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San Lorenzo in Banale (Dorsino): visita al borgo del Trentino

San Lorenzo Dorsino, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. San Lorenzo Dorsino dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Il comune di San Lorenzo Dorsino, paesello a 758 metri di altitudine, è il risultato della fusione di altre due realtà urbane della provincia di Trento in Trentino Alto Adige, ovvero San Lorenzo in Banale e Dorsino. Parlare di uno significa automaticamente includere l’altro per alimentare una esauriente descrizione del comune sparso istituito il 1° gennaio 2015.

San Lorenzo in Banale si trova ubicato esattamente all’ingresso della poetica Val d’Ambièz e fa da punto di accesso al Parco Naturale Adamello Brenta: per la sua posizione strategica amena e il suo bagaglio artistico, non stupisce che sia inscritto nella prestigiosa lista dei Borghi più belli d’Italia.

Esistente nella veste di accampamento romano nell’antichità, sboccia come vero e proprio borgo nel XII secolo, identificato dal suo apice architettonico di matrice medievale, Castel Mani. Verrà posto sotto il controllo del vescovo di Trento fino a inizio Ottocento, successivamente il passaggio alla contea del Tirolo segnerà la definitiva affermazione comunale. Dorsino ha le medesime caratteristiche geofisiche e ha percorso le stesse strade storiche rimanendo tuttavia molto più appartato come abitato.

Cosa vedere a San Lorenzo Dorsino

Sì, è ora giunto il momento di parlare dell’unicum di San Lorenzo Dorsino, entità ampiamente meritevole di un turismo curioso di esplorare il corredo architettonico e il contesto naturalistico che lo avvolge. Struttura di maggior prestigio ha le fattezze della Chiesa antica di San Giorgio, collocata nell’esatto centro cittadino e visitabile tutti i giorni d’estate e su richiesta nella stagione invernale. Contraddistinto da pietra a vista che ne orna l’esteriorità nobilitata dal fiero campanile a bifore, il loco sacro è datato 1499 e l’anno dopo sono state in esso introdotti gli affreschi di ruvida bellezza realizzati da Cristoforo Baschenis de Averaria: si possono rilevare il Cristo benedicente nella mandorla circolare al centro della volta e gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa negli specchi in ordine alternato.

Rinascimentale la nascita, rinascimentale è anche il bugnato a punta di diamante, sopra il quale spuntano i Santi difensori della Chiesa, proposti nelle figure di San Martino e San Michele Arcangelo sopra i quali impera la sagoma imponente di San Giorgio che uccide il drago. Tre altari dominano l’ambiente interno, dedicati rispettivamente alla Beata Maria Vergine, a San Rocco e a San Giuseppe. La Via Crucis è recente, risale infatti ai primordi del ‘900.

Quant’altro si può visitare appartiene alla sfera naturalistica, che il comune ha voluto a ragione rendere principale attrattiva circondariale dalla quale passa ogni sorta di divertimento, escursione e pratica sportiva. Da aprile a settembre sono vivamente consigliati gli itinerari che serpeggiano sul Dòs Béo, un colle a nord est del centro urbano preso d’assalto dalle famiglie con bambini al seguito poiché i suoi percorsi danno vita a camminate liberatorie ma non impegnative, ergo accessibili a tutti.

Richiede invece una certa preparazione fisica l’escursione alla malga Albelz, raggiungibile con il Sentiero SAT n° 349 previa partenza da Baesa: la mulattiera da percorrere finisce inevitabilmente con l’appassionare il camminatore, che si trova sotto i piedi terreni di tutti i tipi, sassi, prati e sterrati che si snodano passando dalla vecchia teleferica e dalle fila di baite in legno tipiche della Valle di Jon. Il Sentiero di San Vili è lungo complessivamente 100 km e unisce la dimensione collinare a quella montana, insomma un favoloso viaggio nelle splendide terre trentine. Altra valida opzione riguarda il Sentiero Piccole Baite Addossate alle Rocce, lungo solamente 3 km ma ben inserito nel progetto di promozione turistica I Sentieri dei Piccoli Camminatori, preposto alla scoperta della storia di questi luoghi, in parte raccolta nell’Ecomuseo della Judicaria.

I dintorni e le escursioni

La ricchezza di itinerari è dunque qualcosa che aggrada notevolmente il turista, che peraltro non può resistere al fascino magnetico di luoghi più introspettivi come il Lago di Nembia ad appena 1 km dal Lago di Molveno: è balneabile e questa è un’ottima notizia per coloro che concepiscono le vacanze non solo in riva al mare ma anche sulle sponde degli specchi lacustri. Infine, fate una capatina all’Oasi del Molin, che consta di una graziosa casetta che funge da tranquillo ristoro circondato da aree picnic e zone relax. Quiete e pace assoluta vigono da quando l’Oasi è stata creata. I più “scalmanati”, sportivamente parlando, si cimentino con la Falesia di Promeghin, dapprima letteralmente dimenticata ma oggi recuperata e valorizzata dalla comunità per la pratica del Rock Climbing.

Eventi, sagre e manifestazioni

C’è un motivo in più per recarsi di volata a San Lorenzo in Banale (che ricordiamo essere la sede del Municipio) ed è la Sagra della Ciuìga, che celebra una perla gastronomica delle Dolomiti nata più per esigenza che per vezzo culinario. La Ciuìga è stata inventata da un macellaio autoctono nella seconda metà dell’Ottocento per offrire alla popolazione non troppo abbiente un succulento connubio di scarti di carne di maiale e rapa bianca insaporito da aglio, pepe nero e sale, una chicca oggi dichiarata Presidio Slow Food. Il suo nome deriva dalla forma caratteristica che richiama quella della pigna di conifera, in dialetto locale appunto ciuìga. La Sagra si tiene nel mese di novembre. Chi decide di restare in paese qualche giorno in più, può soggiornare in uno dei tanti hotel dell’area, consigliati l’Hotel Cima Tosa e l’Hotel Castel Mani, o ancora l’Hotel San Lorenzo e l’albergo BeoHotel.

Come arrivare a San Lorenzo in Banale

Si percorre l’Autostrada A22 del Brennero e si esce a Trento Centro per poi seguire le indicazioni Madonna di Campiglio/Riva del Garda lungo la SS 45bis e, superata località Sarche, le indicazioni per San Lorenzo Dorsino, Molveno e Andalo; i treni arrivano alla stazione di Trento e da qui proseguono gli autobus extraurbani diretti alle diverse località dell’hinterland; l’aeroporto di Trento è quello di riferimento.

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