Melfi (Lucania): visita alla cittą della Basilicata e il suo castello
Melfi, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Melfi dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
“Melfi nobile città dell'Apulia, circonvallata da mura di pietra, celebre per salubrità dell'aria, per affluenza di popolazioni, per fertilità dei suoi campi, ha un castello costruito su di una rupe ripidissima, opera mirabile dei Normanni”. Così Federico II, all’epoca in cui reggeva il Sacro Romano Impero, descriveva una delle maggiori città della Basilicata, già allora battezzata Melfi, situata all’estremità settentrionale della regione.
Ciò che Federico non poteva sapere è che Melfi avrebbe vissuto uno sviluppo eccezionale, sino a divenire una delle città più produttive della Basilicata e uno dei più importanti poli industriali del sud d’Italia.
Proprio al culmine del colle si estende la piazza del Municipio, da cui si diramano le viuzze strette e irregolari racchiuse in un’impenetrabile cinta muraria. Passeggiando per questo dedalo di stradicciole si incontrano numerosi edifici storici di grande pregio architettonico e culturale, a partire dalla bellissima Cattedrale di Santa Maria Assunta. Iniziata nel 1076 su commissione di Roberto il Guiscardo, la chiesa conserva ben poco delle sue origini normanne a causa dei ripetuti terremoti che ha subito, e dei conseguenti restauri che l’hanno convertita in edificio barocco. Soltanto il campanile, del 1153, era stato costruito per volere di Ruggero II e conserva l’antico stile romanico normanno.
Dopo diverse modifiche la costruzione divenne la residenza di Maria d’Ungheria, moglie di Carlo II d’Angiò, finché non venne affidata alla famiglia Caracciolo e da ultimo al principe Andrea Doria.
L’imponenza del castello è quasi eguagliata dalla possente cinta muraria che circonda il cuore di Melfi, percorsa di torri e estesa per oltre 4 chilometri. La costruzione delle mura impiegò un lungo periodo, che vide alternarsi nei lavori bizantini, normanni, svevi e aragonesi, finché non vi posero mano Niccolò Acciaiuoli nel Trecento e Giovanni Caraccioli nel Quattrocento.
Molte sono le porte d’accesso che si aprono lungo le mura e introducono al centro di Melfi. Tra queste, una delle più importanti è la Porta Venosina, risalente all’epoca sveva e conservatasi in stato particolarmente buono rispetto alle altre. Innalzata sul vecchio percorso che conduceva a Venosa e alla Via Appia, la porta è affiancata dallo stemma cittadino e da quello dei Caracciolo.
Infine Melfi presenta una ricca rassegna di palazzi di pregio, tra cui spicca il Palazzo del Vescovado. Originariamente si trattava di una costruzione normanna del XI secolo, in seguito modificata a più riprese dopo vari terremoti, sino all’attuale stile barocco. Il palazzo racchiude una pinacoteca con le opere di Nicola da Tolentino e Cristiano Danona, oltre alla biblioteca vescovile con i suoi preziosi e antichi documenti.
Chi decide di visitare la città deve prepararsi a un clima temperato fresco, a causa dell’altitudine e della lontananza dal mare, con piogge irregolari concentrate perlopiù in autunno e inverno e con inverni che alternano fasi miti ed irruzioni fredde, spesso imbiancati dalla neve. Le estati, calde e secche, hanno in luglio e agosto temperature medie comprese tra 19°C e 24°C, mentre in gennaio e febbraio si va dai 5°C di minima ai 9°C di massima.
Ciò che Federico non poteva sapere è che Melfi avrebbe vissuto uno sviluppo eccezionale, sino a divenire una delle città più produttive della Basilicata e uno dei più importanti poli industriali del sud d’Italia.
