Livo (Trentino Alto Adige): visita al paese della Val di Non
Livo, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Livo dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Adagiato a un’altitudine di 740 m s.l.m. esattamente nel cuore dell’Altopiano del Mezzalone, Livo s’immerge nello splendido comprensorio naturalistico della Val di Non andandone a costituire l’aggregato abitativo più vecchio fra le maglie di una rete sentieristica percorsa dagli escursionisti amanti delle lunghe camminate e delle divagazioni in bicicletta.
Della Chiesa di San Martino si fa menzione a partire dal 1209, che la vede sorgere povera per poi arricchirsi pian piano con un progressivo aumento delle sue campate fino a un totale di cinque. Comparve successivamente l’alto campanile mentre l’ultima nata, la sacrestia, si aggiunse nel 1856. Il pavimento seicentesco in battuto di calce resta uno dei pochi esempi rilevabili nel trentino e per questo motivo di rarità è sotto tutela dei Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento.
A Preghena si staglia la mole della Chiesa di Sant’Antonio, medievale ma di ampliamento rinascimentale. Distrutta per i due terzi da un violento incendio, fu ricostruita alla fine del ‘600 e nuovamente ampliata nel 1957 con relativo allungamento.
A Scanna, infine, prende posto la Chiesa della Santissima Immacolata Concezione di Maria, ascrivibile al XII secolo, datazione suffragata dalla piccola pianta basilicale con abside semicircolare nel cui catino si mostra l’affresco dell’Annunciazione di Maria. Molto bello e rappresentativo l’altare ligneo simulante il marmo, restaurato nel 1939 da Carlo Verra.
Storia
Tenuto socialmente in vita da un manipolo di anime, ca. 900, questo borgo in provincia di Trento vanta origini piuttosto antiche e un’amministrazione a lungo detenuta dai Signori di Livo, confluenti nella famiglia De Zucolo e nella casata dei Thun. La loro sede era il Castello di Zoccolo, che insieme al Castello di Mostizzolo e alla Rocca di Livo sul Caslir rappresentarono il sistema fortificato della località per secoli.Il Castello
Inserito proprio all’interno dell’abitato, Palazzo Aliprandini Laifenthurn vide la luce nel Medioevo ed è oggi noto anche come Toresela o Castello della Rosa, edificio in cui sono ora collocati gli uffici comunali. La struttura, risalente all’XI secolo, s’innalza per quattro piani e reca i segni di numerosi rifacimenti susseguitisi fino al Settecento che hanno interessato anche la parte più antica, la torre quadrangolare dalla quale il complesso ha potuto pian piano svilupparsi ed estendersi tramite interventi incrementivi cui si devono altri corpi di fabbrica, aggregati insieme per trasformare un baluardo difensivo in elegante residenza.Cosa vedere a Livo
I monumenti civici finiscono dove quelli ecclesiastici iniziano. L’ex Pieve di Cassino si trova in frazione Varollo e ha assunto la denominazione di Chiesa della Natività della Madonna, derivata da un apparato sacro risalente al 1000 d.C. L’interno a navata unica serba numerosi affreschi di pregio, fra i quali la Madonna della Misericordia, una Madonna fra i santi Fabiano e Rocco e un’Annunciazione sull’arco santo. Carlo Pozzi ha qui dipinto su legno una raffinata Crocifissione. Da vedere per rimanere quasi estasiati i vari altari, specialmente il maggiore risaltato dalla pala del Pozzi sulla quale è raffigurata la Natività di Maria. Splendida la Pietà impressa nella lastra di rame dipinta a olio del tabernacolo a tempietto di forma ottagonale.Della Chiesa di San Martino si fa menzione a partire dal 1209, che la vede sorgere povera per poi arricchirsi pian piano con un progressivo aumento delle sue campate fino a un totale di cinque. Comparve successivamente l’alto campanile mentre l’ultima nata, la sacrestia, si aggiunse nel 1856. Il pavimento seicentesco in battuto di calce resta uno dei pochi esempi rilevabili nel trentino e per questo motivo di rarità è sotto tutela dei Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento.
A Preghena si staglia la mole della Chiesa di Sant’Antonio, medievale ma di ampliamento rinascimentale. Distrutta per i due terzi da un violento incendio, fu ricostruita alla fine del ‘600 e nuovamente ampliata nel 1957 con relativo allungamento.
A Scanna, infine, prende posto la Chiesa della Santissima Immacolata Concezione di Maria, ascrivibile al XII secolo, datazione suffragata dalla piccola pianta basilicale con abside semicircolare nel cui catino si mostra l’affresco dell’Annunciazione di Maria. Molto bello e rappresentativo l’altare ligneo simulante il marmo, restaurato nel 1939 da Carlo Verra.