E’ facilmente riconoscibile poiché lo riveste completamente di verde una vite del Canada. La Fachini ha invece scelto come quartier generale una sede in stile Art Deco, preservatasi fin dal 1907. Al 1904 risale l’ex opificio Muggiani, mentre la Tintoria Bonecchi è del 1905.
D’ispirazione medievale è la Basilica di San Vittore Martire, sorta nel 1080, restaurata nel 1596 e ricostruita con nuovo orientamento: in tale ultima occasione fu scoperta nel sottotetto la mummia dell’Arcivescovo Leone da Perego. Ha le fattezze di composito tempio che misura 18 metri di lunghezza e 12 di larghezza. Il progetto iniziale prevedeva due campanili, ma oggi permane solo quello di destra a nove campane maggiori per una questione di stabilità. Si fanno ammirare i dipinti del Bosoni che ritraggono Santa Teresa del Bambin Gesù e una Via Crucis. Di fronte sorge la Croce della Peste, posta su una colonna tuscanica in ricordo della terribile peste del 1630. Piccola risulta anche la Chiesa di Maria Immacolata e Santi Francesco e Antonio, un edificio pregevole in quanto ad acustica e veste estetica. Di carattere monumentale, il Santuario della Vergine Addolorata – con la sua cupola alta 54 metri e larga 18 - ingloba dal 1522 la Cappella della Madonna della Neve, edificata in seguito a una grazia ricevuta. Il Santuario, invece, risale al 1584 e si deve a un evento miracoloso: la Pietà raffigurata nel quadro posto sopra l’altare pianse. San Carlo Borromeo lo ritenne fenomeno divino a tutti gli effetti. Altre tele sono da ricondurre alla mano di artisti come Camillo Procaccini e Raffaele Casnedi da Runo.
Rho è conosciuta fra le tante cose come la “Città della Street Art”, in quanto qui ha attecchito l’iniziativa Lasciamo il Segno, che ha visto cimentarsi nell’opera di pittura murale 45 artisti italiani e stranieri, ai quali dobbiamo oggi la presenza di ben 60 raffigurazioni murarie entrate di fatto a far parte del corredo urbano e considerate un vero e proprio abbellimento stupefacente che sa mettere allegria: in breve una galleria a cielo aperto. Altre sorprendenti eccellenze di Rho sono costituite dal mosaico di 250.000 tessere in ceramica ricreante la costellazione dell’Acquario e, dunque, chiamata Piazza Costellazione, il Museo Storico Alfa Romeo dedicato alle storiche vetture del marchio automobilistico italiano, il Mercato Storico Settimanale (è organizzato dal 1080 d.C. e conta ben 331 banchi) e il Cammino devozionale di Sant’Agostino.
Storia di Rho
Posta ad appena 14 km dal capoluogo milanese, la città è menzionata per la prima volta nell’846 d.C. con il nome di Vico Raudo, indicante un gruppo di case incastonato nella campagna della Pianura Padana lombarda. Divenne a ridosso del ‘600 Ro, successivamente si aggiunse al termine volgare la h fra le due lettere, così da poterla distinguere dall’omonimo comune dell’hinterland di Ferrara in Emilia-Romagna. Si tenga a ogni modo presente che il territorio d’insorgenza fu un antico crocevia di popoli capaci di lasciare ai posteri un’infinità di tracce venute alla luce attraverso scavi archeologici, fondamentali anche per rilevare le origini in loco della centuriazione romana, palese nella disposizione e intersezione delle vie cittadine. In pieno Medioevo, Rho e Milano erano unite a stretto filo, tanto che il borgo fu coinvolto nelle lotte di potere fra i Torriani e i Visconti, seguirono i saccheggi dei terribili Lanzichenecchi e un po’ dopo la dominazione spagnola e la risalita sociale grazie all’episcopato di Carlo Borromeo.La Fiera di Rho-Milano
Fino a inizio Novecento, Rho si presentava come piccolo centro agricolo, ma non tardarono ad arrivare gli influssi di Milano, e di rimando una radicale trasformazione che portò Rho ad adeguarsi brillantemente ai tempi rivestendosi con il sofisticato e funzionale tessuto dell’industria. Ne risulta che oggi la cittadina è un solido punto di riferimento in ambito commerciale, in prima linea anche per quanto concerne il settore terziario, con riguardo alla parentesi turistica, più viva e ottimizzata che mai. Il Polo fieristico Rho-Pero, inaugurato il 6 ottobre 2002, è un sito all’avanguardia, frequentato ogni anno da migliaia di persone.Cosa vedere
Rho è generosa, un fiume in piena, una scatola delle meraviglie e uno scrigno di storia che opimo trasuda bellezza. I suoi pori corrispondono a esempi architettonici eccezionali. Sono tanti e tutti interessanti da visitare. da qualche parte bisogna pur cominciare, allora citiamo subito Casa Carabelli – De Andrea, seicentesca residenza costruita per gli ospiti dei Visconti, acquisita dai Carabelli e ancora in ottima forma con il suo bel porticato, la facciata austera e la struttura integra. È invece un complesso Casa De Vecchi – Medici di Marignano, composto da una Corte nobiliare, una casa colonica e attorniante giardino, accomunati tutti da un’eleganza che sa catturare fin dal ‘700 l’attenzione dei visitatori. Rinascimentale è Casa Magnaghi, appartenuta in primis al nobile spagnolo Giovanni Ayzaga e oggi di proprietà della Curia di Rho.Palazzo Crivelli ha subito diverse modifiche e conversioni: s’erge imponente con la sua torre viscontea di merlatura ghibellina, divenne cinema nel primo ‘900 e poi ristorante, assetto che ancora mantiene. Di pregio i suoi soffitti riccamente decorati e affrescati. Villa Banfi – Visconti risale al 1669 e rappresenta una dimostrazione di ricchezza da parte del suo committente, Ercole II Visconti, che lo fece inoltre dipingere da valenti maestri come Andrea Lanzani e Federico Bianchi, autori di vari dipinti distribuiti nelle 12 fastose sale della residenza. Quattro anni prima fu eretta Villa Burba, che viene sempre ricordata per la presenza di un curatissimo parco a circondarla, culla di numerose specie botaniche rare. Villa Scheibler si pone come decana delle tenute storiche, difatti appartiene al Quattrocento, ospitò il Cardinale Borromeo e il Conte Scheibler ne fece a fine ‘800 un luogo di addestramento di cani da caccia, in particolare fox hound, senza disdegnare i cavalli da corsa.