Cosa vedere a Melfi
Questo non significa, tuttavia, che il glorioso passato della città sia stato cancellato: il centro storico di Melfi custodisce un’intatta atmosfera da borgo medievale, arrampicato com’è in posizione panoramica alla sommità di un colle vulcanico che fa parte del complesso del monte Vulture.Proprio al culmine del colle si estende la piazza del Municipio, da cui si diramano le viuzze strette e irregolari racchiuse in un’impenetrabile cinta muraria. Passeggiando per questo dedalo di stradicciole si incontrano numerosi edifici storici di grande pregio architettonico e culturale, a partire dalla bellissima Cattedrale di Santa Maria Assunta. Iniziata nel 1076 su commissione di Roberto il Guiscardo, la chiesa conserva ben poco delle sue origini normanne a causa dei ripetuti terremoti che ha subito, e dei conseguenti restauri che l’hanno convertita in edificio barocco. Soltanto il campanile, del 1153, era stato costruito per volere di Ruggero II e conserva l’antico stile romanico normanno.
Il Castello Normanno di Melfi
Ma il re di Melfi è certamente il Castello, citato da Federico II nella sua descrizione. Anch’esso di impronta normanna, si tratta di uno dei manieri più noti e importanti della regione. Famoso per essere stato la prigione di Alberada, moglie di Roberto il Guiscardo, quando venne ripudiata per amore di una nuova donna, il castello vide anche l’emanazione delle prime Costituzioni di Melfi.Dopo diverse modifiche la costruzione divenne la residenza di Maria d’Ungheria, moglie di Carlo II d’Angiò, finché non venne affidata alla famiglia Caracciolo e da ultimo al principe Andrea Doria.
L’imponenza del castello è quasi eguagliata dalla possente cinta muraria che circonda il cuore di Melfi, percorsa di torri e estesa per oltre 4 chilometri. La costruzione delle mura impiegò un lungo periodo, che vide alternarsi nei lavori bizantini, normanni, svevi e aragonesi, finché non vi posero mano Niccolò Acciaiuoli nel Trecento e Giovanni Caraccioli nel Quattrocento.
Molte sono le porte d’accesso che si aprono lungo le mura e introducono al centro di Melfi. Tra queste, una delle più importanti è la Porta Venosina, risalente all’epoca sveva e conservatasi in stato particolarmente buono rispetto alle altre. Innalzata sul vecchio percorso che conduceva a Venosa e alla Via Appia, la porta è affiancata dallo stemma cittadino e da quello dei Caracciolo.
Infine Melfi presenta una ricca rassegna di palazzi di pregio, tra cui spicca il Palazzo del Vescovado. Originariamente si trattava di una costruzione normanna del XI secolo, in seguito modificata a più riprese dopo vari terremoti, sino all’attuale stile barocco. Il palazzo racchiude una pinacoteca con le opere di Nicola da Tolentino e Cristiano Danona, oltre alla biblioteca vescovile con i suoi preziosi e antichi documenti.
Eventi e Manifestazioni a Melfi
Aldilà delle splendide testimonianze storico-artistiche, Melfi parla di sé ai visitatori anche attraverso le manifestazioni che vi si svolgono nell’arco dell’anno. Tra queste sono particolarmente sentite la Festa dello Spirito Santo, che si tiene il giorno della Pentecoste ed è animata da un corteo in costume, la Sagra della Varola di ottobre, in cui viene celebrata la castagna della zona del Vulture, e la tradizionale festa delle Pannedduzze, che si svolge l’8 di dicembre e prevede la distribuzione di piccoli pani azzimi durante la funzione religiosa.Chi decide di visitare la città deve prepararsi a un clima temperato fresco, a causa dell’altitudine e della lontananza dal mare, con piogge irregolari concentrate perlopiù in autunno e inverno e con inverni che alternano fasi miti ed irruzioni fredde, spesso imbiancati dalla neve. Le estati, calde e secche, hanno in luglio e agosto temperature medie comprese tra 19°C e 24°C, mentre in gennaio e febbraio si va dai 5°C di minima ai 9°C di massima.