Bellano (Lombardia): l'orrido e il borgo sul Lago di Como
Bellano, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Bellano dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Da non confondere con Belluno in Veneto, la piccola località di Bellano s’affaccia sul lago di Como in provincia di Lecco in Lombardia. La sua esistenza è documentata a partire dal 905, anno che la vede proprietà dell’Arcivescovo di Milano dove il curato aveva la propria residenza. I Visconti subentrarono sul finire del Duecento.
L’affermazione nel secolo successivo non passò inosservata: allora Bellano occupava una posizione strategica nel Lario e la sua ricchezza si contraddistingueva rispetto alle realtà limitrofe sfoggiando fortificazioni, chiese e palazzi signorili allettanti per molti proprietari feudali che provarono a più riprese ad avanzare pretese sul borgo, i Rusca nel 1467 e Lorenzo da Pesaro nel 1471.
A spuntarla contro ogni resistenza furono nel 1480 Pietro Dal Verme e Chiara Sforza, che mantennero il feudo fino al 1530; gli eredi Fregoso cedettero Bellano agli Sfondrati e dal 1788 l’istituzione del Comune permise alla località di emanciparsi senza più padroni, e in tal modo dare libero sfogo a uno sviluppo inesorabile fino a quel momento trattenuto da uno stato in potenza desideroso di concreta attuazione.
All’interno l’ancona affrescata di Giovanni Battista corona una presenza esemplare opera dei Maestri Comacini in attività nel XIV secolo. La Chiesa di Santa Marta, per molti aspetti, trasuda una bellezza ancor più evidente non tanto per gli arredi e i dipinti raffiguranti l’Apparizione della Vergine col Bambino a Sant’Antonio da Padova, la Supplica di Marta e Maria a Cristo o i tondi con San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, quanto per l’essenza artistica contenuta nel gruppo ligneo delle nove statue a grandezza naturale che raffigura la Deposizione, gioiello artigiano di Giovanni Angelo Del Maino.
La sobrietà è invece espressione unica della Chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano al Ponte, che alla veste esteriore alquanto dimessa contrappone – ed è motivo di grande ammirazione – le meraviglie della Croce trionfale con l’architrave e l’altare ligneo col Cristo risorto e i Santissimi Rocco e Sebastiano, seicentesche concezioni artistiche dal forte richiamo al passato. Bellano ha un cuore antico e anche là è di stimolo l’architettura sacra, senonché oggi l’ex Chiesa di San Nicolao ha svestito il suo ruolo talare per abbracciare la polifunzionalità culturale.
Il Santuario di Lezzeno fu fondato nel 1690 a seguito di un evento eccezionale: il 6 agosto 1688 una Madonna in gesso custodita allora nella cappelletta locale lacrimò, per questo motivo si decise di omaggiarla con la costruzione di un luogo di culto, progettato da Giovanni Battista Quadrio e ultimato nel 1704.
Successivo a questa data è l’ex cotonificio che, insieme ad altri rilevati nella zona da Eugenio Cantoni nel 1859, diede impulso a un’industrializzazione che rilanciò l’economia del paese dando lavoro a oltre mille persone impiegate nell’assistenza a 8.600 fusi per la filatura. I fasti melanconici sopravvivono nello stabilimento Cantoni di Via Roma, araldo di un’archeologia industriale oggetto di studio ed esempio di progresso archetipico.
Va assolutamente visitata poiché si dice che qui riposi il coraggioso guerriero Taino avvinghiato al suo tesoro. A questa visione d’arme s’accosta la Cà del Diavol, una stranissima torretta esagonale di quattro piani la cui funzione antica è avvolta tuttora nel mistero. E’ sede del Museo dei fossili, mentre a Bellano s’incastona bizzarro il Museo Ca di Radio Vecc, che espone molteplici tipi di vecchi grammofoni antenati della moderna radio.
L’affermazione nel secolo successivo non passò inosservata: allora Bellano occupava una posizione strategica nel Lario e la sua ricchezza si contraddistingueva rispetto alle realtà limitrofe sfoggiando fortificazioni, chiese e palazzi signorili allettanti per molti proprietari feudali che provarono a più riprese ad avanzare pretese sul borgo, i Rusca nel 1467 e Lorenzo da Pesaro nel 1471.