Alle dimore storiche seguono esempi di architettura civile, incarnata in molteplici vestigia come l’ex Casa del Fascio, luogo notoriamente adibito in epoca fascista a locale di interrogatori, torture e talvolta esecuzioni. Un pezzo di storia industriale risulta essere l’ex Chimica Bianchi, stabilimento in voga fino agli anni ’70 di cui oggi rimangono una palazzina ospitante gli uffici dell’Agenzia delle Entrate e un edificio sede del Rock’n’Roll, dove si alternano performance musicali live. L’attuale Municipio s’incarna nel Palazzo Podestarile, completato in appena 18 mesi e talmente bello da indurre il Prefetto a nominare Rho “Città” nel 1932. Pregevolissimo lo scalone d’onore, di dimensioni a dir poco impressionanti, e peculiari le Quattro Glorie dipinte dal Fiamminghino nel 1640. Lo storico Tiro a Segno ha preso vita nel 1884 e ancora adesso è il luogo preferito per ufficiali delle Forze dell’Ordine e appassionati della disciplina.
Il processo industriale ha fatto il proprio corso, sostenuto da edifici che sono esplicita testimonianza di un progressivo sviluppo nei secoli: nel 1878 Palazzo Citterio ha assistito alla nascita dell’omonimo salumificio. E’ facilmente riconoscibile poiché lo riveste completamente di verde una vite del Canada. La Fachini ha invece scelto come quartier generale una sede in stile Art Deco, preservatasi fin dal 1907. Al 1904 risale l’ex opificio Muggiani, mentre la Tintoria Bonecchi è del 1905.
D’ispirazione medievale è la Basilica di San Vittore Martire, sorta nel 1080, restaurata nel 1596 e ricostruita con nuovo orientamento: in tale ultima occasione fu scoperta nel sottotetto la mummia dell’Arcivescovo Leone da Perego. Ha le fattezze di composito tempio che misura 18 metri di lunghezza e 12 di larghezza. Il progetto iniziale prevedeva due campanili, ma oggi permane solo quello di destra a nove campane maggiori per una questione di stabilità. Si fanno ammirare i dipinti del Bosoni che ritraggono Santa Teresa del Bambin Gesù e una Via Crucis. Di fronte sorge la Croce della Peste, posta su una colonna tuscanica in ricordo della terribile peste del 1630. Piccola risulta anche la Chiesa di Maria Immacolata e Santi Francesco e Antonio, un edificio pregevole in quanto ad acustica e veste estetica. Di carattere monumentale, il Santuario della Vergine Addolorata – con la sua cupola alta 54 metri e larga 18 - ingloba dal 1522 la Cappella della Madonna della Neve, edificata in seguito a una grazia ricevuta. Il Santuario, invece, risale al 1584 e si deve a un evento miracoloso: la Pietà raffigurata nel quadro posto sopra l’altare pianse. San Carlo Borromeo lo ritenne fenomeno divino a tutti gli effetti. Altre tele sono da ricondurre alla mano di artisti come Camillo Procaccini e Raffaele Casnedi da Runo.
Rho è conosciuta fra le tante cose come la “Città della Street Art”, in quanto qui ha attecchito l’iniziativa Lasciamo il Segno, che ha visto cimentarsi nell’opera di pittura murale 45 artisti italiani e stranieri, ai quali dobbiamo oggi la presenza di ben 60 raffigurazioni murarie entrate di fatto a far parte del corredo urbano e considerate un vero e proprio abbellimento stupefacente che sa mettere allegria: in breve una galleria a cielo aperto. Altre sorprendenti eccellenze di Rho sono costituite dal mosaico di 250.000 tessere in ceramica ricreante la costellazione dell’Acquario e, dunque, chiamata Piazza Costellazione, il Museo Storico Alfa Romeo dedicato alle storiche vetture del marchio automobilistico italiano, il Mercato Storico Settimanale (è organizzato dal 1080 d.C. e conta ben 331 banchi) e il Cammino devozionale di Sant’Agostino.