Rapolla e le sue Terme: week end benessere in Basilicata
Rapolla, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Rapolla dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Che siate buongustai o salutisti, amanti del silenzio o cercatori di divertimento vivace, Rapolla è un piccolo scrigno traboccante di offerte appetitose. Popolata da meno di 5 mila abitanti, incastonata tra il massiccio del Vulture, il corso dell’Ontrolmo e del Melfia, la cittadina sorge in provincia di Potenza, nel lembo settentrionale della Basilicata.
Abbarbicata a un crinale digradante, lontana dal mare, Rapolla è comunque abbracciata dalla vegetazione mediterranea: collane di vigneti generosi, carichi di pepite d’oro e rubini, disegnano i contorni del comune, alternandosi alle chiome argentate degli ulivi più anziani. Ingredienti che, fondendosi in un paesaggio favoloso, danno risultati prelibati: il Malvasia, l’Aglianico e il Moscato sono i vini deliziosi ricavati dagli acini locali, affiancati da un olio extravergine color smeraldo che sa di sole.
Da non perdere la chiesetta di Santa Lucia, di foggia romanica con influenze pugliesi e bizantine del X e XI secolo, anche se l’edificio di culto più affascinante è certamente la cattedrale. Terminata nel 1253 da Melchiorre di Montalbano, che decorò la facciata con un portale maestoso, la chiesa presenta un campanile imponente lungo il lato orientale, e all’interno si possono ammirare la tavola bizantina e un grande crocifisso in legno del XVI secolo. Interessante anche la Chiesa del Crocifisso, restaurata negli anni Cinquanta del XX secolo, custode di varie nicchie scavate nella roccia e di alcuni affreschi Duecenteschi.
Merita un cenno, per finire, il cosiddetto Sarcofago di Rapolla, oggi conservato nella vicina località Melfi e rinvenuto a metà Ottocento ad Albero in Piano, lungo l’antica via Appia. Si tratta di un monumento marmoreo, pregiato esemplare di arte funeraria dell’Asia Minore risalente alla seconda metà del II secolo a.C., raffigurante una serie di divinità nella parte inferiore e una fanciulla dormiente sul coperchio.
Abbarbicata a un crinale digradante, lontana dal mare, Rapolla è comunque abbracciata dalla vegetazione mediterranea: collane di vigneti generosi, carichi di pepite d’oro e rubini, disegnano i contorni del comune, alternandosi alle chiome argentate degli ulivi più anziani. Ingredienti che, fondendosi in un paesaggio favoloso, danno risultati prelibati: il Malvasia, l’Aglianico e il Moscato sono i vini deliziosi ricavati dagli acini locali, affiancati da un olio extravergine color smeraldo che sa di sole.
Clima e quando andare
Si potrebbe pensare, dunque, a un clima tipicamente mediterraneo, ma la posizione e l’altitudine del paese determinano un clima temperato piuttosto fresco, con piogge frequenti in autunno e in inverno e nevicate suggestive nei mesi più rigidi. In gennaio, il mese più freddo, la temperatura media è di 5.5°C, mentre le estati sono calde e secche, con una media di 24°C in agosto. Il periodo migliore per una visita è la tarda primavera e l'inizio dell'autunno.Cosa vedere a Rapolla
Dopo aver attraversato una campagna rigogliosa, addentrarsi nel cuore di Rapolla significa scoprire un centro pittoresco, dove il tempo pare essersi fermato e si apprezzano ancora i piccoli dettagli, gli scorci segreti e i profumi più genuini. Qui si possono ammirare alcuni monumenti interessanti: essendo stata sede vescovile, la cittadina vanta infatti un alto numero di edifici sacri, tra conventi, monasteri, eremi, chiese e croci disseminate sul territorio.Da non perdere la chiesetta di Santa Lucia, di foggia romanica con influenze pugliesi e bizantine del X e XI secolo, anche se l’edificio di culto più affascinante è certamente la cattedrale. Terminata nel 1253 da Melchiorre di Montalbano, che decorò la facciata con un portale maestoso, la chiesa presenta un campanile imponente lungo il lato orientale, e all’interno si possono ammirare la tavola bizantina e un grande crocifisso in legno del XVI secolo. Interessante anche la Chiesa del Crocifisso, restaurata negli anni Cinquanta del XX secolo, custode di varie nicchie scavate nella roccia e di alcuni affreschi Duecenteschi.
Merita un cenno, per finire, il cosiddetto Sarcofago di Rapolla, oggi conservato nella vicina località Melfi e rinvenuto a metà Ottocento ad Albero in Piano, lungo l’antica via Appia. Si tratta di un monumento marmoreo, pregiato esemplare di arte funeraria dell’Asia Minore risalente alla seconda metà del II secolo a.C., raffigurante una serie di divinità nella parte inferiore e una fanciulla dormiente sul coperchio.