A spuntarla contro ogni resistenza furono nel 1480 Pietro Dal Verme e Chiara Sforza, che mantennero il feudo fino al 1530; gli eredi Fregoso cedettero Bellano agli Sfondrati e dal 1788 l’istituzione del Comune permise alla località di emanciparsi senza più padroni, e in tal modo dare libero sfogo a uno sviluppo inesorabile fino a quel momento trattenuto da uno stato in potenza desideroso di concreta attuazione.
Cosa vedere a Bellano
Tale sviluppo fu principalmente artistico e in particolar modo l’attecchimento ecclesiastico seppe imporsi con un tessuto architettonico armonioso in relazione al territorio lacustre. Stile e centralità corrispondono a due elementi vivi in questa cittadina, lo si può chiaramente notare osservando luoghi di culto come la Parrocchia dei Santi Nazaro e Celso, divenuto Monumento Nazionale per la sua estrosa progettualità: la facciata marmorea a fasce bicrome orizzontali ne definisce l’identità accentuata dal rosone fregiato di ricche trine di terracotta a valorizzare l’edicola col rilievo anch’esso in marmo di Sant’Ambrogio.All’interno l’ancona affrescata di Giovanni Battista corona una presenza esemplare opera dei Maestri Comacini in attività nel XIV secolo. La Chiesa di Santa Marta, per molti aspetti, trasuda una bellezza ancor più evidente non tanto per gli arredi e i dipinti raffiguranti l’Apparizione della Vergine col Bambino a Sant’Antonio da Padova, la Supplica di Marta e Maria a Cristo o i tondi con San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, quanto per l’essenza artistica contenuta nel gruppo ligneo delle nove statue a grandezza naturale che raffigura la Deposizione, gioiello artigiano di Giovanni Angelo Del Maino.
La sobrietà è invece espressione unica della Chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano al Ponte, che alla veste esteriore alquanto dimessa contrappone – ed è motivo di grande ammirazione – le meraviglie della Croce trionfale con l’architrave e l’altare ligneo col Cristo risorto e i Santissimi Rocco e Sebastiano, seicentesche concezioni artistiche dal forte richiamo al passato. Bellano ha un cuore antico e anche là è di stimolo l’architettura sacra, senonché oggi l’ex Chiesa di San Nicolao ha svestito il suo ruolo talare per abbracciare la polifunzionalità culturale.
Il Santuario di Lezzeno fu fondato nel 1690 a seguito di un evento eccezionale: il 6 agosto 1688 una Madonna in gesso custodita allora nella cappelletta locale lacrimò, per questo motivo si decise di omaggiarla con la costruzione di un luogo di culto, progettato da Giovanni Battista Quadrio e ultimato nel 1704.
Successivo a questa data è l’ex cotonificio che, insieme ad altri rilevati nella zona da Eugenio Cantoni nel 1859, diede impulso a un’industrializzazione che rilanciò l’economia del paese dando lavoro a oltre mille persone impiegate nell’assistenza a 8.600 fusi per la filatura. I fasti melanconici sopravvivono nello stabilimento Cantoni di Via Roma, araldo di un’archeologia industriale oggetto di studio ed esempio di progresso archetipico.
L'Orrido di Bellano
Uscendo dal perimetro urbano esiste un mondo di animazioni naturalistiche che conferiscono al territorio circostante un’aura quasi mistica. A dare corpo a questa asserzione un po’ vagheggiante è l’Orrido di Bellano (“orrore di orrenda bellezza” lo definì il poeta bellanese Sigismondo Boldoni), che altro non è che una splendida cascata entro una gola delimitata da rocce, formatasi ca. 15 milioni di anni fa.Va assolutamente visitata poiché si dice che qui riposi il coraggioso guerriero Taino avvinghiato al suo tesoro. A questa visione d’arme s’accosta la Cà del Diavol, una stranissima torretta esagonale di quattro piani la cui funzione antica è avvolta tuttora nel mistero. E’ sede del Museo dei fossili, mentre a Bellano s’incastona bizzarro il Museo Ca di Radio Vecc, che espone molteplici tipi di vecchi grammofoni antenati della moderna radio.